Dare il meglio, sempre e comunque
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Informazioni sul libro

Ho studiato i migliori uomini – quelli realizzati – e le migliori aziende – quelle di successo. Cosa c'era dietro i loro risultati e cosa avevano in comune.
Ho confrontato metodi, tecniche, comportamenti, valori e modelli organizzativi sperimentandone diversi. Cercavo una via pratica e concreta per rendere migliore la mia vita fin da subito. Il risultato, la sintesi è in questo libro.
È rivolto a chi non vuole solo rincorrere le opportunità o lasciarsi vivere ma sta provando a reagire ed in particolare in questo difficile momento storico si troverà, spesso per necessità, a dover ridisegnare o a rivedere la propria vita professionale.
Perché è diverso? Esistono tanti buoni libri e corsi di formazione che offrono idee e spunti interessanti ma scivolano via, non si radicano nella mente ed in fondo con ci cambiano la vita. Invece questo libro ci vuole prendere per mano e sostenere nel tempo necessario lungo un percorso guidato autobiografico.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788831692083
CAPITOLO 1
DOVE VOGLIO ANDARE
Guardi o pensi alla tua vita: dove sei, cosa fai non ti piace o non ti basta. Sperimenti momenti di rabbia e rassegnazione.
Ad esempio per quanto impegno e sforzo fai ti senti sempre indietro con le scadenze di lavoro o economiche.
Oppure guardi gli altri ed inevitabilmente ti confronti. Pensi di “valere” qualcosa di più di quello che la vita ti riconosce. Forse non ti manca nulla ma la vita ti sembra piatta, noiosa, sempre uguale e ti senti spento, demotivato.
Magari invece hai un sogno. Passano gli anni e resta lì, sullo sfondo, ad un passo. O hai un ideale per cui credi la vita meriti di essere vissuta ma non osi dirlo neanche a te stesso.
Capita a molti, a tutti direi almeno in qualche momento della vita.
Ora immaginati invece un’altra scena: un gruppo di persone in piedi alla fermata del bus ed anche noi due tra di loro. La sagoma colorata compare da lontano, si avvicina e si fa più nitida. Il display luminoso che indica la linea e la destinazione è spento. Noti il particolare ma non ci fai granché caso. Si ferma ed apre le porte. Tanta gente sale ed anche noi con loro. L’autista riparte. In fondo non sappiamo dove stiamo andando ma poco importa: il viaggio tutto sommato è piacevole, l’autista premuroso. Va tutto bene, o almeno così ci sembra…
Ad un certo punto senti arrivare un messaggio nel tuo smartphone. Lo sfili dalla tasca e lo leggi. C’è scritto: “Quanto ti manca? Dove sei?” Ti accorgi che non lo sai. Osservi fuori poi ti guardi attorno. Lo chiedi ai tuoi vicini e neanche loro lo sanno, ma la cosa li lascia indifferenti. In quel momento decidi di alzarti e premi il pulsante rosso accanto a te. Il riquadro “prossima fermata prenotata” si accende. Qualcuno come te scende. I più continuano.
Se hai iniziato a leggere questo libro significa che in qualche modo questo “richiamo” è arrivato anche a te, magari per un evento che ti ha cambiato la vita, oppure per questa crisi che ha investito tutti quanti noi o semplicemente perché ad un certo punto ne hai preso consapevolezza.
Cosi è stata la prima parte della mia vita, come credo quella di molte altre persone.
Sono stato fortunato. Nonostante tutto l’autobus su cui ero seduto non è finito in un dirupo, il guidatore non si è perso in luoghi malfamati, non sono salite persone sgradevoli a rovinare il viaggio.
Ma ad un certo punto non mi è bastato più. Oggi continuo sempre a vedere la mia vita come un viaggio: viaggiare è il nostro immodificabile destino. Tuttavia vorrei potere almeno per quanto è in mio controllo guidarlo e non lasciare questo compito ad altri e rendere di conseguenza il viaggio il più lungo e piacevole possibile.
Una terza immagine. Hai mai osservato stormi di uccelli in volo nel cielo? Alcuni decidono in che direzione volare, probabilmente in quella che sembra la migliore per tutti, ed ogni cambio di rotta si propaga in un attimo a tutto il gruppo. Lo notiamo meno, ma anche noi umani ci comportiamo così, con una differenza: facciamo quello che fanno tutti ma ci aspettiamo risultati diversi.
Bene, ma per abbandonare lo stormo, scendere dall’autobus e non perderci ancora più miseramente ci vogliono ali robuste e determinazione. Proveremo a prepararci ed allenarci insieme, pagina dopo pagina, giorno dopo giorno.
Come procediamo?
