Omosessualità della donna - Studio psicodinamico del lesbismo
eBook - ePub

Omosessualità della donna - Studio psicodinamico del lesbismo

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Omosessualità della donna - Studio psicodinamico del lesbismo

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

PARTE PRIMA - CONSIDERAZIONI GENERALI I - SIGNIFICATO DI OMOSESSUALITA' Definizione e discussione - Gli errori ed ì fatti concernenti l'omosessualità femminile - Tipi di invertite - I metodi di soddisfazione omosessuale. II - L'EVOLUZIONE STORICA DELL'OMOSESSUALITA' FEMMINILE Saffo - L'amore lesbico in Francia nel XVIII e XIX secolo - L'amore lesbico in Oriente L'amore lesbico sotto i Tropici - L'arte erotica. III - L'OMOSESSUALITA' FEMMINILE NELLE OPERE LETTERARIE Introduzione - "Desperate remedies" "The well of lonelines" - Diana - "Wind woman" - "The children's hour". IV - L'OMOSESSUALITA' FEMMINILE NELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA Dati statistici - Rapporti di frequenza tra l'omosessualità maschile e l'omosessualità femminile - I resoconti giornalistici sulle lesbiche - Luoghi di predilezione degli omosessuali dei due sessi - Le leggi e l'omosessualità femminile. V - L'OMOSESSUALITA' FEMMINILE NELLE DETENUTE VI - LE RELAZIONI TRA GLI OMOSESSUALI DEI DUE SESSI VII - L'AMORE LESBICO TRA LE PROSTITUTE NEI DIFFERENTI PAESI DEL MONDO PARTE SECONDA - LA PSICOGENESI DELL'OMOSESSUALITA' FEMMINILE VIII - I PRECURSORI DELLA SCUOLA ANALITICA Westphal - Mantegazza - Charcot, Magna ed altri studiosi francesi - Krafft-Ebing - Moll - Bloch - Hirschfeld - Ellis. IX - LE TEORIE PSICOANALITICHE La teoria di Freud - La teoria bisessuale della nevrosi di Stekel - La teoria di Adler della protesta virile - La teoria di Bergler della regressione orale - Critica delle idee esposte precedentemente - Studio teorico del problema da parte dell'Autore. X - LE DIFFERENTI CAUSE DELL'OMOSESSUALITA' FEMMINILE L'influenza dei genitori - Traumi psichici - L'influenza dell'ambiente - Influenze culturali e sociali - Le frustrazioni - Seduzioni omosessuali - L'alcool nell'omosessualità. PARTE TERZA - LA PSICOPATOLOGIA DELL' OMOSESSUALITA' FEMMINILE XI - L'OMOSESSUALITA' LATENTE (Incosciente) XII - LA PERSONALITA' ED IL CARATTERE DELLA LESBICA Gelosia - Tratti sado-masochistici - Manifestazioni psicosomatiche di colpa - Atteggiamenti e valori nevrotici. PARTE QUARTA - DATI CLINICI XIII - ANALISI DI UNA LESBICA SOFFERENTE DI CRISI ACUTE DI ANGOSCIA Un caso di nevrosi omosessuale associata a casi di depressione - interpretazione psicodinamica della biografia di una lesbica Biografia di una donna colpita da esaurimento nervoso in seguito ad una sola esperienza omosessuale. XIV - CONFESSIONI AUTOBIOGRAFICHE DELLE LESBICHE XV - I SOGNI DELLE LESBICHE PARTE QUINTA - PREVENZIONI - TRATTAMENTO E PRONOSTICO XVI – LE POSSIBILITA' DELLA TERAPIA DELL'OMOSESSUALITA FEMMINILE Misure preventive - Psicoanalisi e psicoterapia - Prognosi. XVII - RIASSUNTO E CONCLUSIONI

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Omosessualità della donna - Studio psicodinamico del lesbismo di Frank S. Caprio in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Scienze sociali e Studi su tematiche LGBT. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2017
ISBN
9788892649613

PARTE QUARTA - DATI CLINICI

CAPITOLO XIII - STORIE CLINICHE

ANALISI DI UNA LESBICA SOFFERENTE DI CRISI ACUTE DI ANGOSCIA
- 1 - INTRODUZIONE
La paziente, una giovane donna di ventinove anni, nubile, svelta, dalle sembianze maschili, mi consultò per essere esaminata perchè sofferente di crisi acute di angoscia durante le quali, affermava, era “paralizzata” dalla vita in giù e non poteva a volte nemmeno muovere le gambe. Ella presentava anche dei sintomi di agorafobia consistenti nella sensazione che le sarebbe accaduto qualche cosa se fosse uscita per la città sola.
