Guida pratica all'utilizzo del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT)
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Guida pratica all'utilizzo del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT)

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Lo strumento organizzativo del Triage Psichiatrico Territoriale (TPT), si rivolge a medici e infermieri dei servizi territoriali di salute mentale; si è rivelato utile, negli anni di sperimentazione, sia per definire criteri oggettivi di priorità di accesso, in urgenza, di pazienti noti ai servizi, sia per misurare le attività, spesso poco o per nulla quantificate, che medici e infermieri dedicano agli interventi non programmati.

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Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788831649261

Capitolo 1
L’urgenza, l’emergenza e il Triage

1.1 L’urgenza e l’emergenza

Vi sono situazioni in cui il tempo è particolarmente prezioso per ottenere i migliori risultati; non sempre però si tratta di eventi che espongono persone al pericolo di vita o di danni permanenti, per questo è importante delineare correttamente l’esatta distinzione tra urgenza ed emergenza sanitaria.
Il Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica (SSUEM) è il servizio di soccorso e allarme sanitario in sede extra ospedaliera, attivo in Italia e che risponde al numero telefonico 112/118 (non in tutte le realtà territoriali, i numeri di emergenza sono stati unificati sotto un unico numero di emergenza 112).
Per definire l’urgenza e l’emergenza (come per la gravità) è indispensabile il concetto di esito che, in ambito sanitario, si riferisce alle “modificazioni delle condizioni di salute prodotte nei destinatari dagli interventi sanitari”; se l’esito in gioco è la sopravvivenza del paziente, quindi sono compromessi i parametri vitali e occorrono interventi immediati per garantirla, allora si parla di emergenza sanitaria; quando, invece, occorre un intervento pronto, ma non immediato (dilazionabile nel tempo) si parla di urgenza sanitaria.
La distinzione, dunque, risiede nei tempi d’intervento occorrenti (ore, per quanto riguarda un’urgenza sanitaria, minuti per quello che concerne l’emergenza); va da sé che il presupposto degli interventi è rappresentato da una corretta valutazione tecnica.
La valutazione, di competenza infermieristica, segue il metodo detto Triage ed è effettuata in Pronto Soccorso, quale ambito protetto, e per l’Italia prevede quattro codici contrassegnati da colori (nel giugno 2019, un apposito tavolo di lavoro istituito presso il Ministero della Salute ha trasmesso alle Regioni le nuove linee guida che definiscono i nuovi livelli di priorità, numerici in sostituzione dei colori; nel prossimo biennio, quindi, assisteremo ad un radicale cambiamento in tal senso).
Questa distinzione in codici associati a colori, utilizzata in quasi tutti i Paesi europei, nel nostro Paese è codificata dal Decreto 15 maggio 1992 del Ministero della Sanità: i termini critico e criticità, in questo contesto, sono usati nel senso di “condizioni […] per cui, al minimo variare di uno dei parametri che lo determinano, segue un effetto di notevole portata” (definizione del Dizionario Garzanti) che, nel caso in questione, è la morte o un danno grave.
Ospedale sede di Pronto Soccorso
I servizi di Pronto Soccorso e di accettazione svolgono:
  • attività di accettazione per i casi elettivi e programmati;
  • attività di accettazione per i casi che si presentano spontaneamente e non rivestono carattere di emergenza- urgenza;
  • attività di accettazione di soggetti in condizioni di urgenza differibile;
  • attività di accettazione di soggetti in condizioni di urgenza indifferibile;
  • attività di accettazione di soggetti in condizioni di emergenza.
Presso tali servizi sono assicurati gli accertamenti diagnostici e gli eventuali interventi necessari per la soluzione del problema clinico presentato. Nei casi più complessi sono garantiti gli interventi necessari alla stabilizzazione del paziente e l'eventuale trasferimento ad un ospedale in grado di fornire prestazioni specializzate, sotto il coordinamento della Centrale Operativa.
In Pronto Soccorso il servizio è garantito 24 ore su 24 ed è dotato di personale medico, infermieristico e di supporto: il personale medico non ha un organico proprio ed è reclutato, solitamente, tra tutti i medici operanti nei vari reparti di degenza i cui turni presso il Pronto Soccorso sono stabiliti dalla Direzione Medica di presidio.
Il personale infermieristico e di supporto opera come team che, oltre alla gestione del Pronto Soccorso, provvede anche gestione dell’area specifica di Ortopedia e Traumatologia.
Durante il giorno il servizio è articolato in una sezione traumatologica e in una sezione non-traumatologica: per casi traumatologici, che sono trattati in appositi spazi dedicati, la competenza è dei medici del reparto Ortopedia/Traumatologia; per i casi non-traumatologici, che sono trattati negli spazi del Pronto Soccorso, di un medico specialista di Medicina interna. Nelle ore notturne e nei fine settimana il servizio è articolato in un ambito chirurgico e in un ambito medico: per pazienti con una preponderante patologia chirurgica il medico competente è il chirurgo di guardia, per quelli con patologie non-chirurgiche è il medico di guardia internistica di turno.
