Tutte le poesie (La via del rifugio, I colloqui, Le farfalle, Poesie sparse)
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Tutte le poesie (La via del rifugio, I colloqui, Le farfalle, Poesie sparse)
Informazioni sul libro
L'ebook contiene: - La via del rifugio,
- I colloqui,
- Le farfalle,
- Poesie sparse. Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto 1916) è stato un poeta italiano.
Il suo nome è spesso associato alla corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Nato da una famiglia benestante di Agliè, inizialmente si dedicò alla poesia nell'emulazione di D'Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti che sarebbero stati poi denominati "crepuscolari", accomunati dall'attenzione per "le buone cose di pessimo gusto", con qualche accenno estetizzante, il "ciarpame reietto, così caro alla mia Musa", come le definì ironicamente lui stesso.
Morì a soli 32 anni, a causa della tubercolosi che lo affliggeva.
Domande frequenti
Informazioni
Primavere romantiche
voce suscitava alla mia mente la visione
del tuo sogno perduto. Or ecco: ho
imprigionato il sogno con una sottile malia
di sillabe e di versi e te lo rendo perché
tu riviva le gioie della giovinezza.
verso la donna rivestita a lutto:
la campagna, lo stagno, il cielo, tutto
illude la dolente… O pace! pace!
ormai la donna declinante. Invano
fiorisce di viole il colle e il piano:
non ritorna per lei la primavera.
oimè per sempre dileguati. Quanto,
oh quanto ella ha sofferto e come ha pianto!
Atroci sono stati i suoi affanni.
timida primavera che sorride
dilegua la mestizia che la uccide,
e un sogno antico in lei si rinnovella.
allo stagno che l’isola circonda?
Ella recava un libro ove la bionda
reina per il paggio si struggea:
dove il bel paggio con la mano manca
alla donna offeria la rosa bianca
e s’inchinava in atto d’adorare).
sogni d’ingenuità e di candore,
non sapevate il vuoto e il vostro errore
o innocenti d’allor decameroni!
e a quando a quando in terra s’inchinava
la mammola, l’anemone, e la flava
primula prestamente raccogliendo.
rose trapunte della bianca veste,
la veste bianca in seta, e la celeste
fascia che le gonfiava il crinoline.
dove or riposa la persona stanca
allora trascorreva agile e franca
né s’indugiava come indugia adesso.
in fra il tronco del tremulo e del faggio
guatava se al boschivo romitaggio
l’amico del suo sogno conveniva.
l’Amato: giunge al margine del vallo
dell’acque, e raffrenato il suo cavallo
il cancello la supplica d’aprire.
Non dunque accetta è l’umile dimanda»
del vostro paggio, o bella castellana?
Combattuto ha per voi; fatto gualdana
egli ha per voi, magnifica Jolanda.
sorriso ella rispose: assai le piacque
il madrigale, ed al di là dell’acque,
sorridendo d’amor, getta la chiave.
ieri? No, non fu ieri. Il lungo affanno
ella dunque già scorda? O atroce inganno
quel dolce aprile non verrà mai più…
verso la donna rivestita a lutto,
la campagna, lo stagno, il cielo, tutto
illude la dolente… O pace, pace!
La preraffaelita
surge il profilo della donna intenta,
esile il collo; la pupilla spenta
pare che attinga il vuoto e l’infinito.
quasi una pompa religiosa ostenta;
niuna mollezza femminile allenta
l’esilità del busto irrigidito.
d’antico stile, la sua destra posa
sopra il velluto d’un cuscin vermiglio.
emana da la bocca lussuriosa
l’essenza del Silenzio e del Mistero.
Vas voluptatis
colonnati surgevano a spirale
s’attorcevano in forma vegetale
li acanti d’oro sotto i capitelli.
sculptura greca – e ai dì lontani e belli
di Venere accorrean schiave a drappelli
per colmarlo di mirra e d’aromale.
aspirando l’aulir dell’incensiere
lenitore d’affanni e di dolore.
dolce Signora, che col vostro amore,
m’offerite la coppa del Piacere.
Il Castello d’Agliè
…Princesse, pardonnez, en lisant cet ouvrage
Si vous y retrouvez, crayonnés par ma main,
Les traits charmant de votre image:
J’ai voulu de mes vers assurer le destin…
à la Sérénissime Princesse de Lamballe)
latino impose su l’itale terre
surgesti minaccioso baluardo.
che devastaron la campagna opima
gran nerbo di guerrieri entro rinserre.
ma molti feditori e balestrieri
per il peggio dell’oste e la ruina.
fianchi adunavi impavida coorte
d’uomini armati di coraggio e fieri.
ossatura dei fianchi da i bastioni
le bertesche gittavano la morte
vogliosi di posar la man predace
su nuove terre e aver nuovi blasoni.
per anco il ferro: i Conti San Martino
nell’antico manier non hanno pace.
questi colli per ordine di Francia
porta guerra con suo stuolo ferino.
e, mentre fra le braccia di Leonarda
meretrice quei dorme, ecco l’abbrancia.
etade vive Donna Caterina
sposa esemplare in epoca beffarda.
di Francia come sua suddita guarda
Don Filippo difende la Regina.
baronia declinò, ristette l’urna
che d’Arduino il cenere riguarda.
viene coi bravi antica Marchesana,
l’urna si toglie e fugge taciturna.
vita in miei sogni! Parlano gli abeti
del grande parco, s’anima la piana
bella ospite del Re Carlo Felice
Maria Luisa da i grandi occhi inquieti
ecco Maria Cristina sua consorte,
ecco risorta l’epoca felice....
Indice dei contenuti
- Copertina
- Guido Gozzano
- TUTTE LE POESIE
- LA VIA DEL RIFUGIO
- I COLLOQUI
- LE FARFALLE
- POESIE SPARSE
- Note