H-ombre-S
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H-ombre-S è la versione teatrale dell'omonimo romanzo dell'Autore. La vicenda prende l'avvio da K., protagonista del romanzo "Il Castello" di F. Kafka, rimasto incompiuto. Egli, a differenza di quanto avviene nel romanzo kafkiano, sarà accolto nel Castello che, qui, rappresenta il luogo della scrittura, dove incontrerà molti altri personaggi di opere di autori famosi. Essi acquisteranno coscienza di essere delle "ombre", frutto della creazione umana e tenteranno, allora, il salto dal mondo della scrittura al mondo della realtà, per vivere una vita vera, autentica e migliore, della quale vogliono essere gli artefici, fuori dal sogno dei loro rispettivi autori. Rimarranno a lungo sospesi tra il sogno e la realtà, desiderosi di realizzare il loro progetto.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788831611893

ATTO TERZO

STESSA SCENA
La notte torna ad essere rischiarata dalla luna argentata, molto bassa sulla valle. I Personaggi fiabeschi e Pinocchio sono scomparsi. Sul ponte i Personaggi guardano verso la valle, in silenzio, e così per almeno mezzo minuto.
Sierva María: (gridando) Oh, no!...Oh, no!...No, no, no, non è possibile! (con voce rotta dalla commozione) Povero, povero Pinocchio, vittima della sua impazienza, del suo sfrenato desiderio di riabbracciare i suoi amici, la sua fatina...Ma com'è possibile che sia caduto nel mondo!... No, è tutto un sogno!...E quei suoi amici, come hanno potuto raggiungere la valle...come possono essere riusciti a conquistare questa fetta di realtà che persiste nei nostri occhi, ma nella quale non abbiamo voluto credere giudicandola un sogno, il frutto del nostro smodato desiderio del mondo!...Ma sì, è un sogno... una terribile finzione!
Il Padre: (gridando, con tono trionfante) Realtà, realtà!...La morte di Pinocchio invera la sua metamorfosi e pone fine per sempre alla fiaba! (con pacatezza e lucidità) Non abbiamo creduto in un pezzo di legno che diventa bambino, perché troppo inverosimile era la storia del nostro caro Burattino. Ma ora che egli è morto, sappiamo che è vissuto realmente e che laggiù è il mondo! Vera fu la fiaba nella sua conclusione, vera fu la metamorfosi di Pinocchio: il passaggio dalla sua natura di legno all'umana natura. Di ciò sono prova il suo sangue e la sua morte!...La realtà, dunque, vince il sogno!...Se la fiaba può estinguersi dando vita ai suoi Personaggi, non c'è ragione di credere che il nostro sogno sia eterno. Esso è apparentato con la fiaba, perché la fantasia è il tessuto comune su cui si ordiscono il verosimile e l'inverosimile. Dunque, anche noi possiamo avverarci, e più facilmente, essendo più vicini al vero!..E se laggiù è il mondo, non ci resta che attraversare questo ponte uscendo dal Castello e dal sogno!
don Chisciotte: (con la solita aria assorta e trasognata e in disaccordo con Il Padre) Se la realtà nasce dalla fiaba, come può vincere la purezza del sogno che resta separato da quella sponda del tutto irreale? Il sogno non è fantasia e ha il primato sulla realtà che esso stesso genera. Esso è un'idea, un'immagine che si trasforma e si realizza, mentre la fantasia trasforma la realtà e ne fa volentieri a meno. Mentre ci è sempre nota la meta del sogno, non sappiamo mai, invece, dove approdi la fantasia, la quale spesso nuoce al sogno e l'ostacola quando si serve di perfide arti e di sortilegi per operare inopportune trasformazioni!...La fantasia ha dato vita a Pinocchio e gli ha dato la morte. E così egli vive e muore nella peggiore delle finzioni, pur condividendo con noi questo regno!...Cari Compagni, uccidiamo la fantasia e prendiamoci il sogno, se vogliamo essere davvero reali, perché la vita appartiene solo a chi è capace di sognarla!
Sigismondo: Sì, la vita è sogno!...Un sogno che dobbiamo ancora imparare!
