L'Amore Coniugale
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L'Amore Coniugale

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Informazioni sul libro

Emanuel Swedenborg (1688-1762) è stato uno scienziato, filosofo, teologo e mistico svedese. Nella prima parte della sua vita Swedenborg ebbe una carriera prolifica come scienziato: si occupò di chimica, cosmologia, anatomia, matematica, filosofia, musicologia, alchimia, omeopatia e si diceva che parlasse fluentemente ben undici lingue. Nel 1744, all'età di 56 anni, attraversò una crisi che può considerarsi "mistica" e cominciò ad avere strani sogni. Dopo sei mesi questi sogni si trasformarono in vere e proprie visioni in stato di veglia in una delle quali afferma di aver riconosciuto il Signore. Da questo momento fino alla sua morte, Swedenborg si dedicò anima e corpo a trascrivere tutto ciò che gli Angeli gli rivelarono, attraverso comunicazioni e visioni, sulla natura della creazione, della natura umana e della vita stessa. L'Amore Coniugale è indubbiamente il più illuminante fra i libri di Swedenborg. Swedenborg mette in luce la vera natura del matrimonio, che si rivela come la relazione interpersonale più sacra e più vicina a Dio tra le diverse forme che la vita offre. Si apprende durante la lettura che ben pochi matrimoni contratti in terra sono riconosciuti anche dal Signore perchè il vero matrimonio è un legame viscerale di due cuori che si amano dal profondo, uniti al punto da diventare "una carne e un'anima sola", così come si legge anche nella Bibbia. Le anime gemelle sono in realtà anime complementari che per un preciso piano divino, devono tornare a formare un'unità. E' per questo che, si legge, gli angeli non hanno sesso; essi, in realtà sono il maschile ed il femminile ricomposto in un' anima sola. Di seguito alcuni degli argomenti approfonditi nel libro: * Matrimoni nel cielo * Dei coniugi dopo la morte * Amore autenticamente coniugale * Origine dell'amore coniugale dal matrimonio del bene e della verità * Castità e impudicizia * La congiunzione delle anime e delle menti attraverso il matrimonio * Il cambiamento dello stato della vita a seguito del matrimonio tra uomo e donna * Cause di freddezza, separazione e divorzio nel matrimonio * Cause di amore, amicizia e buona volontà apparenti nel matrimonio * Fidanzamenti e matrimoni * Seconde nozze * Poligamia * Gelosia * La congiunzione dell'amore coniugale con l'amore dei bambini * Contrapposizione tra amore promiscuo e amore coniugale * Rapporti pre-matrimoniali * Relazione con un'amante * Adulteri ed il loro ordine e grado * Lussuria della seduzione di donne innocenti * Corrispondenza della promiscuità con la violazione del matrimonio spirituale

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Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788892634466

Parte 1- Le delizie della sapienza appartenenti all’amore coniugale

Gioie del cielo e cerimonia nuziale nel cielo (1-26)

1. Prevedo che in molti tra coloro che leggeranno le seguenti narrazioni e quelle nei capitoli successivi crederanno che si tratti di storie inventate; ma dichiaro in verità che non sono finzioni, ma cose realmente accadute e viste. Né le stesse sono state osservate in uno stato di assopimento ma in uno stato di veglia assoluta. Perché è piaciuto al Signore manifestarsi a me, ed inviarmi per insegnare le cose che apparterranno alla nuova chiesa, che nella Rivelazione è denominata nuova Gerusalemme. A tal fine egli ha aperto l’intimo della mia mente e del mio spirito, per cui mi è permesso di essere nel mondo spirituale con gli angeli e, al tempo stesso nel mondo naturale con gli uomini, e questo, da venticinque anni.
2. Ho visto una volta un angelo che volava sotto il cielo orientale, con un tromba in mano all’altezza della bocca; la suonava a nord, a ovest e verso sud. Era vestito di una veste che agitava dietro di lui mentre volava, ed era circondato da una fascia risplendente e sfavillante come se fosse fatta di rubini e zaffiri. È volato verso il basso scendendo lentamente sulla terra, non lontano da dove mi trovavo. Come ha toccato il suolo era ritto sui suoi piedi e si dirigeva avanti e indietro, e poi, vedendomi, ha diretto i suoi passi verso di me. Io ero lì in spirito, ed in quello stato ero in piedi su una collina nella regione meridionale. E quando egli si è avvicinato gli ho domandato:
– Perché sei qui? Ho sentito il suono della tua tromba e ti ho visto scendere attraverso l’aria.
