Il dossier segreto dei crimini Francesi. Dove tutto ebbe inizio. Le "marocchinate" Vol. I
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Il dossier segreto dei crimini Francesi. Dove tutto ebbe inizio. Le "marocchinate" Vol. I

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Questo volume vuole raccontare, con documenti alla mano, le "gesta eroiche" della Francia contro una nazione ferita mortalmente dalla guerra, l'Italia. Un odio antico del popolo francese contro quello italiano che sotto l'impulso della "pugnalata alla schiena" del 1940 ha generato un'ondata di nazionalismo esaltato, trasformandolo fisicamente in torture ed uccisioni contro chi era colpevole di essere italiano in terra francese.
Nel "dossier della vergogna", una sintesi di oltre 1800 pagine della relazione che la Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano trasmise nel 1945 alla Commissione Alleata, vengono svelate le torture ai danni dei prigionieri, confermando ancor di più come i francesi si siano accaniti contro il popolo italiano tutto, militari e civili inermi, per vendicare l'attacco alla Francia del giugno del 1940.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788831683340
Argomento
Storia

CAPITOLO 1
L’inizio

 
 
Rap­por­to del R.V. Con­so­le reg­gen­te di Pa­ri­gi al Mi­ni­ste­ro de­gli af­fa­ri este­ri.
20 lu­glio 1940
 
Pri­ma del 10 giu­gno il Go­ver­no fa­sci­sta ita­lia­no ave­va pre­so con­tat­to con il Go­ver­no fran­ce­se per re­go­la­re il rim­pa­trio del ri­spet­ti­vo per­so­na­le in mis­sio­ne di­plo­ma­ti­ca, con­so­la­re, gior­na­li­sta etc. all’at­to dell’en­tra­ta in guer­ra dell’Ita­lia.
Mai in una di­chia­ra­zio­ne di Guer­ra riu­scì me­no im­pre­vi­sta di quel­la no­ti­fi­ca­ta, nel­le più tra­di­zio­na­li for­me di pro­to­col­lo in­ter­na­zio­na­le.
E per par­te sua l’Ita­lia prov­vi­de al rien­tro del­le rap­pre­sen­tan­ze fran­ce­si se­con­do le re­go­le con­cor­da­te e con si­gno­ri­li­tà di una Na­zio­ne ci­vi­le.
Non so­lo un cit­ta­di­no fran­ce­se in Ita­lia ven­ne trat­ta­to me­no che cor­ret­ta­men­te dal­le Au­to­ri­tà e dal­la po­po­la­zio­ne.
La no­ti­zia del­la di­chia­ra­zio­ne di guer­ra al­la Fran­cia non die­de al­tro che il via a un ri­sen­ti­men­to na­zio­na­le an­ti-ita­lia­no che por­tò a una sel­vag­gia cac­cia all’ita­lia­no.
Un odio so­prat­tut­to di go­ver­nan­ti fran­ce­si i qua­li pre­me­di­ta­no e or­di­na­no gli ar­re­sti di mas­sa con l’ag­giun­ta per­so­na­le d’inau­di­ta bru­ta­li­tà; è un odio to­ta­le e fol­le che al pas­sag­gio de­gli Ita­lia­ni in­qua­dra­ti, al tran­si­to dei con­vo­gli, car­ri be­stia­me, in­vei­sco­no e of­fen­do­no gli ita­lia­ni de­sti­na­ti ai cam­pi di Con­cen­tra­men­to con ri­tor­nel­li mi­se­ra­bi­li, “sa­le Ita­lien! sa­le ma­ca­ro­ni!”
 
A te­sti­mo­nia­re co­me l’astio sia ge­ne­ra­le, uni­for­me e an­ti­co….
 
