La psicoanalisi (Edizione integrale con 12 tavole illustrate)
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Informazioni sul libro

CAP. I. – I FENOMENI ISTERICI
I piú bizzarri fenomeni morbosi – Qualche tentativo di spiegazione – Il caso della signorina Anna O. – Entra in scena il dott. Freud – Nascita della psicoanalisi CAP. II. – L'INCOSCIENTE
Precedenti storici – Che cos'è l'incosciente – Le illusioni dell'introspezione – Le abitudini e il carattere – La memoria e la percezione – Natura ed estensione dell'incosciente – Determinismo psichico – Le neurosi, malattie psichiche – L'«Io» e l'«Es» – Le esperienze infantili – L'incosciente ereditario – Il precosciente e l'incosciente. CAP. III. – LA RIMOZIONE
Desideri insoddisfatti – L'inibizione psichica normale – L'inibizione patologica e la rimozione – La bestia umana e il Super-Io – La memoria e l'oblío: un dibattito secolare – La soluzione psicoanalitica – Ricordi infantili – Gli «atti mancati» – Le papere – Il meccanismo psicologico dell'errore – La psicopatologia della vita quotidiana CAP. IV. – LA PSICOENERGETICA. TEORIA DEGLI ISTINTI.
Le forze psichiche: precedenti storici – Psicoenergetica freudiana – La dislocazione affettiva – Piacere e dolore – Edonismo radicale – Limiti e rinunzie – Interesse e Libido – I fenomeni di ripetizione – Metapsicologia – Teoria dualista CAP. V. – L'EVOLUZIONE DELLA SESSUALITÀ UMANA.
La questione sessuale – Sessualità e libido – Oggetto e metodo della sessologia – La psicologia dell'infanzia, ieri ed oggi – Erotismo infantile – Il primo anno di vita – Il divezzamento – Il «complesso di Narciso» – Piccoli drammi familiari – Il «complesso di Edipo» – Lo sviluppo affettivo della bambina – Sentimenti di colpa e d'inferiorità – Periodo di latenza ed età scolastica – La crisi puberale – La sublimazione – Sesso e carattere – I valori spirituali CAP. VI. – IL SOGNO.
Il sogno e la veglia – La psicologia moderna e il problema del sogno – Sogni d'origine sensoriale – Rappresentazioni sostitutive – Sogni infantili – Funzione biologica del sogno – La censura – Il linguaggio dei sogni – Il simbolismo – Alcuni tra i simboli piú frequenti – Origine dei simboli – Costituzione finale del sogno – Prove sperimentali – Sogni angosciosi – Ultime difficoltà. CAP. VII. – LE NEUROSI.
Verso la patologia mentale – I sogni e i sintomi neurotici – Cause delle neurosi – Arresto e regressione della libido – Le neurosi di «transfert» – L'isterismo comune – L'isterismo d'angoscia – Le ossessioni – La terapia psicoanalitica – Il racconto spontaneo – Il metodo delle associazioni – Analisi dei sogni – Resistenze – Il «transfert» – La guarigione psicoanalitica – Le neurosi narcisistiche – Le neurosi attuali CAP. VIII. – LA PSICOANALISI NELLA STORIA DELLA CIVILTÀ E DELLA CULTURA.
La psicologia dei popoli – Il selvaggio, il fanciullo e il neurotico – Il totemismo – Alla ricerca di un'ipotesi – La teoria psicoanalitica – Un orrendo delitto – Origine della religione e della morale – Religione e neurosi – La psiche sociale – Il linguaggio – Il mito – L'arte – Amore e poesia CAP. IX. – CONTINUATORI E CRITICI DEL FREUD.
Successi e contrasti – Psicoanalisti ortodossi – C. G. Jung: l'incosciente e il simbolo – Le tendenze e il carattere – Medico e sacerdote – A. Adler: il sentimento d'inferiorità – La «finzione» e la «protesta maschile» – W. H. R. Rivers: l'istinto di conservazione – Altri studiosi d'ogni Paese – Gli avversari – I capi di accusa CAP. X. – CONSIDERAZIONI CRITICHE E CONCLUSIONE.
Psicologia e psicoanalisi – Risultati positivi – Accuse infondate – La psicoterapia – Il «pansessualismo» – Istinto e intelligenza – La monogenesi delle neurosi – L'isterismo – Ancora il problema del sogno – Religione e morale – La natura umana – Conclusione NOTA BIBLIOGRAFICA
I – Opere di SIGMUND FREUD
II – Opere di psicoanalisti
III – Scritti italiani sulla psicoanalisi
IV – Principali riviste di psicoanalisi
V – Scritti diversi

