Non era un fiore era un'ortica. Compagnia Alpini Paracadutisti 1964
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Non era un fiore era un'ortica. Compagnia Alpini Paracadutisti 1964

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Non era un fiore era un'ortica. Compagnia Alpini Paracadutisti 1964

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Tempo fa, un Capitano degli Alpini Paracadutisti scrisse che, a suo parere, i Paracadutisti di leva, al confronto dei volontari di oggi, non erano altro che dei dilettanti allo sbaraglio. Lui poteva ben dirlo, visto che li aveva, nel tempo, comandati entrambi. Ovvio che noi vecchi si prese cappello. Telefonate. Sacramenti. No dico, dissi, non si potrebbe lasciar perdere. La Naja l'abbiamo terminata cinquant'anni fa. Niente. Cocciuti come muli. Promisi di scrivere una risposta. Si d'accordo pungente. Scrissi una sera sul Pc. Non terminai, andai a dormire. La notte, un sogno s'insinuò nel mio sonno. Niente di strano. Solo che il sogno tornava ogni due o tre notti, sempre uguale, anzi, ogni volta con particolari e sviluppi nuovi. Camminavo sempre sullo stesso dannato sentiero di montagna, un lungo traverso, un ripido pendio spolverato da migliaia di crochi gialli. Doveva essere di primavera. Indossavo una tuta mimetica e questo mi faceva incazzare. Non mi piacevano, si non mi piacevano per niente coloro che indossavano la mimetica da civile, magari solo per tagliare l'erba. Mi sembrava una mancanza di rispetto. Insomma. Era una bella giornata. Il sole ormai alto. Vidi che il sentiero portava ad un valico erboso. Bene. Forse avrei scoperto dove diavolo fossi finito. Attorno solo monti sconosciuti. Nessuna traccia di abitanti. Non si vedeva una strada, non so, un campanile, un filo di fumo, niente. A Nord, solo dei giganti coperti di neve. Mah! Finalmente giunsi alla colma. Ero venuto su benissimo, leggero come un dio, senza sudare. Mancavano solo pochi metri. Sentiì delle voci, un parlottare...risate. Mi fermai sorpreso. C'era gente dall'altra parte. Bene. Benissimo. Andiamo a vedere, mi dissi. Una parola. Immobile. Ero immobile. Non potevo muovere nemmeno un dito. Che razza di sogno. Sul più bello il film si fermava. Mah! Niente di strano, no? Capita nei sogni. Certo, ma quando, nell'ultimo sogno, tutto divenne rosso, si rosso, rosso, mi preoccupai. Rosso il cielo, i prati, le nuvole, tutto rosso, orpo se mi preoccupai. Ecco, il libro narra tutto il percorso intrapreso per poter spiegare quel dannato sogno. Una via lunga, difficile e bella. Non solo, anche una storia vera, una storia di uomini strani. Si, uomini di cinquant'anni fa. Paracadutisti. Alpini. Tutto un libro per rispondere ad un firmaiolo. Mah!

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Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788892623729
14G0813_ALPINI PARA_sguaz 25/09/14 10:38 Pagina 1
“Non era un fiore era un’ortica”
Compagnia Alpini Paracadutisti
1964
di Orazio Sguazzero
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14G0813_ALPINI PARA_sguaz 26/09/14 08:50 Pagina 2
Un sentito ringraziamento
alla mia compagna Ernestina
che da anni mi “sopporta” e che durante
la “sofferta” stesura di questo libro,
durata quasi un anno, mi ha seguito
con affetto e interessamento.
In copertina: agosto 1964,
Grazie e buona lettura.
scalata sul Monte Cristallo.
Nota redazionale
Tutte le immagini ed i testi presenti
sono da attribuirsi all’autore.
© Archivio fotografico: Orazio Sguazzero Nessuna parte di questo libro
può essere riprodotta o trasmessa
in qualsiasi forma o con qualsiasi
mezzo elettronico, meccanico
o altro senza l’autorizzazione
scritta dei proprietari dei diritti
e dell’autore.
© 2014 Orazio Sguazzero

