Lo Stato liquido
eBook - ePub

Lo Stato liquido

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Lo Stato liquido

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

"Lo stato liquido" è l'ultimo prodotto di questo saggista genovese di origine bergamasche. Benché conciso, esso è in realtà un collage di saggi altrettanto brevi, svolti attorno a temi di scottante attualità (migrazione, burocrazia, islam). "Lo stato liquido" è lo sbocco che l'autore considera ineluttabile per un Paese come il nostro, dove i termini di patria e confini hanno perso ogni significato o stanno per perderlo.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Lo Stato liquido di Giglio Reduzzi in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Scienze sociali e Sociologia. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788893216166
Categoria
Sociologia
All. 5

Gli intoccabili

Mentre la distratta prestazione dei burocrati non ha bisogno di essere dimostrata (perché è lì da vedere), può valer la pena ricercarne le cause.
E la ragione è che essi formano la casta più potente d’Italia.
E siccome il potere produce arroganza, non sarebbe ragionevole aspettarsi da loro un atteggiamento più collaborativo.
Essi sono là, non per servire i cittadini, ma per essere serviti da loro, pur appartenendo alla stessa categoria di persone che altrove nel mondo (ma non qui) vengono chiamate “civil servants.
Noi invece li chiamiamo “gli intoccabili”.
So che questo termine può essere fuorviante, avendo significati diversi da Paese a Paese.
In India esso designa la classe sociale più bassa, quella che, se sfiorata, potrebbe contaminarti.
Negli USA identifica un gruppo di criminali che, se li tocchi, potrebbero spararti.
In Italia gli intoccabili sono altro ancora. Sono quel gruppo di persone i cui privilegi, accumulati negli anni, sono così numerosi da aver reso inutile ogni tentativo di ridurli.
Ciò dipende da molte ragioni, la principale delle quali è che le persone chiamate a ridurre questi privilegi sono le stesse che ne godono.
E’ come chiedere all’uomo di tagliare il ramo su cui sta seduto.
Benché questo sia il principale motivo, altri risiedono nella stessa natura di quei privilegi.
Esaminiamoli:
1.Un posto di lavoro pubblico (non importa se centrale o locale) è “una gioia per sempre”. Sì: proprio come la cosa bella di Keat. Magari una piccola gioia, ma sicuramente una gioia per sempre.
Infatti, a dispetto di quanto dicono le leggi, quasi nessun pubblico dipendente è mai stato licenziato in anni recenti, la percentuale di dismessi essendo stata dello 0,007.
Persino quando un impiegato viene colto con la pistola ancora fumante, egli troverà sempre un giudice che obbliga il suo datore di lavoro a riassumerlo. Povero ragazzo, chi si curerà dei suoi figli se viene licenziato?
La stabilità dell’impiego è essa stessa una forte motivazione, specialmente in tempo di crisi, quando il rischio di perdere il posto di lavoro è forte per chi lavora nel settore privato.
Ma ci sono anche altre ragioni.
2. In molti casi la retribuzione è più alta, molto più alta di quella che riceveresti lavorando nel privato.
E’ il caso dei dirigenti statali. Quelli che operano gomito a gomito con i rappresentanti delle istituzioni, siano essi ministri o semplici parlamentari.
La ragione è che questi dirigenti sono i soli a sapere cosa bisogna fare.
I politici non lo sanno. Essi vanno e vengono e, di conseguenza, per fare il loro lavoro, essi devono appoggiarsi pesantemente sui funzionari che hanno attorno, alcuni dei quali sono lì da venti o trent’ anni.
Pertanto essi sono costretti a pagarli bene. Così bene che l’anno scorso il Premier Renzi fece passare una legge per assicurarsi che nessuno di loro avesse una retribuzione superiore a quella del Presidente della Repubblica. Con alcune centinaia (forse migliaia) di eccezioni, come è nella tradizione italiana. Conseguentemente ora abbiamo alcune centinaia di dirigenti che guadagnano quanto il Presidente...meno un euro.
Naturalmente, quando si confrontano gli stipendi, si devono confrontare le mele con le mele, il che significa:
  1. prendere in considerazione l’unico parametro che conta veramente, cioè la paga oraria,
  2. allargare l’esame sino ad includere l’indennità di fine rapporto e la pensione.
Tenendo conto che, nel settore pubblico, la pensione può essere multipla.
Ma i privilegi non finiscono qui.
3. Un posto di lavoro nella pubblica amministrazione non è quasi mai ansiogeno. Il poliziotto che non dovesse presentarsi al lavoro sa che, al suo posto, si presenterà un collega e pertanto non si sentirà per nulla in colpa.
L’ultimo capodanno, un giorno cruciale, l’85% dei vigili romani non si sono presentati al lavoro e nessuno ne ha avvertito la mancanza.
L’operaia tessile che non dovesse presentarsi in fabbrica sa, invece, che essa, con la sua assenza, terrà fermi diversi telai, interromperà la produzione ed incorrerà in severe sanzioni.
4. La garanzia di non licenziamento è solo la punta dell’iceberg, perché comprende l’assicurazione di non venir mai punito.
Non si hanno notizie di sanzioni nei confronti dei numerosi vigili romani colpevoli di assenteismo.
In alcuni casi il governo trova potenti alleati nei sindacati o nel sistema giudiziario.
Ci sono impiegati pubblici che non esitano a timbrare il cartellino e poi andare a far la spesa.
Molti considerano la finta malattia come un metodo normale per allungare le vacanze estive.