Che una par­ti­co­la­re cru­del­tà al­log­gia­va nel­le gen­ti gal­li­che lo si sa­pe­va dal­la lo­ro ri­vo­lu­zio­ne, sa­tu­re di ghi­gliot­ti­ne smi­su­ra­ta­men­te gron­dan­ti di san­gue. Men­tre la blitz­krieg (guer­ra lam­po) bru­cia­va le sue tap­pe, la Fran­cia non vol­le far­si bat­te­re in ve­lo­ci­tà. In­cre­di­bil­men­te ra­pi­da riu­scì l’im­men­sa re­ta­ta de­gli ita­lia­ni, qua­si nel ti­mo­re che la pre­da sfug­gis­se e l’odio non fa­ces­se in tem­po a sfo­gar­si. Nei cam­pi di Con­cen­tra­men­to gli ita­lia­ni so­no ad­den­sa­ti in am­bien­ti im­mon­di e sot­to­po­sti a tor­tu­re e se­vi­zie di aguz­zi­ni com­pia­cen­ti. Se la guer­ra dell’Ita­lia al­la Fran­cia po­ne­va in evi­den­za il dram­ma­ti­co pro­ble­ma del­la si­tua­zio­ne in cui ve­ni­va a tro­var­si la gran­de mas­sa de­gli Ita­lia­ni in Fran­cia nes­su­no po­te­va im­ma­gi­na­re tan­ta fe­ro­cia e tan­ta stu­pi­di­tà sca­te­na­te con­tro gli ita­lia­ni.
Si re­sta al­li­bi­ti nel con­si­de­ra­re che que­sti fran­ce­si in uno dei mo­men­ti più tra­gi­ci del­la lo­ro sto­ria, quan­do i te­de­schi era­no al­le por­te di Pa­ri­gi, quan­do il lo­ro eser­ci­to fug­gi­va in un di­sor­di­ne in­cre­di­bi­le, quan­do per le stra­de di Fran­cia i ci­vi­li si schiac­cia­va­no a vi­cen­da per tro­va­re una di­spe­ra­ta via di scam­po, ab­bia­no po­tu­to e vo­lu­to mo­bi­li­ta­re una pic­co­la ar­ma­ta di po­li­ziot­ti e or­ga­niz­za­re de­gli in­ter­mi­na­bi­li tre­ni fa­cen­do­li pas­seg­gia­re at­tra­ver­so tut­ti il pae­se via Ren­nes-Bor­deaux e To­lo­sa. So­no an­da­ti al­la cac­cia de­gli Ita­lia­ni con un eroi­smo spre­giu­di­ca­to e con una fret­ta rab­bio­sa tut­ta la not­te dal 10 all’11 e tut­to il gior­no 11 e 12 giu­gno nel­le stra­de, nel­le ca­se, ne­gli uf­fi­ci fa­cen­do scen­de­re dai let­ti in­fer­mi o am­ma­la­ti.
Han­no so­spe­so in una ca­sa mo­de­sta un pran­zet­to per la pri­ma co­mu­nio­ne di una bam­bi­na e i po­li­ziot­ti han­no rad­dop­pia­to di fe­ro­cia scam­bian­do l’in­no­cen­te con­vi­to in un ban­chet­to per ce­le­bra­re l’en­tra­ta in guer­ra dell’Ita­lia. Al­cu­ni ave­va­no mo­gli fran­ce­si, fi­gli fran­ce­si e com­bat­ten­ti nell’eser­ci­to fran­ce­se. Mol­ti non ave­va­no mai na­sco­sto il lo­ro sin­ce­ro amo­re per la Fran­cia. Non so­no sta­ti di cer­to ben con­trac­cam­bia­ti. Co­si mol­te il­lu­sio­ni sa­ran ca­du­te per sem­pre e i no­stri pri­gio­nie­ri po­tran­no rac­con­ta­re la ve­ra leg­gen­da de “l’ama­bi­li­te’ et de l’ho­spi­ta­li­te’ fran­cai­se”.

