Principi occulti di salute e guarigione
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Principi occulti di salute e guarigione

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Principi occulti di salute e guarigione

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Max Heindel è considerato il più grande chiaroveggente positivo d'America, iniziato dall'Ordine Rosacroce, all'interno del quale ha raggiunto il grado di Fratello Laico, ebbe l'incarico di promulgare nel Mondo Occidentale i valori più evoluti del Cristianesimo esoterico, in previsione della prossima Era dell'Acquario. A questo scopo fondò nel 1909 la "The Rosicrucian Fellowship", con sede a Oceanside, California, e scrisse numerosi libri e saggi. Il testo principale nel quale egli raccolse gli "Insegnamenti della Saggezza Occidentale", così come gli vennero trasmessi nel Tempio eterico dei Fratelli dell'Ordine: "La Cosmogonia dei Rosacroce", è un esempio di profondità e al tempo stesso chiarezza mai raggiunti da nessun altro autore in questo campo. Intere generazioni vi hanno trovato le risposte e il sostegno ai quali anelavano. L'Associazione Rosacrociana è ora diffusa in tutto il mondo, e migliaia di "studenti rosacrociani" seguono i suoi corsi per corrispondenza di Filosofia, Bibbia e Astrologia. In questa opera Max Heindel delinea la visione della scienza esoterica intorno a malattia e guarigione. Cos'è la malattia? Quale è la sua causa prima? E cos'è la salute? Contrariamente a quanto normalmente ritenuto, la malattia ha un diretto rapporto col malato e col suo comportamento, e pertanto anche la guarigione è connessa alla comprensione e riforma delle cause che la provocarono.

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Informazioni

Anno
2018
ISBN
9788827809235
Argomento
Literatura
Categoria
Clásicos
CAPITOLO VII
EFFETTI DEL CONSUMO DI ALCOOL E TABACCO
Il consumo di carne e di alcool rendono l’uomo brutale e lo distolgono dalla vista spirituale dei mondi superiori facendolo concentrare sulle cose materiali. La Bibbia effettivamente ci insegna che, all’inizio dell’era dell’arcobaleno - epoca nella quale vivevamo in un’atmosfera pura e asciutta, assai diversa dall’atmosfera brumosa dell’Atlantide di cui si parla nel secondo capitolo della Genesi - Noè fece fermentare il succo d’uva per farne del vino. Lo sviluppo materiale è stato la conseguenza dell’attuale concentrazione delle energie umane sul mondo materiale, e questo è a sua volta il risultato del consumo di carne e vino. Il primo miracolo di Gesù Cristo è consistito nel cambiare l’acqua in vino. Egli stesso non aveva alcuna necessità di stimolanti artificiali: “Al momento del battesimo aveva ricevuto lo Spirito Universale”. È per coloro che sono meno avanti sulla scala dell’evoluzione che Egli ha cambiato l’acqua in vino. Ma è certo che nessun bevitore di vino può ereditare il Regno di Dio.
La ragione esoterica è la seguente: gli eteri inferiori vibrano all’unisono con gli atomi-seme del plesso solare e del cuore ed è in questo modo che conservano la vita del corpo. Gli eteri superiori, al contrario, vibrano in rapporto con la ghiandola pituitaria e quella pineale. Assorbendo spiriti ribelli, fermentati al di fuori del corpo e che di conseguenza differiscono da quelli che fermentano all’interno grazie all’azione dello zucchero, si crea un disaccordo fra le due regioni superiore e inferiore. Le due piccole ghiandole sono temporaneamente assopite. Via via che abusa di bevande alcoliche, l’uomo cessa di essere cosciente nei mondi superiori. Se assorbe una quantità eccessiva di bevande alcoliche, le ghiandole sopra citate possono essere leggermente risvegliate ed egli può essere messo in grado di intravedere le regioni inferiori del mondo del desiderio, con tutto ciò che può esservi di malvagio. È quanto accade nella crisi patologica conosciuta sotto il nome di delirium tremens. In conclusione, poiché l’evoluzione della nostra anima dipende dagli eteri superiori, che costituiscono il nostro magnifico abito nuziale d’oro e hanno lo stesso grado di vibrazione del corpo pituitario e della ghiandola pineale, e poiché, d’altronde, gli eteri inferiori sono collegati all’atomo-germe del cuore e a quello del plesso solare, è facile comprendere come possa essere funesta l’azione delle droghe e dell’alcool sullo spirito umano.
