Portella della Ginestra: alla radice del segreto italiano
eBook - ePub

Portella della Ginestra: alla radice del segreto italiano

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Portella della Ginestra: alla radice del segreto italiano

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Portella della Ginestra è una strage che ci racconta di un tempo in cui lo Stato e chi lo governava decidono di abdicare all'uso legittimo della forza in funzione d'ordine e di affidare, invece, la medesima funzione d'ordine a chi, in quel tempo (purtroppo come oggi), deteneva – e detiene – il monopolio della violenza e dell'illegalità: la mafia. Un patto, quindi, un patto scellerato che determina un vulnus, lo ripeto, nel processo di formazione della democrazia del nostro Paese, non solo nella storia delle istituzioni siciliane. Ma un simile patto era già stato siglato al momento della caduta del Fascismo, al tempo dello sbarco degli alleati, quando esattamente chi aveva – e avrebbe avuto – funzione di governo in questo Paese decide di stipulare un patto, questa volta con gli americani, e gli americani, a loro volta, di assicurare l'ordine costituito affidando a capi mafia la prima reggenza dei risorti comuni.
E qui la storia della Sicilia diventa veramente drammatica, perché i comuni, che avrebbero dovuto essere la prima cellula dell'organizzazione istituzionale e democratica del Paese liberato, vengono invece messi nelle mani della mafia. Quanto questo inciderà sulla storia della politica, delle istituzioni di questo nostro Paese e della Sicilia, è ormai noto a tutti. Pio La Torre aveva acquisito, nel corso della sua vita, una profonda consapevolezza di questo dato che atteneva esattamente alla qualità dei processi democratici del nostro Paese. E attraverso i lavori della prima Commissione Antimafia, insieme a Cesare Terranova, aveva ricostruito minutamente questa che possiamo davvero chiamare – ancor prima che un mistero o un segreto – una tragedia per il nostro Paese. Con passione, lui decise di dedicare una parte grande dell'impegno della sua vita per attuare un disvelamento e, in qualche modo, per risanare e curare quel vulnus inferto alla democrazia.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Portella della Ginestra: alla radice del segreto italiano di Memoria e Futuro in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Historia e Historia del mundo. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788831618823
Argomento
Historia
LA SENTENZA
Image
Image
Image
Image
Image
Image
Image
Image
Image
Image
Image