I meno onesti passano da una malattia all’altra finché arriva la pensione a porre uno stop al penoso processo.
Tutti questi tipi di comportamento vengono tollerati, causando da parte dei cittadini una varietà di reazioni che vanno dalla rabbia alla rassegnazione.
L’Italia è il Paese del cosiddetto “buonismo”.
Pensate al flusso quotidiano di gente disperata che attraversa il Mediterraneo e viene da noi per sfuggire alle tragiche situazioni che si verificano in Africa ed in Medio Oriente.
Perché scelgono l’Italia come destinazione preferita?
Certo il nostro Paese è vicino. Ma la ragione principale è che noi siamo noti come “brava gente”.
La nostra Guardia Costale va verso di loro, non per cacciarli, ma per offrire loro dei mezzi di navigazione più sicuri.
Il che, tra l’altro, rende impossibile chiamarli “clande-stini”, perché in realtà essi vengono “portati dentro”.
La loro sfortuna è che, una volta in Sicilia, essi debbono affrontare la burocrazia italiana e subire le conseguenze della sua, spesso volontaria, inefficienza.
L’anno scorso, due terzi degli immigrati (120,000 su un totale di 180,000) furono lasciati liberi di uscire dai luoghi di raccolta, dando loro l’opzione o di trasferirsi in altro Paese o di procurarsi il necessario per vivere con metodi illegali (scippi, scassi, ecc…).
Il buonismo italiano si vede in molte altre circostanze.
5. L’attitudine compassionevole che porta il governo a tollerare tutto questo si nota anche quando si tratta di assumere personale per le necessità della pubblica amministrazione.
Qui il problema è che esso assume molta più gente di quanta ne serva.
E, quando dico “più gente”, non intendo due volte il necessario, ma dieci volte.
In Sicilia sembrano esserci più Guardie Forestali di quante non ce ne siano in tutto il Canada. Il che è ovviamente ridicolo. Evidentemente in quel Paese si ritiene che gli alberi non abbiano bisogno di cure.
In alcuni musei ci sono più custodi che visitatori.
Migliaia di persone perfettamente sane godono di pensioni d’invalidità.
Alcuni pensano che, in questi casi, il buonismo vada a braccetto con un altro …ismo, e cioè il clientelismo.
Qualunque sia l’interpretazione corretta, è evidente che nessuna di queste pratiche costituisce una valida alternativa a quello che in altri Paesi si chiama “indennità di disoccupazione” e che, trattandosi di misura temporanea, ha un impatto limitato sul bilancio nazionale.
Nel nostro caso il sussidio è a vita e così è l’effetto sul budget.
E se noi troviamo queste situazioni insopportabili, come pensiamo che le possa tollerare Angela Merkel?
Riassumendo, ci sono almeno cinque ragioni per voler lavorare per lo Stato. Esse sono:
  • il lavoro è stabile,
  • ben pagato,
  • non stressante,
  • esente da punizioni,
  • relativamente abbondante.
Nessuna meraviglia dunque se, in tempi di crisi, un posto nella pubblica amministrazione viene visto dai giovani così come i pellirossa vedevano la diligenza nei film western.
Con gli imprenditori (come la FIAT) che scappano dal Paese alla ricerca di migliori condizioni di lavoro, ben poche sono rimaste le opportunità di lavoro in ambito privato.
Persino gli abitanti del Nord, che hanno sempre considerato un’occupazione con lo Stato come un ripiego piuttosto che un impiego, stanno rivedendo la loro posizione.
Non è un caso che l’anno scorso, quando un ospedale statale indisse una gara per 10 posti di infermiere, si presentarono nientemeno che 10,000 concorrenti, costringendo l’ospedale ad affittare uno stadio per far posto a tutti.
Inutile dire che molto pochi di loro avevano un uno spirito samaritano.
Per la maggior parte si trattava di un’occasione di lavoro come un’altra.
I pochi che ne usciranno vincitori (l’esame è ancora in corso e chissà quanto durerà) penseranno inevitabilmente che, dopo tutta quella faticaccia, è arrivato il tempo, non di mettersi al lavoro, ma di prendersi un istante di pausa e rilassarsi.
Ed ecco come nasce la distratta prestazione dei nostri funzionari e, spesso, la mancata prestazione.
Inoltre, di fronte a gare di questo tipo, i nuovi assunti sanno perfettamente che, anche se si daranno poco da fare, il datore di lavoro ci penserà due volte prima di affrontare i costi di un nuovo concorso.
Nell’elencare i motivi che rendono l’impiego pubblico così popolare, ho lasciato fuori di proposito tutti quelli che sono tipici di alcuni settori e pertanto non rivestono carattere universale.
Uno di questi motivi è la discrezionalità. Cioè la facoltà che viene concessa al funzionario di svolgere il proprio lavoro quando e come gli pare.
Naturalmente non è questo il caso di chi lavora allo sportello, ma lo è sicuramente per i suoi colleghi che lavorano dietro le quinte, che generalmente sono liberi di lavorare quando vogliono.
Sfortunatamente la discrezionalità concessa a molti burocrati porta con sé un altro fattore negativo: la corruzione.
Francamente non capisco perché il governo non intervenga legislativamente ad eliminare una condizione che sfocia tanto frequentemente nella corruzione.
Prendiamo le norme sul traffico: la corruzione si determina ogniqualvolta il codice, invece di stabilire una sanzione specifica per ogni vio...

Indice dei contenuti

  1. Lo Stato liquido
  2. Pragmatismo ed Idealismo
  3. La grande migrazione
  4. La risposta italiana al fenomeno migratorio
  5. Il fallimento dello Stato italiano
  6. Gli intoccabili
  7. La minaccia islamica
  8. Appendice
  9. Indice