Un vecchio adagio “Una volta Massone, sempre Massone” significa che quando qualcuno è stato iniziato in un ordine massonico, non lo può abbandonare, in quanto non può rinunciare alle conoscenze acquisite e ai segreti che gli sono stati rivelati. Al pari di colui che avendo seguito i corsi di una università non ne può dimenticare gli insegnamenti, l’allievo, discepolo o fratello laico, di una scuola di Misteri, non può disfarsi dell’esperienza acquisita. È quindi nella logica delle cose che noi ritorniamo, di vita in vita, verso l’Ordine al quale siamo stati affiliati. Può tuttavia accadere che, nel corso di una delle nostre esistenze, la nostra condotta ci faccia perdere la coscienza di questo stato spirituale. Per farmi meglio comprendere su quanto spiego, fornirò un esempio personale: quando, in Germania, mi si introdusse nel Tempio dei Rosa Croce, fui sorpreso di vedervi un uomo che avevo incontrato sulle coste del Pacifico. Ci eravamo visti parecchie volte senza esserci mai rivolti la parola. Sembrava occupare un ruolo sociale ben superiore al mio. Non eravamo mai entrati in contatto diretto. Tuttavia il nostro incontro nel mondo eterico fu assai caloroso; egli sembrava conoscere tutto ciò che concerneva la nostra rispettiva vita. Speravo di incontrarlo di nuovo in America al mio ritorno e di ottenere da lui le informazioni supplementari di cui avevo bisogno. Quando ritornai nella città dove egli abitava, amici comuni mi avvertirono che mi attendeva ed era ansioso di vedermi. Perciò, quando lo vidi, mi avvicinai subito a lui e gli strinsi cordialmente la mano. Sembrava mi conoscesse bene e mi chiamava per nome.
Ciò stava a indicare che egli si ricordava perfettamente di tutto quello che era avvenuto quando, usciti entrambi dal nostro corpo fisico, ci eravamo trovati in Germania. D’altra parte mi aveva detto, nel Tempio, che si ricordava di tutto quello che gli capitava quando si trovava fuori del corpo fisico, cosa alla quale credetti subito in quanto era arrivato a un grado di iniziazione superiore al mio, che era il primissimo.
Il giorno del nostro incontro nel modo fisico, dopo una breve conversazione, feci allusione a una cosa che gli fece sgranare gli occhi dalla sorpresa. Gli avevo parlato di un incidente accaduto durante il nostro incontro nel Tempio, e capii che non ne aveva conservato alcun ricordo. Tuttavia gli avevo detto troppo per non dirgli di più e non apparire ai suoi occhi uno stupido. Gli dichiarai quindi che mi aveva affermato di ricordare tutto quello che a lui succedeva. Egli negò formalmente la cosa. Quando ci lasciammo, insistette nel farmi promettere che mi sarei informato della ragione per la quale era un fratello laico dell’Ordine della Rosa-Croce, in quanto non si ricordava assolutamente nulla della vita che poteva condurre fuori del corpo fisico.
Il mistero fu chiarito, più tardi, quando mi disse, in occasione di un incontro sull’altro piano, che il fatto di fumare delle sigarette e di prendere delle droghe gli ottenebrava il cervello al punto di non riuscire a conservare alcun ricordo delle sue esperienze psichiche.
Quando gli ebbi spiegato la cosa, fece dei lodevoli sforzi per liberarsi dalle sue nefaste abitudini. Il presente caso dimostra come sia necessario vivere una vita pura e sana, non perdendo mai di vista che il nostro corpo è il Tempio di Dio e che è nostro dovere non profanarlo. Noi non danneggeremmo inopportunamente una Casa di Dio costruita con mattoni e cemento e che, tuttavia, non possiede la benché minima parte di santità che è stata conferita al corpo di cui disponiamo. Il cervello, in particolare, è il grande e importante strumento per mezzo del quale possiamo compiere il nostro lavoro in questo mondo fisico. È perciò evidente che non dobbiamo fare uso di bevande alcoliche o di narcotici che lo intorpidiscono e che sbarrano la strada al nostro progresso.