Domande frequenti

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788831615839
Argomento
Psychology

CAPITOLO VII
LE NEUROSI

Abbiamo cominciato questa esposizione dei punti principali della psicoanalisi con una breve scorreria nel campo delle malattie mentali, e precisamente prendemmo in esame i fenomeni isterici. La psicoanalisi infatti è nata là, come interpretazione causale del meccanismo dell’isteria e come metodo di cura dei soggetti isterici: è nata, dunque, come una branca della psichiatria in cui tendeva a segnare un nuovo indirizzo. Poi noi abbiamo abbandonato il terreno della patologia mentale per addentrarci in quello della psicologia generale: abbiamo infatti voluto mettere in prima luce il nuovo modo di concepire la vita psichica umana che scaturisce dalla psicoanalisi, le nuove ipotesi affacciate per spiegare il dinamismo della vita mentale normale, sostando in ispecie sull’incosciente, sui fenomeni inibitori e sui conflitti intrapsichici, sulla natura degli istinti, sull’evoluzione della sessualità e sul sogno. Abbiamo avuto piú volte l’occasione di accennare a casi patologici, a guisa di controllo e di conferma delle teorie che a mano a mano andavamo esponendo; e spesso abbiamo anche insistito sul fatto che tra il normale e il patologico i confini sono molto incerti, che non si saprebbe a rigore dire dove finisca la normalità e dove incominci la malattia, che infine anche quei caratteri psichici che sembrano propri delle malattie mentali hanno il loro fondamento in certe tendenze comuni agli individui sani e normali, sicché continuo e graduale è il passaggio dalla normalità alla malattia; e pur negli uomini piú perfetti si trovano sempre i germi, gli spunti, gli inizi di tutte le aberrazioni.

