Quelli che fingon d'amarsi
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Quelli che fingon d'amarsi

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Quelli che fingon d'amarsi

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Informazioni sul libro

Poesia di fuoco e ferocia, con una sincerità che commuove ma più spesso
annichilisce. Ovunque in queste pagine serpeggia un sentimento di
ribellione, inquietudine, demistificazione e attrazione erotica, insieme a
un senso di colpa che dialoga con un desiderio di dannazione, e un'ansia di
vivere che sbaraglia le piccole morti di ogni giorno.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788831637138
Argomento
Literature
Categoria
Poetry

QUELLI CHE FINGON D'AMARSI

A tastoni, inciampo

Un paesaggio: scheggia d’irrealtà
rimane a galla graffiando le pareti.
Come se aprissi un libro mai letto prima.
Tutto si vede chiaro.
Nel cielo piansero gli angeli,
e la mia stanza si coprì di pietosa passività.
Se vedessero quegli angeli i miei occhi!
Colmi di lacrime – come i loro.
Potendo scegliere il mio destino,
continuo a premere il grilletto;
l’odio ha tarlato le mie cellule,
accecandomi.
A tastoni, inciampo: forme indefinite.
Macchie viola.
Sagome – soltanto vedo.
Le mie pupille tenebrose
non hanno imparato a distinguere;
non vedono attraverso la luce.
Bruciano i raggi del sole! Abbagliano!
Quel poco che ho posseduto
è stato gettato via nella pattumiera
con pretesti d’imbecille.
I miei capelli si sentivano sicuri
sotto quel velo nero.
Il lutto è finito, vedova idiota!
Puoi già abbandonare il lamento!
Dietro tutto il trucco
che ingannò i commensali,
dormiva inquietudine di bimba
che mai osò mostrar la faccia.
Quando meno se l’aspettano,
mi vedranno nel cortile posteriore,
che pianto qualche rosa profumata
a piedi scalzi nel fango.
Come se mai fossi stata morta.

Da quanto penso a lei

Perpetratori di morale
abbattono le tombe
nate nel pantano
della mente.
Aspirano gli arti
di quei lascivi esseri
che hanno osato mostrarmi i denti,
quando non n’avevo bisogno.
Da quanto penso a lei,
mi scricchiolano le ossa.
Risciacquo le mie labbra secche
col succo della
sua bestiale realtà,
sperando che stanotte la luna
metta a fuoco un’altra parte
(rimanendo io fuori visuale
quando le sue mani mi cerchino).

Amore pazzo

Mi mostrasti la libertà...
e i miei occhi si scontrarono
con l’infelicità circostante.
Mi salvasti dal cadere
nell’assurdo...
e mi condannasti a respirare i miei sogni
come in altri tempi
superati per forza.
La follia della spontaneità
sembra essere la nostra alleata...
e i viaggi verso mondi paralleli
ci richiedono un’ingenuità infantile,
che ci fa la corte notturna.
La luna sempre osserva;
fruisce dello spettacolo.
Così come m’impedisti la morte,
mezzo distratto,
con il tatto di un bambino
esploratore e curioso,
allo stesso modo mi tendesti il letto
ove passare una notte di calma
e ringraziare il destino
per averti messo sui miei passi.

Ancora prima di tutto

Prima,
prima che tu mi giudichi,
mi difenderò con le unghie.
Guardami fisso, immergiti nelle mie iridi.
Cerca d’arrivare in fondo.
Muoviti!
Nuota nel mio spirito!
Malgrado ti sembri assurdo,
non sono una statua di gesso.
Credevi fosse pura
la mia immacolata serenità?
Ora sai che m’attira la tua schiena.
Ora conosci il perché della mia pazzia.
Fui soltanto una colpevole – e,
a parte le tue mani,
la mia carne non volò troppo in alto.
Capisci il messaggio della mia indifferenza?
Sei capace di leggermi nella mente?
Mangiami!
Tenta d’emularmi!
Non tutti sono capaci
di strisciare tanto in basso,
tra le bellezze dell’Inferno.
Prima,
ancora prima che mi condanni ad altre braccia,
desidero donarti quel poco che ho creato.
Avvolgendolo in carta d’oro,
rimarrà un segreto tra noi due.

Arrivai

Arrivai.
Sembrò una bugia,
ma l’oasi non fu un...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione
  2. Nota dell'Autrice
  3. QUELLI CHE FINGON D'AMARSI