Durante le sedute di psicoanalisi ella disse di avere un legame con un'amica più anziana di lei.
Sentendola descrivere questa relazione con la sua amica di camera, si può vedere che i suoi dolori di carattere psicosomatico si associano alla colpevolezza incosciente derivante dalla sua omosessualità:
“Desideravo molto che Enrichetta mi facesse il cunnilingus. Glielo suggerii ed ella acconsenti; nulla mi aveva mai così terribilmente eccitata. Era l'esperienza sessuale più gradevole che avessi mai avuta ed eravamo entrambe così felici che ci alzammo a bere della birra per celebrare questo avvenimento. Ero contenta che Enrichetta trovasse tutto ciò molto naturale e che lo sapesse fare così bene. Ma immediatamente dopo l'orgasmo ho provato una sensazione molto strana, con dei formicolii per le braccia e le gambe che si accompagnavano ad un senso di gelo.
Poi masturbai Enrichetta, ma ella non arrivava mai all'orgasmo ed io ero dispiaciuta di non poterle procurare quel piacere che ella riusciva tanto bene a darmi”.
La paziente mi disse ancora:
“Enrichetta mi copriva di baci e mi diceva che mi voleva fare il cunnilingus e che questo era a suo parere del tutto naturale. Andai per un momento nella stanza da bagno e rientrando trovai Enrichetta tutta nuda, ella attendeva che anche io mi togliessi la camicia da notte, dopo di che noi ci siamo coricate e io mi sono addormentata”.
La mia paziente disse anche che aveva paura d'avere un cancro al collo, il che potrebbe essere interpretato come un sentimento incosciente di colpevolezza provato in seguito al cunnilingus.
- 2 - AMBIENTE FAMILIARE
La madre della malata vive ed è tuttora bene in salute. Il padre vive anche, ma ha avuto tempo fa “un esaurimento nervoso”; aveva spesso periodi di depressione e faceva uso di sedativi.
Il fratello è sposato, il suo medico lo trova “nervoso” e gli consiglia il riposo. Anche la sorella è sposata, ma non è felice nel matrimonio ed è spesso “annoiata”. Sembra che alcuni dei suoi parenti più prossimi siano dei nevrotici.
- 3 - RELAZIONE CON LA FAMIGLIA
Per quanto concerne le relazioni tra padre e madre, la paziente mi disse che il padre è molto più anziano della madre. Ella crede che i suoi genitori abbiano difficoltà ad intendersi dal punto di vista sessuale: “Mamma mi ha detto che da molti anni aveva rapporti sessuali con mio padre soltanto due volte all'anno ed io quando glielo sentii dire ne rimasi molto dispiaciuta”.
Ella chiama sua madre “Mommy” alla maniera dei bambini piccoli (infantilismo). Afferma inoltre che non si ricorda mai un periodo di tempo che non sia stata o non si sia sentita inibita dalla presenza di sua madre.
Tutto indica che la malata si trova sotto una forte influenza materna. Così ella racconta che essendo stata prevenuta dalla madre che una donna poteva molto facilmente rimanere incinta, un giorno, essendo molto inquieta a questo riguardo, si era confidata con sua madre che l'aveva calmata. Ma ben presto si era amaramente pentita di aver messo sua madre al corrente della sua relazione con B., poiché questo le aveva dato un forte potere su di lei...
I suoi sentimenti verso la madre erano molto ambivalenti:
“Io mi sentivo a volte colpevole, e detestavo la smorfia di biasimo che vedevo disegnarsi sulle sottili labbra di mia madre, smorfia del tutto speciale che mi rivoltava perchè sentivo che il diritto e la morale erano dalla parte di mia madre e che io ero nel torto, ma schiava dei miei desideri”.
La madre aveva l'aria di coltivare il sentimento di inferiorità della figlia e di incoraggiare questa dipendenza che la malata detestava e che era del tutto naturale.
“Mi ricordo, dice l'ammalata, come ero scontenta quando mia madre mi aggiustava le vesti quando io ero bambina. Non volevo che mi toccasse. Quando aggiustando una veste ella per caso mi toccava il petto, mi sentivo umiliata e non potevo sopportare che dopo averla aggiustata, mi dicesse, carezzandomi, di andare: “a vedermi allo specchio se tutto andava bene”. In un certo qual modo nutro del risentimento per mia madre perché mi ha sempre trattata come una bambina incoraggiando il mio sentimento di dipendenza nei suoi confronti”.
