TREDICI ATTIVITÀ DA FARE CON I BAMBINI
Tutti i bambini nascono artisti, il problema è rimanerlo da adulti.
Pablo Picasso
Qualche parola di spiegazione
Trovate in questa parte della Bottega una serie di attività da proporre ai bambini per sostenere, riconoscere, potenziare il pensiero narrativo e la creatività.
Sono prodotti di campionario, potrà succedere che dobbiate adattare la taglia affinché calzi a pennello alla vostra classe o al vostro bambino, ma sono certa che siete abili nella sartoria.
Esistono però alcuni presupporti che identificano i prodotti della Bottega Creativa, che vi chiedo con il cuore di non modificare.
Ciascuna attività è studiata e proposta in modalità improntate a dialogo e condivisione. In una situazione di confronto costruttivo e propositivo, non giudicante, i bambini sono portati a comprendere che hanno la possibilità sia di compensare le proprie fragilità sia di rendersi utili ai compagni tramite i propri punti di forza.
Si crea così una comunità di apprendimento davvero efficace.
In un buon gruppo l’intero è infatti ben maggiore della somma delle sue parti.
Il tutto sempre curando che i bambini non siano frenati dalla paura di sbagliare, perché finché si resta in questa Bottega non ci sono valutazioni nè voti e l’errore viene considerato come parte costruttiva.
Questo è fondamentale in contesto creativo, perché “alcune ricerche indicano che le persone altamente creative compiono più errori delle controparti meno dotate di immaginazione, e non perché siano meno abili, ma solo perché fanno più tentativi degli altri.
Hanno più idee, trovano più possibilità e fanno più progetti. A volte va bene, a volte no”35.
Con l’utilizzo del pensiero creativo i bambini comprendono che l’errore può essere anche nostro alleato, un segnale che esiste un ambito da potenziare e, invece di rifuggirlo acriticamente, ci riflettono e lo utilizzano per lavorarci su.
E anche in questo si dimostrano ottimi artigiani.
Le domande che vengono poste ai bambini nelle varie attività sono tutte domande legittime, non si tratta quindi, come già espresso, di domande per le quali esista una sola risposta giusta, già conosciuta dal docente che ne valuta la conoscenza.
Vista la diffidenza dimostrata dai bambini nei confronti delle mie domande legittime in fase di ricerca mi è sembrato opportuno soffermarmi nelle varie attività, e in quelle che propongo nei miei progetti, sull’uso di questo tipo di domande stimolo, che sono davvero molto importanti per lo sviluppo di un pensiero critico e argomentativo, oltre che creativo.
Come ci ricordano Goleman, Kaufman e Ray “una vita creativa è una continua ricerca, e le buone domande sono guide utilissime. Le domande più utili sono quelle aperte; esse consentono il manifestarsi di una risposta nuova e inaspettata. Questo è il genere di domande che i bambini non hanno paura di fare. A prima vista sembrano ingenue, ma pensate quanto sarebbero diverse le nostre vite se certe domande non fossero mai state poste”36.
Se Colombo, ad esempio, non si fosse mai chiesto se esistesse una via alternativa per raggiungere le Indie.
O se Fleming si fosse limitato a gettare via le colture batteriche dimenticate in laboratorio senza chiedersi come mai in alcune di esse ci fossero zone in cui batteri non si erano moltiplicati.
Pensiamo infine alla curiosità epistemica a cui faceva riferimento Einstein quando disse a uno dei suoi biografi: “Non ho talenti particolari. Sono solo appassionatamente curioso”. 37
Alcune attività e alcun proposte riguardano specificatamente la narrazione, anche se, come avete avuto modo già di capire, in realtà questo fattore pervade tutta l’offerta della Bottega.
E’ importante qui fermarsi un attimo dal nostro girovagare tra gli scaffali e fare una riflessione sulla narrazione.
