Capitolo1
FANTASMASÌA
AUTOBIOGRAFICA
1 (Sottotitolo: FUOCO SEI E FUOCO RITORNERAI)
Siamo Fuoco e Fuoco ritorneremo.
Il Fuoco ci ha partorito e magnanimamente cresciuti.
Il Fuoco ci ha regalato Vita Luce e Suono.
Il Silenzio non esiste poiché ogni silenzio è Suono: è il Suono del Fuoco.
La sua luce crea la tenebra; il suo vibrare il respiro universale!
Il Fuoco è origine di sé stesso e della sua stessa voce; padre di ogni elemento, di ogni particella, è principio e fine di ogni immagine e di ogni immaginario.
Il Suono del Fuoco è la mia nascita e sarà la mia morte, la vostra nascita e la vostra morte.
E’ in prossimità degli eventi, o forse è dentro gli eventi, che il Fuoco degenere mi posò su questa zolla fulgente nel nulla vorticante.
Esso mi crebbe e mi cullò su raggi di vita esageratamente splendidi, esageratamente squallidi.
Incitate dall’infernale Dio-demone rosso, canti e danze si gettavano gli uni sulle altre ballando furiosamente; esse mi scaraventarono, come osso al cane, nell’orribile melodiosa sostanza della Vita, “nella stagione dei puerili incontri”...
Così entrai nel giogo fulgente con le scarpe e col sangue, senz’occhi né sorrisi mi trovai nell’indicibile.
Attraverso schiume in fiamme e liquide sonorità, Semplicità e Mistero mi guardavano curiosi come gatti…
Il Suono del Fuoco, che dona e toglie il Tempo ad ogni storia, spinse la mia storia nel desolante affanno del vivere.
Così fu, in nome del Caso e del Cos(m)o, che mi ritrovai a divorare l’Esistenza con la fame del lupo.
Una sete granulare mi graffiava la gola.
Volevo ritrovarmi sempre prima di ogni accadimento; volevo che il Mondo avesse in me il proprio scopo e il parametro della propria statura ...
Dimora ideale; patibolo e grazia sovrana, il mio Spirito Servo-Re educò giorni gravidi e notti insostenibili.
Sono stato orgoglioso e superbo incontrando l'Umiltà !...
Ma il buio mi raccontò la cecità e La Morte mi narrò tutte le nascite.
Così un' aristocratica animalata offuscò misteriose visioni e disseminò i vagiti della Creatività; i falò cerebrali rovesciarono cascate di braci dentro mio futuro ...
Creature ardenti violentarono i miei sogni, ma un'acquerugiola dissennata rinfrescò questa pena, e Utopia, nel frattempo, urlava la sua reale presenza fra i tetti scivolosi e rotti della mente.
Far risonare dolce ed armonioso il mio strido canto non fu facile impresa!
Risolsi la mia Sostanza nei suoi primitivi componenti ...
Che io sia dannato immonde divinità ! (ma cos'è poi Dannazione?) Se col puro plasma della primordiale natura disumana non mozzerò ogni parola complice del non-senso-comune !
L'acqua che scorre è già trascorsa ancor prima di aver bagnato il sasso! Incide gli argini e libera passioni, prima e dopo contemporaneamente.
Anch'io debbo seguire gli argini! Dentro l’alveo mutevole e sovra-Morale della mia liquida vitalità, ché la mia Realtà apparente, surreale fantasmagoria tra le ferree sponde del significato contenente metriche metafisiche e meta-magiche.
L'onda si abbandona ad ogni luogo sconosciuto! Si rivelano, violacei e repellenti, gli ematomi della Mediocrità, gli ematomi del dolore per la Fatica, della fatica per il dolore...
Ma codesta è lettura inconsueta, lettura mia forse...Forse Poesia...
E Poesia è l’ironia della esuberanza universale; immagine acustica che al mondo in cui viviamo impone orridi o celestiali miraggi...
Poesia è Fascino occulto! Nauseabondo meraviglioso carcere aperto! Poesia è trappola improvvida, eretica preghiera, blasfemia popolare
Poesia è nequizia, archipendolo mentale…
Poesia è narcosi, eccitazione, alido nutrimento, biancomangiare, ghiottoneria!
Ah! Poesia encefalica...