VERSO LA PATOLOGIA MENTALE

Ora dobbiamo rientrare nel campo della patologia mentale per vedere in una rapida sintesi in qual modo la psicoanalisi cerchi di spiegare, nelle loro cause e nel loro dinamismo, le malattie della psiche, e con qual metodo procuri di curarle. Dovremo esser brevi e cercheremo, nei limiti del possibile, di riuscir chiari: in un libro, come questo, che non è destinato ai medici, e che sarà forse letto da chi non ha alcuna familiarità colla medicina, saremo costretti a limitarci ad alcune indicazioni elementari e generali, senza addentrarci in un esame che pel tecnicismo delle cognizioni particolari sarebbe accessibile soltanto agli specialisti. Chi voglia approfondire lo studio della materia trattata in questo capitolo potrà ricorrere con profitto alle opere citate nella nota bibliografica in fine al volume.
Premettiamo una delimitazione della sfera delle malattie mentali a cui la psicoanalisi volge il suo interesse. Per quanto nulla vi sia di piú informe, a tutt’oggi, nelle scienze biologiche, dei tentativi di classificare le malattie mentali, e per quanto perfino nell’uso dei nomi per designare i diversi stati morbosi gli psichiatri siano tutt’altro che d’accordo, possiamo tuttavia circoscrivere intanto un vasto gruppo di malattie mentali che hanno senza alcun dubbio una causa organica (somatica): son quelle che nella classificazione del Kräpelin, una delle piú adottate dagli odierni psichiatri, vengono dette psicosi esogene: malattie dovute a lesioni del cervello, a tumori, a processi infiammatori del sistema nervoso; oppure a infezioni (come la paralisi generale o progressiva dovuta a infezione sifilitica) o a intossicazioni acute o croniche (tra le quali fa stragi soprattutto l’alcoolismo); oppure infine a malattie del ricambio e all’arteriosclerosi (la demenza senile, ad esempio, coincide con una degenerazione del tessuto nervoso nettamente visibile al microscopio). Possiamo includere in questo vasto e vario gruppo anche le malattie mentali dipendenti da disfunzione delle glandole endocrine, come p. es. il cretinismo endemico da ipotiroidismo; e anche certe forme dette eredo-degenerative, come l’imbecillità costituzionale (biopatica) le cui cause sono poco note, ma dove l’anomalia psichica s’innesta sopra un cumulo di caratteri fisici anormali (malformazioni del palato, del padiglione auricolare, delle labbra; sindattilie, ipertricosi, piede equino etc.). Ebbene, tutte queste malattie mentali – e le altre che non elenchiamo per non tediare il lettore, ma che rientrano nel medesimo quadro patologico – stanno fuori della considerazione psicoanalitica; o, forse, la psicoanalisi può occuparsene solo indirettamente, in quanto i disturbi psichici presentano qualche analogia occasionale con quelli delle malattie di cui direttamente si occupa.
Entrano invece nel centro d’interesse della psicoanalisi le cosí dette psico-neurosi (da alcuni anche semplicemente neurosi). Nella classificazione del Kräpelin queste sono distinte in psicosi endogene pure (costituzionali, ereditarie, come la psicosi maniaco-depressiva e la paranoia) e in psicosi miste (cioè dovute all’incontro di fattori esterni con una predisposizione costituzionale, tra cui l’isterismo e la demenza precoce). L’analisi e la classificazione del Freud è, come vedremo, molto diversa. Aggiungiamo che fino ad oggi in queste malattie mentali non si è riusciti a scoprire né alcuna lesione del sistema nervoso, né alcuna malattia organica (p. es. del ricambio) che possa spiegarne l’origine; nella loro essenza esse appaiono come malattie puramente psichiche, funzionali (non anatomiche), anche se, come l’isterismo, dànno luogo ad effetti somatici. Cosí pure, per ciò che riguarda la terapia, fino ad oggi non si è trovato alcun farmaco, né in genere alcun trattamento fisico che porti alla guarigione questi malati; se alcune medicine (p. es. bromuri) o alcune cure fisiche (p. es. idroterapia) recano qualche giovamento, ciò accade solo nel senso di calmare l’agitazione, di fortificare l’organismo e cosí di favorire in via indiretta il ritorno alla normalità: ma una cura diretta della malattia con codesti mezzi non è stata trovata. Sono state invece tentate, anche prima del Freud, le cure psichiche: la terapia persuasiva, la suggestione e l’ipnosi: ma con scarso risultato. Il trattamento psicoanalitico è come vedremo, una chiara forma di psicoterapia, ma profondamente diverso dai metodi suggestivi e ipnotici come pure da quelli persuasivi.

