Io sono Romeo
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Io sono Romeo

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Dall'introduzione: Rosalba Vangelista porta sul palco il dolore di Pietro e Massimiliano, due ragazzi omosessuali costretti a "nascondersi come due topi di fogna" a causa dei pregiudizi delle persone che li circondano. I due giovani, infatti, si ritrovano soli a combattere contro un mondo che non li vuole. PIETRO: E come te, dolce creatura addolorata, dovrei chiudere il mio amore dentro un mondo irreale? Fatto di vetro e di sogni, che galleggiano portati via dall'alito di vento dei battiti di questo mio cuore ferito? La tua dolcezza mi disarma, ma la consapevolezza mi uccide. Non esiste, inquesto mondo di pietra, pietà per le anime come la mia. Siamo al mondo per cosa? Per amare ciò che gli altri decidono per noi? Non posso cessare di essere quello che sono. Solo la morte potrà lavare via da me ciò che questo mondo ha purgato. E se è la pazzia che viene a farmi visita, io non le aprirò. Perché non ci sarà né più un'anima né più un corpo ad attenderla. Nulla può dissacrare quello che le mie lacrime hanno sigillato, perché se viene la morte avrà il suo nome, le sue labbra e il suo respiro. E io morirò con il suo amore tra le braccia, e sarà impossibile ed eterno, come solo l'amore degli amanti afflitti sa essere.

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Informazioni

Anno
2018
ISBN
9788827839430

ATTO I

SCENA PRIMA

Massimiliano è appoggiato al balcone a casa di Pietro; sta fumando una sigaretta mentre guarda il tramonto. Entra Pietro e lo abbraccia alle spalle.
PIETRO: A che pensi?
MASSIMILIANO: A niente.
PIETRO: Ti conosco bene: quando stai troppo zitto, hai qualcosa.
MASSIMILIANO: Okay. Sì, penso a tutto questo! Al fatto che dobbiamo na­sconderci come due topi di fogna! Sono stanco.
PIETRO: Anche io lo sono; più di te.
Pietro si stacca da Massimiliano e si ap­poggia anche lui al balcone.
PIETRO: E se ce ne andassimo all’estero? Ci prendiamo il diploma e ce ne an­diamo via. In un paese più tollerante!
MASSIMILIANO: Tollerante? Da quando la gente è tollerante?
PIETRO: In Paesi come gli Stati Uniti c’è più integrazione.
MASSIMILIANO: Non l’abbiamo nemme­no nelle nostre case, l’integrazione. Tu credi che, andandocene, nessuno ci farà più sentire dei reietti? Lo credi davvero?
PIETRO: Ma se non proviamo, non pos­siamo sa­perlo.
MASSIMILIANO: Io non voglio scappare! Le cose vanno cambiate qui, a casa nostra. Io voglio poter camminare per strada e darti la mano o metterti un braccio intorno alla vita senza es­sere deriso o insul­tato. Non abbiamo ammazzato nessu­no!
PIETRO: Lo so.
Massimiliano rientra in casa e Pietro lo se­gue. Pietro si siede sul divano, Massi­miliano rimane in piedi.
MASSIMILIANO: Non hai ancora parlato ai tuoi, vero?
PIETRO: No.
MASSIMILIANO: Cosa aspetti? Che glielo vada a dire qual­cun altro?
PIETRO: No. Okay, glielo dirò. Ma lo sai com’è mio padre. Mi ucciderà. Già odia il fatto che siamo sempre insie­me perché i tuoi sono del Sud.
MASSIMILIANO: È un razzista!
PIETRO: Be', anche i tuoi… Quant’è che non vi par­late?
MASSIMILIANO: Da quando sanno di me e di te. Quindi due settimane.
PIETRO: Fantastico. I tuoi non ti parlano, i miei mi uccideranno. Direi che sia­mo fregati.
MASSIMILIANO: Molliamo tutto, allora! Dai! Ognuno per la propria strada! Non dirgli nulla e na­sconditi a vita, se hai così paura di dire quello che sei!
PIETRO: Perché, che cosa sarei? Che cosa siamo?
MASSIMILIANO: Due persone! Due uomi­ni! Due esseri umani! Ecco cosa sia­mo! Siamo que­sto! E la gente lo deve capire!
PIETRO: Scusa se non sono cazzuto come te…
Massimiliano si siede di fianco a Pietro.
MASSIMILIANO: Scusami.
PIETRO: Vorrei essere come te. Dico sul serio: vor­rei avere il tuo coraggio, la tua forza fisica. Ma non le ho.
MASSIMILIANO: Tu sei quello che sei. Leggi poesie e ami la letteratura; a me piaci per questo. Ma ho bisogno anche di te, non posso affrontare tut­to da solo. Tu hai già i tuoi proble­mi con tua nonna, lo so, ma non puoi vivere per sempre così.
PIETRO: Già, mia nonna. Con l’Alzheimer e un ni­pote frocio…
MASSIMILIANO: Vai al diavolo, Pietro!
Massimiliano si alza e fa per mettersi la giacca e andarsene. Pietro si alza e lo ferma.
PIETRO: Dove vai? Aspetta!
MASSIMILIANO: Me ne vado a casa, frocio!
PIETRO: Scusami.
MASSIMILIANO: Mi sono rotto di sentirmi dire frocio, okay? Ti ci metti pure tu?
PIETRO: Ti prego, scusami.
MASSIMILIANO: Non la sopporto, quella maledetta parola.
PIETRO: Per favore, scusa. È che sono nervoso.
MASSIMILIANO: Be', fattelo passare!
PIETRO: Ah, la costola? Ti fa ancora male?
Massimiliano si tocca il fianco destro.
MASSIMILI...

Indice dei contenuti

  1. PERSONAGGI
  2. INTRODUZIONE
  3. PROLOGO
  4. ATTO I
  5. ATTO II
  6. BIOGRAFIA DELL'AUTRICE