La solitudine vissuta
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La solitudine vissuta

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La solitudine vissuta

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Informazioni sul libro

L'autore descrive le sensazioni della SOLITUDINE, sia quelle positive, sia quelle negative, cercando di dare non solo una valutazione pessimistica di questo stato d'animo che colpisce il genere umano, ma un delle soluzioni per vivere la propria vita in pace con se stessi.

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Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788893321204
VIOLENZA
Stavi li,
abbandonata sul cupo asfalto grigio,
con la gonna ancora alzata e,
qualche striscia di sangue che ti rigava la gamba.
Offesa, avvilita, disgustata,
da coloro che si erano presi lā€™atto dā€™amore,
consumandolo con violenza.
Hai subito senza reagire,
le lacrime ti scendevano sul viso,
ma non sentivi dolore.
Erano piuā€™ di due, forse tre o quattro,
ma potevano essere anche di piuā€™
ormai cosi isolata nel tuo profondo disprezzo,
guardavi le stelle e sentivi i grilli cantare.
Vile uomo che prendi con la forza,
cioā€™ che non puoi con lā€™amore.
Vile uomo che disprezzi il fiore della vita,
marchiandolo come un animale da macello.
Vile uomo che distruggi cosi lā€™amore,
per consumare solo piacere.
Vile uomo che uccisi colei che ti dona la vita.
Cā€™eā€™ una SOLITUDINE che mi piace scorgere tra i visi indifferenti e sconosciuti della gente, quella SOLITUDINE che ci porta ad essere buffi e simpatici, che trovo allegra e che mi mette di buon umore.
Quella SOLITUDINE che ci porta a parlare da soli a voce alta, come se avessimo un interlocutore invisibile, facendoci gesticolare, alzare la voce, assumere atteggiamenti tipici di chi eā€™ nel pieno di una discussione.
Quella SOLITUDINE che ci accompagna mentre passeggiamo su di un marciapiede, insieme ad altri passanti che ci guardano con aria attonita e divertita, a seconda del momento in cui ci incrociano nella nostra perfomance.
E noi non ci accorgiamo di nulla e dico noi, ma credo che sarebbe giusto dire tutti noi, percheā€™ anche a me eā€™ capitato di ā€œdiscutereā€ animatamente conā€¦ nessuno!
Il vantaggio eā€™ che alla fine almeno si ha sempre ragione.
Poi il ritorno in se stessi, lanciando uno sguardo fugace intorno a noi, sperando che nessuno ci abbia visto o sentito negli atteggiamenti tenuti, provando un briciolo di imbarazzo e magari facendo un mezzo sorriso, con le gote che diventano rubiconde, a chi ci ha guardato con stupore, come se nulla fosse successo.
Vabbeā€™ che saraā€™ mai, ci siamo un poā€™ scaricati, abbiamo dato fiato alla nostra adrenalina che eā€™ salita parallelamente allā€™infervorarsi della discussione conā€¦ lā€™uomo o la donna invisibile.
Inoltre abbiamo anche fornito uno spettacolo gratis a chi passava, artisti di strada, come i ragazzi che improvvisano mini spettacoli per intrattenere la gente ferma ai semafori con le proprie auto.
Si dimentica in fretta la figura barbina appena fatta, percheā€™ il mondo gira cosi velocemente che siamo di nuovo immersi nel nostro quotidiano, fatto di pensieri, responsabilitaā€™ e quantā€™altro.
Passiamo da una SOLITUDINE allā€™altra o almeno ritorniamo alla nostra vecchia e cara SOLITUDINE vissuta, del solo in mezzo a tanti, che non ci ferma mai dal pensare, quando non siamo presi da altri affari che ci occupano il tempo.
Cā€™eā€™anche chi pensa di poter utilizzare la parola SOLITUDINE, per nascondere delle veritaā€™.
Il single, maschio o femmina che sia, quando non riesce a trovare una persona con la quale fare coppia, si chiude dietro un ā€œio sto bene cosiā€™, da soloā€, usando come difesa una situazione che non risponde totalmente alla veritaā€™.