PARTE TERZA - LA GUARIGIONE

CAPITOLO VIII
CONDIZIONI Dl GUARIGIONE
Si dice comunemente che l’esistenza dell’uomo è breve e piena di fastidi. Fra tutte le vicissitudini che ci opprimono nessuna ci colpisce di più della perdita della salute. Ci rassegniamo senza eccessiva fatica a perdere del denaro e a veder scomparire i nostri amici. Ma quando la salute viene a mancarci e quando la morte ci minaccia, anche le persone più coraggiose si lasciano abbattere. Consci della nostra debolezza ci sentiamo impotenti; ci rivolgiamo allora alla forza divina per ottenere soccorso. È per questo che la funzione di guida spirituale è sempre più o meno legata al potere di guarigione. Fra i primitivi selvaggi il prete aveva anche la funzione di “guaritore”. Nell’antica Grecia coloro che erano ammalati si rivolgevano in particolare modo a Esculapio. Anche la Chiesa ha seguito questo esempio. Alcuni ordini cattolici si sono prefissi il compito, nei secoli scorsi, di alleviare la sofferenza in tutte le sue manifestazioni e lo stesso succede oggi in occasione di epidemie. Il “Buon Padre” visitava gli ammalati in qualità di rappresentante del nostro Padre Celeste. Se era veramente un buono e degno prete, egli rimpiazzava la scienza di cui difettava, con l’amore, la solidarietà e la fede che trasmetteva ai malati. Le cure che egli prodigava non cominciavano al capezzale e non terminavano con la guarigione. La riconoscenza del malato verso il medico si aggiungeva alla venerazione per il consigliere spirituale. Il potere che un tempo aveva il prete di soccorrere i malati e di dare sollievo creava fra di essi un solido legame, più stretto di quello che sarebbe stato se il medico dell’anima e quello del corpo fossero state due persone diverse. È evidente che la scienza medica ha fatto notevoli progressi, frutto di lunghe e pazienti ricerche. L’applicazione delle leggi sanitarie, la distruzione degli insetti responsabili delle malattie infettive testimoniano magistralmente il valore dei moderni metodi scientifici. Sembra dunque che tutto sia perfetto e che qualsiasi altro sforzo sia superfluo. Però, fino a quando l’umanità nel suo assieme non godrà di una salute perfetta, nessun problema esigerà una soluzione più urgente del seguente: come ottenere una buona salute duratura? Come conservarla?
Oltre alla medicina ufficiale che si serve esclusivamente di mezzi materiali per guarire i malati, vi sono altri sistemi basati sul potere mentale. Questi sistemi sono adottati da alcuni centri che preconizzano il “trattamento col pensiero”, “trattamento naturalistico” e che organizzano riunioni in cui i partecipanti vengono chiamati a testimoniare in pubblico la guarigione che hanno ottenuto tramite questi procedimenti. Se i medici ortodossi facessero altrettanto, non mancherebbero analoghe testimonianze.
L’opinione della massa è molto importante, ma non prova nulla in quanto un medesimo numero di persone potrebbero sostenere opinioni differenti. Può capitare che il singolo abbia ragione e che la maggioranza abbia torto. Fu il caso di Galileo, il quale fu perseguitato per avere fermamente sostenuto il moto di rotazione della Terra.
Oggi, tutti condividono l’idea per la quale l’illustre astronomo è stato perseguitato come eretico. Noi sosteniamo che l’uomo, essendo un essere complesso, ottiene la guarigione proporzionalmente alle cure che gli vengono praticate, sia sul piano fisico, sia sul piano mentale o morale, o in entrambi i casi.
CURARE O GUARIRE?
La maggior parte delle persone non distingue fra il sollievo che si può apportare provvisoriamente al proprio stato e la guarigione completa. Può essere utile spiegare questa differenza, che dipende dalla maggiore o minore collaborazione attiva del malato.