Al momento dell’accesso, il personale infermieristico sottopone tutti i pazienti ad un triage, ovvero ad una valutazione sommaria dello stato clinico e alla conseguente classificazione di urgenza/emergenza del caso. La sequenza delle visite mediche è influenzata dall’esito della procedura di triage.
Come riconoscere le due condizioni
Per riconoscere in modo adeguato l’urgenza/emergenza occorre, ovviamente, una diagnosi o, almeno, una o più attendibili ipotesi diagnostiche. Tuttavia, anche per i non addetti ai lavori, è possibile fare una distinzione sommaria fra situazioni urgenti e non urgenti, favorendo, nel dubbio, la possibilità di una falsa urgenza. Un primo criterio è la sofferenza del paziente o la presenza di lesioni evidenti (perdita di coscienza, amputazioni o grandi emorragie e così via), tuttavia non sempre l’urgenza (come pure la gravità) si manifesta in questo modo.
Altri elementi da considerare sono le caratteristiche individuali e lo scenario in cui si manifesta l’evento: quanto più, infatti, lo stato individuale e l’ambiente/situazione in cui si trova la persona che sta male sono legati al rischio di specifici danni, tanto più è probabile che tali danni si siano verificati. Se si tratta di probabili danni che richiedono un trattamento tempestivo per evitare un esito grave o comunque indesiderato, allora si produce una situazione di urgenza.
Alcune manifestazioni indicative di urgenza/emergenza:
  • perdita di coscienza
  • evidenti emorragie
  • impossibilità di respirare
  • lesioni evidenti di organi importanti (occhi)
  • impossibilità di urinare con vescica piena
  • crisi convulsiva
  • forte dolore al torace accompagnato da sudorazione e/o perdita di coscienza
  • dolore molto forte (soprattutto se non scompare immediatamente)
  • folgorazione, qualora il soggetto non si riprenda prontamente
  • soffocamento per inalazione di un corpo estraneo.
Il DEA/U
Il servizio è composto da una centrale operativa, in cui lavorano tecnici, infermieri e medici, e dai loro mezzi di soccorso (ambulanze e automediche) che vengono attivati sul territorio nazionale in risposta alle richieste di aiuto e soccorso, pervenute dai privati cittadini.
La gestione e l'organizzazione del servizio può essere di competenza regionale (con aziende regionali dedicate come AREU in Lombardia e ARES nel Lazio), provinciale oppure deputata alle singole Aziende Sanitarie Locali.
Il Dipartimento d'Emergenza e Accettazione (detto anche Dipartimento Emergenza-Urgenza, in acronimo, rispettivamente, DEA o DEU), in Italia, indica un dipartimento di una azienda ospedaliera.
Il DEA/U ha quale “mission” quella di garantire una corretta gestione del paziente esterno che si trova in situazioni di emergenza-urgenza tramite un’organizzazione che preveda delle sinergie tra la rete dell’emergenza territoriale e quella ospedaliera, un’adeguata e tempestiva risposta all’urgenza intraospedaliera con formazione continua del personale aziendale e, infine, di assicurare la presenza di posti letto per il trattamento di pazienti in emergenza-urgenza, ottimizzando il percorso di ricovero dei pazienti acuti.
Svolge anche le funzioni di pronto soccorso e comprende varie unità operative incentrate sulla cura del paziente in area critica.
L'obiettivo del DEA è creare un'integrazione funzionale delle divisioni e dei servizi sanitari atti ad affrontare i problemi diagnostico-terapeutici dei pazienti in situazioni critiche; è perciò organizzato con un modello multidisciplinare che riunisce, nella stessa struttura, personale specialista in ambiti diversi, è costituito da unità operative omogenee, affini o complementari, che perseguono comuni finalità e sono tra loro interdipendenti, pur mantenendo le proprie autonomie e responsabilità professionali.
I DEA afferiscono a due livelli di complessità, in base alle Unità operative che li compongono: DEA di I° livello e DEA di II° livello.
Ospedale sede di DEA di I° Iivello
Garantisce, oltre alle prestazioni fornite dagli ospedali sede di Pronto Soccorso, anche le funzioni di osservazione e degenza breve, di rianimazione e, contemporaneamente, assicura interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologia). Sono inoltre assicurate le prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali.
Ospedale sede di DEA di II° Iivello
Assicura, oltre alle prestazioni fomite dal DEA I livello, le funzioni di più alta qualificazione legate all’emergenza, tra cui la cardiochirurgia, la neurochirurgia, la terapia intensiva neonatale, la chirurgia vascolare, la chirurgia toracica, secondo indicazioni stabilite dalla programmazione regionale.
Altre componenti di particolare qualificazione, quali le unità per grandi ustionati, le unità spinali ove...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione
  2. Introduzione
  3. Capitolo 1 - L’urgenza, l’emergenza e il Triage
  4. Capitolo 2 - L’esperienza di Monza
  5. Capitolo 3 - Il Triage Psichiatrico Territoriale (TPT)
  6. Conclusioni
  7. Bibliografia
  8. Note biografiche degli autori