Il cliente Iraq
eBook - ePub

Il cliente Iraq

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il cliente Iraq

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Per una società d'ingegneria è bene scegliere clienti facoltosi, non sempre però si rivelano stabili a causa di problemi politici e guerre.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Il cliente Iraq di Cesare Marchetti in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Storia e Storia moderna. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788831610551
Argomento
Storia

Una spedizione in Iraq prima della guerra.

In un periodo di scarso lavoro nella Petrocom società di ingegneria arrivò, come il cacio sui maccheroni, la richiesta di offerta per la costruzione di un impianto asfalti in Iraq. L’ente di stato iracheno ci chiamò per presentare un’offerta che fosse in linea con le loro richieste, trattandosi di un impianto che trattava un greggio molto particolare.
Così il 29 giugno del 1976, giorno di san Pietro e Paolo, io e altri colleghi: l’ing John Falcon, un inglese esperto petrolifero, l'ing Nodari responsabile commerciale e un esperto di preventivi il sig. Attilio Di Muzio ci trovammo pronti a partire all'aeroporto di Linate. Dovevamo atterrare a Roma per prendere a Fiumicino il volo diretto per Baghdad, che partiva alle 13. Gli aerei furono puntuali e noi atterrammo all'aeroporto di Baghdad alle ore 16.
Io di fatto ero al primo volo diretto nel Medio Oriente. Appena il portello dell'aereo si aprì e fui sul primo gradino della scaletta, sentii sul viso una folata d'aria molto calda, molto simile a quella che emette un asciugacapelli. Sentii il sudore sul collo e sotto le ascelle e lì per lì una certa fatica a respirare. Scendemmo nella hall dell'aeroporto, che era caldissima e sporca. Dovemmo fare una lunga fila per il controllo dei passaporti, poi passammo in uno stanzone, dove girava una specie di giostra sgangherata, che portava alla consegna i bagagli. Poi vi era un ulteriore controllo degli stessi: alcuni militi li facevano aprire per vedere il contenuto, non sequestravano quasi nulla ad eccezione di qualche rivista, che riportava immagini di ragazze seminude.
Nella hall di uscita vidi delle donne sedute per terra, ricoperte da veli neri, che lasciavano scoperti solo gli occhi. Delle mosche si muovevano sui veli e sul pavimento vi erano strisce di un liquame di natura sconosciuta. A me quelle donne velate fecero una certa impressione; Falcon se ne accorse e mi disse : “Non ti impressionare, in questo paese è normale che una donna si vesta così...”
Nell'aria vi era come un vago odore di carne bruciata e il vento secco muoveva le foglie degli eucalipti e delle palme, che costeggiavano il viale davanti all'aeroporto. Il centro della città distava una decina di chilometri e apparentemente non esistevano mezzi che conducessero i viaggiatori da un luogo all'altro. Per fortuna vi era lì la grossa macchina dell'ingegner Luca Soleri, il rappresentante della Petrocom in Iraq. Luca un bel ragazzo, alto e moro, aveva un'aria sicura di sé. Scorse i colleghi e ci venne incontro.
“Meno male che sei arrivato in tempo... stare qui ad aspettarti in questo luogo di merda, con le valige in mano, non mi sarebbe piaciuto. Fra tutti quelli che passano di qui, ci potrebbe essere qualcuno che ha la brillante idea di fregarti le valige e il portafoglio.” gli disse l’ing. Nodari.
Caricammo i bagagli in macchina e salimmo tutti nell'abitacolo: l'ing. Nodari e di Muzio davanti, Falcon e io dietro. Per fortuna in macchina vi era l'aria condizionata e quindi si respirava meglio. Dal finestrino posteriore una lama di sole andò a colpire il mio colletto; sentiì un'impronta molto calda sul collo. Sudavo abbondantemente e si notava che ero in sofferenza.
“E' la prima volta che vieni in Iraq?” mi domandò Luca Soleri, io annuii.
“Allora ti devi abituare a vivere in questi posti...pensa che oggi alle 14 locali vi era all'ombra una temperatura di 44 °C.”
“Non ti preoccupare” riprese Falcon” in albergo c'è l'aria condizionata e poi la sera fa fresco.”
