Cercando... Intimamente

Vik Lete

• Editore: Youcanprint
• Anno: 2019
• ISBN:
  9788831646581
• Argomento: Literature
• Categoria: Poetry

L'autrice affida a poesie e racconti, quello che nel tempo è stato il difficile processo di crescita cognitiva ed emotiva che sembrava compromessa da un evento traumatico infantile. Rendendo con questo, il lettore partecipe dello sforzo fatto per raggiungere la consapevole ricerca di una vita migliore e degna, partendo da situazioni di sofferenze non solo fisiche. Questo è l'intento."

Dopo l’uragano.

Cominciai a scrivere poesie a quattordici anni.

Dopo anni di ricordi rimossi, improvvisamente, ascoltando una discussione nella mia famiglia di origine, rivissi, nella mente, quell’ agghiacciante momento.

Le immagini elicitate da una frase magica urlata con dolore e partecipazione “ma tu non hai fatto niente!” da una parente contro mia madre piangente e affranta, che rispondeva di non aver saputo nulla, echeggiava nella stanza accanto e nella mia mente.

Diceva il vero.

Non poteva sapere, perché tutto era successo mentre lei era ricoverata in ospedale, per tre lunghissimi mesi.

Sbloccata così, repentinamente, la serratura dei ricordi, era tornata quell’immagine crudele, come un fulmine a ciel sereno: era rimasto il buio dentro me,non ricordavo nulla da quando avevo cinque anni e in quel momento ne avevo dodici, tutt’ora faccio fatica a ricostruire quel periodo di vita.

Ogni tanto ascoltavo racconti di quel periodo dai familiari, ma non riconoscevo la realtà di situazioni ed eventi che mi venivano raccontati e ciò mi angosciava perché la mia vita emotiva si era bloccata li.

Inconsapevole che l’uragano sarebbe rimasto a farmi compagnia, iniziai a 14 anni a scrivere, non del segreto dolore ma di ciò a cui anelavo di più nella vita, dell’amore, puro, incontaminato, idealizzato.

Iniziai a descrivere l’amore, lo cercavo, ne agognavo la dolce e delicata presenza, tutto poteva essere amore o il suo contrario, ne osservavo i tratti che mi colpivano e rimanevano impressi nella mente e nel cuore, inconsapevole del motivo della ricerca di un amore profondo, protettivo, iniziai a scrivere.

Cercando… intimamente

(ovvero: l’arte esprime il sentimento che la mente cela)

Rare battute d'amore

Rare battute d’amore,

cadono come le foglie,

piano,

con grazia,

gentili,

e posano terra leggere,

sfiorando

le labbra del cuore.

Il clown è stanco.

Un clown,

passeggia per la città,

cercando di sorridere,

saltella sui marciapiedi,

ridacchia della gente,

della paura inesistente,

del suono di un tamburo,

del bum,

del suo cuore,

ma nessuno lo vede,

nessuno vuole la sua gioia.

Il clown è stanco di guardare

nel vuoto delle anime,

è stanco di saltare e di sorridere,

per gente che non vuole più amare.

Il clown è stanco,

si scioglie la sua maschera,

tra lacrime di pasta bianca.

Persa fra le strade di una grande città, pur conoscendo cosa volessi e dovessi fare, l’incontrare persone strane, nelle strade, nel modo di comportarsi, eccessive nei vizi, mi riportava l’antico ricordo di un padre alcolista, incestuoso, e la paura degli uomini.

Trovavo inutile parlare, e poi con chi?

Le persone si spaventano di fronte a situazioni del genere, e spesso non avevano gli strumenti intellettivi ed emotivi per comprendere.

Il grido di solitudine e dolore, usciva solo attraverso la poesia, mentre camminavo frettolosamente fra le persone, il mio viso serio non permetteva a nessuno di sorridermi, e il mio cuore triste in questa prigione chiedeva agli occhi solo di piangere.

Ma nessuna lacrima usciva, tutte le emozioni erano sotto controllo, inconsapevolmente.

La scrittura era il modo spontaneo per comunicare, credevo che così avrei trovato chi sarebbe stato capace di leggere tra le righe, ma capii che in realtà non poteva accadere nessuna magia di questo tipo.

Come sempre, col mio tempo, capii perché.

La sera - 1986

Perché la sera,

i tuoi occhi,

si fanno

più intensi,

non chiedono nulla,

danno tutto di sé,

e non restano tra le mura,

ma fuggono lontano,

dove nessuno

può più afferrarli.

Ad un bimbo

La mia anima vuole il sapere,

i miei occhi vedono la fame

e la morte

nelle tue piccole ossa.

Io voglio imparare

sempre di più,

voglio crescere di più,

e tu intanto muori

per l’avidità e la crudeltà

degli uomini.

Io ora con tutto il mio sapere,

ho le tue ossa morte

fra le mie mani.

Quando le anime

saranno così grandi

per impedire che tu ancora

muoia di fame?

Quando il sapere

comincerà ad amare?

(L’Autodidatta 1986 – Artecultura)

Di fronte al dolore dei bambini poveri, malnutriti, il mio dolore diventava sempre più forte, il loro dolore era il mio e l’unico modo per stemperare il sentimento di empatia che mi sommergeva era scrivere di loro e chiedermi: “Perché?”.

In silenzio

salgo

nei tuoi occhi,

e ancora

lentamente

in punta di piedi

scendo.

Senza nulla dire.

Perdendomi

nella dolcezza

del tuo sorriso.

(L’Autodidatta 1987 – Artecultura)

L’amore idealizzato…toglie il fiato, è perfetto, silenzioso, amorevole.

Frammenti di realtà

Ho camminato

per le strade di una città,

Ho visto un uomo

salire sul tram.

Aveva i baffi folti,

su un volto grasso e sporco,

le mani

tenevano un sacchetto di non so che.

Le sue gambe,

il suo modo di...

Indice dei contenuti

• Dove la notte più buia finisce …. inizia la ricerca del buono nella vita.(Ovvero: prove personali per uscire dall’ Uragano)
• La notte più buia(non spaventatevi e non lasciatevi sopraffare dal dolore come me )
• L’alba inizia a sorgere dentro di me
• Cercando intimamente: dopo l’uragano.