Note

[←1]
Nel 1962 è segretario regionale del PCI in Sicilia. Nel 1972 viene eletto deputato. In Parlamento propone una legge che introduce il reato di associazione mafiosa, ed una norma che prevede la confisca dei beni ai mafiosi. Nel 1981 torna in Sicilia per assumere la carica di segretario regionale del partito. Tra le sue tante battaglie politiche si ricorda quella contro la costruzione della base missilistica a Comiso che, secondo La Torre, rappresentava una minaccia per la pace nel Mar Mediterraneo e per la stessa Sicilia. Riesce a raccogliere un milione di firme in calce ad una petizione al Governo. Il 30 aprile 1982 viene ucciso dalla mafia: due moto affiancano l’auto con cui La Torre insieme a Rosario Di Salvo, sta andando alla sede del partito. Alcuni uomini armati di pistole e mitragliette sparano decine di colpi contro i due.
[←2]
Magistrato, nel 1958 si trasferì al tribunale di Palermo ed iniziò a lavorare all'Ufficio Istruzione. Si occupa delle prime indagini di mafia sui fratelli La Barbera, la famiglia Rimi di Alcamo e personaggi del “sacco di Palermo”. Terranova segue la metamorfosi della mafia che in quegli anni sta cambiando da agricola a imprenditrice, grazie ai numerosi aiuti politici. Per questo il giudice mette per iscritto, nella sentenza sulla strage di viale Lazio, che la nuova mafia è impersonata da amministratori comunali. Avvia importanti processi contro Cosa Nostra e la cosca dei Corleonesi comandata dal boss Luciano Liggio. Nei processi di Catanzaro nel 1968 e in quello di Bari nel 1969, Luciano Liggio, Salvatore Riina e altri mafiosi vengono assolti per insufficienza di prove. Dopo una parentesi parlamentare torna a Palermo e fa domanda per dirigere l’Ufficio istruzione. Cosa Nostra, però, lo uccide il 25 settembre 1979 - insieme al poliziotto Lenin Mancuso - prima che possa ricoprire quel ruolo.
[←3]
Allied Military Government Occupied Territories. Governo militare alleato dei territori occupati. Fu istituito ad Algeri nel marzo 1943. La Sicilia, dalla resa di Palermo del 22 luglio 1943, fu il primo territorio amministrato dall’AMGOT.
[←4]
Capo dell’ufficio centrale dell’AMGOT, Charles Poletti era un americano oriundo piemontese che dopo lo sbarco conservò le strutture dell’amministrazione italiana. Durante l’operazione Husky non svolse ruoli militari, bensì coordinò il lavoro dello spionaggio, del controspionaggio e curava i rapporti con la popolazione siciliana. Nominò sindaci e prefetti. Tra i primi l’80 per cento nominati dagli Alleati nella Sicilia occidentale apparteneva ad ambienti mafiosi. In provincia di Palermo ci furono 62 sindaci mafiosi. Secondo alcune fonti, Poletti ebbe quale interprete ufficiale – nonostante parlasse un buon italiano - il boss Vito Genovese. È morto nel 2002 all’età di 99 anni.
[←5]
Generale americano al comando della settima armata statunitense durante l’operazione Husky. Campagna durante la quale avvenne uno dei massacri più atroci che vide l’uccisione di 73 soldati italiani, catturati durante la battaglia per la conquista dell’aeroporto di “Santo Pietro” a Biscari. Un eccidio che costò al generale un processo dal quale uscì assolto. Anche se sull’episodio permangono ancora non pochi misteri. Patton nacque a San Gabriel in California l’11 novembre 1885 e morì in Germania il 21 dicembre 1945.
[←6]
Capitano del controspionaggio militare degli Stati Uniti, incontrò più volte il bandito latitante Salvatore Giuliano in veste di “giornalista”. A Stern, “agente dell’intelligence Usa” - così come lo definì l’Unità di quegli anni – Giuliano scrisse nella primavera del 1947 per ottenere rifornimenti di armi dal Comando alleato
[←7]
Dirigente socialista, aderì al PCI nel 1924. Nel 1926 fu direttore de L’Unità. Nel 1928 venne arrestato per la sua attività antifascista e condannato a ventuno anni di carcere. Liberato nel 1943 diventò partigiano e venne inviato in Sicilia per organizzare la presenza del PCI di cui divenne primo segretario regionale. Il suo impegno antimafia lo rese inviso alle cosche e nel 1944 fu vittima di un attentato a Villalba, dove rimasero ferite 14 persone. Individuò la causa della strage di Portella nella vittoria alle elezioni regionali della sinistra in un contesto di scontro tra il separatismo isolano e il movimento contadino che chiedeva l’applicazione della riforma agraria. Accusò più volte le forze di polizia, denunciandone i legami con mafiosi e separatisti e il ministro Mario Scelba, accusato di essere implicato nell’eccidio.
[←8]
Nacque in Sicilia, a Caltagirone nel 1901 da una famiglia piccolo borghese. Vicino a don Luigi Sturzo, fu lui, dopo lo sbarco alleato in Sicilia, a scrivere il primo documento programmatico della Democrazia cristiana. Nel dicembre 1945 divenne ministro delle Poste e delle telecomunicazioni nel primo governo De Gasperi. Eletto nel 1946 deputato all’Assemblea Costituente nel collegio di Catania, fu nominato ministro dell’Interno da De Gasperi il 2 febbraio 1947. In questa veste che Scelba riorganizzò la macchina repressiva dello Stato, in chiave tanto antifascista (è del 1952 la sua legge contro l’apologia di fascismo) che anticomunista. Le feroci repressioni degli scioperi dell’immediato dopoguerra furono tutte eseguite secondo sue precise disposizioni. Secondo i dati della segreteria nazionale del PCI, negli anni della gestione Scelba del ministero degli Interni, gli scontri lasciarono sul terreno oltre cento morti e migliaia di feriti.
[←9]
Presidente della Camera del lavoro di Sciacca, Miraglia venne ucciso da Cosa Nostra il 4 gennaio 1947. Sulle indagini non sono mancati depistaggi, insabbiamenti e coperture di Stato. Grazie alla cooperativa “La Madre Terra”, Miraglia divenne l’esponente di quanti chiedevano l’attuazione delle leggi Gullo-Segni che destinavano alle cooperative i terreni incolti appartenenti ai latifondi.
[←10]
Il 7 marzo 1947 una folla immensa di 50.000 persone manifestava in corteo a Messina sin sotto la Prefettura chiedendo la riduzione dei beni di primario consumo, quando i Carabinieri, al grido “Avanti Savoia” - da notare che c’era la Repubblica ormai da quasi un anno – spararono ad alzo zero uccidendo tre manifestanti e ferendone oltre trenta. Il processo ad alcuni carabinieri imputati si celebrò dopo sette anni e si concluse con assoluzioni per tutti e nessun risarcimento per le vittime.
[←11]
12 e 14 luglio 1943. Diciassette carri armati e cinquemila soldati della Compagnia H del 66° reggimento statunitense guidata dal capitano Norris Perkins sfilavano lungo corso Umberto a Canicattì, provincia d’Agrigento. La città fu colpita da due eccidi, uno fascista e l’altro americano. Il primo avvenne attorno alle 15 dopo che l’aviazione americana aveva bombardato la città dall’alto, costringendo i soldati tedeschi ad abbandonare la città. Durante la ritirata, i soldati tedeschi in fuga videro davanti l’ingresso del rifugio antiaereo di via capitano Ippolito alcuni canicattinesi entusiasti per la vicina liberazione, così aprirono il fuoco causando almeno sei morti. Il secondo eccidio è stato consumato due ...