CAPITOLO 2
Campo di Concentramento Vernet D’Ariège

Re­la­zio­ne del Dott. Giu­sep­pe Lo Du­ca al­la Com­mis­sio­ne Ita­lia­na d’Ar­mi­sti­zio.
11 ago­sto 1940
La di­chia­ra­zio­ne di guer­ra dell’Ita­lia al­la Fran­cia ven­ne a coin­ci­de­re con uno sta­to di com­ple­to di­sor­di­ne nel­la vi­ta na­zio­na­le di que­st’ul­ti­ma ca­rat­te­riz­za­ta da abu­si, ar­bi­tra­rie­tà e con­fu­sio­ne in­ve­ro­si­mi­li. Di ta­le sta­to fu par­ti­co­lar­men­te vit­ti­ma la co­lo­nia ita­lia­na di Pa­ri­gi che vi­de ar­re­sta­re tra gli al­tri Mon­si­gnor Ba­bi­ni, ve­sco­vo su­pe­rio­re dei mis­sio­na­ri in Eu­ro­pa, don Con­son­ni vi­ca­rio (dun­que gra­di­to dal­lo sta­to fran­ce­se) del­la par­roc­chia pa­ri­gi­na di ST. Eloi (XII) ot­to ar­ti­sti che igno­ra­va­no che co­sa fos­se la po­li­ti­ca, Ni­co­la Gre­co, Di Giu­sep­pe, Ade­ma­ro dell’Aqui­la e al­tre per­so­ne di gran­de im­por­tan­za fi­nan­zia­ria e com­mer­cia­le, mol­ti re­si­den­ti in Fran­cia da ol­tre trent’an­ni. In uno ospi­zio di po­ve­ri fu cat­tu­ra­to un po­ve­ro mu­si­ci­sta ot­tan­ten­ne, un giar­di­nie­re di 68 an­ni fu ag­giun­to al­la squa­dra dei pe­ri­co­lo­si, no­no­stan­te i suoi 50 an­ni di per­ma­nen­za a Pa­ri­gi; i de­co­ra­ti di cro­ci di guer­ra fran­ce­se, del­le me­da­glie in­te­ral­lea­te 1914-1918.
I vo­lon­ta­ri Ar­gon­ne, i de­co­ra­ti del­le cro­ci del­la Le­gion d’Ono­re non si con­ta­va­no. Un grup­po di ita­lia­ni ar­re­sta­ti nel­la zo­na di Pa­ri­gi tra il 10 e 11 giu­gno fu por­ta­to in un fa­mi­ge­ra­to cam­po mi­li­ta­re di­sci­pli­na­re di Ver­net d’Arie­ge, do­ve sem­bra che i suoi uf­fi­cia­li vi sia­no no­mi­na­ti per pu­ni­zio­ne. Il no­stro viag­gio di 6 gior­ni fu pe­no­so; nu­tri­zio­ne in­suf­fi­cien­te e avi­ta­mi­ni­ca, son­no im­pos­si­bi­le per il so­pran­nu­me­ro de­gli eva­cua­ti (65/80 uo­mi­ni nei clas­si­ci va­go­ni per 40) nu­me­ro­si eva­cua­ti so­no vec­chi, don­ne e gio­vi­net­ti. Si ag­giun­ga per lo sta­to ner­vo­so dei viag­gia­to­ri, che il tre­no fu bom­bar­da­to e mi­tra­glia­to do­po Char­tres e si eb­be­ro due ca­si di paz­zia di cui uno de­ge­ne­ra­to al sui­ci­dio pres­so Ren­nes, sta­zio­ne. Giun­ti a Ver­net, fum­mo im­me­dia­ta­men­te po­sti nel quar­tie­re C, quar­tie­re dei mi­li­zia­ni re­du­ci in Spa­gna; Un ter­zo de­gli in­ter­na­ti fu ob­bli­ga­to a dor­mi­re sul nu­do ce­men­to du­ran­te le pri­me tre not­ti, com­pre­so un cer­to Por­ro, mi­la­ne­se, che ave­va un pneu­mo­to­ra­ce.
Nes­su­na mi­su­ra sa­ni­ta­ria fu pre­sa nei no­stri ri­guar­di. Nes­su­na di­stin­zio­ne, né ri­guar­do per l’età e lo sta­to de­gli ar­re­sta­ti tra i qua­li va­ri af­fet­ti da ma­lat­tie cro­ni­che in pie­na cu­ra. La nu­tri­zio­ne fu in­suf­fi­cien­te e in­com­ple­ta; si no­ta­ro­no sin­to­mi di avi­ta­mi­no­si e ca­si gra­vi di ane­mia. La si­tua­zio­ne mo­ra­le fu for­se an­co­ra più pe­no­sa. No­no­stan­te il no­stro di­rit­to, esem­pio per ca­pric­cio d’un cer­to ser­gen­te-mag­gio­re Bell­vil­le, fum­mo tut­ti ob­bli­ga­ti a ra­der­ci la te­sta com­pre­si vec­chi, gli am­ma­la­ti, mon­si­gno­re ecc. Fat­to più gra­ve, qual­cu­no di noi è sta­to più vol­te mal­me­na­to, con ba­sto­na­te, fru­sta­te, cal­ci e schiaf­fi.