La macchina viaggiava nella strada larga e asfaltata con qualche buca tra filari di palme ed eucalipti. Le prime case che apparvero erano molte povere, fatte di pietra e fango e man mano che ci avvicinavamo alla periferia della città gli alberi cominciarono a diradarsi lasciando il posto a larghi sterrati pieni di sabbia. La polvere sembrava coprire tutto: i tetti delle case, le strade, qualche aiuola con dei fiori stentati.
“Siete arrivati proprio in un bel giorno” disse Luca” stamani la polizia ha catturato una decina di estremisti egiziani contrari alla rivoluzione. E' arrivato Saddam Hussein e li ha fatti fucilare immediatamente, senza neanche un processo”
“E' l'uomo forte del regime vero?” domandò l'ing. Nodari.
“Ah sicuro...ormai Al Bakr, che è il presidente, essendo stato il primo capo del partito Ba'ath, cioè il partito che è andato al potere dopo la rivoluzione, lascerà presto il posto all'uomo forte del regime, Saddam.”
Ormai ci stavamo inoltrando all'interno della città. Si scorgevano ai lati della strada principale asfaltata gli imbocchi di tante strade sterrate, sui bordi delle quali sorgevano filari di casupole vecchie e sporche con le insegne dei negozi in lingua araba. Spuntarono in lontananza i palazzi del centro, dove la macchina era diretta. Avevano una taglia moderna, erano alti almeno sei o sette piani e parevano ben tenuti. La macchina si fermò in un piazzale davanti all'Hotel Baghdad, il più bello della città. Nel piazzale vi era un gran movimento, automobili straniere sfrecciavano continuamente per imboccare uno dei viali principali. Di fronte all'hotel si ergeva il palazzo del ministero del petrolio, sede del cliente.
Luca fece strada a noi quattro, che entrammo nella hall dell'albergo assai vasta; dopo l'esibizione dei documenti alla reception, il portiere disse in un buon inglese che non vi erano cinque camere disponibili, ve n'erano solo due doppie e una singola. Allora fu deciso che io e Falcon ci sistemassimo in una doppia, Di Muzio nella singola e l'ing. Nodari nell’altra doppia per dar lustro alla sua carica di responsabile societario.
Le camere erano assai ampie con la moquette blu sul pavimento, i servizi igienici in ordine e l'impianto di aria condizionata in funzione.
Ci rivedemmo all'ora di cena seduti a un grande tavolo nel ristorante dell'albergo.
L'ing. Nodari rivolgendosi a me che ero al battesimo come viaggiatore del Medio Oriente, mi disse: “Non bere l'acqua sfusa che ti portano nella brocca, altrimenti domani passerai la giornata sul cesso...bevi solo l'acqua minerale nelle bottiglie chiuse. Qui si beve birra e qualche liquore si può trovare. Non è come in Arabia che se ti trovano con una bottiglia piena di una bevanda alcolica ti sbattono in galera. Il cibo è abbastanza buono, c'è carne di montone e di pollo, la verdura è meglio mangiarla cotta. Frutta non se ne trova, almeno quella che noi siamo abituati a mangiare. Ci sono i cetrioli, come unico prodotto fresco ...”
Il ristorante era pieno di avventori, che venivano da tutte le parti del mondo. Erano ben visibili numerosi Giapponesi, Turchi, Inglesi, Tedeschi, Americani. L’ing. Nodari lo fece notare.
“Eh! Cari miei, sono tutti qui a mungere la vacca” disse” Anche noi, se non ci fosse questo paese che ha il petrolio e vuole investire, non so dove andremmo a sbattere la testa. Ce l'hanno detto all'Eni: se volete combinare qualcosa andate in Iraq..”
“Ci sarà della concorrenza per il nostro impiantino?” domandò Di Muzio.
“Ci sarà eccome! Non li vedi quei musi gialli là? Sono qui per questo..” rispose l'ing. Nodari con un risolino amaro. Era un uomo disincantato, con una buona esperienza maturata come operatore in una grande raffineria, milanese della Bovisa, piccolo coi capelli radi e grigi, ma con una grande verve.
Aveva atteggiamenti che cambiavano rapidamente dal serio al burlesco, passava dalla battuta goliardica a quella più colta. Mangiammo montone arrosto assai buono, dal sapore selvatico, che non dispiaceva, bevemmo birra e sgranocchiammo cetrioli e pistacchi.
Dopo cena girammo un po' per le sale dell'albergo, vi erano il bar, la sala da gioco, quella della televisione. Vedemmo anche una bella piscina. Poi uscimmo all'aperto sul bordo con ringhiera.
“C'è un'aria secca e non fa molto caldo...Bella piscina!” esclamò di Muzio.
“Ah certo! Domani col caldo che farà, mi ci tufferò dentro, come ho fatto le altre volte che sono venuto qui. Ma avete tutti il costume da bagno?” domandò l'ing. Nodari.