E per di più ecco ancora una prova della sua ambivalenza e del suo sentimento di colpa:
“Nei confronti di mia madre di solito ero molto chiusa e molto irritabile. Una volta entrata in collegio mi tormentavo di essere stata così ingrata, perché sapevo bene che mia madre avrebbe fatto qualsiasi cosa per me e sapevo anche di amarla molto, ma ella mi irritava a tal punto che quando eravamo insieme non potevo parlarle normalmente”.
La madre della nostra malata è stata certamente mal ispirata parlando a sua figlia della relazione tra i due sessi:
“Mia madre mi diede l'impressione che l'uomo fosse una specie di animale e che alla donna non restasse che accettare questo stato di cose. Mi disse anche che i rapporti sessuali le erano stati sempre sgraditi e che aveva vergogna di doverli fare”. Sua madre, a suo tempo, le aveva detto che gli uomini erano crudeli e bestiali. “Mia madre mi disse anche che non era stata innamorata di mio padre e che amava un altro uomo, ma che ora era arrivata ad amarlo e lo considerava attualmente come un essere superiore. Due anni fa mi disse anche che da un po' di tempo aveva rapporti sessuali con mio padre solo una volta l'anno. lo trovavo che ciò non era una cosa buona per mio padre. Qualcuno mi ha detto un giorno che noi eravamo considerati come una famiglia inibita”.
Per quanto concerne le sue relazioni con suo padre, si osserva nettamente il complesso di Elettra.
“Quando ero piccola ero la preferita di mio padre. Gli correvo sempre dietro. Amavo anche molto il mio nonno paterno”.
I genitori erano certamente dei nevrotici, tuttavia essi non comprendevano affatto l'effetto traumatizzante che produceva sui loro bambini il fatto che si spogliassero e si vestissero davanti ad essi.
“Attualmente io vedo ancora mio padre nel suo bagno. Spesso mi è capitato di vederne i genitali. Ero curiosa ed imbarazzata allo stesso tempo. Noi eravamo abituati fin dalla nostra infanzia a vestirci ed a spogliarci nella stessa stanza. Mi era sgradevole vedere mio padre nudo. Avevo la sensazione di non averne diritto. Io non avevo mai visto nudo un uomo adulto ed ero sbalordita di vedere le dimensioni delle sue parti sessuali”.
Quello che segue rivela la fissazione incestuosa verso il padre:
Io non posso abbracciare mio padre in maniera naturale senza provare una specie di sentimento di incesto. Tutto ciò è sgradevole ed io cerco di dargli tutte le prove della mia devozione, ma ciò non mi -impedisce di sentire qualcosa di innaturale quando lo abbraccio”.
Il carattere delle sue relazioni col padre indica che la sua libido è fissata sul genitore, il che spiega il blocco che esiste nella sua vita di adulto, verso gli altri uomini.
“Ci comprendiamo benissimo, mio padre ed io, perchè ambedue abbiamo la passione per la pittura. Ma anch'egli sembra che mi domini perchè spesso mi obbliga a dipingere anche quando non ne ho alcuna voglia. Io mi sento molto vicina a lui ed egli è il solo essere che cerchi sempre di aiutarmi da quando ho questa malattia nervosa”.
Per quanto riguarda le sue relazioni con la sorella, la malata parla di una gelosia che provava fin dalla giovane età:
“Io credo di essere stata gelosa di mia sorella a causa di tutte le attenzioni che le venivano rivolte. Non mi ricordo di averla mai amata, ed in seguito provavo per lei solo dell'avversione”.
Le componenti sadiche nelle sue relazioni con la sorella appaiono in una maniera molto netta. La malata dice per esempio:
“Mia sorella era seduta sul mio letto ed io ero seduta su una delle sue gambe e la costrinsi a dirmi: " per favore " se voleva che mi alzassi. Ella pianse e lottò con se stessa prima di dirlo ed io sapevo che la cosa le costava molto, ma continuavo a restare seduta sulla sua gamba ed a mostrarmi dura con lei. Ero ossessionata dal desiderio di farle quanto più male era possibile”.
