Il conte e il giacobino
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Il conte e il giacobino

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Il conte e il giacobino

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Informazioni sul libro

L'intento di questo libro e far conoscere gli avvenimenti dell'epoca che, a seguito dell'arrivo in Piemonte dei canoni rivoluzionari francesi, mutarono sostanzialmente la vita della società nelle città cosi come nei piccoli paesi. L'introduzione dell'uguaglianza delle persone di fronte alla legge, il divorzio, l'adozione di un sistema fiscale basato sul reddito individuale e la possibilità di esprimere liberamente i propri convincimenti politici iniziarono quel processo che portò alcuni decenni dopo alla nascita delle democrazie liberali. E augurabile che, leggendo quest'opera e comprendendo a quali traversie dovettero sottoporsi i protagonisti per realizzare i propri convincimenti, il lettore ricavi uno stimolo per comprendere meglio e affrontare in modo meno rinunciatario le problematiche attuali.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788831615273
Argomento
Storia

Capitolo Nono

Pochi giorni dopo la partenza del tenente Duplessis sul paese cadeva una leggera nevicata sufficiente a imbiancare il terreno e il notaio, considerato che in campagna non era possibile fare altri lavori, decise di far imbottigliare il vino prodotto dalle uve dell’ultima vendemmia. Nella masseria in queste occasioni la conversazione tra i lavoranti era generalmente allegra e disinvolta. Questa volta, però, al suo arrivo Luigi Valle si accorse immediatamente che il tono era sommesso e solo quando, approfittando del malfunzionamento del marchingegno usato per tappare le bottiglie Pietro gli spiegò che sua moglie Marta era prossima alla fine, ne comprese la causa.
- E’ venuto il dottor Boerio a visitare tua moglie? - chiese il notaio al fattore.
- E’ passato ieri e mi ha detto che Marta non ne avrà più per molto.
- Non è detto, Pietro, alle volte Dio dispone diversamente.
- Nello stato in cui versa mia moglie non so se questa sarebbe una grazia -ribatté Pietro riprendendo a tappare le bottiglie.
Nel tardo pomeriggio, finito il lavoro e lavate le attrezzature, mentre un frizzante profumo di vino si diffondeva per tutta la masseria, Valle uscì e si diresse verso la casa del dottor Boerio, ostacolato dalla nevicata che era aumentata di intensità. Fortunatamente Giovanni era in casa e ricevette immediatamente l’amico.
- Sono venuto per verificare quali sono le reali condizioni della moglie del mio fattore - spiegò il nuovo venuto .
- Spero che Pietro esageri, non ho il coraggio di riferire le sue parole a Elena.
- Pietro non esagera - confermò il medico. - Credo che per Marta non ci sia più speranza, le sue condizioni si sono aggravate e i danni subiti sono ormai irreparabili.
- Terribile, una donna così bella e giovane con due figli piccoli! – esclamò il notaio accomodandosi sconfortato sull’unica poltrona dello studio.
- Per me è peggio, Luigi - rispose l’amico sedendosi su una panca. - A parte lo sconforto che prova un medico nel perdere un paziente, debbo confessarti che ho avuto una relazione con Marta prima che sposasse Pietro, e mi sono pentito di non averla chiesta in moglie.
- E’ stato veramente un peccato che tu non l’abbia fatto! – esclamò il notaio sorpreso dalla rivelazione. - Marta è una popolana, ma è una donna bella e intelligente e sarebbe stata una buona moglie per uno scapolo impenitente come te.
- Non so cosa dire, Luigi, fatto sta che allora non gli chiesi di unirsi a me e lei sposò Pietro.
- Le donne sono molto pragmatiche - concluse il notaio sorridendo controvoglia.
- Le coetanee di Marta erano già tutte sposate e lei non voleva restare zitella aspettando le mie decisioni - spiegò ancora il medico.
A quel punto la conversazione si interruppe per alcuni istanti quasi che i due non avessero più nulla da dirsi, poi il notaio, come fosse preda di un raptus esclamò:
- Ma come è possibile che non esista nessuna cura per la pellagra!
- Calma, Luigi, mi rendo conto che è drammatico se ad affermarlo è un medico, ma purtroppo non esiste rimedio a questa malattia, non si è nemmeno certi quale sia l’agente che la provoca.
