Per una lettura ermeneutica del drone. Convergenze e conflitti negli scenari internazionali
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Per una lettura ermeneutica del drone. Convergenze e conflitti negli scenari internazionali

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"Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l'altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l'altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola". (Khalil Gibran) Prendendo spunto dalle profetiche parole del poeta libanese, il Drone sembrerebbe in grado di portarci così lontano, con il suo volo roboante, su una nuvola ideale, permettendoci una "alta" visione. Mentre il Drone nel suo primo utilizzo è stato un reale strumento di guerra, ora ci appare con tutte le sue potenzialità di Pace, esortando l'intera Umanità ad un uso responsabile della Tecnologia. Questo libro tratta di passato e visione futura sull'utilizzo dei Droni, aprendo una ulteriore finestra ed un suggestivo balcone a cui il lettore può affacciarsi per avere una visione più ampia di quello che, eticamente, sta letteralmente alzandosi in volo sopra i nostri cieli.

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Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788891189516
ALLEGATO
SCHEDA DRONE40, 1906 – AEREO DI ARCHIBALD LOW
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A first world war drone designed by Professor Archibald Low in 1916.
Photograph: Michael Drape - Jonathan Sale
Comments
The drones now snooping over Afghanistan have a longer history than you might think. In 1916, a military scientist conceived of an "aerial torpedo" designed to be loaded with explosives and steered into the deadly Zeppelins on their bombing raids over southern England. In a lecture to the Royal Aeronautical Society on Monday evening Michael Draper, author of Sitting Ducks & Peeping Toms, will lift the wraps off the secret century of unmanned air vehicles, starting with the prototype referred to by the innocuous initials "AT".
The fledgling air ministry's Professor Archibald Low, an eccentric scientist straight out of central casting, had never designed anything remotely aeronautical, but put together a monoplane made of wood and tin, using the lower wing from a biplane and, scrounged from another aircraft, an oversized propeller driven by a 35 horse-power engine. There was one radio control for up and down, and another for left and right.
The professor's "queer little aeroplane" was uncontrollable when demonstrated for the army and navy's top brass. It went ape, veering around on the ground and nearly wiping out the uniformed bigwigs. When it actually took off, in a 1917 test flight, it shot bravely into the air, looped the loop and crashed yards from the lorry that launched it via a pneumatic catapult.
"Low wasn't actually allowed to fly it, because he wasn't a pilot," explains Draper. The trained pilot who operated the craft had never, of course, flown anything by radio control; this may not have helped. And before long, says Draper, "the end of the war intervened". But he is certain though that, given time, the AT would have had the enemy's war balloons plummeting like lead Zeppelins. Pilotless aeroplanes were developed successfully between the wars but they droned around purely to provide target practice. It was in the second Gulf war that they really came into their own by sending live television pictures to their handlers, a development that would have baffled boffins, however farsighted, in 1916.
1920-1940 DRONI – I PALLONI BOMBA
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Il termine di "pallone bomba", nella storiografia, è riferito prevalentemente ai palloni bomba (風船爆弾 fūsen bakudan?) giapponesi, generalmente noti con l'abbreviazione Fu-Go. I primi studi giapponesi relativi all'impiego di palloni aerostatici risalgono ai tardi anni venti del XX secolo e prendevano in considerazione diverse possibilità: dal loro utilizzo per fini propagandistici (mediante il lancio di volantini), fino al trasporto di truppe. I primi studi furono svolti dall'Dai-Nippon Teikoku Rikugun (Esercito Imperiale Giapponese) ma non sfociarono in alcun tipo di utilizzo pratico. Il Laboratorio Scientifico Militare Giapponese studiò la fattibilità di un pallone che, sfruttando le correnti in quota, potesse percorrere i 10 000 km necessari al raggiungimento delle coste statunitensi; l'idea venne comunque, almeno al momento, accantonata. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale l'idea venne ripresa dal Maggior Generale Sueyoshi Kusaba, del Laboratorio Tecnico di Ricerca della 9ª Armata che richiese l'assegnazione di strutture per la conduzione di test e la realizzazione dei manufatti. Tali richieste rimasero ad un punto morto fino all'aprile del 1942.