Ripensiamo ai bambini nella fase del pensiero magico (su un ripiano troverete anche una filastrocca sugli Amici Immaginari): quanta abilità narrativa c’era in loro? Quanta spontaneità e quanta creatività, che invece di essere potenziate poi scompaiono?
Una didattica che sappia rispettare quelle che sono le capacità innate dei bambini otterrà il duplice risultato di essere efficace e nello stesso tempo di mantenere intatta la motivazione e lo spirito creativo che accompagnano l’apprendimento.
Occorre incoraggiare quindi fin da subito l’espressione di stati d’animo personali, curando in modo particolare l’aspetto narrativo, che non solo riveste un ruolo importante sul piano didattico, ma è anche un modo di esternare la propria interiorità e rapportarsi con il mondo esercitando il proprio pensiero creativo.
Come afferma Jerome Bruner la narrazione modella non soltanto un mondo, ma anche le menti che tentano di dargli i suoi significati: mediante la narrazione ciascuno crea e ricrea il proprio Sé.
Produciamo i nostri racconti per affrontare le situazioni in cui viviamo, alimentando le nostre irripetibili identità con le storie che ci raccontiamo per mettere insieme i frammenti delle nostre vite e sostenere il nostro percorso38.
Tutto questo premesso sarà facile intendere che la narrazione non debba essere confusa né tantomeno subordinata alla grammatica.
Tuttavia, come già ricordava Gianni Rodari nella sua Grammatica della fantasia “nel giudicare i testi infantili, purtroppo, la scuola rivolge la sua attenzione prevalentemente al livello ortografico-grammaticale-sintattico, che non tocca nemmeno il livello più̀ propriamente linguistico, oltre a trascurare il complesso mondo dei contenuti.
Il fatto è che a scuola si leggono i testi per giudicarli e classificarli, non per capirli. Il setaccio della correttezza trattiene e valorizza i ciottoli, lasciando passare l'oro”39.
Proprio per questo, rivolgo un appello accorato agli insegnanti affinché i libri destinati al piacere della lettura non siano utilizzati per svolgere gli esercizi di grammatica.
Come si può chiedere se "Alice attraverso lo specchio" sia moto per luogo? I bambini in quel momento sono nel folle mondo di Alice e quando sognano e viaggiano con la fantasia non vogliono tornare alla realtà.
O chiedere che tempo sia "arrivarono i Signori in grigio"?
“Il tempo è una cosa seria!!!” risponderebbe Momo.
Lasciamo che il momento della lettura sia libero, creativo, leggero, profondo, divertente, sereno, come ogni bambino desidera.
La grammatica può sicuramente essere affrontata e approfondita in un momento diverso.
Come sosteneva Rodari, l'incontro decisivo tra i ragazzi e i libri avviene sui banchi di scuola. Se avviene in una situazione creativa, dove conta la vita e non l'esercizio, ne potrà sorgere quel gusto della lettura che occorre coltivare, ma se avviene in una situazione burocratica, in cui il libro è mortificato a strumento di esercitazioni, soffocato dal meccanismo tradizionale interrogazione-giudizio, ne potrà̀ nascere la tecnica della lettura, ma non il gusto40.
Questo incontro con i libri è bene avvenga prima possibile, in modo sereno e creativo, per poter poi trasporre ogni cosa nella scrittura, che possiede moltissime virtù, tra le quali (a mio parere) un reale potere terapeutico.
Un segno su un foglio, poi un altro, un altro e – magia – nasce un messaggio, per gli altri e per se stessi, che non necessariamente è lo stesso.
E allora quei segni diventano autonomi, portano con sé milioni di messaggi diversi, come accade per la musica, uno per ciascun lettore.
E forse un messaggio lo abbiamo dentro di noi e le parole ci aiutano solo a saperlo leggere: e qui sta il suo potere di cura, che va preservato.
Le attività che seguono mirano a rendere i bambini protagonisti attivi della narrazione, con stimoli e spunti che possano condurre i bambini alla rifle...