- Tu hai qualche idea?
- Sono anni che ne ricerco la causa scrivendo relazioni, tanto da diventare un membro dell’Accademia delle Scienze di Torino - chiarì ancora il sanitario. - Ma per quanto mi sia arrovellato non sono giunto ad alcun risultato concreto.
- Esistono altri che si interessano a questa malattia?
- In Lombardia e in Francia sono in corso degli studi sulla pellagra, ma sino ad ora hanno fruttato solo supposizioni poco attendibili.
- Sei sicuro che sia una malattia infettiva?
- Molti ne dubitano, ma cos’altro potrebbe essere? La pellagra ne ha tutte le caratteristiche - rispose il medico, stupito dalla domanda dell’amico.
- Mi pare che colpisca in particolar modo le fasce povere della popolazione.
- Come tutte le malattie infettive, Luigi - rispose amaramente il medico. - Come al solito i più poveri sono i più esposti al contagio. Domani devo visitare alcuni ammalati e Marta in particolare, vieni con me e vedrai come stanno le cose.
Con questa intesa Luigi Valle salutò l’amico e se ne andò, mentre il medico uscì a sua volta di casa per andare ad assistere un malato particolarmente grave, già sapendo che non avrebbe potuto fare assolutamente nulla per alleviare le sue sofferenze.
Durante il tragitto verso casa Luigi Valle era arrovellato dal dubbio se rivelare o meno a Elena le reali condizioni di salute di Marta, sua amica da quanto, sposandolo, era giunta in paese. Durante la cena il notaio concluse che era opportuno che la moglie conoscesse la verità, e cercò di rivelarla alla donna nel miglior modo possibile:
- Oggi Pietro mi ha dato una notizia terribile, mia cara.
- Cosa intendete per notizia terribile, Luigi? - chiese Elena in apprensione.
- Marta è alla fine. Finito di imbottigliare alla masseria sono andato da Giovanni che mi ha confermato la gravità delle sue condizioni.
- Sia io che la contessa ne siamo al corrente - rispose tranquillamente la padrona di casa allo sconcertato marito. - Domani dobbiamo decidere se è il caso di convocare altri due medici per un consulto con il dottor Boerio. Vi avrei informato durante la cena di questa eventualità.
- E pensare che io che temevo di sconvolgervi rivelandovi questa notizia! – esclamò l’uomo, aggiungendo quasi a se stesso: - E’ proprio vero che le donne sono una sorpresa.
- Non ve ne ho parlato prima perché speravo in un miglioramento delle condizioni di Marta - si giustificò Elena trattenendo le lacrime. - Ma ormai penso sia tutto inutile, credo che il dottor Boerio abbia ragione e che la mia amica sia allo stremo.
- Pensate che Giovanni sia all’altezza?
- Anche se è un giacobino credo che il dottore sia molto competente - rispose prontamente Elena. - Sono anni che si interessa a come curare la pellagra.
- Ho un’intesa con Giovanni per accompagnarlo domani nelle visite ai suoi pazienti, spero che non siate contraria - spiegò il notaio cambiando discorso.
- Affatto, Luigi, io non credo che la pellagra sia infettiva. Oltretutto è meglio che vi rendiate conto delle reali condizioni della gente del paese - spiegò Elena servendo il secondo al marito.
- A cosa dovete questo convincimento, mia cara? - domandò ancora il notaio stupito dalla perentoria affermazione della moglie.
- Io credo che sia qualcos’altro che provoca la pellagra, forse l’ereditarietà. Dovete dirlo a Giovanni, magari lo metterà sulla buona strada.
La mattina dopo la nevicata era cessata e Luigi Valle si alzò prima del solito. Andato nella stalla fece aggiogare la cavalla al calesse che usava di solito quando doveva raggiungere una cascina isolata per raccogliere il testamento di qualche persona non più in grado di muoversi, poi, uscito in strada, si diresse verso la casa del dottor Boerio. Qui il domestico gli comunicò che il medico se ne era andato di casa prima dell’alba e aveva lasciato...

Indice dei contenuti

  1. Presentazione
  2. Capitolo Primo
  3. Capitolo Secondo
  4. Capitolo Terzo
  5. Capitolo Quarto
  6. Capitolo Quinto
  7. Capitolo Sesto
  8. Capitolo Settimo
  9. Capitolo Ottavo
  10. Capitolo Nono
  11. Capitolo Decimo
  12. Capitolo Undicesimo
  13. Capitolo Dodicesimo
  14. Capitolo Tredicesimo
  15. Capitolo Quattordicesimo
  16. Capitolo Quindicesimo
  17. Epilogo