I SOGNI E I SINTOMI NEUROTICI

Fatte queste premesse, entriamo in medias res; e poiché nel primo capitolo abbiamo già accennato ad alcuni sintomi neurotici, prendendo ad esempio i sintomi isterici, e nel sesto abbiamo a lungo trattato del sogno, cominciamo col rilevare alcune analogie tra due gruppi di fenomeni che a prima vista possono sembrare disparatissimi: i sogni (anche degli individui normali) e i sintomi neurotici. Chi entri in un manicomio ed osservi gli atteggiamenti dei dementi precoci, se non ha qualche conoscenza delle malattie mentali, resta colpito dall’assurdità delle pose e dei gesti loro: taluni tengono alzato un braccio e l’altro disteso, restando per parecchi minuti immobili (catatonia); altri muovono passi cadenzati come marionette; altri fanno gesti come se abbracciassero qualcuno, ma non stringono che l’aria; frequenti poi sono gli atteggiamenti e i gesti osceni. Non meno assurdi appaiono i deliri del paranoico: deliri di persecuzione, deliri di grandezza: il malato si crede un genio, un grande artista, un re, un imperatore, un grande sapiente, ma incompreso e perseguitato; e affastella discorsi sconclusionati in cui la megalomania s’intreccia con le piú assurde e ridicole paure. Osservate un malato di neurosi ossessiva (questi per lo piú non vengono internati): si è fisso in mente, p. es., che le monete, passando di mano in mano, si caricano di bacilli e diventano veicolo di malattie (possibilità che nessuno potrebbe confutare, ma che non impedisce all’uomo sano di maneggiar le monete per i bisogni ordinari e negli affari); e si troverà nell’assoluta impossibilità di toccarle – creando alla sua vita quotidiana un cumulo di difficoltà – e, se gli accadrà di toccarle nonostante le piú scrupolose precauzioni, scatterà convulso come se avesse toccata la brace ardente, griderà di essersi infettato, comincerà abluzioni interminabili, angoscioso, tremante, sofferente. Ecco invece un fobico: non può trovarsi solo per la strada, gli sembra di dover cadere da ogni parte se non ha un appoggio; striscerà rasente ai muri; non traverserà una piazza o un ponte senza farsi accompagnare; eppure non presenta alcun difetto fisico, perché entro casa cammina sicuro e fermo come una persona normale. Delle paralisi isteriche e degli altri fenomeni caratteristici dell’isterismo (attacco convulsivo, vomito isterico, contratture, anestesie etc.) abbiamo discorso nel primo capitolo.
Tutti questi fenomeni prendono il nome di «sintomi» neurotici; e tutti presentano a prima vista la medesima assurdità che, ad un esame superficiale, presentano pure i sogni: anche questi, strambi, caotici, contraddittori, ridicoli. Eppure, all’esame analitico anche i sintomi neurotici rivelano un «senso»: come i sogni, hanno un significato riposto: esprimono, in forme alterate e sotto maschere che li rendono spesso irriconoscibili, dei «pensieri latenti», un complesso di bisogni inconsci, di desideri e istinti rimossi. Non solo: ma se cerchiamo di scoprire in qual modo le tendenze incoscienti si sono trasformate nei sintomi neurotici, ritroviamo le stesse maniere generali (condensazione, dislocazione, drammatizzazione, simbolizzazione, elaborazione secondaria) secondo cui le idee latenti si trasformano nel contenuto manifesto del sogno. Prendiamo ad es. l’individuo ossessionato dal timore d’infettarsi toccando le monete. Se riuscissimo a ricostruire tutta la storia di questo individuo dalla nascita al manifestarsi dell’ossessione, troveremmo con molta probabilità che costui, da bambino, fu fortemente attaccato alla madre, con un amore esagerato e quasi morboso; che non riuscí mai a staccarsi da questa potente passione che lo rendeva geloso e sospettoso; che, cresciuto e giunto all’età pubere, non poté trasferire il suo affetto sopra altra donna, pur senza avere alcuna consapevolezza del legame potenzialmente incestuoso che lo univa alla madre; che forse, per soddisfare comunque i suoi bisogni sessuali, e insieme