Dell'amore
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Stendhal (Henry Beyle) nasce a Grenoble nel 1783. Nel 1800 raggiunge l'armata napoleonica in Italia. L'Italia diventa la sua patria ideale e l'Impero di Napoleone la sua epoca eroica. Alla caduta di Napoleone vive a Milano fino al 1821 quando, sospettato di settarismo rivoluzionario, ritorna a Parigi. Collabora a riviste e giornali con articoli di critica d'arte. Con l'ascesa di Luigi Filippo (1830) ottiene un incarico consolare a Trieste.
Nel 1841 ritorna a Parigi ove morirà l'anno successivo.
Le opere del periodo giovanile sono saggi critici di arte e musica. L'opera che inaugura la vena realistica nella letteratura moderna è Il Rosso e il Nero del 1830.
Nell'ambiente, ristretto e oligarchico della "monarchia borghese" di Luigi Filippo, non c'è più spazio per gli ideali eroici della Rivoluzione e Stendhal ritorna con nostalgia all'epoca delle forti personalità del Rinascimento e scrive una serie di novelle ispirate all'Italia del 1500. Il secondo grande romanzo che suona come critica contro ogni forma di dispotismo è La Certosa di Parma del 1839. Le pagine sparse del Diario saranno pubblicate postume.
Dell'Amore (1822) è un tentativo di interpretazione scientifica dell'amore. Ma nell'esame dei caratteri, della nascita e dello sviluppo dell'amore Stendhal più che ricorrere a formule fisiologiche si richiama alle sue personali esperienze, alle sue intime emozioni, ai suoi sospiri.

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Informazioni

Anno
2017
ISBN
9788892655669
INDICE
Cap. I - Dell'amore
Cap. II - Del nascere dell'amore
Cap. III - Della speranza
Cap. IV
Cap. V
Cap. VI - Il rametto di Salisburgo
Cap. VII - Come nasce l'amore nell'uno e nell'altro sesso
Cap. VIII
Cap. IX.
Cap. X - Esempi della "cristallizzazione"
Cap. XI
Cap. XII - Seguito della cristallizzazione
Cap. XIII - Del primo passo, della vita mondana, delle disgrazie
Cap. XIV
Cap. XV
Cap. XVI
Cap. XVII - La bellezza detronizzata dall'amore
Cap. XVIII
Cap. XIX - Seguito delle eccezioni alla bellezza
Cap. XX
Cap. XXI - Del primo incontro
Cap. XXII - Dell'infatuazione
Cap. XXIII - Degli innamoramenti fulminei
Cap. XXIV - Viaggio in paese sconosciuto
Cap. XXV - La presentazione
Cap. XXVI - Del pudore
Cap. XXVII - Degli sguardi
Cap. XXVIII - Dell'orgoglio femminile
Cap. XXIX - Del coraggio femminile
Cap. XXX - Strano e triste spettacolo
Cap. XXXI - Dal giornale di Salviati
Cap. XXXII - Dell'intimità
Cap. XXXIII
Cap. XXXIV - Delle confidenze
Cap. XXXV - Della gelosia
Cap. XXXVI - Seguito della gelosia
Cap. XXXVII - Rossana
Cap. XXXVIII - Del puntiglio d'amor proprio
Cap. XXXIX - Dell'amore litigioso
Cap. XXXIX-bis - Rimedi contro l'amore
Cap. XXXIX-ter

