La "generazione" del logos e la nascita di Gesù
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La "generazione" del logos e la nascita di Gesù

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La "generazione" del logos e la nascita di Gesù

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Informazioni sul libro

Nel presente lavoro l'autrice illustra i tratti essenziali afferenti la fuoriuscita del Logos dal Padre e dalla vergine Maria, e i possibili effetti che conseguono da tale duplice fuoriuscita.
Partendo dall'analisi dei testi patristici, relativi ai primi 4 secoli, l'autrice puntualizza in un primo momento le modalità e, in un secondo momento, gli effetti conseguenti all'emissione del Logos prima a livello atemporale e dopo a quello temporale.

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Informazioni

Anno
2015
ISBN
9788893063968
Capitolo secondo
LA NASCITA DEL LOGOS
1. Modalità
1.1. Come la rugiada
A proposito della nascita del Logos Ippolito si avvale della metafora della rugiada per affermare due cose:
• l'azione discendente del Logos: “Maria, che è stata terra benedetta, perché in essa è disceso il Verbo, come rugiada (...)”.66 La rugiada acquista un carattere modale per la discesa del Logos. Alla stessa stregua della rugiada, il Logos scende soave e senza alcun impeto nel seno di Maria.
• la recezione del Logos nel corpo di Maria:
«Della benedizione del Signore riceva la sua terra», perché nato dalla vergine e dallo Spirito Santo, ebbe in eredità tutta la benedizione del Signore, la «terra santa» (la sua umanità), che divenne visibile negli ultimi tempi (...).67
Alla stessa stregua della rugiada che dall'alto scende sulla terra e questa la riceve, così Maria accoglie il Logos nelle sue membra.
La metafora della rugiada diviene significativa per indicare che “la sua concezione non sarà da seme, ma dallo Spirito”.68 La rugiada è intesa da Ippolito come la metafora modale per indicare la presenza dello Spirito e il suo ruolo di protagonista nella concezione del Logos. La rugiada viene a designare in senso discendente il Verbo e in senso immanente lo Spirito, perché lo Spirito si arroga la facoltà mediatrice nella fecondazione del corpo di Maria e fa sì che in lei si annidi il Logos che discende dall'alto. In poche parole è lo Spirito che permette l'annidamento del Logos nel seno di Maria, come la terra che permette alla rugiada di ricevere le sue proprietà benefiche.
In particolare in Eusebio di Cesarea la rugiada assume il ruolo di farcitrice della carne del Logos, perché nell'utero di Maria viene costituita, per mezzo dell'azione fecondatrice dello Spirito, - infatti lo Spirito è colui che predispone tale unione uterina - la carne del Verbo, interpretando in tal senso il testimonium scritturistico di Sal 109,3:
«A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori: dal seno dell'aurora come rugiada ti ho generato» (Sal 109,3). Aquila dice: «Dal seno suscitato di buon mattino per te la rugiada della tua fanciullezza». Mentre Simmaco: «Come rugiada di buon mattino per te la tua giovinezza». Vi è ancora una quinta versione: «Dall'utero, di buon mattino per te la rugiada della tua giovinezza». Con tali espressioni egli sembra significare il modo della sua generazione carnale. Dall'utero, infatti, dice, sarà la rugiada mattutina della tua fanciullezza oppure dall'utero diverrà per te la tua rugiada mattutina nella tua giovinezza. Con ciò credo che venga dichiarato che la sua generazione carnale è costituita non dal seme di un uomo, ma dallo Spirito Santo. Infatti, come rugiada che defluisce dall'alto del cielo, così nell'utero gravido di sua madre fu fatta la costituzione della carne nella sua fanciullezza.69
1.2. Come la pioggia
Un'altra modalità, per mezzo della quale il Logos scende su Maria, è la pioggia:
scenderà come pioggia sull'erba, come acqua che irrora la terra” (Sal 71,5). Tu potrai comprendere la discesa del Dio Verbo, se considererai l'abbassamento e la compiacenza con la quale egli si adattò alla pochezza umana (…). La generazione del nostro Salvatore secondo la carne avvenne in maniera del tutto simile alla pioggia, che impercettibilmente e senza rumore scende sull'erba; avvenne così affinché nessuno venisse a conoscenza o udisse del mistero del concepimento e del parto della santa Vergine, neppure tra coloro che abitavano nelle vicinanze.70
Eusebio di Cesarea si avvale del testimonium scritturistico di Sal 71,5 per rendere noto che l'abbassamento e la compiacenza del Logos presero carne in Maria in modo silenzioso e invisibile, alla maniera della pioggia quando scende sulla terra. La metafora della pioggia è significativa nel testo di Eusebio, perché con essa egli vuole indicare che il mistero della incarnazione del Verbo prende piede nella storia senza i seguenti tre tratti liturgici, perché il tutto avviene nell'ombra del silenzio:
– visione
– audizione
– conoscenza
Il silenzio avvolge il concepimento e il parto di Maria, perché alcuno né vide, né udì e conseguentemente né seppe di quanto avvenne nell'utero di Maria. Sotto questo profilo il silenzio è il preminente tratto teurgico, nel quale avvenne il mistero del concepimento del Logos in Maria, per cui questo alone di mistero che si manifesta solo ed esclusivamente nel silenzio e che avvolge la nascita del Logos, fonda e al contempo accompagna l'evento teurgico del concepimento e della nascita del Logos. I tratti uditivi e sonori, nei quali avviene l'usuale concepimento e parto per ogni bambino nato da donna vengono rimossi, per dare vita al tratto teurgico del silenzio, quello stesso silenzio nel quale si consuma la totale condiscendenza del Padre e del Figlio nel sabato protologico e quello stesso silenzio nel quale si consuma la più alta forma di donazione del Figlio al Padre nel sabato pasquale.
