Prove di Cinema
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Prove di Cinema

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"Prove di Cinema" tratta di uniche esperienze cinematografiche di vari autori italiani: Padre Turoldo, Curzio Malaparte, Cesare Zavattini, Indro Montanelli, Alessandro Baricco, Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli, Melania Mazzucco, del francese Michel Mardore, e delle artiste persiane Forugh Farrokhzad, Shirin Neshat, Nahid Persson Sarvestani.

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Sì, puoi accedere a Prove di Cinema di Pino Viscusi in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Arte e Fotografia. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788893325769
Argomento
Arte
Categoria
Fotografia
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Progetto grafico ed impaginazione di Pino Viscusi
Copyright 2015
Youcanprint Self-Publishing
ISBN 9788893325769
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PREFAZIONE
di Rocco Carbone
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L’uomo, più di ogni altra cosa, ama raccontare storie; e così, Pino Viscusi, attraverso i suoi libri, ci racconta la sua.
Nel lontano presente 2010, inizia, con lo scritto Cogito ergo video. Storia illustrata del Cinema dagli inizi ai nostri giorni, il suo singolare viaggio nel mondo del cinema.
E’ già possibile individuare le coordinate dei suoi lavori e le motivazioni che lo spingeranno a indagare, con costanza, l’universo cinema. Tramite un minuzioso e attento lavoro di “scavo”, le immagini diventeranno centrali e verranno appro- fondite, indagate, esplorate in funzione delle emozioni che su- scitano in chi – spettatore-lettore – si accinge ad avvicinarsi a ogni suo libro.
Non è un caso che, nel secondo volume da lui ideato, Pino renda un vibrante omaggio al regista tedesco Wim Wenders, che sosteneva: “E’ così che si comincia quando si vuole gi- rare un film, scrivere un libro, dipingere un quadro, comporre musica, insomma quando inventare significa fare una scoperta: si prova un desiderio. Il desiderio che qualcosa esista, e poi ci si lavora finché esisterà. E ci si mette subito in moto, in direzione di quel bagliore, nella speranza di non perdersi per strada, né di smarrire il desiderio iniziale, o di tradirlo”.
E fedele a Wenders, Viscusi ha saputo coniugare, nei suoi la- vori, le immagini non solo con la narrazione letteraria ma anche con un’altra sua grande passione da sempre praticata, la pittura. Tramite artigianali fotomontaggi digitali ferma il flusso filmico tanto da costringere il lettore ad allontanarsi dalla narrazione per soffermarsi sulle immagini e interpretarle liberamente.
Con Cinema di confine Viscusi ha illustrato film al confine tra letteratura e cinema; con Prove di cinema ha inteso rac- cogliere le esperienze di scrittori che, non soddisfatti dell'esito
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di alcuni loro romanzi portati sullo schermo, hanno voluto tentare, non sempre in modo soddisfacente, una personale esperienza come registi, realizzando un loro primo e unico film, ora abbandonato e dimenticato nelle cineteche.
Altri scrittori hanno invece utilizzato tecniche narrative innovative quali gli audio-libri, diventando essi stessi attori, recitando i testi scritti e intercalandoli con fotografie di repertorio, nello stile cinematografico.
Infine alcune artiste persiane si sono improvvisate anch'esse registe per portare sullo schermo le loro denunce di sopraffazione.
Ma se per Pasolini l’esperienza cinematografica e quella letteraria non erano antitetiche – egli sentirà il bisogno di sperimentare, con esiti più che lusinghieri, una nuova tecnica di regia lo stesso non si può affermare per tutti gli autori presi in esame nel presente libro.
Pensiamo a Curzio Malaparte che, nella sua unica regia, non è riuscito a far emergere il tema forte del suo romanzo: il superamento del clima di odio di un’Italia non ancora pacificata. A suo favore, vanno accreditati un discreto talento visivo e l’originalità dei temi trattati.
Fallimentare è senz’altro la regia di Montanelli sia per lo schematismo dei personaggi rappresentati che per la retorica che pervade tutto il film. Meglio il Montanelli degli incontri televisivi, più fluidi e ironici, con Lea Padovani, Giovannino Guareschi e Carlo Levi.
Dispiace poi che dell’apologia surreale di Zavattini, bravo sceneggiatore di film altrui, rimangano impressi solo gli ultimi tre minuti di un’opera eccessivamente semplificata da una regia inesistente.
Neppure l’esordiente regista Michel Mardore, critico e scrittore francese, non va oltre una didascalica rappresentazione
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del suo omonimo romanzo, mescolando violenza politica e voglia di libertà dall’occupazione nazista in un piccolo paesino della Francia.
Il tentativo forse più riuscito di coniugare letteratura e cinema è il film Gli ultimi , tratto da un racconto di padre David Maria Turoldo sulla vita dei contadini del Friuli degli anni ’30.
Opera anomala, poco apprezzata e boicottata da una parte del mondo ecclesiastico, riesce tuttavia a evocare con forza il ritratto di una civiltà antica i cui valori ( la semplicità, la dignità nella povertà, il valore dato alle cose) verranno spazzati via dal boom economico degli anni ’60 di un Italia consumistica. Pasolini ne parla come “un’assoluta severità artistica”, Ungaretti lo definisce ”schietta e alta poesia”, Zavattini ne ammira “la scarna verità delle immagini”.
Viscusi ,nell’avvicinarsi all’opera di Turoldo, riesce a coglierne la tensione spirituale che anima tutto il film.
Inaspettatamente, anche per lo scrittore Baricco l’esperienza cinematografica non si é rivelata felice. Nel suo cinema la parola prevarica e straborda, le immagini risultano troppo statiche e poco espressive, l’eccessiva voglia di meravigliare che funziona bene sulla carta risulta meno convincente nel film. Azzardiamoci a dire che forse Baricco e altri scrittori sembrano dimenticare che il cinema è un’esperienza collettiva molto potente e che esiste grazie al lavoro di tutta una équipe.
Troppe volte, nell’affrontare il rapporto scrittori e registi si dimentica che i concetti che funzionano in letteratura non risultano così graffianti nel cinema, potente mezzo per trasmettere emozioni. Si dimentica che il film principalmente “un’arte visiva” con regole proprie rispetto alla letteratura porta i sentimenti degli spettatori sullo schermo, creando in loro e per loro emozioni. Esempio significativo "La leggenda del Pianista sull'oceano" di Giuseppe Tornatore, un valente regista, che
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con detto film, pieno di poesia e genialità, ha superato lo stesso libro di Baricco a cui si è ispirato, ampliandone la narrazione con immagini e dialoghi che rimangono nell'anima.
Il "bagliore" creativo di Viscusi si irradia nel capitolo il “Canto delle artiste persiane”. La selezione e la ricchezza del materiale fotografico, la scelta dei testi poetici contrappuntati dalle "poesie visive” di Viscusi, la narrazione delle opere delle artiste dimostrano il valore di un artista poliedrico che da anni si pone domande e cerca risposte indagando le diverse forme che il cinema ha assunto.
Diversi nomi e diversi ...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Diritto d'autore