L’angelo ha risposto:
– Sono stato inviato per convocare gli uomini più noti per la loro cultura, ingegno e sapienza nei paesi del mondo cristiano che abitano in questo continente, affinché siano riuniti sulla collina dove ora sei tu, e manifestino le loro opinioni riguardo a ciò che avevano pensato, compreso e concepito nel mondo, sulla gioia celeste e sulla felicità eterna.
[2] La ragione della mia presenza qui, è questa: alcuni nuovi arrivati dal mondo, ammessi nella nostra società celeste, che è ad est, ci hanno detto che nemmeno uno in tutto il mondo cristiano sa cosa sia la gioia celeste e la felicità eterna, né quindi comprende cosa sia il cielo. Questo ha molto meravigliato i miei fratelli e compagni, e mi hanno detto. “Va giù e chiama a raccolta i più saggi nel mondo degli spiriti (in cui tutti i mortali sono dapprima raccolti dopo la loro partenza dal mondo naturale), in modo che dalla bocca di molti si possa controllare se è vero che vi è fra i cristiani tale profonda oscurità e densa ignoranza sulla vita futura”. Poi ha detto:
– Aspetta un po’, e vedrai le società dei saggi radunarsi qui. Il Signore darà loro un edificio per l’adunanza.
[3] Ho atteso, ed ecco che dopo mezz’ora ho visto due società da settentrione, due da occidente, e due da mezzogiorno, ed al loro arrivo sono state condotte dall’angelo con la tromba nell’edificio predisposto, e nei posti loro assegnati secondo la regione di provenienza. Vi erano sei società. Una settima, da est, non è stata vista dagli altri a causa della luce. Quando sono stati riuniti, l’angelo ha comunicato loro il motivo dell’adunanza, e ha chiesto che le società dessero prova della loro sapienza in merito alla gioia celeste e alla felicità eterna. Ogni società poi si è raccolta in cerchio, in modo che insieme i membri potessero discutere di questo argomento secondo le opinioni che avevano avuto nel mondo, ed ora aver riflettuto sulle medesime, e dopo averle esaminate e dopo essersi consultati, esponevano le loro conclusione.
3. La prima società, che veniva da settentrione, dopo essersi consultata ha detto:
– La gioia celeste e la felicità eterna sono tutt’uno con la vita stessa del cielo, e quindi chi entra cielo, entra nella celebrazione della vita, proprio come uno che va a un matrimonio entra nel suo festeggiamento. Non è il cielo sopra di noi, davanti ai nostri occhi e quindi in un luogo? E lì, e solo lì, vi è beatitudine su beatitudine e gioia su gioia. In queste un uomo è ammesso quando entra nel cielo, attraverso ogni percezione della mente e ogni sensazione del corpo, dalla pienezza della gioia di quel luogo. La felicità celeste poi, che è anche eterna, non è altro che l’assunzione in cielo, e l’assunzione per grazia Divina.
[2] Dopo che hanno detto questo, l’altra società proveniente da settentrione ha espresso il suo parere:
– La gioia celeste e la felicità eterna non sono altro che la compagnia più piacevole con gli angeli e il dolce conversare con loro, per cui il volto è mantenuto costantemente disteso con gioia, e tutti i volti dell’intera società sono avvolti in sorrisi di gioia, per via dell’affabilità e piacevolezza del discorso. Cosa sono le gioie celesti, se non variazioni di tali piaceri per l’eternità?
[3] La terza società, la prima della regione occidentale, ha dichiarato:
– Cosa sono la gioia celeste e la felicità eterna, se non banchetti con Abramo, Isacco e Giacobbe, le cui tavole saranno cariche di vivande delicate, vini generosi e nobili; e dopo le feste, gli sport e i balli di giovani e fanciulle, al ritmo di sinfonie e flauti, inframmezzate dal canto di dolci melodie; poi la sera ci saranno rappresentazioni teatrali, e dopo queste ancora festeggiamenti, e così via ogni giorno per l’eternità.