Facendo insieme due cose. La prima è scegliere, pianificare ed avviare alcuni progetti di vita che ci stanno particolarmente a cuore. La seconda è impegnarci a rendere migliori certi lati della nostra persona costantemente, giorno per giorno perché questo renderà più agevole completare quei medesimi progetti. In termini aziendali utilizzeremo una combinazione di “project management” e di “continuous improvement” o “Kaizen” in giapponese. Tradotto in termini esistenziali è una combinazione di “rispondere in modo organizzato alle nostre domande interiori” e di “creare le giuste abitudini, motivazioni e comportamenti”. Impareremo ad unire ed amalgamare questi due ingredienti. La prima strategia sarà l’oggetto dei primi tre capitoli di questo testo, la seconda sarà oggetto dei capitoli successivi. Pertanto nel primo capitolo ci soffermeremo sulla scelta dei progetti giusti per noi e sulle nostre motivazioni. Nel secondo svilupperemo una prima pianificazione di massima. Nel terzo capitolo applicheremo ai nostri piani due particolari strumenti di project management per affrontare con regolarità le nostre azioni avendo individuate la prime. A questo punto entreremo nella seconda parte. Per dare cadenza ed efficacia ai nostri progetti, qualunque essi siano, dovremo lavorare al nostro modo di essere, ad impiantare buone “abitudini” che ci faranno diventare maratoneti. Alcune abitudini che chiameremo “strategiche” saranno davvero degli straordinari motori. Le vedremo ad una ad una a partire dal quarto capitolo. Inizieremo poi aprirci ad un nuovo modo di vivere e di pensare. Impareremo ad un certo punto a “lottare” con noi stessi quando inconsciamente resistiamo ai cambiamenti, con quello che il saggio orientale Sun Tzu più duemila anni fa definì il “nemico interiore”. Impareremo a predisporre corpo, animo e mente per mettere in pratica in modo duraturo i nostri propositi aggirando gli ostacoli interiori. Ed alla fine ci ritroveremo profondamente cambiati.
Da dove partire?
Immaginiamoci di essere all’inizio di un nuovo periodo della nostra vita o nel primo giorno di un nuovo anno: è sempre tempo di buoni propositi. Chiudiamo gli occhi ed immaginiamo noi stessi proiettati tra un anno esatto. Cosa vorremmo essere, avere, aver fatto? Come vorremmo (o dovremmo) vivere? Prendiamo il tempo che ci serve per rispondere. Cerchiamo di “leggere”, “capire”, “razionalizzare” dove siamo.
Mi piace molto la teoria delle tre galline di Alberto Simone1. Racconta che quando nasciamo ci viene affidato un piccolo pollaio con tre galline: si chiamano corpo, mente e spirito. Dovremmo accudire e prenderci cura di tutte e tre allo stesso modo senza dar da mangiare troppo ad una e magari niente ad un’altra. Solo così si manterranno sane e ci daranno frutto nel tempo. Spesso invece ce ne dimentichiamo. I saggi orientali introdussero la “ruota della vita” in cui rappresentare le sue varie componenti: lavoro, relazioni, benessere (e cura di sé), svago. Esse ne costituiscono i raggi e la loro lunghezza è proporzionale all’attenzione, al peso che dedichiamo loro. L’ideale è che si alternino in modo più possibile armonioso ed equilibrato fin quasi a formare un cerchio. Ma la realtà di tutti noi è quasi sempre ben diversa. Proviamo a chiederci: quali di queste aree è più critica, avrebbe bisogno di un nostro intervento o semplicemente è più importante per noi?
Proviamo a rappresentare il nostro livello di soddisfazione per ciascun’area in una scala da uno a cinque tutte insieme su un grafico a tela di ragno, una “radar chart” un po’ come si usa fare nelle aziende ben strutturate per la mappatura delle competenze lavorative. Un esempio è illustrato nella figura seguente:
image
All’inizio potremmo non avere una “visione” così netta nella mente. Queste domande e questa visualizzazione ci potranno aiutare a fare chiarezza, a scegliere le aree su cui concentrare i nostri sforzi. Sarà la base per individuare i nostri piani.
Insieme proviamo ad ascoltare le nostre emozioni. Cosa ci ha reso felici o piuttosto particolarmente insoddisfatti negli ultimi mesi? Usiamole per scoprire di cosa abbiamo bisogno, per diventare pienamente consapevoli dei nostri desideri e se possibile realizzarli.
Con un po’ di sforzo vedremo prendere forma nella nostra mente alcuni progetti di vita (o problemi da risolvere) che erano lì latenti ed è tempo ora di portare a termine. Dovranno poi essere qualcosa di realizzabile che desideriamo intensamente, che si inserisce in modo armonioso nella nostra vita senza andare a discapito di altre aree generando tensioni e conflitti: già così richiederanno energia e costanza!
In questo momento ci sentiamo pronti ad affrontarli e a portarli a termine.