Un medico può impegnarsi a “curare” un certo stato patologico prescrivendo al malato le medicine appropriate o facendo massaggi o altri trattamenti. In questo caso il malato è come l’argilla nelle mani del vasaio: totalmente passivo. Non v’è dubbio che i trattamenti di tal genere possono riuscire ad attenuare e anche a sopprimere il dolore. L’ammalato può recuperare dunque la salute… ma non si tratta che di un miglioramento passeggero. Se non gli è stata spiegata la vera causa della malattia, il malato non capirà mai che essa è dovuta al fatto che egli ha infranto alcune leggi della natura. In questo modo, ripeterà gli stessi errori, con il risultato di ammalarsi nuovamente. Curare è un processo fisico. Guarire è esattamente l’opposto, poiché, in questo caso, si richiede che il paziente collabori, sia spiritualmente che fisicamente, con il medico.
Per appoggiare la nostra tesi prendiamo come esempio la vita e le opere del nostro grande Maestro Gesù Cristo. Quando i malati andavano a Lui per essere guariti si aspettavano forse un trattamento fisico, una terapia? No. Essi sapevano che sarebbero stati guariti spontaneamente grazie al potere dello Spirito. Essi avevano in Lui una fiducia illimitata. I fatti citati nel tredicesimo capitolo del Vangelo secondo S. Matteo provano come questa fiducia fosse essenziale. Vi si racconta che il Cristo si era recato nel luogo in cui Gesù, il precedente possessore del corpo fisico, era vissuto negli anni dell’infanzia e della adolescenza. Coloro che lo circondavano riconoscevano in Lui solo l’uomo fisico. Si chiedevano: “Non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe, i cui fratelli sono ancora con noi?”. Si dicevano che nulla di grande poteva venire da Nazaret; e in conseguenza della loro incredulità il Cristo non compì grandi opere in questo luogo, proprio “a causa della loro mancanza di fede”. Però, la fede senza le opere è cosa morta. Ovunque Gesù operò una guarigione, il malato ebbe il proprio compito da adempiere. Prima che la guarigione potesse avvenire, egli doveva collaborare con il Grande Guaritore, che gli diceva, per esempio, “Stendi la mano”. E l’uomo che aveva fatto questo gesto aveva la mano guarita. Diceva anche: “Prendi il tuo letto e cammina!”. L’ammalato aveva obbedito e la malattia se n’era andata. Al cieco dava quest’ordine: “Va’ e bagnati gli occhi alla fontana di Siloe!”. Faceva al lebbroso questa raccomandazione: “Va a mostrarti al Grande Prete”, “Offrigli i tuoi doni” e così di seguito. In ogni caso vi era sempre, da parte di chi voleva essere guarito, una cooperazione attiva con il Salvatore che in tal modo otteneva l’aiuto che gli era necessario. Quello che Gesù esigeva da questi ammalati era molto semplice, ma occorreva obbedienza perché è certo che l’opera del guaritore è facilitata dallo spirito di obbedienza del malato.
Quando Naaman venne a trovare Eliseo su di un carro trainato da cavalli, si immaginò che questo profeta avrebbe fatto un’importante dimostrazione di magia bianca per guarirlo della lebbra e fu deluso quando Eliseo non si fece neppure vedere e mandò un messaggero a dirgli: “Va a lavarti sette volte nel fiume Giordano”. Naaman irritato si allontanò dicendo: “Non abbiamo in Assiria abbastanza grandi fiumi? Perché dovrei bagnarmi nel Giordano?”. Gli mancava lo spirito di sottomissione, che è assolutamente necessario se ci preme ottenere la guarigione, e se Naaman avesse persistito nel rifiuto non sarebbe guarito dalla sua malattia. Alcuni di coloro che Cristo ha guarito non lo sarebbero stati se non avessero obbedito agli ordini dati loro. È una legge di natura assolutamente certa. La disobbedienza è la causa della malattia, l’obbedienza - che essa implichi un’immersione nelle acque del Giordano o il gesto di stendere la mano - indica un cambiamento di idee.
Tale atteggiamento di collaborazione permette al malato di ricevere il balsamo guaritore che può venire dal Cristo o da qualsiasi altro intermediario Qualunque sia il caso considerato, il potere creativo proviene dal nostro Padre Celeste che è il Grande Medico. In ogni guarigione intervengono tre fattori: in primo luogo il potere che proviene dal Padre nostro che è nei Cieli, poi il medico e per ultimo, lo spirito di obbedienza del paziente sul quale il Padre può agire per mezzo del medico in modo tale da far scomparire i mali. Noi dobbiamo riuscire a renderci conto del fatto che l’universo è pervaso dal potere che il Padre ha di guarire tutti i mali, di qualunque natura essi siano. È una grande certezza.