SCHEDA DRONI: 1960 – GUERRA IN VIETNAM
Teledyne Ryan Aqm-34V “FIREBEE”
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The AQM-34V, electronic countermeasures drone was developed from the BQM-34A jet-powered, subsonic target drone first produced in 1960. It was one of a series of remotely piloted vehicles (RPV) used for combat electronic countermeasures in Southeast Asia.
In 1967, the Air Force initiated the "Combat Angle" program to modify AQM-34Gs for pre-strike electronic countermeasures (ECM) missions, because too many manned ECM aircraft were lost over North Vietnam. However, with the bombing halt in November 1968, the pre-strike ECM capability was no longer needed, and no modified AQM-34Gs were used operational in that role. "Combat Angle" was revived in 1974, and Teledyne Ryan was awarded a contract to modify surviving AQM-34H/Js to a standardized ECM version designated AQM-34V. The AQM-34V was first flight tested in March 1976. It was launched from a C-130 director aircraft and equipped with active jamming equipment and AN/ALE-2 and -38 chaff dispenser pods. About 60 AQM-34Vs were built
Warner Robins Air Logistics Center (WR-ALC) is responsible for program management for all AQM-34 type RPVs in the USAF. The AQM-34V on display was delivered to the USAF in January 1977 and assigned to WR-ALC for storage. It remained in storage until 1984 when it was released to the Museum for display.
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SPECIFICATIONS
PERFORMANCE
Span
15 feet
Maximum Speed
645 mph
Length
26 feet
Range
750 miles
Weight
3750 lbs
Service Ceiling
50,000 feet
Armament
None
Serial Number
74-2147
Engines
Continental J69
Cost
$469,000
TEMPI MODERNI: DRONI NEWS41
Gli Usa venderanno droni armati agli alleati
La nuova policy di vendita di aeromobili a pilotaggio remoto agli alleati degli Stati Uniti è stata annunciata da Obama a inizio settimana.
19 febbraio 2015
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Obama apre la porta alle esportazioni di droni militari armativerso i paesi alleati . Si tratta di una prima assoluta per l’amministrazione statunitense, un ulteriore passo in avanti nella strategia antiterrorismo americana che vede proprio nell’uso degli aeromobili a pilotaggio remoto uno dei suoi punti cardine e, probabilmente, più controversi. La nuova policy, annunciata a inizio settimana – in concomitanza con il precipitare della situazione in Libia, è stata svelata nei dettagli dal Washington Post. Ad oggi, secondo fonti ufficiali citate dal prestigioso quotidiano americano, gli Stati Uniti hanno venduto droni armati solo al Regno Unito. Gli UAV disarmati, impiegati principalmente per missioni di intelligence, sono invece già in servizio in un certo numero di membri della NATO, tra cui la Francia e l’Italia.
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Le nuove norme dovranno superare l’esame (non scontato) del Congresso e apriranno alla vendita dei droni armati all’estero solo dopo una valutazione caso per caso. Le commesse militari saranno soggette alle regole risalenti alla Guerra Fredda: i Governi stranieri, compreso il nostro, dovranno avanzare motivazioni più che convincenti per acquistare i droni armati e dovranno dimostrare di poter gestire questo tipo di armi con efficienza, trasparenza ed esclusivamente per la difesa nazionale.
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I DRONI MILITARI ITALIANI
Al momento il nostro Paese dispone di droni militari non armati impiegati per operazioni di intelligence. L’Aeronautica militare opera al momento un totale di 12 droni tra Predator A+ e ...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Dedica
  4. INTRODUZIONE
  5. PRIMO CAPITOLO
  6. SECONDO CAPITOLO
  7. TERZO CAPITOLO
  8. CONCLUSIONE
  9. BIBLIOGRAFIA
  10. APPENDICE
  11. GLOSSARIO
  12. ALLEGATO