Il 7 lu­glio 1940 nel cam­po di Ver­net fu uc­ci­so Ga­ret­ti Pa­squa­le na­to nel 1877 a Sa­vo­na fu sot­ter­ra­to nel ci­mi­te­ro del cam­po. Ben­ché ses­san­ta­duen­ne fu con­ti­nua­men­te pic­chia­to dal­le guar­die. Una not­te tut­ta la pri­gio­ne fu sve­glia­ta dal­le ur­la che usci­va­no dal­la cel­la ove il po­ver’uo­mo era rin­chiu­so al­la mer­cé d’un gen­dar­me ubria­co. L’in­do­ma­ni fu da­ta no­ti­zia del “sui­ci­dio” del di­sgra­zia­to per im­pic­ca­gio­ne. Il cor­po era tut­to un’ec­chi­mo­si e por­ta­va tra gli spa­zi in­ter­co­sta­li trac­ce d’un og­get­to pe­ne­tran­te iden­ti­fi­ca­bi­le nel­la can­na di una ri­vol­tel­la. Te­sti­mo­ni fu Ber­mann Mayer te­de­sco tra­sfe­ri­to nel cam­po de cac­tus, Mayer è pu­re te­sti­mo­ne ocu­la­re di col­tel­la­te da­te a un po­lac­co con la scu­sa che i po­lac­chi non ave­va­no suf­fi­cien­te­men­te re­si­sti­to all’ur­to del­la pan­zer Di­vi­sio­nen.
Il te­nen­te d’avia­zio­ne cer­to Por­ret­ti vo­lon­ta­rio nell’eser­ci­to Fran­co, ca­du­to con il suo ap­pa­rec­chio, pre­so dai mi­li­zia­ni e tra­sci­na­to con lo­ro nel­la lo­ro fu­ga, fi­nì nel cam­po di Ver­net in uno sta­to men­ta­le pre­oc­cu­pan­te. Il Por­ret­ti ten­tò la fu­ga, ma ap­pe­na fu nel­le ma­ni del­le guar­die fu vio­len­te­men­te pic­chia­to e get­ta­to in pri­gio­ne. Per ol­tre un me­se fu il ber­sa­glio de­gli al­co­liz­za­ti e dei sa­di­sti del luo­go nel suo dop­pio aspet­to di ita­lia­no e di Fran­chi­sta. Il gio­co prin­ci­pa­le con­si­ste­va nel fa­re en­tra­re il po­ve­ro sol­da­to in un ga­bi­net­to a due usci­te: a ogni var­co lo aspet­ta­va uno sbir­ro che lo ri­get­ta­va all’al­tro con vio­len­ti pu­gni sul vi­so. Gli in­ter­na­ti del cam­po vi­de­ro un gior­no il Po­ret­ti con la te­sta gon­fia e in­san­gui­na­ta, con i den­ti fra­cas­sa­ti e lo sen­ti­ro­no gri­da­re un de­bo­le Ahi! mam­ma. Gli fu da­ta una sca­to­la di con­ser­va ar­rug­gi­ni­ta rac­col­ta nel­le im­mon­di­zie, per­ché vi be­ves­se den­tro.
Nel­la not­te il ma­la­to do­vet­te usa­re la sca­to­la co­me va­so da not­te; mal vuo­ta­ta l’in­do­ma­ni nel sec­chio co­mu­ne, fu tra­sfor­ma­ta in ga­vet­ta su or­di­ne dei gen­dar­mi che ur­la­va­no con ri­sa­te igno­bi­li: Bouf­fe, sa­le ita­lien! Il po­ve­ret­to non si ren­de­va con­to di nul­la. Il ca­po del­la guar­dia mi­se una se­ra la chia­ve del­la cel­la su un chio­do del­la por­ta e dis­se ai suoi su­bor­di­na­ti: “se qual­cu­no vuo­le di­ver­tir­si, à tou­te heu­re del la nuit, la chia­ve è qui”. Lo spas­so con­si­ste­va nell’ab­ba­glia­re il pri­gio­nie­ro con una lam­pa­di­na – que­sto è ora­mai ri­tua­le al Cam­po Ver­net - e quin­di sfo­gar­si be­stial­men­te sul suo cor­po. Quan­do fu de­ci­so di tra­spor­ta­re il cor­po mas­sa­cra­to del Po­ret­ti all’ospe­da­le di To­lo­sa, es­so gia­ce­va da quat­tro gior­ni su una ba­rel­la ed in que­sto sta­to fu da­to an­co­ra un cal­cio al­la “ca­ro­gne” da par­te del Ca­pi­ta­no me­di­co. Si igno­ra ma­te­rial­men­te se il Po­ret­ti sia mor­to, seb­be­ne il con­tra­rio pa­re im­pro­ba­bi­le. Co­mun­que, nel cam­po si mor­mo­ra che il cor­po sia sta­to sot­ter­ra­to di not­te nel cam­po.
Il 23 lu­glio 1939 fu ar­re­sta­to a Ni­mes Lo­bel­lo Mi­che­le, re­si­den­te a Ni­mes (gard) 17 rue Pa­cha­ras. Per ot­to gior­ni ed ot­to not­ti fu la­scia­to sen­za man­gia­re e sen­za be­re. Fu cre­du­to mor­to dai suoi car­ce­rie­ri, che non po­ten­do più apri­re le ma­net­te de­for­ma­te da­gli sfor­zi del Lo­bel­lo, le ta­glia­ro­no a fred­do sul cor­po stes­so con lo scal­pel­lo stra­zian­do­ne le ma­ni. Il Lo­bel­lo ha per­so l’uso di una ma­no.