Un poā€™ come la volpe e lā€™uva, la celebre favola di Esopo, dove la volpe non riuscendo ad arrivare a prendere lā€™uva diceva che tanto era acerba, ovvero dellā€™incapacitaā€™ di superare le difficoltaā€™.
Non credo ci sia nessuno che voglia vivere da solo, che rifiuti la compagnia di un compagno o di una compagna, sia nelle combinazioni eterosessuali sia in quelle omosessuali, percheā€™ lā€™unione eā€™ amore e nella sua irrazionalitaā€™ fa parte dello sviluppo della nostra crescita e soprattutto lā€™amore non eā€™ vincolato al sesso, eā€™ amore e basta.
Ribadisco che La SOLITUDINE, sia solo la forma dellā€™essere consci del proprio stato di uno in mezzo a mille e non sia la condizione ideale per vivere la propria vita.
Ecco la SOLITUDINE come la intendo io, non rientra certamente nel tipo di vita del single o presunto tale.
Forse anche in questo caso come nella procreazione, per una forma di egoismo personale o naturale, del non rimanere soli ad esempio in etaā€™ avanzata, dove lā€™aiuto dellā€™altra metaā€™ della mela eā€™ sicuramente un bastone della vecchiaia irrinunciabile, percheā€™ fincheā€™ si eā€™ giovani la SOLITUDINE, anche se usata come paravento puoā€™ essere accettata, non pesa, anzi libera dai doveri del vivere in coppia, donando una piacevole e spensierata libertaā€™, ma con gli anni quando la vita si fa pesante, diventa difficile sopportare il tutto da soli.
Non si deve peroā€™, proprio per uno spirito inconscio di egoismo personale, essere uniti solo per non restare soli, altrimenti non cā€™eā€™ la base fondamentale che regola tale passo, che deve essere fondato su qualcosa di certo e reale, della consapevolezza che chi sta al nostro fianco, eā€™ colui o colei con il quale abbiamo fuso la nostra vita, in unā€™unitaā€™ di intenti che poco lascia allā€™improvvisazione.
Se non ci sono questi presupposti allora saraā€™ sicuramente meglio sposare la SOLITUDINE, con tutte le conseguenze che nel tempo andremo a vivere, ma che onestamente senza ingannare nessuno, saraā€™ la vita che ci saremo scelti con tutti i suoi pro e tutti i suoi contro, che dā€™altra parte, bisogna riconoscere, si hanno anche nei rapporti di coppia.
A maggior ragione nellā€™essere single si eā€™ veramente soli, senza aver la possibilitaā€™ di prendere la mano di qualcuno che amiamo per poterci salvare da una situazione di disagio o frustrazione.
Probabilmente in queste situazioni si fa riferimento ad amici e conoscenti, che ci daranno un sostegno solo temporaneo, nel quale tempo, dovremo essere bravi ad uscire dalla galleria buia in cui siamo entrati, ma non saraā€™ mai il sostegno duraturo di chi con noi condivide la vita.
Forse saraā€™ anche per un conformismo o per il sentito dire della gente, che essendo le coppie elementi che fanno parte del cerchio della vita, per gli ā€œscoppiatiā€, ci saranno solo pettegolezzi e parole fuori luogo, dove per parole fuori luogo intendo dire anche accuse pesanti, che sovente non riguardano una colpa, ma spesso una condizione umana.
Siamo nel terzo millennio e stiamo ancora dietro a certe affermazioni, magari scandalizzandoci pure, ipocrisia a buon mercato!
Questo percheā€™ la gente non si interessa puramente della propria vita, del farsi i fatti propri, ma diventa, con tutto il rispetto per il mestiere, una sorta di portineria a cielo aperto, dove ogni cosa deve essere commentata, ma si sa come siano questo tipo di commenti, per lo piuā€™ intesi come vox populi...
A volte anche persone insospettabili si avventurano in certi giudizi, rendendo attuale lā€™espressione del ā€œtutto il mondo eā€™ paeseā€, ovvero una similitudine di istinti che, in talune condizioni, ci rendono tutti uguali.