per impedirsi in modo assoluto di avere rapporti con altre donne (cioè di «tradire» la madre) si saranno sviluppate in lui tendenze omosessuali di fronte alle quali sarà tuttavia retrocesso con orrore, rimovendo nell’incosciente ogni impulso erotico verso individui del proprio sesso; e per essere piú sicuro di non cadere in cosí grave peccato avrà considerato come pericoloso ogni contatto, anche esteriore e innocuo, con gli altri uomini: pericoloso come sorgente d’«infezione morale», cioè come stimolo ad atti sessuali perversi. Se qualche circostanza occasionale della sua vita (p. es. nei rapporti commerciali) gli avrà fatto provare piú forte l’emozione repressa in un momento in cui riceveva danari, la sua carica emotiva si sarà dislocata sulle monete, e la paura ossessiva d’infettarsi toccando le monete non sarà che un simbolo della paura di provare emozioni omosessuali. Non diversamente, nel sogno le varie rappresentazioni (la casa, l’albero, l’acqua etc.) simboleggiano oggetti ed azioni carichi di energia emotiva perturbante.
Se procedessimo con minute analisi troveremmo anche negli altri casi sopra esemplificati il senso riposto dei sintomi neurotici. Anche i gesti stilizzati e stereotipi del catatonico hanno un senso: non è per caso che l’uno tiene alto un braccio, l’altro tende l’indice, l’altro incrocia le due mani: ciascun gesto esprime simbolicamente una tendenza incosciente – minaccia, vendetta, gelosia, erotismo, avidità, schifo – e, a suo modo, dà alla tendenza rimossa una soddisfazione fittizia, proprio come, secondo la psicoanalisi, il dramma onirico costituisce una certa soddisfazione di desideri rimossi. Le analogie tra il sogno e i sintomi necrotici diventano d’immediata evidenza se si considera il delirio del paranoico: il malato sviluppa con l’immaginazione un dramma simile a quello onirico tanto per il meccanismo inconscio della sua produzione, quanto pel suo decorso e pei suoi caratteri intrinseci. Un individuo che fu sempre un vinto nella vita, che mai riuscí ad affermare la sua personalità, che si sentí sempre inferiore a coloro tra i quali doveva vivere, reagisce inconsciamente con un delirio di grandezza e di potenza, col quale in modo fittizio soddisfa quei bisogni che non trovarono mai nella realtà della vita una giusta soddisfazione.
Ma il sogno, come vedemmo, non rappresenta mai l’integrale soddisfazione del desiderio rimosso: esso nasce sempre da un compromesso tra le tendenze libidinose che vorrebbero affermarsi, e la censura che le reprime: dall’azione reciproca delle due forze opposte nasce la rappresentazione onirica, che per un verso rivela, per l’altro nasconde gl’impulsi incoscienti; e vedemmo pure che talvolta la forza repressiva della censura è tanto forte che il desiderio rimosso non riesce ad affermarsi: e si ha allora un caso di sogno angoscioso. Ebbene, anche pei sintomi neurotici possiamo dire lo stesso: anch’essi risultano da un compromesso tra le tendenze libidinose e la censura, o, per usare i termini ormai acquisiti, tra l’Es e il Super-Io; e anche qui, come vedremo meglio piú innanzi, quando la repressione è violenta la neurosi assume un carattere particolarmente angoscioso e suscita le maggiori sofferenze.
Tutte queste analogie tra i sogni e i sintomi neurotici conducono a una importante conclusione. Chi voglia ricercare la spiegazione causale delle neurosi deve, mediante l’analisi psicologica, affondare nell’incosciente del malato e cercare di mettere a nudo le tendenze libidinose di cui i sintomi sono la manifestazione rivelatrice e tuttavia alterata dalla forza inibitrice della censura. Aggiungiamo che se le idee latenti del sogno sono molto spesso di natura sessuale, le tendenze che dànno luogo alla neurosi sono sempre di natura sessuale. Il Freud, che rigetta con vigore l’accusa di pansessualismo quando si tratta di concepire in generale la vita psichica umana, afferma con altrettanto vigore l’origine sessuale di tutte le neurosi.