Stendhal

Dell'amore

Fratelli Metta Editori – prima edizione digitale 2017 a cura di David De Angelis
CAP. I - DELL'AMORE
Cerco di rendermi conto di questa passione, che in tutte le sue attuazioni sincere prende un carattere di bellezza.
Vi sono quattro diversi amori:
- 1° L'amore-passione, quello della monaca portoghese, quello di Eloisa per Abelardo, quello del capitano di Vésel, della guardia di Cento.
- 2° L'amore-capriccio, quello che regnava a Parigi verso il 1760, e che si trova nelle memorie e nei romanzi dell'epoca, in Crébillon, Lauzun, Duclos, Chamfort, Marmontel, madame d'tpinay, ecc.
E’ un quadro in cui tutto, anche le ombre, dev'essere colorato in rosa, ove non deve mescolarsi, con nessun pretesto, nulla che sia sgradevole, sotto pena di mancare di buon gusto, di pratica del mondo, di finezza. Un uomo per bene sa dapprima tutto quello che deve raggiungere e ottenere nelle diverse fasi di questo amore. Poiché nulla è in esso di passionale e di imprevisto, e vi ha sempre gran parte lo spirito, questo tipo ha spesso maggior raffinatezza dell'amore vero. Stanno tra loro come una fredda e graziosa miniatura a un quadro dei Carracci; e mentre l'amore-passione ci trasporta contro tutti i nostri interessi, l'amore-capriccio sa sempre conformarvisi. Vero è che se si toglie la vanità a questo povero amore, ne resta ben poco; privato della vanità, è simile a un convalescente indebolito che può a mala pena trascinarsi.
- 3° L'amore fisico.
Andando a caccia, trovate una giovane e bella contadina, che fugge nel bosco. Tutti conoscono l'amore fondato su un tal genere di piacere; per quanto aridi e infelici di natura, a sedici anni si comincia sempre da questo.
- 4° L'amore di vanità.
L'immensa maggioranza degli uomini, specialmente in Francia, desidera e possiede una donna alla moda, come si possiede un bel cavallo, come una cosa necessaria all'eleganza di un giovane.
La vanità più o meno lusingata, più o meno aizzata, crea degli slanci. Qualche volta v'è unito l'amore fisico, ma non sempre; spesso non vi ha parte neppure il piacere fisico. — Una duchessa non ha mai più di trent'anni per un borghese, — diceva la duchessa di Chaulnes; e gli assidui della Corte di un uomo giusto, il re Luigi d'Olanda, ricordano ancora sorridendo una bella signora dell'Aja, che non riusciva a non trovare seducente un uomo che fosse duca o principe. Ma, fedele al principio monarchico, appena un principe arrivava a Corte, il duca era licenziato. Quella signora era come il distintivo del Corpo diplomatico.
Il caso più felice di queste vuote relazioni è quello in cui il piacere fisico è accresciuto dalla consuetudine. I ricordi lo fanno allora somigliare un poco all'amore; c'è la puntura all'amor proprio e la tristezza quando si è abbandonati; e, presi alla gola da motivi di romanzo, ci si crede innamorati e infelici, perchè la vanità aspira a credersi grande passione. Certo si è che, a qualunque genere d'amore si debba il piacere, questo, se ci si metta dell'esaltazione, è intenso, e il suo ricordo è trascinante. In tal genere di passione, al contrario che in quasi tutte le altre, il ricordò di ciò che si è perduto sembra sempre superiore a quello che possiamo attendere dall'avvenire.
Talvolta, nell'amore-vanità, la consuetudine, o il disperare di trovar di meglio, producono una specie d'amicizia, la specie meno piacevole; essa si vanta della sicurezza, ecc.
Il piacere fisico, essendo un fatto di natura, è conosciuto da tutti, ma agli occhi delle anime tenere e appassionate ha un posto subordinato. Se tali creature incorrono in società in qualche atteggiamento ridicolo, e se spesso le persone della detta società danno loro qualche—dispiacere con i loro intrighi, in compenso conoscono gioie inaccessibili a quei cuori che non palpitano se non per la vanità o il danaro.
Certe donne virtuose e tenere non hanno quasi un'idea dei piaceri fisici; raramente vi si sono, per così dire, esposte, e anche allora i trasporti dell'amore-passione hanno fatto quasi dimenticare i piaceri del corpo.
Vi sono uomini vittime e strumenti di un orgoglio infernale, di un orgoglio all'Alfieri. Costoro, che sono forse crudeli perchè, come Nerone, tremano sempre giudicando tutti gli uomini secondo il proprio cuore, costoro, dico, non possono arrivare al piacere fisico se non in quanto esso è accompagnato con la maggiore soddisfazione possibile dell'orgoglio, ossia in quanto esercitano sulla compagna dei loro piaceri le maggiori crudeltà. Da ciò gli orrori di Giustina. Tali uomini non trovano à minor prezzo il senso della sicurezza.
Del resto, invece di distinguere quattro amori differenti, si possono ammettere benissimo otto o dieci sfumature. Vi sono forse tanti modi di sentire tra gli uomini, quanti modi di vedere; ma queste differente di nomenclatura non cambiano nulla ai ragionamenti che seguono. Tutti gli amori che possiamo osservare quaggiù nascono, vivono e muoiono, o arrivano al sovrumano, seguendo le stesse leggi.
CAPITOLO II. - DEL NASCERE DELL'AMORE
Ecco quel che avviene nell'anima:
- 1° L'ammirazione.
- 2° L'individuo dice a se stesso: “Che piacere darle baci, o riceverne!”, ecc.
- 3° La speranza.
Si studiano le perfezioni; questo è il momento in cui la donna dovrebbe arrendersi, per il massimo piacere fisico possibile. Anche nelle donne più riservate gli occhi si arrossano nel momento della speranza; la passione è tanto forte, il piacere così vivo, che si manifesta per segni evidenti.
- 4° L'amore è nato.
Amare è aver piacere di vedere, toccare, sentire con tutti i sensi, e più davvicino che è possibile, un obietto amabile e che ci ama.
- 5° Comincia la prima cristallizzazione.
Ci si compiace di ornare di mille perfezioni la donna del cui amore siamo sicuri; ci si rappresenta la propria felicità in tutti i suoi particolari con infinita compiacenza. Tutto ciò si riduce ad esagerare un magnifico possesso, che ci casca dal cielo, che ci è sconosciuto, ma che siam certi che è nostro.
Lasciate lavorare la testa di un innamorato per ventiquatt'ore, ed ecco che cosa troverete.
Nelle miniere di sale di Salisburgo si usa gettare nelle profondità abbandonate della cava un ramo sfogliato dal freddo; due o tre mesi dopo lo si raccoglie ricoperto di fulgide cristallizzazioni: i più minuti ramoscelli, quelli che non sono più grossi dello zampino di una cincia, sono fioriti di una infinità di diamanti mobili e scintillanti; è impossibile riconoscere il ramo primitivo.
Quello ch'io chiamo cristallizzazione, è l'opera dello spirito, che da qualunque occasione trae la scoperta di nuove perfezioni dell'oggetto amato.
Un viaggiatore parla della freschezza dei boschi d'aranci a Genova, sulle rive del mare, nelle giornate ardenti dell'estate: che piacere godersi con lei quella frescura!
Uno dei vostri amici si rompe un braccio a caccia: che dolcezza avere le cure della donna amata! Essere sempre con lei, veder lei amarvi senza tregua, farebbe quasi benedire il dolore; e dal braccio rotto dell'amico arrivate ad esser certi dell'angelica bontà della vostra innamorata. In una parola, basta pensare a una perfezione per vederla nella persona che si ama.
Tale fenomeno, che mi permetto di chiamare la cristallizzazione, è generato dalla natura che ci comanda di provare piaceri e ci manda il sangue al cervello, dal senso che i piaceri si accrescono con le perfezioni dell'oggetto amato, e dal pensiero: ella è mia.
Il selvaggio non ha il tempo di procedere ocre il primo ...