Non ap­pe­na si ac­cor­se­ro che il pri­gio­nie­ro era sem­pli­ce­men­te in una qua­si ago­nia, i car­ce­rie­ri ten­ta­ro­no di av­ve­le­nar­lo. Il 27 di­cem­bre fu in­via­to al cam­po di Ver­net, ove su­bì gli abi­tua­li trat­ta­men­ti di que­sto cam­po. Il Lo­bel­lo por­ta trac­ce di ci­ca­tri­ci re­cen­ti, sul­le brac­cia, sui pol­si, sul­le gam­be sul set­to na­sa­le, zo­na fron­ta­le e sul cra­nio.
Re­la­zio­ne del Sig. Sal­va­to­re Di Giu­sep­pe, Pre­si­den­te dell’as­so­cia­zio­ne dei Ne­go­zia­to­ri Im­por­ta­to­ri Pro­dot­ti Or­to­frut­ti­co­li Agru­mi in Fran­cia. Al Mi­ni­stro del­la Cul­tu­ra Po­po­la­re
27.08.1949
Il 10 giu­gno 1940 al­le ore 19.30 CIN­QUE gio­va­ni ispet­to­ri del­la Po­li­zia Fran­ce­se ven­ne­ro a ca­sa mia per ar­re­star­mi e con­tem­po­ra­nea­men­te a per­qui­si­re e se­que­stra­re tut­to ciò che in­te­res­sa­va lo­ro. As­sie­me a mol­ti al­tri con­na­zio­na­li pas­sam­mo la not­te in una sa­la del­la Pre­fet­tu­ra del­la Po­li­zia, se­du­ti in una se­dia nell’as­so­lu­ta im­pos­si­bi­li­tà di muo­ver­ci, sor­ve­glia­ti da una ciur­ma di po­li­ziot­ti in ci­vi­le e in di­vi­sa che ci avreb­be­ro mal­me­na­to al­la pri­ma oc­ca­sio­ne. Qual­che con­na­zio­na­le la cui fi­sio­no­mia non fa­ce­va co­mo­do a qual­che vi­le po­li­ziot­to, ve­ni­va chia­ma­to in un an­go­lo na­sco­sto e la ri­ce­ve­va il pri­mo bat­te­si­mo con caz­zot­ti, pu­gni, cal­ci etc. Il gior­no do­po fum­mo ca­ri­ca­ti su un tre­no per tra­spor­to be­stia­me, viag­giam­mo at­tra­ver­so la Fran­cia per ar­ri­va­re il 17 giu­gno al Cam­po Mi­li­ta­re di Ver­net d’Ariè­ge, nell’Ariè­ge. Il no­stro lun­go e pe­no­so viag­gio fi­no al cam­po di Con­cen­tra­men­to fu una lun­ga e odio­sa odis­sea.
È ve­ra­men­te pe­no­so e scon­cer­te­vo­le ve­de­re che un po­po­lo tan­to di­li­gen­te e tan­to me­ti­co­lo­so nel far sof­fri­re tut­ti gli ita­lia­ni im­pri­gio­na­ti dal 10 giu­gno 1940, non sia sta­to ca­pa­ce di op­por­re una mi­ni­ma om­bra di re­si­sten­za al ne­mi­co e nean­che il mi­ni­mo più mo­de­sto soc­cor­so al­le po­ve­re fa­mi­glie che co­strin­ge­va­no a fug­gi­re ed a eva­cua­re. So­lo con­tro noi ita­lia­ni han­no sa­pu­to mo­stra­re odio, uno sde­gno ed un sen­ti­men­to bar­ba­ro qua­si in­na­to!! In­som­ma, i fran­ce­si nel­le cir­co­stan­ze svol­te­si, si so­no sco­per­ti per due co­se ben de­fi­ni­te ed es­sen­zia­li: a) Odio spe­ci­fi­co, qua­si a mor­te con­tro gli ita­lia­ni b) Pro­pa­gan­di­sti di pa­ni­co e pron­ti a pre­ci­pi­to­sa fu­ga di­nan­zi al ne­mi­co. Tut­te le al­tre vir­tù di que­sto po­po­lo so­no sta­te com­ple­ta­men­te eclis­sa­te. Al cam­po di Con­cen­tra­men­to di Ver­net, cre­de­va­mo in­fi­ne di ave­re quel mi­ni­mo di con­for­to che è in­di­spen­sa­bi­le a qua­lun­que uo­mo an­che abi­tua­to al­le re­go­le più pri­mi­ti­ve. Nien­te af­fat­to. I fran­ce­si in man­can­za di al­tri luo­ghi per in­ter­nar­ci, ci por­ta­ro­no in quel Cam­po di con­cen­tra­men­to già abi­ta­to da cir­ca 5000 vec­chi in­ter­na­ti. Nell’in­sie­me era­va­mo uo­mi­ni dai 40 ai 70 an­ni e non era­va­mo più abi­tua­ti a u...