CAUSE DELLE NEUROSI

Ma con questo non siamo ancora entrati nel vivo del problema psicologico e psichiatrico principale: qual è la causa delle neurosi? perché in un dato individuo, a un certo punto della sua vita, scoppia tale grave malattia? Dalla risposta a questa domanda dipenderà non solo il concetto che ci formeremo della natura delle neurosi, ma anche il metodo che seguiremo per curarle (nei limiti in cui le giudicheremo accessibili a una cura). Ora diciamo súbito che due ipotesi fondamentali possono farsi: o si fa appello alla costituzione del soggetto, si ricercano le predisposizioni ereditarie e le cause degenerative che hanno provocata la malattia; oppure si chiamano in causa circostanze esterne, avvenimenti accaduti nel corso della vita dell’individuo, episodi che hanno modificata la sua esistenza e il suo carattere e suscitato il processo morboso. Nella prima ipotesi la prognosi sarà in generale piú pessimistica, essendo difficile sottrarre un individuo al peso dell’eredità e correggere la sua costituzione; tuttavia qualche cosa sarà tentato almeno nel senso di offrire all’organismo deficitario qualche compenso che attenui la gravità della malattia. Nella seconda ipotesi invece si giudicherà piú facile la cura e la guarigione, purché si elimino le cause esterne da cui il male trae origine. Queste cause esterne poi possono essere variamente concepite: a parte gli agenti puramente fisici (tossici, infettivi) che abbiamo escluso dalla nostra considerazione, possiamo chiamare in causa emozioni violente, traumi psichici, disgrazie improvvise o altre difficoltà poste dalle contingenze della vita.
Qui non vogliamo discutere la grave alternativa; diremo solo che la maggioranza degli psichiatri segue con favore la prima ipotesi, mentre l’opinione popolare ha sempre adottata la seconda. Gli psichiatri parlano sempre di eredità e di costituzione e cercano negli ascendenti e nei collaterali del malato tutti i casi patologici che, accumulandosi, graverebbero su di lui come il peso di un inevitabile destino; mentre il volgo si disinteressa di tutto ciò e dice che il tale è divenuto folle dopo una tremenda paura, il tal altro in séguito a una delusione amorosa, il terzo dopo la perdita di una persona cara e cosí via.
Quale posizione assume il Freud nel dibattito? Egli non nega l’azione predisponente dell’eredità e della costituzione; la riconosce anzi piú volte e giunge ad affermare che un’alta percentuale di neurotici proviene da famiglie già tarate nel sistema nervoso od affette da eredosifilide. Ma con uguale sicurezza afferma che il solo fattore costituzionale non basta a spiegare la neurosi. Quando anche avessimo riconosciuto che p. es. un ossessivo è un eredoluetico, avremmo forse spiegato il perché si sia formata in lui una certa ossessione, p. es. la paura d’infettarsi nel caso sopra citato; e in un altro il timore che un filo del tram cada a terra e fulmini il paziente, che eviterà allora di passare per tutte le strade su cui corre la linea tranviaria; e in altro ancora l’ossessione di aver perduto un documento importante con una firma compromettente, onde il malato raccatterà ogni foglio ...

Indice dei contenuti

  1. ENZO BONAVENTURA
  2. SCRITTI PRINCIPALI DI ENZO BONAVENTURA
  3. PREFAZIONE
  4. PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE
  5. CAPITOLO I I FENOMENI ISTERICI
  6. CAPITOLO II L'INCOSCIENTE
  7. CAPITOLO III LA RIMOZIONE
  8. CAPITOLO IV LA PSICOENERGETICA TEORIA DEGLI ISTINTI
  9. CAPITOLO V L'EVOLUZIONE DELLA SESSUALITÀ UMANA
  10. CAPITOLO VI IL SOGNO
  11. CAPITOLO VII LE NEUROSI
  12. CAPITOLO VIII LA PSICOANALISI NELLA STORIA DELLA CIVILTÀ E DELLA CULTURA
  13. CAPITOLO IX CONTINUATORI E CRITICI DEL FREUD
  14. CAPITOLO X CONSIDERAZIONI CRITICHE E CONCLUSIONE
  15. NOTA BIBLIOGRAFICA
  16. INDICE DEL TESTO
  17. Note