Siamo una stella spenta
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Trattasi di un saggio divulgativo sulla teoria delle origini del nostro pianeta, visto con gli occhi della natura.

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Informazioni

Anno
2018
ISBN
9788827856437

QUINDICESIMO

La crosta dura del nostro pianeta: le rocce

 
Una breve premessa: tutte le rocce hanno subito in origine una fusione. Detto questo, le rocce si dividono in tre classi:
Rocce ignee
Rocce metamorfiche
Rocce sedimentarie
Molto più complessa è la loro struttura chimica. Pertanto userò il primo sistema di classificazione, usando il secondo solo in quei casi che non se ne possa fare a meno per esaudire l'argomento trattato.
Rocce ignee: sono quelle rocce che hanno subito una fusione, e quindi sono le rocce più antiche. Tutto il materiale costituitosi in seguito sulla crosta terrestre deriva da queste rocce.
Rocce metamorfiche: sono quelle rocce che hanno subito una trasformazione per opera di forti pressioni o Rocce sedimentarie: sono le rocce più comuni della superficie terrestre e che chiunque di noi almeno una volta nella vita ha avuto sotto gli occhi, o sotto i piedi. Sabbia, ciottoli, arenaria.
 
La composizione chimica media delle rocce è così ripartita. Con una percentuale vicina al 50% l'ossigeno è l'elemento più abbondante. Dopo l'ossigeno segue il silicio con il 28%, visto e considerato che la massima parte dei minerali che formano le rocce della crosta del nostro pianeta sono silicati ( vedere capitolo Quarto ) e l'alluminio con lo 8%. Come ultimo seguono una decina di elementi con percentuali che, sommate assieme, non superano il 5%. Troviamo tre elementi importanti per gli esseri viventi, l'idrogeno, il fosforo e il carbonio con una percentuale molto bassa, neanche 1%.
Non mi sorprende che la parte del leone anche nelle rocce la faccia l'ossigeno - elemento di cui più volte ne ho sottolineato l'importanza - con una pecentuale del 50%. E neppure mi sorprende che in un altro pianeta ( vedere capitolo Settimo ), magari con un'origine simile al nostro, sia stata individuata la presenza dell'ossigeno. Questo è quindi un elemento la cui presenza nelle rocce è copiosa e costante, ma si tratta di un ossigeno chimico, del tutto inservibile agli esseri viventi.
Come per gli oceani, anche per la crosta terrestre del nostro pianeta gli studi sono abbastanza recenti. Dopo aver esaminato vari testi sull'argomento, mi è sembrato di capire che il periodo risalga ai primi decenni del '900 e negli anni antecedenti e posteriori della seconda guerra mondiale si erano già ottenuti dei buoni risultati. A titolo informativo, lo studio delle rocce si chiama petrologia.
La parte superiore della Terra, ovvero i continenti, è costituita da silicati di alluminio ( SI+AL ) ; al di sotto, nei fondali marini, c'è uno strato di basalto, rocce costituite invece da silicati e magnesio ( SI+MA ). Il magnesio è un metallo, e quindi le rocce di basalto sono più pesanti di quelle sotto i continenti.
Al momento della scoperta di questa discordanza ( non so in quale periodo avvenne, probabimente negli anni posteriori la prima guerra mondiale ), cioè le rocce più leggere, più antiche, sopra a quelle più pesanti e più recenti, sconcertò i geologi. Per la verità qualcuno dotato di un certo acume azzardò l'ipotesi che, alla luce di quei risultati, anche la parte superiore della Terra in tempi molto remoti avesse subito una fusione. Ma furono messi a tacere dalla maggioranza dei soloni della scienza, i quali invece stabilirono che le rocce leggere erano risalite dalla profondità del mantello terrestre. Come abbiano fatto poi a farsi largo tra le rocce più dure è un mistero. Ma nelle società moderne, che sono comandate e governate dal basso, gli individui pensanti non contano.
Al contrario io ritengo che una fusione nei continenti c'è stata. Eccome che c'è stata... E che è dovuta a un rigurgito delle esplosioni termonucleari di Sira, come già proposto nel capitolo Sesto di questo libro. Oppure più semplicemente perché le rocce dei fondali oceanici, costituite di ferro, si sono raffredate prima di quelle in superficie essendo il ferro un metallo che ha una reazione al freddo più immediata di altri metalli.
Le stratificazioni geologiche sono quelle striscie di terreno
che si accumolano l'una sull'altra, e che chiunque avrà notato osservando una foto, o visitare questo luogo dal vivo, del Gran Canyon nell'America del Nord, dove queste stratificazioni sono molto nitide. Questi strati nelle roccie si possono trovare comunque nei fianchi di molte montagne sparse nel nostro pianeta, e possono essere di diversi tipi.
Il Gran Canyon è la spaccatura più profonda della Terra continentale, e la parte pù bassa tocca i 1600 metri. I geologi hano stabilito che in quegli strati, e nei resti fossili di animali che possono ritrovarsi dentro di essi, si può leggere la storia geologica della Terra.
Questa " lettura " presenta delle incoerenze enormi. Tanto per stare in linea con la mia teoria, traccia molto antiche di organismi viventi non sono state trovate. Poi nessun geologo o studioso spiega se le stratificazioni delle varie ere si sono create sommandosi o abbassandosi l'una con l'altra. Perché, non dimentichiamolo, la geologia ufficiale afferma che le montagne si sono sollevate. Delle due l'una. Altro punto controverso, nelle stratificazioni ci sono molte interruzioni. Sarebbe come leggere una frase all'inizio di una pagina, e trovarsi la fine della frase a fondo pagina. Inoltre i bordi di uno strato giacciono l'uno sull'altro, come delle colate. Sembrano gettate di materia incandescente, poi seccate dal Sole nel corso degli anni.
Sono le espulsioni di Sira. Stanno lì, davanti ai nostri occhi ciechi, a testimoniarne la sua potenza.
 

SEDICESIMO

Conclusione

Conclusione amara. Il pianeta Terra sta perdendo le sue meraviglie, e in un modo così precipitoso che potrebbe essere irreparabile. Ci sono voluti miliardi di anni alla natura per arrivare alla perfezione delle varie specie, vegetali e animali, e all'uomo sono bastati pochi secoli per distruggerla.
Nel giro di pochi anni, praticamente dal dopoguerra a oggi, il consumismo estremo è dilagato ai quattro angoli della Terra. Tanto per restare nei miei ricordi d'infanzia, quando con mio padre facevamo una breve gita in bicicletta di un paio di chilometri, trovavamo i prati. Una casa colonica adibita a osteria, una fetta di prosciutto, un bicchiere di vino ( di vino " schietto diceva mio padre ) e lo spazio verde-azzurro davanti a noi.
Sfido chiunque, oggigiorno, città ...

Indice dei contenuti

  1. PRIMO
  2. SECONDO
  3. TERZO
  4. QUARTO
  5. QUINTO
  6. SESTO
  7. SETTIMO
  8. OTTAVO
  9. NONO
  10. DECIMO
  11. UNDICESIMO
  12. DODICESIMO
  13. TREDICESIMO
  14. QUATTORDICESIMO
  15. QUINDICESIMO
  16. SEDICESIMO