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14G0813_ALPINI PARA_sguaz 25/09/14 10:38 Pagina 3
dedico questo libro
a tutti i Paracadutisti
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14G0813_ALPINI PARA_sguaz 25/09/14 10:38 Pagina 4
Compagnia Alpini Paracadutisti
I Signori,
Capitano Ciarletta Franco
Tenente Bossù Druso
Maresciallo Bologna Igino
Tenente Cigala Fulgosi Quinto
Sergente Maggiore Silvi Fernando
Metello
Sergente Maggiore Pallara Franco
Tenente Comel Francesco
Sergente Branca Nicola
Tenente Cresta Renato
Sergente Scarapellini Vittorio
Maresciallo Berga Dario
Sergente Borani Stefano
Maresciallo Borghese Carlo
Sergente Bissoli Renato
Maresciallo Cepparullo Giovanni
Sergente Quarena
Maresciallo Porciani Antonio
I Najoni
Alpino parac. Adami Bruno
Alpino parac. Bosco Vincenzo
Alpino parac. Adriano Luigi
Alpino parac. Bottega Mario
Alpino parac. Allegrini Pier
Alpino parac. Brussino Michele
Alessandro
Alpino parac. Camperi Carlo
Alpino parac. Aquilone Renato
Alpino parac. Capoferri Umberto
Alpino parac. Arato Giovanni
Alpino parac. Carrara Giovanni
Alpino parac. Balbi Pierfranco
Alpino parac. Cavallotti Luigi
Alpino parac. Balducci Giuseppe
Alpino parac. Ceralli Gaudenzio
Alpino parac. Ballardini Giulio
Alpino parac. Chiodaroli Vittorio
Alpino parac. Barana Alberto
Alpino parac. Da Pieve Bruno
Alpino parac. Barbetta Rodolfo
Alpino parac. Dalla Porta Lino
Alpino parac. Barbieri Tito
Alpino parac. Della Valle Giuseppe
Alpino parac. Bardelli Carlo
Alpino parac. Dal Zotto Marilucio
Alpino parac. Baroni Costantino
Alpino parac. Davit. Gian Franco
Alpino parac. Belliardo Roberto
Alpino parac. De Bortoli Mariano
Alpino parac. Bertoldo G. Franco
Alpino parac. De Monte Giuseppe
Alpino parac. Bertolini Ulisse
Alpino parac. Del Vecchio Felice
Alpino parac. Bettoni Roberto
Alpino parac. Dell’Agnese Mario
Alpino parac. Bo Franco
Alpino parac. Di Bert Giuseppe
Alpino parac. Bonanomi G. Battista
Alpino parac. Di Sisto Settimio
Alpino parac. Bonvicini Andrea
Alpino parac. Digoncelli Domenico
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Alpino parac. Dotti Mario
Alpino parac. Pizzati Casaccia
Alpino parac. Durando Roberto
Lorenzo
Alpino parac. Elia Teresio
Alpino parac. Plaino Giovanni
Alpino parac. Erba Elvezio
Alpino parac. Pollazzon Giovanni
Alpino parac. Fabbro Vito
Alpino parac. Pontiggia Marziano
Alpino parac. Faletto Alberto
Alpino parac. Prazzoli Enrico
Alpino parac. Faronato Onorio
Alpino parac. Priod Marco
Alpino parac. Ferrario Francesco
Alpino parac. Prolongo Lucio
Alpino parac. Filippi Paolo
Alpino parac. Ragazzini Silvano
Alpino parac. Franchini Adriano
Alpino parac. Ravanelli Nello
Alpino parac. Gelmi Amadio
Alpino parac. Realini Fiorenzo
Alpino parac. Ghiotti Luigi
Alpino parac. Ribotta Pasquale
Alpino parac. Gianmoena Narcisio
Alpino parac. Rizzotti Ottavio
Alpino parac. Giolitto Francesco
Alpino parac. Roncen Mario
Alpino parac. Grigis Leone
Alpino parac. Santin Pietro
Alpino parac. Grigis Luigi
Alpino parac. Saracini Giovanni
Alpino parac. Guerini Matteo
Alpino parac. Savino Francesco
Alpino parac. Lucca Nereo
Alpino parac. Savoldelli Aristide
Alpino parac. Lunghi Aurelio
Alpino parac. Scotti Maurizio
Alpino parac. Malavolti Umberto
Alpino parac. Seghezzi Tarcisio
Alpino parac. Magnani Marco
Alpino parac. Sguazzero Orazio
Alpino parac. Maritano Renato
Alpino parac. Sguazzin Gianni
Alpino parac. Martino Daniele
Alpino parac. Sordi Enzo
Alpino parac. Maso Giuliano
Alpino parac. Suffredini Franco
Alpino parac. Mauro Vittorio
Alpino parac. Tassan Gianpiero
Alpino parac. Milani Martino
Alpino parac. Tavella Pietro
Alpino parac. Molineri Franco
Alpino parac. Turino Francesco
Alpino parac. Moretti Pier Giorgio
Alpino parac. Uliana Aldo
Alpino parac. Moro Umberto
Alpino parac. Urgnani Ettore
Alpino parac. Motta Pietro
Alpino parac. Valsecchi Gerolamo
Alpino parac. Nespoli Angelo
Alpino parac. Vinatzer Hans
Alpino parac. Nicoli Bruno
Alpino parac. Volpato Edo
Alpino parac. Negroni Maurizio
Alpino parac. Zanotti Gianni
Alpino parac. Omissoni Florio
Alpino parac. Zecchini Francesco
Alpino parac. Pagotto Michele
Alpino parac. Zerla Edoardo
Alpino parac. Paris Bruno
Alpino parac. Paris Silvano
Alpino parac. Pasin Mario
Alpino parac. Penazzi Giorgio
Alpino parac. Pistore Edoardo
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Prefazione
Questa è la brevissima storia della Seconda Squadra, Secondo Plotone della Compagnia Alpini Paracadutisti.
Dall’inizio a Pisa nel Novembre 1963, come Plotone Paracadutisti della Brigata Orobica, alla formazione della Compagnia, sino al Congedo nel febbraio del 1965.
Avevo promesso ai miei commilitoni di rispondere ad un Capitano che, Comandante, sia di Najoni, sia di Volontari, affermò tranquillamente che gli Alpini Paracadutisti di Leva, erano al confronto dei Volontari, solo dei “dilettanti allo sbaraglio”. Indubbiamente un affermazione pesante.
Promessa mantenuta.
Spero che il Capitano possa leggere questo scritto e possibilmente ricredersi. In ogni caso noi sghignazzeremo.
Sì, leggendo questa nostra storia semplice e vera, ricordando quegli anni, noi sghignazzeremo.
Anzi qualcuno canterà anche “non era un fiore era un ortica”.
Non avrei potuto essere così preciso nelle date e negli avvenimenti se non avessi avuto a disposizione il Diario dell’Alpino Paracadutista Bardelli Carlo di Arona.
Sì, il “barba bianca” scrisse, non solo alla Piera, ma anche, giorno per giorno, sinteticamente, tutto ciò che accadeva nella Compagnia.
Spero che i nostri “Signori” tutti, siano comprensivi per i commenti salaci.
Altrimenti anche loro...
Noi li ricordiamo, debbo dire, con affetto e stima. Sempre.
Anche... sì anche Ciarli.
Mai Strack.
Alpino Paracadutista