Indice dei contenuti

  1. Perché questo convegno - di Sandro Immordino – Socio fondatore di Memoria e Futuro
  2. Ordine pubblico, storia di una delega agli Usa e a Cosa Nostra - di Adriana Laudani – Avvocato, Presidente di Memoria e Futuro
  3. Quella pista di Castelvetrano dove nel ’43 atterrarono Roosevelt e Eisenhower - di Armando Sorrentino – Avvocato, vice Presidente di Memoria e Futuro
  4. Dietro Giuliano fascisti e servizi, di questo gli storici non parlano - di Nicola Tranfaglia – Storico
  5. L’INTERVISTA - Banditi a Montelepre, eversori ad insaputa - Intervista allo storico Giuseppe Casarrubea realizzata nel 2007 dal regista Franco Maresco
  6. CHI ERA GIUSEPPE CASARRUBEA - Dal sangue del padre, ucciso un mese dopo Portella, alla ricerca della verità. Con una convinzione… “Contro i poteri occulti, il segreto è smitizzarli” - Giuseppe Lo Bianco a colloquio con Franco Maresco
  7. IL DOSSIER - Dagli archivi Usa e britannici le prove del patto Portella, prova generale del “doppio Stato” - di Mario J. Cereghino – Ricercatore
  8. LA SEZIONE FOTOGRAFICA
  9. IL VIDEO INTERVENTO - Cosentino, da De Nicola a Dalla Chiesa - “Personaggio fondamentale della P2” - di Sandra Bonsanti – Presidente di Libertà e Giustizia intervistata da Aaron Pettinari
  10. LE CONCLUSIONI - Quel documento che pianificava il terrore trovato dai pm nella cassaforte di Ventura - di Ferdinando Imposimato – Già giudice istruttore del processo Moro
  11. LA MEMORIA - “Quando Parri disse: gli Usa vogliono le Hawaii al centro del Mediterraneo” - Colloquio con Goffredo Fofi – Intellettuale, in Sicilia con Danilo Dolci a cura di Giuseppe Lo Bianco
  12. “E il commissario di Ps disse: ‘Cambi la tesi sul separatismo, ci sono personaggi ancora in vita’ - Colloquio con la professoressa Angela Barrale a cura di Giorgio Mannino
  13. Partigiani siciliani, una memoria negata - di Angelo Ficarra – Vice Presidente di ANPI - Sicilia
  14. L’ispettore al Presidente della Regione: “I banditi? Li arrestiamo, ma a decidere dev’essere lei” - di Ottavio Terranova - Presidente di ANPI - Sicilia
  15. I bambini di Portella e la lapide distrutta - di Maria Rosa Cutrufelli – Scrittrice
  16. L’archivio? Nacque dopo aver visto Il Siciliano - di Michael Cimino, lontano dalla verità storica - di Maurizio Casarrubea – Medico, figlio dello storico Giuseppe
  17. APPENDICE - L’AGENTE DELL’ANELLO - “Giuliano consulente del Pentagono fino all’85, lo accompagnai al funerale della madre nel 71” - di Giuseppe Lo Bianco
  18. LA SENTENZA