E fu subito amore
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E fu subito amore

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Informazioni sul libro

Immediato nella lettura e autobiografico e vero nei contenuti, il libro è una raccolta di racconti brevi e di poesie che l'Autrice ha scritto come testimonianza di una storia d'amore nata per caso vent'anni fa, ma che ha delle coincidenze riconducibili ad una vita precedente. La sintonia, la familiarità, la sensazione di conoscersi da sempre, fanno pensare che i due protagonisti si siano già conosciuti e amati in un'altra vita e che il loro amore rappresenti per entrambi il continuo della loro storia.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788831612289
Argomento
Literatura
Categoria
Poesía
Alle Eolie
A
vevamo deciso di trascorrere le nostre vacanze estive in barca alle Eolie.
Tenevamo la nostra Co-Co al porticciolo di Termini Imerese e la nostra piccola crociera sarebbe partita proprio da lì.
Non avevamo ancora comprato il tender e per timore di non trovare attracchi durante il nostro giro, per prima cosa ci eravamo preoccupati di andare a fare la spesa per rifornire la nostra cambusa e alla fine avevamo i carrelli pieni, ma sapevamo anche che saremmo rimasti fuori in mare tutto il mese, senza mai scendere a terra. Ci avevano accompagnati al porto per fortuna Paola, Lucio, Betty e Guido e ci aiutarono anche a caricare la barca. Avevamo portato di tutto di più e non solo perché avevamo portato con noi anche il nostro gatto, Romeo, che era ancora piccolo, ma al quale ci eravamo affezionati molto e ormai faceva parte della nostra famiglia.
Quando fummo pronti, staccammo gli ormeggi e ci allontanammo dal pontile, mentre i nostri accompagnatori ci salutavano dalla banchina come se stessimo partendo per le Americhe.
La nostra barca era un catamarano di otto metri che avrebbe potuto portare bene fino a 6 persone, ma noi eravamo solo in due con il gatto e ci saremmo stati certo comodi.
Partimmo da Termini Imerese a motore anche perché noi non siamo stati mai dei grandi velisti e Francesco si è sempre sentito più a proprio agio con i suoi due motori che facevano comunque scivolare bene la barca sull’acqua e con i quali andavamo ad una velocità di crociera di sei o sette nodi.
Avevamo fatto uscire Romeo dal suo trasportino, ma all’inizio era molto timoroso e si andò a rifugiare sotto il letto.
Navigavamo ad una certa distanza dalla costa che vedevamo in lontananza e ben presto arrivammo in vista del promontorio di Cefalù. Cefalù vista dal mare è ancora più suggestiva che vista da terra.
Il suo promontorio è sempre lì davanti a noi e avvicinandosi si distingue poi la sagoma del duomo con le sue due torri asimmetriche illuminate dal sole.
Ci avvicinammo di più alla costa per vedere da vicino i caratteristici ristorantini a picco sul mare e il faro del promontorio, per poi arrivare al porticciolo della Presidiana che è alle spalle del paese.
Proseguimmo il nostro viaggio, costeggiando la Costa Turchina, Castel di Tusa, Torremozza, fino al promontorio di Santo Stefano di Camastra.
Intanto il sole stava tramontando e noi avremmo dovuto cercare un posto per trascorrere la notte e per questo proseguimmo fino a Canneto, un golfetto meraviglioso con l’acqua cristallina come un mare caraibico e con una spiaggia fine e bianca, il mare era calmissimo, una tavola, e, non dovevamo preoccuparci di niente se non di buttare l’ancora e fermarci per la notte.
La barca ci cullava dolcemente e noi ci godemmo quella prima sera al chiaro di luna. Non avevamo certo timore di morire di fame perché la nostra cambusa era fornitissima e avevamo solo l’imbarazzo della scelta e dopo una giornata di navigazione Francesco si meritava davvero un bel piatto di spaghetti al tonno.
Anche Romeo si era tranquillizzato e girava per la barca scoprendone tutti gli angoli.
Al mattino ci svegliammo sempre con i raggi del sole che filtravano attraverso le tende e che ci spingevano ad alzarci.
Romeo di notte aveva preferito uscire da un finestrino ed aveva trascorso la notte all’aperto.
Uscimmo fuori e ci mettemmo seduti a fare colazione. Come mio solito buttai un pezzetto di pane nell’acqua per vedere se avevamo compagni di viaggio e lo spettacolo al quale assistemmo quel giorno fu entusiasmante in quanto la barca fu letteralmente circondata da centinaia di occhiate. Le occhiate sono dei pesci le cui squame scintillano al sole ed hanno una strisciolina nera sulla coda che le rende inconfondibili, vivono in grandi gruppi e sono apparentemente socievoli perché si avvicinano alle barca soprattutto se trovano da mangiare piccoli pezzetti di pane, ma se minimamente si accorgono di un pericolo, come ad esempio un amo da pesca anche piccolissimo e quasi invisibile, fuggono tutte e spariscono in un attimo.