Indice dei contenuti

  1. Table of Contents
  2. PREFAZIONE
  3. PROLOGO
  4. CAPITOLO 1 - L’inizio
  5. CAPITOLO 2 - Campo di Concentramento Vernet D’Ariège
  6. CAPITOLO 3 - Campo di Concentramento Montech e Cascaret
  7. CAPITOLO 4 - Campo di Concentramento St. Jodard
  8. CAPITOLO 5 - Campo di Concentramento St. Cyprien
  9. CAPITOLO 6 - Campo di Concentramento Douhet
  10. CAPITOLO 7 - Campo di Concentramento Le Blanch
  11. CAPITOLO 8 - Campo di Concentramento Courgy
  12. CAPITOLO 9 - Commissione Armistizio con la Francia 1940
  13. CAPITOLO 10 - Notiziario della Commissione Italiana di Armistizio con la Francia 1941
  14. CAPITOLO 11 - Notiziario della Commissione Italiana di Armistizio con la Francia 1942
  15. CAPITOLO 12 - Notiziario della Commissione Italiana di Armistizio con la Francia 1943
  16. CAPITOLO 13 - Armistizio del 1943
  17. CAPITOLO 14 - Illegalità e atrocità commesse ai nostri danni in territorio metropolitano francese
  18. CAPITOLO 15 - Rapporto sulla situazione dei prigionieri di guerra italiani
  19. CAPITOLO 16 - Interrogatori
  20. CAPITOLO 17 - Situazione Politica in Francia
  21. CAPITOLO 18 - Campi di Concentramento 1943
  22. CAPITOLO 19 - Trattamento prigionieri
  23. CAPITOLO 20 - Comitato Regionale Italiano di Liberazione Nazionale - Marsiglia
  24. CAPITOLO 21 - Relazione e situazione dei reparti ripiegati in Francia
  25. CAPITOLO 22 - La sconfitta Garibaldina
  26. CAPITOLO 23 - Truppe italiane in Corsica
  27. CAPITOLO 25 - Barbarie commesse in danno di nostri militari e delle popolazioni civili italiana
  28. CAPITOLO 26 - Resoconto crimini francesi
  29. CAPITOLO 27 - Croce Rossa Italiana in Francia
  30. Ringraziamenti
  31. Glossario dei termini
  32. Note