Non credo che nessuno di noi, possa sottrarsi, dallā€™avere almeno una volta nella vita espesso pareri su comportamenti e modi di vivere di altre persone, che a volte ed eā€™ questo il grave, si conoscono talmente poco da non essere neppure in grado di essere giudicate.
Come dice la Bibbia, ā€œnon giudicare se non vuoi essere giudicatoā€, belle parole gettate al vento, troppo ā€œcattivoā€ lā€™uomo per non giudicare, la lingua ferisce di piuā€™ della spada.
Poi cā€™eā€™ un nuovo tipo di SOLITUDINE nata in questi anni, la SOLITUDINE tecnologica, quella che ci viene subdolamente messa a disposizione dai nostri tablet e smartphone, dei quali tutti ormai siamo in possesso, che ci isolano dal mondo e dalle persone, che ci illudono di non essere mai soli, quando in realtaā€™ soli lo siamo piuā€™ di prima.
Eā€™ tristemente sconsolante vedere nei ristoranti, pizzerie, bar, gruppi di persone che idealmente si ritrovano per stare insieme, per discutere delle loro vite, per parlare dei loro problemi, anche i piuā€™ futili, ignorarsi seduti ad un tavolino con gli occhi su questo infernale apparecchio tecnologico dei giorni nostri.
Ancor piuā€™ raccapricciante eā€™ peroā€™ vedere i bambini, ā€œsmanettareā€ come e meglio degli adulti, in etaā€™ nelle quali un pupazzo o un gioco da tavolo forse sarebbe piuā€™ consono al loro sviluppo, anche loro magari a tavola, con il loro amichetto che fa la stessa cosa e quindi quello che era avrebbe dovuto essere un momento di incontro, di gioco, si trasforma in un momento che fa li fa sembrare dei falsi amici.
Certo cosi eā€™ facile crescere i figli, che si appiattiscono in una emarginazione volontaria ed irreale, senza le corse tra i tavoli, le urla dei genitori che li richiamano con promesse di punizioni e di qualche inutile scapaccione, tutto come era nella logica della vita, tutto come era nei tempi andati.
Cosi invece diventa invece un silenzio assordante, che non trova punti di unione tra chi invece quei punti dovrebbe unirli stando insieme, per crescere e socializzare insieme.
Volevo a tal proposito citare un paio di testimonianze, vissute personalmente.
Tempo fa ero con mio cognato e mio nipote in un sushi bar, uno di quei locali che incuriosisce per il modo diverso che cā€™eā€™ nel servirsi il cibo.
Nel locale ci sono tutta una serie di tavolini, divisi da un nastro trasportatore sul quale passano i piatti della cucina giapponese e ci si serve prendendoli in base a quanto essi ispirano il proprio gusto.
La scelta, soprattutto per chi come me eā€™ un profano di tale cucina, eā€™ influenzata soprattutto dal confezionamento dei piatti, un modo anche simpatico e divertente per fare unā€™esperienza diversa dal solito modo di andare a pranzo e scambiare quattro chiacchere.
Al di la del nastro trasportatore, in linea con il nostro tavolino cā€™erano due ragazzi, amici, che arrivarono dopo di noi, parlando presumo del piuā€™ e del meno.
Appena seduti al tavolo, hanno estratto dalla tasca del giubbotto il loro smartphone ed hanno iniziato la loro conversazione virtuale, fatta di sorrisi, espressioni a volte divertite ed a volte no, ignorandosi nella maniera piuā€™ totale e tutto cioā€™ mentre si servivano i loro piatti e senza per cioā€™ neppure scambiare almeno un commento sul gusto del piatto scelto.
Questo episodio mi ha lasciato perplesso, perch...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Diritto d'autore
  4. Introduzione
  5. Benedetta SOLITUDINE! Maledetta SOLITUDINE!
  6. CREDEVO CHEā€¦.
  7. PICCOLA GOCCIA DI SANGUE
  8. I VECCHI
  9. IL FIORE DELLā€™AMORE
  10. Il SORRISO DI UN BIMBO
  11. VIOLENZA
  12. Semaforo rosso
  13. SOLITUDINE
  14. INDICE