Ma noi quella mattina non avevamo tempo di dedicarci alla pesca, anzi dopo aver dato loro un pasto abbondante, lasciammo quell’oasi di pace per riprendere la navigazione diretti alle Eolie.
Non potevamo puntare diretti sulle Eolie perché la nostra barca non era abilitata oltre le 6 miglia e, per non incorrere in qualche incontro sfortunato con la guardia costiera, preferimmo allungare qualche miglia e rimanere quasi nelle regole. Proseguimmo il nostro viaggio lasciando alla nostra destra prima Marina di Caronia, poi Acquedolci e S. Agata di Militello per arrivare così a Capo d’Orlando. Saremmo dovuti arrivare fino a Milazzo, la punta più vicina all’isola di Vulcano, ma con il mare calmo decidemmo poi di puntare direttamente sull’isola di Vulcano che sembrava lì a due passi davanti a noi.
La traversata fu bellissima e arrivammo abbastanza presto ad affiancare la costa dell’isola. Aggirammo il promontorio dalla parte destra dell’isola e proseguimmo oltre il porto di Levante, il porto principale di Vulcano, e, costeggiando prima il Vulcano Bleu, poi Vulcanello, arrivammo finalmente al porto di Ponente dove avevamo deciso di buttare l’ancora e trascorrere la notte.
Eravamo ormai all’imboccatura della cala, quasi vicino allo Scoglio delle Sirene, quando il motore di sinistra si blocca e si spegne.
Purtroppo in mare può capitare di tutto, imprevisti, guasti o altro, l’importante è riuscire a superarli, ma quando uno ha un comandante come Francesco può stare quasi tranquillo perché riesce quasi sempre a trovare una soluzione ai problemi.
Non era, comunque, un guasto al motore bensì si era bloccata un’elica e l’unica cosa da fare era quella di scendere in acqua e andare a vedere cosa fosse successo.
Buttò l’ancora, si mise le pinne e la maschera e si tuffò per vedere cosa potesse essere successo, mentre io stavo pronta a porgergli tutto quello di cui avrebbe potuto avere bisogno.
Appena tornato su mi disse che avevamo avuto una “fortuna” unica: l’elica aveva raccattato un costume perso in mare che le si era attorcigliato intorno.
Francesco mi disse di dargli il coltello e l’arpione con i quale avrebbe provato a liberare l’elica. Cominciò quindi una lunga serie di immersioni per vedere di tagliare, strappare il costume che era anche molto resistente e non voleva abbandonare la presa, ma finalmente la caparbietà di Francesco ebbe la meglio e l’elica fu finalmente liberata e il motore poté essere nuovamente avviato.
Eravamo già vicini allo scoglio delle Sirene e Francesco si fermò poco distante, era il suo posto preferito, in prima fila per godersi il tramonto del sole fra le sette sorelle: Lipari, Salina, Filicudi, Alicudi, Panarea e più lontano lo Stromboli con lo scoglio di Basiluzzo.
Il tramonto era qualcosa di eccezionale, il sole tingeva di rosso il mare davanti a noi e il cielo in lontananza contro il quale si stagliavano le barche con il loro alberi ferme alla fonda.
A me piaceva molto il posto, ma un po’ meno per la notte soprattutto quando il mare non era tanto calmo e il vento e le onde facevano muovere la barca da una parte all’altra, ma, come accade in tutte le cose, mi abituai anche a quello e la notte, dondolio o meno, dormivo fino al mattino senza preoccuparmi più di tanto. Il pensiero era comunque sempre per Romeo che ormai si era ambientato nella barca e, se di giorno, con il sole, preferiva stare all’ombra, sotto il letto, di notte invece preferiva stare all’aperto anche se tirava il vento forte e la preoccupazione era che cadesse in mare. Al mattino si affacciava invece all’oblò quasi per darci il buongiorno ed io dentro di me pensavo: ”Meno male non è caduto”.
La mattina era sempre il sole a svegliarci e la prima cosa che facevo era quella di alzarmi e di gettarmi in mare per un bel bagno ristoratore che ritemprava tutte le mie energie, mentre Francesco continuava a dormire. Poi risalivo in barca e insieme facevamo colazione. Il profumo del caffè inondava ogni mattina la barca e il suo profumo si mescolava a quello del mare. Lo scoglio delle S...

Indice dei contenuti

  1. La mia donna
  2. C’è posta per me
  3. L’incontro
  4. E fu subito amore
  5. L’egiziano
  6. Amore
  7. Emozioni
  8. Il trasferimento
  9. Piazza dei Miracoli
  10. Amo Palermo
  11. La passione per il mare
  12. Amo il mare
  13. Gabbiani
  14. Co-Co, amore a prima vista
  15. In barca
  16. In mare
  17. Alle Eolie
  18. Romeo
  19. Perseguire la felicità
  20. Dopo vent’anni
  21. Ringraziamento