Giovanna di Castiglia "la Pazza"
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Giovanna di Castiglia "la Pazza"

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Giovanna di Castiglia "la Pazza"

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Informazioni sul libro

Le vicende che hanno segnato la vita di Giovanna di Castiglia "la Pazza" si inquadrano nell'Europa del tempo di Isabella di Castiglia e di Massimiliano I d'Asburgo. La giovane principessa, insofferente ed appassionata ma non "pazza", divenuta regina, viene emarginata, ai fini di potere, prima dal marito Filippo "il Bello", poi dal padre Ferdinando II d'Aragona e quindi dal figlio Carlo V.

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Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788892633513
Il matrimonio di Giovanna
Giovanna aveva accolto senza alcuna contrarietà l’annuncio del concordato di nozze con Filippo, ritenuto uno dei principi più affascinanti d’Europa.
Nei Paesi Bassi dove viveva Filippo di Borgogna, dopo la prematura morte della raffinata Maria di Borgogna (1482) che aveva lasciato eredi i suoi due giovani figli Filippo e Margherita, erano emerse, nella nobiltà borgognona, dichiarate ostilità nell’affidare la reggenza dei Paesi Bassi al padre degli eredi, Massimiliano I d’Asburgo. Ostilità che costrinse quest’ultimo a trasferire l’autorità di governo delle diciassette floride province dei Paesi Bassi all’efficiente guida delle più importanti famiglie che operarono in nome del figlio Filippo. Questi, sottratto agli istitutori germanici dalla nonna materna, l’energica granduchessa Margherita di York, era stato allevato a Gand ed istruito secondo la cultura della Borgogna. Filippo si rivelò di carattere poco affidabile ma ambizioso, arrogante, spregiudicato, poco interessato all’apprendimento e piuttosto incline ad eludere le responsabilità per dedicarsi agli svaghi. Nel 1493, il quindicenne Filippo, assunta con l’investitura popolare la sovranità della Borgogna, formalmente trasferitagli dal padre Massimiliano che in quello stesso anno era stato insignito del potere imperiale, stabilì la sua corte a Lovanio, in Belgio.
Il matrimonio per procura fra Giovanna di Castiglia e Filippo di Borgogna e d’Asburgo, rappresentato dal figlio illegittimo di Carlo il Temerario, Baldovino il Bastardo, fu celebrato a Valladolid nel gennaio 1495 in occasione della inaugurazione delle cortes ed in presenza di Massimiliano I. La figlia di questi, Margherita d’Asburgo, sposò successivamente per procura Giovanni successore alle corone di Castiglia e di Aragona.
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Filippo d’Asburgo “il Bello” e Giovanna di Castiglia “la Pazza”
Giovanna era impaziente di lasciare la Spagna, volendo sottrarsi al soffocante ed opprimente condizionamento materno, per raggiungere, seguita dalle sue ancelle moresche rifugio defilato del suo desiderio di serenità, una corte in cui riteneva di poter liberamente esprimere la sua personalità, Ella, guidata dalla madre che la addestrava ai doveri di moglie ed ai comportamenti di principessa in un paese che bisognava attrarre nell’orbita degli interessi spagnoli, aveva predisposto i vestiti e gli arredi nuziali mentre il padre Ferdinando faceva allestire una flotta di venti navi e numerose imbarcazioni di scorta che, in partenza da Laredo, doveva condurre nelle Fiandre Giovanna e, di là, portare in Spagna Margherita d’Asburgo per celebrare le nozze con Giovanni. Giovanna, affiancata da dodici ancelle moresche e sessanta dame, era accompagnata da un seguito di più di quattromila persone tra dignitari, rappresentanti delle più nobili famiglie di Spagna ed equipaggio. La flotta carica anche di mobili e suppellettili, salpò in agosto e, dopo una sosta di qualche settimana nel porto inglese di Portland dove Giovanna aveva ricevuto la visita del re e di nobili inglesi, giunse in settembre in un porto olandese. Da qui una Giovanna, impacciata e frastornata dall’impatto con una gaiezza cui non era abituata, venne condotta ad Anversa dove l’attendevano i rituali festeggiamenti. Intanto l’equipaggio impegnato nel rimessaggio delle navi era rimasto senza risorse e bloccato dall’inverno senza che Giovanna potesse provvedere, non avendo ricevuto nulla dei pattuiti ventimila ducati di appannaggio da parte di Filippo. Questi era impegnato altrove in rappresentanza del padre e forse non informato dell’arrivo di Giovanna che incontrò successivamente a Lier. Filippo, più basso della sposa, pochi denti e sorriso sgangherato, dal passo incerto per un incidente di caccia, fisicamente bello e vigoroso, capelli biondi ed occhi celesti, accolse Giovanna con un abbraccio in cui, d’impatto, le trasmise il calore della sua sensualità coltivata a contatto delle compiacenti dame fiamminghe. Prima della celebrazione delle nozze i due sposi si erano rifugiati per due giorni in un accogliente castello, dove la giovane ed inesperta Giovanna, rimasta inebriata dalla percezione di libertà e dal sottile compiacimento dei sensi, incominciò a gustare quelle sensazioni coinvolgenti che la portarono a divenire preda di una passione nei riguardi di Filippo che innescò un sentimento di possesso, esternato successivamente con manifestazioni di morboso attaccamento. Ella esibiva felice il suo amore verso l’attraente e giovane marito tra gioiose feste, sfarzosi banchetti, ricchissimi vestiti ed appariscenti gioielli. E quanto più si sentiva lontana dai rumori di guerra, dal terrore dell’Inquisizione, dal sentore dei roghi e dall’opprimente, tetra e castigata corte spagnola tanto più sembrava esaltarsi.
