ATTO I
SCENA PRIMA
Massimiliano è appoggiato al balcone a casa di Pietro; sta fumando una sigaretta mentre guarda il tramonto. Entra Pietro e lo abbraccia alle spalle.
PIETRO: A che pensi?
MASSIMILIANO: A niente.
PIETRO: Ti conosco bene: quando stai troppo zitto, hai qualcosa.
MASSIMILIANO: Okay. Sì, penso a tutto questo! Al fatto che dobbiamo nasconderci come due topi di fogna! Sono stanco.
PIETRO: Anche io lo sono; più di te.
Pietro si stacca da Massimiliano e si appoggia anche lui al balcone.
PIETRO: E se ce ne andassimo all’estero? Ci prendiamo il diploma e ce ne andiamo via. In un paese più tollerante!
MASSIMILIANO: Tollerante? Da quando la gente è tollerante?
PIETRO: In Paesi come gli Stati Uniti c’è più integrazione.
MASSIMILIANO: Non l’abbiamo nemmeno nelle nostre case, l’integrazione. Tu credi che, andandocene, nessuno ci farà più sentire dei reietti? Lo credi davvero?
PIETRO: Ma se non proviamo, non possiamo saperlo.
MASSIMILIANO: Io non voglio scappare! Le cose vanno cambiate qui, a casa nostra. Io voglio poter camminare per strada e darti la mano o metterti un braccio intorno alla vita senza essere deriso o insultato. Non abbiamo ammazzato nessuno!
PIETRO: Lo so.
Massimiliano rientra in casa e Pietro lo segue. Pietro si siede sul divano, Massimiliano rimane in piedi.
MASSIMILIANO: Non hai ancora parlato ai tuoi, vero?
PIETRO: No.
MASSIMILIANO: Cosa aspetti? Che glielo vada a dire qualcun altro?
PIETRO: No. Okay, glielo dirò. Ma lo sai com’è mio padre. Mi ucciderà. Già odia il fatto che siamo sempre insieme perché i tuoi sono del Sud.
MASSIMILIANO: È un razzista!
PIETRO: Be', anche i tuoi… Quant’è che non vi parlate?
MASSIMILIANO: Da quando sanno di me e di te. Quindi due settimane.
PIETRO: Fantastico. I tuoi non ti parlano, i miei mi uccideranno. Direi che siamo fregati.
MASSIMILIANO: Molliamo tutto, allora! Dai! Ognuno per la propria strada! Non dirgli nulla e nasconditi a vita, se hai così paura di dire quello che sei!
PIETRO: Perché, che cosa sarei? Che cosa siamo?
MASSIMILIANO: Due persone! Due uomini! Due esseri umani! Ecco cosa siamo! Siamo questo! E la gente lo deve capire!
PIETRO: Scusa se non sono cazzuto come te…
Massimiliano si siede di fianco a Pietro.
MASSIMILIANO: Scusami.
PIETRO: Vorrei essere come te. Dico sul serio: vorrei avere il tuo coraggio, la tua forza fisica. Ma non le ho.
MASSIMILIANO: Tu sei quello che sei. Leggi poesie e ami la letteratura; a me piaci per questo. Ma ho bisogno anche di te, non posso affrontare tutto da solo. Tu hai già i tuoi problemi con tua nonna, lo so, ma non puoi vivere per sempre così.
PIETRO: Già, mia nonna. Con l’Alzheimer e un nipote frocio…
MASSIMILIANO: Vai al diavolo, Pietro!
Massimiliano si alza e fa per mettersi la giacca e andarsene. Pietro si alza e lo ferma.
PIETRO: Dove vai? Aspetta!
MASSIMILIANO: Me ne vado a casa, frocio!
PIETRO: Scusami.
MASSIMILIANO: Mi sono rotto di sentirmi dire frocio, okay? Ti ci metti pure tu?
PIETRO: Ti prego, scusami.
MASSIMILIANO: Non la sopporto, quella maledetta parola.
PIETRO: Per favore, scusa. È che sono nervoso.
MASSIMILIANO: Be', fattelo passare!
PIETRO: Ah, la costola? Ti fa ancora male?
Massimiliano si tocca il fianco destro.
MASSIMILI...