[4] Dopo queste parole la quarta società, che era la seconda da occidente, ha annunciato la sua opinione, dicendo:
– Abbiamo memoria di molte idee rispetto alla gioia celeste ed alla felicità eterna, e abbiamo considerato gioie diverse, e le abbiamo confrontate tra loro e siamo giunti alla conclusione che le gioie celesti sono gioie paradisiache. Che altro è il cielo, se non un paradiso, nel quale da oriente a occidente e da mezzogiorno a settentrione, vi sono alberi da frutto e fiori deliziosi, e in mezzo a loro il magnifico albero della vita, su cui il beato siederà, mangiando frutti di sapore delicato, ornato con ghirlande di fiori della più dolce fragranza? E siccome questi con il soffio della primavera perenne spuntano di giorno in giorno, con infinita varietà, e siccome dalla loro nascita perpetua e fioritura, e dalla costante temperatura primaverile, i loro spiriti vengono continuamente rinnovati, ed essi non possono che inspirare ed espirare nuove gioie giorno per giorno. E quindi ritornano al fiore della loro età, e di conseguenza allo stato primordiale in cui sono stati creati Adamo e sua moglie, e vengono portati di nuovo nel loro paradiso traslato dalla terra al cielo.
[5] Dalla quinta società, la prima proveniente da mezzogiorno, hanno dichiarato:
– La gioia celeste e la felicità eterna non sono altro che dominio supremo ed infinita ricchezza, derivanti da una magnificenza più che regale, e da splendore più che illustre. Che le gioie del cielo e la loro continua fruizione, che è la felicità eterna, siano queste, lo abbiamo percepito chiaramente da chi le ha acquisite nel mondo, ed inoltre dal fatto che i beati in cielo regnano con il Signore, e sono re e principi, perché sono i figli di colui che è re dei re e Signore dei Signori, e sono seduti su troni, e gli angeli li assistono. Abbiamo acquisito una concezione della magnificenza del cielo dal fatto che la nuova Gerusalemme, con la quale è rappresentata la gloria dei cieli, ha delle porte fatte di perla e strade di oro puro, e una muraglia con le fondazioni di pietre preziose; conseguentemente, tutti coloro che sono accolti nel cielo hanno il proprio palazzo, splendente di oro e cose preziose, e il dominio sui subalterni. E poiché sappiamo che le gioie e la felicità innata riguardano queste cose, e che sono la promessa di Dio che non può essere spezzata, non possiamo dedurre uno stato di maggiore felicità della vita celeste da qualsiasi altra sorgente.
[6] Dopo questa, la sesta società, che era la seconda da mezzogiorno, levò la propria voce e disse:
– La gioia del cielo e la sua felicità eterna non sono altro che la perpetua glorificazione di Dio, una festa solenne che continua in eterno, e un beatissimo culto, con canzoni e giubilo; e dunque una costante elevazione del cuore verso Dio, con piena fiducia nella sua accettazione del preghiere e delle lodi per la Divina grazia della loro beatitudine.
Alcuni di questa società hanno aggiunto che questa glorificazione sarebbe accompagnata da favolose illuminazioni e dal più profumato incenso; e con processioni in pompa magna, con un pontefice a capo preceduto dal nobile suono della tromba e seguito da primati e altri dignitari grandi e piccoli, e dopo di loro da uomini che portano palme e donne con immagini dorate nelle loro mani.
4. La settima società, non visibile alle altre a causa della la luce, proveniva dall’oriente del cielo. Erano gli angeli appartenenti alla stessa società dalla quale veniva l’angelo con la tromba. Quando hanno udito nel loro cielo che non una sola persona nel mondo cristiano sapeva cosa fossero la gioia celeste e la felicità eterna, dicevano l’un l’altro:
– Questa certamente non è la verità. Non ci può essere tale densa oscurità e tale torpore intellettuale tra i cristiani. Scendiamo a sentire se è la verità, perché se è vero sarebbe una cosa realmente inaspettata.
[2] Questi angeli hanno detto allora all’angelo con la tromba:
– Tu sai che ogni uomo che aveva desiderato il cielo, e aveva una certa idea delle gioie del cielo, viene introdotto dopo la morte, nelle gioie della sua immaginazione, e che quando ha constatato che si tratta di concetti privi di alcun fondamento, frutto della propria immaginazione secondo le sue fantasie deliranti, è quindi allontanato da queste illusioni per essere istruito. Questo viene fatto nel mondo degli spiriti, per la maggior parte di coloro che nella vita precedente hanno meditato su cielo, ed hanno concepito delle idee rispetto alle gioie del cielo, fino al punto da desiderarle.
Dopo aver ascoltato queste parole, l’angelo con la tromba ha detto alle sei società riunite tra i sapienti del mondo cristiano:
– Seguitemi, e vi faro vivere le vostre gioie, e quindi nel vostro cielo.
5. Detto questo l’angelo è andato avanti ed era seguito, in primo luogo dalla società di coloro che si erano persuasi che le gioie celesti consistessero unicamente nella più piacevole compagnia e nella più gradevole conversazione. L’angelo li ha portati presso le società della regione occidentale, cioè presso coloro che nel mondo avevano la stessa concezione delle gioie del cielo.