Il medico è il punto focale, il veicolo attraverso il quale il potere guaritore del Padre si infonde nel corpo del malato. Se il medico è uno strumento docile e in perfetta armonia con l’infinito, non vi sono limiti alle opere benefiche che il Padre può operare tramite il suo intermediario, se l’ammalato si dimostra particolarmente ricettivo ed obbediente.
CAPITOLO IX
IL SISTEMA DI GUARIGIONE DELL’ASSOCIAZIONE ROSACROCIANA
PERCHÈ I ROSACROCE OPERANO GUARIGIONI
Fra tutte le innumerevoli menzogne che circolano da secoli riguardo ai Rosa-Croce vi è almeno una grande verità: “I membri dell’Ordine cercano di guarire gli ammalati e hanno dei mezzi superiori per assolvere questo compito benefico”.
I membri degli antichi ordini religiosi predicavano l’avanzamento spirituale, castigando e colpendo il proprio corpo fisico. I Rosa-Croce, al contrario, professano il massimo rispetto per il corpo.
Guarendo gli ammalati, essi perseguono due scopi: come tutti i seguaci zelanti del Cristo, attendono con impazienza il “giorno del Signore”. Sanno che Lucifero, luce falsa della Lemuria, ha radicato negli uomini la passionalità, causa prima del peccato originale che comporta sofferenza e morte. Sanno anche che Cristo, vera Luce della Nuova Galilea del futuro, ha svelato l’Immacolata Concezione e ha predicato un vangelo di amore per liberarci dal peccato. In Oriente, il celibato è un freno efficace perché le razze orientali sono destinate a scomparire, mentre è contrario al piano di evoluzione degli Occidentali, in quanto da essi dovrà nascere una nuova razza. In questa parte del mondo, quindi, la parola d’ordine del discepolo è “Purezza nell’atto generativo”. Una nuova razza dovrà formarsi mediante l’amore puro, in modo da far scomparire i mali che, dopo una serie interminabile di generazioni concepite nel fuoco passionale, affliggono l’umanità. Nella Nuova Dispensazione anche la morte sarà vinta, perché la purezza dei corpi eterici renderà inutile il loro rinnovamento.
Malgrado nella Bibbia vi siano molti riferimenti su questa Nuova Era, un punto è tuttavia rimasto del tutto oscuro. Nessuno conosce il giorno in cui essa sorgerà, né il Figlio né gli Angeli. Da quando si è cominciato a predicare il Vangelo, i Cristiani attendono ansiosamente il giorno in cui si manifesteranno i Figli della Luce. Solo il Padre, quale Iniziato più elevato dei Signori dell’Intelletto, può prevedere il momento in cui lo spirito separatistico, che persegue solo il bene personale, cederà il posto all’unificante e altruistico spirito di amore e di abnegazione. Vi è, però, sin d’ora una cosa molto chiara: chi non avrà un corpo opportunamente costituito per essere adatto alle condizioni del Nuovo Cielo e della Nuova Terra - cioè la veste nuziale d’oro di cui si fa menzione nella Bibbia - non potrà sopravvivere. Altrettanto fu degli antichi Atlantidei degenerati, i quali non seppero adattarsi alle nuove condizioni atmosferiche loro imposte, perché essi non avevano evoluto i polmoni, che avrebbero consentito la sopravvivenza.
È cosa nota agli scienziati che lo stato del sangue influenza lo stato della mente e viceversa. Per godere di una mente sana bisogna avere un corpo sano, perché solo un corpo sano può dar vita a corpi sani e solo una mente sana può vincere la passione. I Rosa-Croce cercano di guarire il corpo, affinché possa ospitare una mente sana, pervasa di amore puro. In tali condizioni, ogni nuova concezione è un passo avanti verso il “Giorno del Signore”, giorno al quale aspiriamo così ardentemente. È questa la ragione delle nostre atti...

Indice dei contenuti

  1. PARTE PRIMA - L’UOMO E I SUOI VEICOLI
  2. PARTE SECONDA - LA MALATTIA
  3. PARTE TERZA - LA GUARIGIONE
  4. PARTE QUARTA - LA MORTE NON ESISTE