Sierva María: Compagni, con tutta la fede che ripongo nel mio nome, che si compiace e si bea della presenza di tutti gli angeli, sono certa che Pinocchio vive ancora grazie alla sua Fata turchina, il cui amore materno lo ha trasformato in un vero bambino. E ora egli ricambia quest'amore prendendosi cura del mondo. Sì, egli è una fiaba vivente che culla i sogni di tutti i bambini!...Io non sono una fata e non ho i capelli turchini, ma posso vantare una chioma lunga ventidue metri e undici centimetri, e se non sono una fiaba, sono pur sempre una leggenda nutrita di tanti aspetti reali. Se nonostante l'Aquinate - a detta del quale "sembra che i capelli debbano resuscitare molto meno delle altre parti del corpo"24 - la mia chioma fu estratta integra dalla cripta, dove continuò a crescere per duecento anni dopo la mia morte, ciò lascia supporre che qualche altra parte del mio corpo abbia continuato a vivere e che, dunque, io non sia morta interamente. Non sono forse io un'Ombra senziente, come lo siete voi del resto, in attesa di risorgere con questi capelli che tengo raccolti in questa sacca sulle terga, affinché non coprano del tutto la mia umbratile persona? Io fui venerata, e lo sono ancora, per i miei molti miracoli e ciò significa che Dio credette in me, mentre il Sant'Uffizio mi volle posseduta dai demoni. Se, dunque, l'amore ha dato due volte vita a Pinocchio, nella fiaba e nella realtà, il demone dell'amore, che ancora in me agisce, mi salverà per sempre dal morso del cane e allora la mia vita potrà ricominciare senza la minima ombra di un dubbio, di un'incertezza e, soprattutto, senza esorcismi e tribolazioni. Sì. L'amore fa miracoli e ci fa eroi! Noi saremo la nuova razza umana, saremo uomini veri, in virtù dell'amore e del sacrificio. Saremo uomini/libro, come Montag, e salveremo il mondo dai rinoceronti. Eroe non è chi corteggia la morte ma chi, facendosi cavaliere della vita, ne ricerca la coppa per bere tutto l'amore che essa contiene! Essere eroi è non essere eroi! È abbandonarsi all'amore agendo in purezza di cuore.
Sonja: L'amore non manca in questo nostro regno e nemmeno la bellezza. In abbondanza ne contengono i libri che raccontano le nostre storie dispensando gioia e godimento ai nostri dei. La bellezza ha salvato Montag facendo di lui un uomo/libro! Essa dà luce alle nostre Ombre, anche quando la tragedia grava le nostre precarie esistenze, e per questa luce è bello esserci anche senza vita!...Sì. La bellezza ci ripaga di tutte le sventure e patimenti, perché le nostre lacrime versate e raccolte nei libri bagnano gli occhi dei gentili lettori, suscitando le loro emozioni e innalzandone lo spirito. Essa potrà salvare il mondo attraverso di noi! Perché, anche se siamo Personaggi travagliati e perduti, siamo pronti a riscattarci per risorgere a vita nuova. Nella bellezza salvifica crede ancora il buon Myškin25, per il quale mai si apriranno, se non per un miracolo, le porte del mondo. Perché il mondo non accoglierà mai un'esistenza così inverosimile, essendo ad esso tanta bontà infinitamente estranea e avendola in passato già disconosciuta e negata nel Figlio dell'uomo! Se un uomo come Myškin non potrà esistere nella realtà, non importa...C'è tanta bellezza in lui, e questa sua luce può accendere nel mondo la notte più profonda e illuminare un'intera esistenza! Abituiamoci a vivere in questo splendore, e le nostre vite, seppure inconsistenti, non ci sembreranno inutili! Esistere, per noi, è donarci attraverso la lettura a invisibili occhi e sperare che questi, godendo della luce delle nostre tenebre, si accendano come fiaccole sopra il moggio e mettano in fuga i cattivi sogni sostituendoli con la bella visione del vero. Perché c'è verità nella bellezza se, per suo tramite, si realizza il prodigio della creazione; se attraverso gli occhi che ci leggono, essa apre dentro di noi un vago sentimento d'amore che ci fa sentire meno soli e ci dà voglia del mondo. C'è bellezza nei libri!...E i libri non sono forse il corpo con cui abbracciamo il mondo?