Orazio Sguazzero

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Alto Lario
<Ma cosa dici? Un Capitano?>
<Si, si... un Capitano ti dico, un Capitano degli Alpini Paracadutisti!>
<Non posso crederci>
<No, no. È vero!>
<Va bene! E che casso avrebbe detto quel Capitano lì?>
<Osti, avrebbe detto che i “Najoni”, al confronto dei suoi volontari, erano... come ha detto? ... Ah, si... erano dei dilettanti allo sbaraglio. Ecco che cosa ha detto: dilettanti, insomma delle mezzeseghe.>
<Osti, ma chi è quel Capitano lì?>
<Chi vuoi che sia. Uno che non capisce un casso, no? Chiaro?>
<Chiaro casso! Dilettanti? Quello lì non sa neanche che kulo facevano ai najoni e solo a loro. Certo, solo a loro, perché sapevano benissimo chi erano e da dove venivano... noi, naturalmente, si era quasi tutti di montagna, abituati a sopportare fatiche. Noi come i nostri vecchi, zii e tutto l’Ostia che vuoi. Allora si approffittavano>
<Orpo! Come con noi>
<Quei volontari lì potranno diventare alpinisti, magari anche bravi, bravissimi, ma Alpini. Ostia, Alpini l’è dùra!>
<Casso, questo lo dici sempre. Senza zaino che casso di Alpino vuoi mai essere?>
<Certo, non solo, ma se non metti il piede sull’Alpe fin da piccolo, allora Addio! E la vita dura?
Dove la metti la vita dura?>
<Osti! Vero, il freddo, la neve, le bestie, il lavoro a Natale e le montagne, i ghiaioni e le slavine? Dove casso le metti le slavine? Perché le slavine non contano?>
<Certo, le slavine contano. Osti se contano e allora l’Osteria?>
<Come l’Osteria?>
<Si, l’Osteria. Perché all’Osteria c’erano anche gli Alpini della prima, quelli della seconda e magari tuo fratello e quelli come noi. Osti, tutti Alpini! Tutti proprio tutti. Se non eri Alpino non eri nessuno. Queste cose dove casso le metti? Contano o no?>
<Osti, contano, contano e come contano. Osti. Certo che i volontari, oggi, non sanno. Sicuro sicuro, non conoscono nemmeno “Era una notte che pioveva”. Vuoi scommettere? Figuriamoci se conoscono “il giardiniere” sentì l’odore>
<Osti, ti ricordi? Casso! E per il kulo, lasciamo perdere. Osti, era 9
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dura... dura! Osti, guarda... guarda. Vedi quell’uomo là?>
<Là dove?>
<Ma là, là, sulla cima del Pizzo. Osti, non lo vedi? Proprio là, in cima>
<Si, si, adesso lo vedo, quello appoggiato al bastone.>
<Come “quello” appoggiato al bastone? Osti, ma se è da solo sulla cima>
<Vabbè, ma che Pizzo é?>
<Non l’ho detto, ma è il Pizzo di Rabbi>
<Il Pizzo di Rabbi? Mai...

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