La malata era molto gelosa della sorella:
“Credo di avere invidiata mia sorella a mano a mano che ella cresceva, perchè, divenuta graziosa e gaia, aveva il dono di attirare tutti gli uomini, cosa che faceva con entusiasmo e con molto successo. Ella fioriva e diveniva brillante, il che mi dava l'impressione di essere sbiadita e vecchia. Tutti i ragazzi le facevano dei complimenti e flirtavano con lei, cosa che mi faceva sentire sempre a disagio in sua compagnia. Anche mia madre la preferiva a me”.
Apprendiamo anche che ella, era gelosa dell'affetto di suo padre, perchè dice di aver sempre disapprovato il comportamento della sorella verso il padre. “Mia sorella si beffava spesso con le sue amiche delle eccentricità di mio padre ed io disapprovavo questa mancanza di lealtà verso di lui e la sua impertinenza quando era con lui. Quando ella si comportava così con mio padre avevo desiderio di schiaffeggiarla, sapendo bene come fosse facile offenderlo, lui che è così suscettibile. Tutto ciò mi sembrava molto crudele ed io la credo del tutto insensibile”.
Quanto a suo fratello, l'ammalata aveva sentita nella sua adolescenza da parte sua una sensazione di rifiuto.
“Mio fratello sembrava che non notasse la mia presenza e io mi ricordo di aver pianto un giorno perchè il mio primo flirt, a scuola, era più gentile con me di mio fratello. Questi sembrava distante, freddo e senza cuore. La sua compagnia mi mancava perchè prima, nella nostra infanzia, noi ci eravamo molto divertiti insieme (per anni avevamo giocato insieme per tutte le sere)”.
La malata racconta ancora che il fratello praticava con lei giuochi sessuali. Ne riparleremo più avanti descrivendo le sue esperienze sessuali dell'infanzia.
Ella afferma che le sue relazioni con il fratello si erano indebolite fin dall'infanzia:
“Nell'estate del 1937 andammo insieme all'estero con una delle mie amiche. Abbiamo molto litigato e al rientro negli Stati Uniti ancora non ci parlavamo. Tuttavia, due mesi fa, mio fratello è venuto a trovarmi e, benché ci fosse ancora della tensione tra noi, io credo di essere la sola di tutta la famiglia con la quale egli si mostra ancora più o meno umano”.
4 - BIOGRAFIA
A) L'INFANZIA
Sembra che la malata abbia sofferto di un complesso di inferiorità, essendo stata considerata come un maschio mancato e avendo avuto delle vesti meno belle delle sue compagne:
“Portavo vestiti di vari amici di famiglia ed era molto raro che avessi qualcosa di nuovo per me e che mi sentissi ben vestita. Per questa ragione quando ero con gli altri bambini mi sentivo sempre a disagio”.
Ella parla ancora di altre cose che le davano un complesso di inferiorità, e cioè:
“Invidiavo la mia migliore amica P... perché aveva una vita più sottile ed un seno più bello di me, che non ero ancora sviluppata fisicamente. L'invidiavo perchè era " formata " molto prima di me”.
Nella sua infanzia aveva molta paura della morte.
“Quando avevo sei anni mio cugino mi ferì per sbaglio con una falce e ne fui molto impaurita. Mi ricordo che fu allora che per la prima volta pensai alla morte. A volte mi capitava di svegliarmi la notte e di pensare che un giorno avrei dovuto morire; questa idea mi causava una paura atroce”.
Ella aveva ancora altre paure nella sua infanzia: così aveva paura d'essere rapita da qualcuno quando si addormentava la sera, aveva paura di avere dei bambini, paura di non essere capace di parlare in modo naturale, di traversare una piazza ove fossero molte persone. Aveva paura della sua bruttezza. Aveva paura di dormire allo scuro e aveva paura degli incubi ed allora chiamava la madre.
Ben presto la malata si interessò agli sports. Ella preferiva particolarmente giocare a basketball ed amava entrare in competizione con i ragazzi.
“Mi piaceva isolarmi, ero molto timida quando dovevo recitare una poesia e non amavo la compagnia. I giovani non mi invitavano a ballare con loro. La mia faccia era coperta di foruncoli. Non ero graziosa, ed avevo dei capelli tutti ritti Mi credevo molto forte e non avevo una bella figura”.
B) MALATTIE
La malata ha avuto allattamento materno e fino a due anni non camminava ancora. Fu molto fragile e malaticcia fino all'età di dodici anni.