don Chisciotte: (con aria trasognata) Molto godetti, in verità, come lettore di libri di cavalleria e ne divorai così tanti da perderci il senno e andarlo a cercare nel mondo. E fu così che il mondo entrò nella mia stanza e lo scambiai per un libro! Folle fu la mia idea di farmi cavaliere errante in un mondo inchiodato e sprofondato in un malefico sonno. A quell'idea mi condusse il sogno, che è la via più diretta alla ragione. Non follia né errore, dunque, fu il mio errare, perché non trovai realtà più bella e più vera di quella che ebbi a immaginare... (scambiando i nomi delle due donne, come a identificarle) Mia dolce Sonja del Toboso, mia cara Dulcinea Marmeladova, puro è il tuo cuore che sa vedere e attribuire tanta bontà al principe Myškin quanta egli ne possiede. Sì, c'è bellezza nel sogno, e la salvezza è negli occhi di chi sa sognare. Se molto io errai nel mondo sognando, ora la coscienza del sogno mi fortifica contro le magie e gli inganni e mi sprona a tornare dentro le mura del Castello. Perché lì si decide, senza tanti misteri, il destino nostro e del mondo; è lì che dobbiamo lottare affinché ci sia concessa la libertà delle azioni, di sognare con coscienza, sì, di essere consapevolmente folli!
Sigismondo: Sì, amici, torniamo al Castello, per rivendicare il nostro diritto alla libertà! Non è giusto che, per essere nati Personaggi, non ne godiamo come gli uomini. Perché non è stato concesso anche a noi il libero arbitrio? Perché i nostri dei ci hanno voluto fantocci e dannati? Già molto tempo trascorsi in solitudine dentro quell'altra Torre, dove fui rinchiuso, profondamente addormentato, a causa di una mia futura scelleratezza annunciata dagli astri al mio vecchio re. Mai, in verità, mi sarei macchiato del sangue di mia madre, né avrei cacciato mio padre per un miserabile regno!...Se la bellezza è salvezza, perché proprio le stelle, che ne possiedono in abbondanza e la riflettono in ogni luogo, hanno suggerito una così terribile colpa lasciando piovere su di me quella tremenda e ingiusta condanna? Perché le stelle sono state così menzognere?... Per mia fortuna, dal popolo di Polonia fui restituito alla libertà ma non a me stesso, giacché ancora non so quale vita mi appartenga e se e quando mi sarà concesso di vivere realmente!...Tutto per me è sogno! Ed oggi lo è più che mai dato che, come voi, ne ho coscienza! Tuttavia, quello che più mi preme è un sogno senza ingiustizie e senza colpe. Ciò mi farebbe sentire veramente libero e la finzione mi sarebbe più sopportabile...Io non sono il cattivo figlio delle stelle. Esse non possono avermi scelto per il loro trastullo...Sì, cara Sonja, c'è bellezza nel dolore, perfino nella tragedia, e la luce delle stelle che semina gioia e godimento non può avere generato tanto orrore! Il fatto è che siamo troppo simili agli dei: siamo le loro ombre lunghe! E il male, che da sempre abbonda sulla terra, ha finito per annidarsi anche nel sottosuolo... Se "il sogno è l'infinita ombra del vero", se esso è la verità che si annuncia sotto forma di ombra, essendo noi il sogno dell'uomo, siamo allora questa verità che rivela all'uomo la sua umbratile natura...E se nel mondo la vita è sogno di Dio, allora l'uomo è l'infinita ombra di questo Dio, ed è la verità che rivela a Dio la sua ombra. Nel vecchio sogno la solitudine mi fu compagna e fu la mia vera prigione e dannazione. Ora qui, sono annichilito e perso nella solitudine di quel Dio che sogna infinitamente se stesso attraverso l'uomo e noi stessi!
K.: (con aria preoccupata) Un sogno senza ingiustizie e senza colpe è il sentimento profondo che tutti condividiamo, ma solo la realtà può purgarci. Essa solo può far luce sulla mia triste vicenda e smentire le stelle, qualora siano state esse a decretare la mia condanna. Ci farebbe comodo affogare pene, misfatti, e quant'altro grava le nostre anime innocenti, in quella solitudine divina, se il sogno non toccasse la nostra coscienza...Non è per mezzo di essa che soffriamo, sentiamo, parliamo? Io, cari Compagni, parlo in vostra presenza e sento che le parole sono mie, mi appartengono, come questo sogno, dove ancora non ho un nome e attendo, come voi, di risvegliarmi. Quel Dio dell'amore, che resta nascosto all'uomo, è troppo lontano e non mi tange...Egli non guarisce la mia colpa con la sua tremenda solitudine! Io non chiedo, allora, di lottare per la libertà, ma per l'amore: quello terreno e mortale, che può liberarci dal peso degli errori e dei mali del mondo...Dio è lontano, ed è solo! L'amore, il nostro amore per gli uomini e quello degli uomini può liberarlo dalla solitudine e s...

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  1. PERSONAGGI
  2. ATTO PRIMO
  3. ATTO SECONDO
  4. ATTO TERZO