Dopo il felice impatto iniziale con i piaceri del matrimonio, la scoperta di un mondo di corte splendente e del rapporto ardente e passionale con il marito, iniziarono per Giovanna le prime delusioni. Ella inconsapevole ed inesperta era lontana dal supporre che si sarebbe trovata irretita in una nuova prigionia altrettanto opprimente di quella da cui aveva pensato di fuggire. Le prime contrarietà si materializzarono con l’estromissione di tutto il personale spagnolo al seguito di Giovanna che, inviso per l’atteggiamento di scostante diffidenza con cui si poneva di fronte a tutte le fastose manifestazioni della piccante corte fiamminga, fu allontanato su disposizione di Filippo che intendeva sottrarre la moglie al condizionamento spagnolo. Giovanna che era riuscita a mantenere con se le ancelle moresche, fu affiancata dalla nutrice di Filippo, Madame de Halevin, e da dame fiamminghe che, agevolando il suo inserimento nella nuova lussuosa realtà, contribuivano a farle allontanare i rimorsi che i condizionamenti educativi ricevuti inducevano per i suoi nuovi comportamenti. Di fatto venne isolata dall’influenza della madre che continuava ad ammonirla inviandole messaggeri che ella finì con il rifiutare di ricevere. Tuttavia la nuova maniera, travolgendo completamente i canoni cui era stata assuefatta, le procurava costante disagio e palese insicurezza e, come se un frammento del recente trascorso staccatosi dalla Spagna entrasse dentro il suo animo, le sorgeva coinvolgente il timore di incorrere in qualche orrendo peccato e la assaliva un turbamento tale da indurla a rifiutare gli slanci amorosi del marito.
Intanto Filippo, impegnato nei viaggi per le molte province, aveva iniziato a non farsi seguire da Giovanna che, in costante conflitto tra attrazione e ritegno e percossa dal sospetto che il marito non esitasse a soddisfare altrove la sua vitalità, manifestò i primi segni di un forte risentimento e di una morbosa gelosia.
I passaggi della successione
Nel gennaio 1497 Margherita d’Asburgo (Margot), con la stessa flotta che aveva condotta Giovanna nei Paesi Bassi, era partita alla volta della Spagna e sposare, nell’aprile 1497, il malfermo infante di Spagna e principe delle Asturie, Giovanni, che, spossato dal desiderio d’amore della moglie, morì nell’ottobre dello stesso anno. Margot qualche mese dopo partorì un bambino nato morto, sollevando per i re cattolici di Spagna gravi problemi di successione.
Filippo di Borgogna, considerata la mancanza di un erede maschio alle corone di Castiglia ed Aragona, anticipò le mosse dei suoceri e si autonominò “principe delle Asturie”, titolo spettante unicamente all’erede al trono di Castiglia. Ferdinando ed Isabella per eludere l’iniziativa del genero Filippo, nominarono erede la figlia maggiore Isabella che, dopo la morte del primo marito Alfonso, aveva sposato Emanuele di Braganza, successore al trono del Portogallo. La nomina non trovò il consenso delle cortes che attribuivano ai soli figli maschi il diritto di successione. Il problema si risolse con la nascita del primo nipote dei re di Spagna, Miguel, figlio di Isabella del Portogallo la quale morì durante il parto. Emanuele di Braganza, dopo la morte della moglie Isabella, ottenne di sposare la sorella minore di questa, Maria, unica ancora non promessa.
Giovanna, in attesa della nascita della prima figlia Eleonora (questa diverrà regina del Portogallo a seguito delle nozze con Emanuele I e poi regina di Francia per le seconde nozze con Francesco I di Valois-Angouleme) che avvenne nel novembre 1498, era addolorata per le luttuose notizie che le pervenivano dalla Spagna. Soffrendo anche per l’indifferenza del marito e per la solitudine cui era costretta dalla mancanza di contatti con persone affidabili, trovava fondati motivi per estraniarsi e cadere in una forma depressiva che la distoglievano dal contesto familiare e sociale. La nascita della figlia Eleonora non fu accolta favorevolmente da Filippo che, dopo un temporaneo avvicinamento sentimentale alla moglie, riprese con maggior frequenza a mantenersi lontano da lei, nella misura in cui questa rendeva più evidente il suo disappunto. Ella, nel tentativo di recuperarne l’affetto, si sottoponeva ai voleri del marito che, per sfuggire alle manifestazioni di gelosia divenuti sempre più frequenti, la costringeva ad una solitudine ancor più rigida e la oltraggiava con approcci irrispettosi in cui il ricorso alla violenza ed a pubbliche offese per ottenere prestazioni sessuali non erano infrequenti. La sensazione di essere divenuta passivo strumento della ricerca di un erede indusse Giovanna a trascurare la cura della persona e ad appesantire la sua giovanile ed esile figura. Ed alla consapevolezza di non poter vantare nei riguardi della madre una propria personale affermazione si sovrapponeva il rimorso di non aver risposto alle attese di lei. Considerazione che accentuò il suo stato depressivo intercalato da frequenti manifestazioni di isterismo.
Il frate Tommaso di Matienzo, inviato dalla regina Isabella presso ...

Indice dei contenuti

  1. Giovanna di Castiglia "la Pazza"
  2. Indice
  3. I re cattolici
  4. Giovanna di Castiglia “La Pazza”:
  5. Il matrimonio di Giovanna ed la successione
  6. L’estromissione di Giovanna da parte del marito Filippo “Il Bello”, da parte del padre Ferdinando II d’Aragona, da parte del figlio Carlo V
  7. La triste fine di Giovanna