Nella sua prima infanzia ebbe gli orecchioni, la roseola e la varicella. A nove anni le tolsero le tonsille (“Mi fu raccontato che mi avevano dato troppo etere e che credevano che non riprendessi più conoscenza. Mia madre ebbe una sincope e si dovette rianimarci entrambe”).
A dieci anni si lamentava di avere “crisi di soffocamento” ed un medico le aveva fatto una ipodermoclisi. A undici anni svegliandosi al mattino avvertiva delle vertigini che durarono fino all'età di tredici anni. A dodici anni fu operata di appendicite.
Nel 1939, quando aveva vent'anni, ebbe un “esaurimento nervoso” ricomparso quattro anni dopo.
C) EDUCAZIONE
A sei anni la malata cominciò a frequentare le scuole. Fino a tredici anni andò alla scuola elementare del villaggio e fu tra le prime della classe. La chiamavano “maschio mancato”. A sedici anni riuscì seconda alla scuola secondaria.
Ella afferma di non aver mai amata questa scuola e di non essere andata mai d'accordo con le altre allieve.
Entrò in un collegio per studiare arte, ma ebbe un nuovo esaurimento nervoso prima dei suo esame di diploma. Elia attribuisce il suo stato nervoso all'eccessivo lavoro, poichè trascorreva molte notti lavorando. Riconosce di essere stata innamorata di una delle sue compagne che cambiò in seguito università. La malata la seguì e fu qui che prese il suo diploma. In questa epoca, circa, ebbe una nuova crisi nervosa.
D) OCCUPAZIONE
Dopo aver terminato i suoi studi ha lavorato come professoressa in differenti scuole di belle arti. Ma non ha potuto mai guadagnare abbastanza per vivere. Fu licenziata da una scuola perchè era troppo spesso ammalata. Il suo direttore le disse che le sue malattie erano puramente immaginarie. Allora consultò uno psichiatra a cui parlò delle sue tendenze omosessuali.
Riuscì a trovare un posto come impiegata. Ma dopo qualche tempo diede le dimissioni perché si sentiva male. Dopo un riposo di breve durata accettò un altro posto di professoressa ma lo lasciò ben presto e decise di aprire una propria scuola di arte.
E) RELIGIONE
Durante l'infanzia la malata andava in chiesa tutte le domeniche. All'inizio ella vi trovava una soddisfazione, ma finì per l'allontanarsi dalla religione. Ecco quali sono attualmente le sue opinioni sulla questione:
“Per un certo tempo io volli seriamente essere atea. E mi facevo passare per tale già da molto tempo, ma mi rendevo ben conto che avevo un'angoscia mortale davanti a Dio per paura che Egli potesse sentire che io negavo la sua esistenza e mi potesse punire per questo. Giovanissima decisi di non andare più alla scuola della domenica. Ciò accadeva durante il primo anno di frequenza della scuola secondaria e non dimenticherò mai il sollievo che provai all'idea di non essere più obbligata ad andare in chiesa o alla scuola della domenica. Da questo momento io andavo in chiesa sempre più raramente. Attualmente sono spaventata solo all'idea di doverci andare.
E tuttavia anche ora, penso a volte di non poter negare l'esistenza di Dio. Ho sempre paura di ciò che potrebbe capitarmi per questo. La scorsa settimana, per la prima volta dopo mesi, ho pregato e ciò solo perchè ero angosciata e mi sentivo colpevole per una ragione qualsiasi. Ho iniziato la preghiera e poi mi sono addormentata. Ma ho capito tutto ad un tratto che facevo questo solo per provare a me stessa che non ero colpevole di nulla riversando la mia colpa a qualcun'altro, magari su Dio stesso”.
Il suo atteggiamento verso Dio è un atteggiamento ambivalente, è cioè la proiezione della sua ambivalenza verso i propri genitori.
- 5 - VITA SESSUALE
A) LE PRIME ESPERIENZE SESSUALI
Basandosi su quel che segue si può dire che la malata abbia avuto una vita sessuale precoce:
“Nell'infanzia cercavo a volte di masturbare il mio piccolo cane, a volte introducevo anche qualche cosa nel suo ano.
Mi ricordo anche che quando mi isolavo nella mia stanza per leggere o semplicemente per rimanere sola, prendevo con me uno dei miei gatti e tentavo di fargli leccare le parti sessuali, o meglio cercavo di mettere in contatto le mie con quelle del gatto. A volte il gatto mi obbediva, ma ben presto diventava minaccioso e cercava di scapparmi. Ero dispiaciuta che egli non volesse giocare con me, ma non provavo quasi mai alcun sentimento di colpa”.