Indice dei contenuti

  1. INDICE
  2. CAP. I - DELL'AMORE
  3. CAP. II. - DEL NASCERE DELL'AMORE
  4. CAP. III. - DELLA SPERANZA
  5. CAP. IV
  6. CAP. V
  7. CAP. VI. - RAMETTO DI SALISBURGO
  8. CAP. VII - COME NASCE L'AMORE NELL'UNO E NELL'ALTRO SESSO
  9. CAP. VIII
  10. CAP. IX
  11. CAP. X - ESEMPI DELLA CRISTALLIZZAZIONE
  12. CAP. XI
  13. CAP. XII - SEGUITO DELLA CRISTALLIZZAZIONE
  14. CAP. XIII - DEL PRIMO PASSO, DELLA VITA MONDANA, DELLE DISGRAZIE
  15. CAP. XIV
  16. CAP. XV
  17. CAP. XVI
  18. CAP. XVII - LA BELLEZZA DETRONIZZATA DALL'AMORE
  19. CAP. XVIII
  20. CAP. XIX - SEGUITO DELLE ECCEZIONI ALLA BELLEZZA
  21. CAP. XX
  22. CAP. XXI - DEL PRIMO INCONTRO
  23. CAP. XXII - DELL'INFATUAZIONE
  24. CAP. XXIII - DEGLI INNAMORAMENTI FULMINEI
  25. CAP. XXIV – VIAGGIO IN PAESE SCONOSCIUTO
  26. CAP. XXV - LA PRESENTAZIONE
  27. CAP. XXVI - DEL PUDORE
  28. CAP. XXVII - DEGLI SGUARDI
  29. CAP. XXVIII - DELL'ORGOGLIO FEMMINILE
  30. CAP. XXIX - DEL CORAGGIO FEMMINILE
  31. CAP. XXX - STRANO E TRISTE SPETTACOLO
  32. CAP. XXXI - DAL GIORNALE DI SALVIATI
  33. CAP. XXXII - DELL'INTIMITÀ
  34. CAP. XXXIII
  35. CAP. XXXIV - DELLE CONFIDENZE
  36. CAP. XXXV - DELLA GELOSIA
  37. CAP. XXXVI - SEGUITO DELLA GELOSIA
  38. CAP. XXXVII – ROSSANA
  39. CAP. XXXVIII - DEL PUNTIGLIO D'AMOR PROPRIO
  40. CAP. XXXIX - DELL'AMORE LITIGIOSO
  41. CAP. XXXIX-BIS - RIMEDI CONTRO L'AMORE
  42. CAP. XXXIX-TER