Io e Di Muzio dicemmo di no.
“Ecco! I soliti imbranati, ma bisogna proprio dirvi tutto!” concluse, ridendo ironicamente.
Ci sedemmo poi a un tavolo del bar per bere un liquorino prima di andare a dormire.
Io tanto per dire qualcosa domandai: “Ma qui ci sono donne?”
“Ah,ah” si mise a ridere l'ing. Nodari” e perché vuoi che non ci siano? L'Iraq non è come l'Arabia Saudita dove la prostituzione è proibita...l'Iraq è un paese laico, qui le puttane le trovi, ma non è roba per noi. Può capitare qualche avventura con le straniere che talvolta sono qui coi mariti. Essi vengono a Baghdad per lavorare e loro invece per conoscere l'Oriente. Si possono invitare le straniere a visitare il museo babilonese o i resti di Babilonia. Io qui ci sono venuto già una decina di volte per fare promozione commerciale e spesso ho dovuto soggiornare per molti giorni. Mi annoiavo a morte. Una volta abbordai una signora inglese, la invitai a visitare i resti di Babilonia. Credevo che la vista di quelle rovine suscitasse in lei la voglia di solidarizzare e di darsi buon tempo, la solita storia del Carpe Diem, no? ma mi sbagliavo. Le angloamericane sono donne controllate e fredde, solo se bevono diventano calorose. Allora quando tornammo in albergo la invitai a cena e le feci bere tanti bicchierini di liquore ... insomma alla fine a letto ci venne, tanto il marito era partito per Basrah, allo scopo di visitare un impianto. Anche quando dovetti stare in Siria per molto tempo allo scopo di acquisire quell'impianto di Topping, mi era venuta una fame di donne, veramente acuta. Adocchiai la cassiera del bar. Era una donna araba ben fatta, emancipata e divorziata. Non so per quante sere stetti a farle la corte...ce ne volle del tempo, ma poi alla fine cedette.”
L'ing. Nodari raccontò liberamente con voce allegra le sue avventure, ma poi si fece serio “Domani” disse” bisognerà che tu John presenti Marchetti al cliente, dicendo che ti sostituiscono nel lavoro di Quayarah, poi dovrai ritornare a Milano. Io domani devo incontrare il viceministro del petrolio assieme a Luca e regalargli quella forma di formaggio, che mi sono portato dietro e che mi sta appestando tutta la valigia...”
“Oh” domandai “ma agli Iracheni piace il formaggio?”
“Eh! Ne vanno matti...di formaggio e di liquori. Come vedi non è poi tanto difficile imbonirsi quelli che stanno in posizioni intermedie, quelli che sono in alto hanno esigenze più ricercate..”
John Falcon, che era stato sempre zitto alla fine concluse con humour inglese: “Ma nelle istituzioni qui si trovano in buona posizione anche persone che non hanno un elevato grado di cultura...basta avere partecipato con coraggio alle lotte rivoluzionarie, che un buon posto Saddam lo dà...”
L'ing. Nodari sorrise e annuì, dopo di che ci ritirammo nelle nostre camere.
Prima di addormentarmi pensai all'esperienza straordinaria che stavo facendo:il contatto con quel paese ricco di petrolio, ma disagiato, islamico ma non troppo, rozzo, ma con tanti reperti di antiche civiltà e per questo anche misterioso, la conoscenza dell'ing. Nodari, uomo singolare, colto ma sboccato, avventuriero, dinamico ed efficace.
L'indomani John Falcon ed io ci recammo al ministero del petrolio. Il palazzo era mal tenuto; gli ascensori bloccati: si erano guastati molto tempo fa e non si trovava nessuno a Baghdad capace di ripararli.
A una mia osservazione John risposeAh! Nei paesi arabi è così...ordinano in Occidente le cose più sofisticate, poi quando ce l'hanno in mano le guastano e non sanno fare manutenz...

Indice dei contenuti

  1. Una spedizione in Iraq prima della guerra.
  2. Una visita a Baghdad
  3. Una cena alla guest house
  4. Un’offerta difficile con visita ai pozzi
  5. La noia e uno spettacolo di varietà
  6. Il deserto dei Tartari
  7. Un party e il ritorno a Milano
  8. Le spedizioni dopo la Guerra
  9. Difficili rapporti con l’Iraq
  10. Le mosse astute del presidente
  11. Una guerra che non finisce
  12. Lo sfaldamento incipiente della Petrocom
  13. Vane speranze e il baratro
  14. Il presidente esce allo scoperto
  15. La società allo sbando
  16. Le mie dimissioni e l’affondamento della Petrocom
  17. Un incontro con Claudia