C’era una grande casa nella quale questi erano riuniti. Vi erano più di cinquanta stanze, distinte in base ai vari generi di conversazione. In alcune delle stanze si parlava di tali cose come se fossero state viste e udite in luoghi pubblici o per strada; in altre si discuteva della varia bellezza del gentil sesso, mescolata a battute di spirito, che sono andate crescendo finché i volti di tutti nella società si sono distesi in sorrisi di allegria; in altre stanze si parlava delle notizie di corte, dei ministeri, dell’ordinamento dello Stato, di varie questioni rese note da riunioni private, insieme con ragionamenti e congetture rispetto agli eventi; in altre si parlava di affari; in altre, di argomenti letterari; in altre, di cose riguardanti i costumi civili e la vita morale; in altri, degli affari ecclesiastici, e delle sette, e così via. Mi è stato permesso di osservare questa casa, e li ho visti correre di stanza in stanza, alla ricerca della compagnia che più si attagliasse alle loro gioie. E tra queste compagnie ho osservato tre specie: alcune aventi il desiderio smodato di parlare, alcune con l’intento di fare indagini, e altre desiderose di ascoltare.
[2] La casa aveva quattro ingressi, uno in ogni lato, e ho notato che molti abbandonavano le compagnie affrettandosi a scendere. Ho seguito alcuni di loro verso la porta orientale, e ne ho visti diversi seduti in prossimità dell’uscita con volti tristi; mi sono avvicinato e ho chiesto perché erano così intristiti. Hanno risposto:
– Le porte di questa casa sono tenute chiuse a quelli che vogliono uscire, e sono trascorsi tre giorni da quando siamo entrati, e stiamo vivendo in modo conforme al nostro desiderio di compagnia e conversazione, e siamo completamente esausti da queste continue conversazioni, tanto che a mala pena sopportiamo il mormorio del loro suono. Dalla noia quindi siamo arrivati a questa porta e abbiamo bussato, ma ci è stato risposto, “Le porte di questa casa non sono
aperte per uscire, ma solo per entrare. Restate, e godete delle gioie del cielo.” Dal tenore della risposta abbiamo dedotto di dover restare qui per l’eternità. Questa è la causa della tristezza che si è fatta strada nelle nostre menti, ed ora i nostri cuori iniziano ad essere oppressi e l’ansia ci assale.
[3] L’angelo allora ha detto loro:
– Questa condizione è la morte delle vostre gioie, che avete creduto fossero celesti, mentre in verità non sono altro che accessori delle gioie celesti.
Ed essi hanno chiesto all’angelo:
– Cosa è dunque la gioia celeste?
Al che l’angelo ha risposto in queste poche parole:
– È la gioia di fare qualcosa che sia utile a noi stessi e agli altri, e la gioia dell’uso trae la sua essenza dall’amore e la sua esistenza dalla sapienza. Il piacere dell’uso che scaturisce dall’amore, per la sapienza è la vita e l’essenza di tutte le gioie celesti.
[4] Ci sono un gran numero di compagnie gioiose nel cielo, che allietano le menti degli angeli, rallegrano i loro spiriti, riempiono i loro petti di felicità, e rinvigoriscono i loro corpi; ma essi godono di questi delizie quando adempiono agli usi inerenti le attività e le occupazioni che sono state assegnate loro. Da questi scaturisce l’essenza e la vita delle loro gioie e piaceri; ma se si sottrae questa essenza e questa vita, gli accessori delle gioie diventano negazioni della gioia, trasformandosi dapprima in indifferenza, poi frivolezza, infine, tristezza e ansia.
Dopo che queste parole sono state profferite la porta si è aperta, e quelli seduti lì vicino sono saltati fuori diretti verso le loro case, ciascuno alla sua occupazione, essendosi così riavuti.
6. Dopo di ciò l’angelo si è rivolto verso coloro che avevano creduto che le gioie del cielo e la felicità eterna consistessero in banchetti con Abramo, Isacco e Giacobbe, e dopo i banchetti in sport e spettacoli pubblici, e poi ancora festeggiamenti, e così via per l’eternità. E ha detto:
– Seguitemi, vi porterò nella felicità delle vostre gioie.
E li ha condotti attraverso un frutteto in un luogo coperto e pavimentato, sul quale erano collocati dei tavoli, quindici su un lato e quindici dall’altro. Ed è stato chiesto:
– Perché così tanti tavoli?