Il suo desiderio di identificarsi col sesso opposto apparve al periodo prepubere:
“Benché fossi lontana dall'avere le mie prime regole insistevo sulla necessità di mettere una fascia igienica avendo visto mia madre usarla. Me la mettevo e passeggiavo nuda immaginandomi che questa fosse un perizoma, poiché nel mio spirito ero incapace di associare la benda alle mestruazioni”.
Anche il desiderio del pene, risale all'epoca della sua infanzia. : Mi sedevo nella vecchia automobile e facevo finta di guidarla. Spingevo ed abbassavo tutto ciò che poteva essere spinto od abbassato. Immaginavo che la vettura fosse partita. L'automobile si trovava in garage e non v'era nessuno che potesse disturbarmi. Portavo i pantaloni ed ero capace di qualsiasi fanaticheria. Prendevo allora nella vettura un attrezzo o una chiave e la mettevo nei pantaloni affinché dall'esterno avesse le sembianze di un pene, poi sbottonavo il pantalone perché si potesse vedere l'oggetto”.
“A sette anni avevo l'abitudine di montare un cavallo di legno, il che mi procurava un piacere sessuale. Lo dissi allora ai miei due cugini gemelli consigliando loro di farlo e dando loro le indicazioni. La loro madre ci vide entrando e mi accusò poi di aver tolto loro i pantaloni e di averne messo a nudo gli organi sessuali (erano dei bambini di cinque anni)”.
L'esperienza che la malata ebbe all'età di otto anni può essere considerata come causa di un forte trauma psichico:
“Avevo l'abitudine di seguire in giardino un operaio che vi lavorava. Un giorno questi sollevò la mia veste e mi chiese se sapessi ciò che si trovava al disotto. Impaurita corsi verso mia madre dicendo ciò che era accaduto”.
Ella ci racconta ancora un incidente che ebbe in seguito degli effetti traumatizzanti:
“Mi trovavo in una rimessa con mio fratello ed un cugino di circa otto o nove anni....

Indice dei contenuti

  1. indice
  2. PRESENTAZIONE
  3. PREFAZIONE
  4. INTRODUZIONE
  5. PARTE PRIMA - Considerazioni Generali. CAPITOLO I - SIGNIFICATO DI OMOSESSUALITÀ' DEFINIZIONE E DISCUSSIONE
  6. CAPITOLO II - L'EVOLUZIONE STORICA DELL' OMOSESSUALITA' FEMMINILE
  7. CAPITOLO III - L'OMOSESSUALITA' FEMMINILE NELLE OPERE LETTERARIE
  8. CAPITOLO IV - L'OMOSESSUALITA’ FEMMINILE NELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA
  9. CAPITOLO V - OMOSESSUALITA' FEMMINILE NELLE DETENUTE
  10. CAPITOLO VI - LE RELAZIONI TRA GLI OMOSESSUALI DEI DUE SESSI
  11. CAPITOLO VII - L'AMORE LESBICO TRA LE PROSTITUTE NEI DIFFERENTI PAESI DEL MONDO
  12. PARTE SECONDA - La psicogenesi dell'omosessualità femminile. CAPITOLO VIII - I PRECURSORI DELLA SCUOLA ANALITICA
  13. CAPITOLO IX - LE TEORIE PSICOANALITICHE
  14. CAPITOLO X - LE DIFFERENTI CAUSE DELL'OMOSESSUALITA' FEMMINILE
  15. PARTE TERZA - La psicopatologia dell'omosessualità femminile. CAPITOLO XI – L’OMOSESSUALITA LATENTE (INCOSCIENTE)
  16. CAPITOLO XII - LA PERSONALITA` ED IL CARATTERE DELLA LESBICA
  17. PARTE QUARTA - DATI CLINICI. CAPITOLO XIII - STORIE CLINICHE
  18. CAPITOLO XIV - CONFESSIONI AUTOBIOGRAFICHE DELLE LESBICHE
  19. CAPITOLO XV - I SOGNI DELLE LESBICHE
  20. PARTE QUINTA - PREVENZIONI – TRATTAMENTO E PRONOSTICO. CAPITOLO XVI - LE POSSIBILITA' DELLA TERAPIA DELL' OMOSESSUALITA' FEMMINILE
  21. CAPITOLO XVII - RIASSUNTO E CONCLUSIONI