A partire da tale quadro il silenzio della nascita del Logos è il punto di raccordo tra quello protologico e quello soteriologico che si consuma nella pasqua di risurrezione.
Egli si abbassò e si adattò alla pochezza umana. La generazione del nostro Salvatore secondo la carne avvenne in maniera simile alla pioggia, che impercettibilmente e senza rumore scende sull'erba; avvenne così affinché nessuno venisse a conoscenza del mistero del concepimento e del parto della santa Vergine. Eusebio di Cesarea, rifacendosi al testimonium scritturistico di Sal 109,3 cita le versioni di Aquila, di Simmaco e della cosiddetta quinta, per cercare di intuire la modalità della generazione carnale del Logos.
Dall'utero, infatti, dice, sarà la rugiada mattutina della tua fanciullezza oppure dall'utero diverrà per te la tua rugiada mattutina nella tua giovinezza. Con ciò credo che venga dichiarato che la sua generazione carnale è costituita non dal seme di un uomo, ma dallo Spirito Santo. Infatti come rugiada che defluisce dall'alto del cielo, così nell'utero gravido di sua madre fu fatta la costituzione della carne nella sua fanciullezza.71
Collegata a quella della pioggia è la metafora della terra arida, citata da Is 53,1-2, con la quale Eusebio vuole affermare che il Logos è stato concepito nell'utero di Maria, dove nessun uomo aveva posto la sua dimora:
E quindi fu predetto anche il luogo dove Egli sarebbe nato. Tuttavia il profeta Isaia pone il miracolo della nascita ora in modo oscuro e figurato, ora in modo aperto e manifesto. In modo oscuro, quando dice: «Oh, Signore, chi avrebbe creduto al nostro annunzio? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? E' cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida» (Is 53,1-2) (...) 50. Pertanto il virgulto «che si nutre del latte materno» sta chiaramente a significare la nascita del Cristo. La terra «inaccessibile ed arida», invece, indica la Vergine che lo generò; quella cioè che nessun uomo avvicinò e dalla quale, sebbene arida, derivò quella esaltata radice e quel virgulto nutrito con il latte materno.72
Proprio perché avulso dal coito maritale, l'utero di Maria è stato la dimora del coito dello Spirito Santo, con la quale si è unito perché nascesse il Verbo. L'utero di Maria, paragonato alla terra arida, è la res attraverso cui la potenza dell'altissimo poté scendere nel grembo di Maria e unirsi a lei, perché dal suo seno potesse nascere il Verbo:
«Nell'utero – dice – concepirà e partorirà un figlio». Dunque, chi sarebbe a dire «mi unii alla profetessa» se non lo Spirito Santo, ispirato dal quale il profeta divinava, e del quale fu detto a Maria: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo?» (Lc 1,34).73
Come nel sabato protologico il Verbo si unisce al Padre e viceversa grazie all'azione unificatrice dello Spirito, allo stesso modo all'inizio del sabato soteriologico, originato con la venuta temporale del Verbo, il Verbo viene concepito nel grembo di Maria grazie all'azione unificatrice dello Spirito.
La metafora della pioggia è impiegata da Epifanio di Salamina per indicare che la discesa del Verbo rende il grembo di Maria fertile, nel senso che è l'azione del Logos che, discendendo su Maria, la rende feconda, alla stessa stregua della terra che, grazie alla pioggia, può produrre i frutti necessari per il sostentamento dell'uomo:
E infatti Mosè aveva affermato: «Il mio Verbo scenda come la pioggia» (Dt 32,2). E Davide aveva aggiunto: «Discenda come pioggia sul vello e come gocce grondino sulla terra» (Sal 71,6) (…) così come la terra, accogliendo la pioggia, accresce il proprio frutto, speranza dei contadini. Infatti, grazie alla pioggia, secondo la disposizione del Signore, la terra si riproduce con maggior ardore e ottiene dalla prima una maggior celerità nel produrre frutti (…). Maria concepisce il Verbo come la terra porta la pioggia al concepimento.74
Tale metafora ricorreva già in Cirillo di Gerusalemme, con la quale egli voleva mostrare che la prima discesa del Logos, comparabile alla nascita, avvenne di nascosto, come la pioggia che impercettibilmente e invisibilmente cade sulla terra, mentre la seconda discesa avvenne nella luce; discesa equiparabile alla Epifania, giorno in cui sopra il presepio si fermò la stella, simbolo di luce per le genti e per gli stessi magi: “due le discese, una nascosta quasi di pioggia sul vello, l'altra – la futura – manifesta. Nella prima venuta fu avvolto in fasce nel presepio, nella seconda s'ammanta di luce come di veste”.75
1.3. Tramite il parto prima dei dolori
Un'altra caratteristica modale relativa alla nascita carnale del Verbo è l'assenza dei dolori, perché il parto avvenne prima delle doglie:
«prima che colei che era nel travaglio del parto, partorisse, e prima che venissero i dolori, ha partorito e dato alla luce un maschio» (Is 66,7), proclamando così il carattere inatteso e paradossale della nascita della Vergine.76
Ireneo di Lione si avvale del passo scritturistico...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Diritto d'autore
  4. INDICE
  5. Prefazione
  6. Introduzione
  7. Capitolo primo
  8. LA GENERAZIONE DEL LOGOS
  9. Capitolo secondo
  10. LA NASCITA DEL LOGOS