L’angelo ha risposto:
– Il primo tavolo è quello di Abramo, il secondo di Isacco, il terzo di Giacobbe, e accanto a questi nell’ordine vi sono i tavoli dei dodici apostoli. Dall’altra parte c’è lo stesso numero di tavoli, i primi tre sono quelli di Sara moglie di Abramo, Rebecca moglie di Isacco e di Leah e Rachel, le mogli di Giacobbe, e gli altri dodici sono quelli delle mogli dei dodici apostoli.
[2] Dopo qualche indugio tutti i tavoli sembravano essere ricolmi con pietanze, e gli spazi tra loro sono stati ornati da piccole piramidi di dolci. Gli ospiti sono rimasti intorno ai tavoli in attesa di vedere chi avrebbe dato loro ospitalità. Coloro che erano attesi sono stati visti entrare di lì a poco, in processione, da Abramo fino all’ultimo degli apostoli, quindi ognuno si è avvicinato al proprio tavolo, e si è accomodato su un divano posto a capo tavola. E dal loro posto hanno detto a quelli che gli stavano intorno:
– Accomodatevi con noi.
E così hanno fatto, gli uomini con i patriarchi, e le donne con le loro mogli, e hanno mangiato e bevuto in allegria e con ammirazione.
Dopo il banchetto, sono iniziati gli sport, le danze di giovani e fanciulle, e dopo di questi gli spettacoli pubblici. Essendo questi terminati, sono stati invitati nuovamente a banchetto, ma con la condizione che si fossero accomodati a tavola il primo giorno con Abramo, il secondo con Isacco, il terzo con Giacobbe, il quarto con Pietro, il quinto con Giacomo, il sesto con Giovanni, il settimo con Paolo, e con il resto nell’ordine, fino al quindicesimo giorno; di qui i festeggiamenti sarebbero stati rinnovati nello stesso ordine, cambiando il posto a sedere, e così per l’eternità.
[3] Dopo di ciò l’angelo ha chiamato a raccolta gli uomini della società e ha detto loro:
– Tutto quello che avete visto sui tavoli corrisponde alla fantasie della vostra immaginazione sulle gioie celesti e sulla felicità eterna; e tali festeggiamenti beffardi sono predisposti e permessi dal Signore affinché voi possiate vedere la vanità delle vostre idee, ed in tal modo possiate esserne liberati. Gli uomini che avete visto a capo tavola erano anziani che recitavano una parte, per la maggior parte di loro, persone semplici, i quali essendo barbuti ed imponenti erano più fieri di altri, da ciò è stata indotta l’illusione che si trattasse degli antichi padri. Ma seguitemi nelle vie che portano fuori da questo luogo di disciplina.
[4] E lo hanno seguito e hanno visto una cinquantina di qui ed una cinquantina di là che si erano rimpinzati di cibo, fino alla nausea, ed erano desiderosi di tornare alla propria vita familiare, alcuni ai loro uffici pubblici, alcuni al proprio commercio, e altri al proprio lavoro. Ma molti sono stati trattenuti dai custodi del frutteto, ed è stato chiesto dei loro giorni di banchetto, e se avessero già mangiato a tavola con Pietro e con Paolo, e se stessero andando via prima di averlo fatto. Poiché questo sarebbe stato sconveniente e motivo di vergogna.
Ma la maggior parte di loro ha risposto:
– Siamo sazi delle nostre gioie; il cibo ci è diventato insipido; abbiamo perso ogni piacere per esso; il nostro stomaco è disgustato e non possiamo sopportare di assaggiarlo. Ci siamo trascinati per alcuni giorni e notti in questo lusso, e supplichiamo vivamente affinché ci sia permesso di andare via.
Ed essendo stato ciò permesso loro, con rapida andatura e ansimando sono fuggiti verso le loro case.
[5] L’angelo, riuniti gli uomini della società, sulla via li ha istruiti così riguardo al cielo:
– In cielo, come nel mondo, ci sono cibi e bevande, ci sono ricevimenti e banchetti, e per le persone più in vista ci sono tavoli imbanditi con sontuose prelibatezze, con pietanze squisite e di prima qualità, da cui essi sono rallegrati e rinfrescati nello spirito. E ci sono anche sport ed esibizioni, spettacoli con musica e canzoni, e t...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. L'Amore Coniugale
  3. Biografia
  4. Prefazione dell'edizione americana
  5. Prefazione dell'edizione italiana
  6. Bibliografia di Swedenborg
  7. Parte 1- Le delizie della sapienza appartenenti all’amore coniugale
  8. Parte 2 - L’insanità dell’amore promiscuo
  9. Note