Perché questa volta sarà diverso? Questa volta ci daremo un metodo perché questi progetti non vengano abbandonati per strada come è successo a tutti noi troppe volte. Pochi lo fanno davvero.
Ora materializziamoli. Prendiamo un foglio bianco che ci trasmetta automaticamente libertà di pensare, di inventare. Scriviamoci sopra PIANO ANNUALE e di fianco il nostro nome. È il “nostro” piano. Anche se i temi scelti possono essere simili non ci potrà mai essere un progetto di vita uguale ad un altro perché la nostra vita è diversa da quella di qualsiasi altro. Essa è il risultato delle nostre personali esperienze cumulate negli anni che ci plasmano e ci rendono unici.
La nostra vita è molto di più dello spazio di un foglio ma per partire concentriamoci solo su quei singoli aspetti che abbiamo isolato, pochi temi importanti che ci proponiamo di portare a termine nell’arco temporale di un anno.
Un aiuto?
Quanto ai vostri, mi permetto solo di suggerirvi di includere SEMPRE un progetto riguardante il vostro “benessere”, la vostra “salute”. È il nostro bene più prezioso: ne vale la pena. Forse ne siamo un po’ più consapevoli in questo tempo di pandemie, ma passato il pericolo non dimentichiamocene! Chiedetevi semplicemente: dobbiamo essere come la maggior parte delle persone che devono ammalarsi per rendersi conto che è bello vivere? La salute non è solo un dono, si costruisce ogni giorno. Possiamo fare nulla o poco nei confronti della genetica o dell’inquinamento ma tutto il resto dipende da noi. È anche una responsabilità nei confronti dei nostri cari. Invito chi non ne fosse convinto a leggere il libro di Filippo Ongaro, “Fino a cent’anni”2, in cui l’autore insegna a vedere la salute come un progetto non fatto solo di rinunce ma un percorso di gioia e di crescita personale, di controllo e realizzazione di sé. Come ho sperimentato positivamente su me stesso, così vi consiglio di inserire come priorità il vostro benessere fisico, psichico, perché no anche spirituale, all’interno dei vostri piani. Tra l’altro l’attenzione alla salute come risorsa strategica per raggiungere obiettivi personali ha origini antichissime in oriente, terra d’origine del Feng Shui, finanche risvolti attualissimi a cui non facciamo neppure caso: dall’ergonomia degli uffici alle leggi sulla tutela della salute nel posto di lavoro.
Certamente il lavoro è essenziale per ciascuno di noi e non può mancare nei nostri piani: occupa la parte centrale della nostra giornata (e di questo libro). Mi rendo conto che è molto diverso lavorare per conto proprio o essere lavoratori dipendenti, lavorare per progetti o avere un compito rigido e ben circoscritto, ma troveremo degli elementi comuni su cui agire. Ugualmente gli esperti incoraggiano a trovare lo spazio per un’attività non lavorativa che stimoli, rigeneri e permetta di esprimere la propria personalità, creatività ed i propri valori. Significa prendersi davvero cura della terza gallina: il nostro spirito. Può essere fare del volontariato in un’associazione no-profit o coltivare un hobby, uno svago non occasionale.
Ancor prima di sceglierli definitivamente, dovremo studiare e conoscere preventivamente il terreno di gioco, l’oggetto del progetto: come potremmo essere convinti nell’aprire un esercizio pubblico senza magari aver mai lavorato nel settore o più banalmente nell’investire migliaia di euro in un veicolo ricreazionale senza aver mai fatto un giorno di campeggio? Dovremo poi immaginare su quali sostegni potremo contare e quali ostacoli incontrare. Solo in questo modo saremo in grado di stimare le probabilità di realizzarla e che ci porti davvero soddisfazione.
Immaginiamo ora di essere nei panni di uno dei passeggeri scesi dall’autobus, un ipotetico Signor Rossi intento a costruire il “suo” piano. Costruiremo un piano davvero semplice, concentrandoci sul metodo per poterlo seguire facilmente in tutti i passi successivi.
Individuato un possibile progetto, cominciamo a trascriverne i relativi pensieri in frasi e parole così come nascono. Aiuterà lo sviluppo del piano partire dal fondo, dal “TO BE” perché immaginarsi, sentirsi là dove si vorrebbe già essere ci dà la grande motivazione iniziale. Deve essere accompagnato da un lucido esame del punto di partenza, il presente, lo stato “AS IS”, la consapevolezza di “dove siamo”.
Il significato più profondo dell’”AS IS” secondo gli insegnamenti dello psicologico giapponese Morita è quello di comprendere prima ed accettare poi la realtà per quello che è realmente, senza dipingerla di rosa o sfuggirla. In parole semplici conoscerci davvero ed essere sinceri con noi stessi. Impareremo ad affinare questa capacità. Sarà la migliore motivazione ad agire.
Dobbiamo infine stare attenti che la distanza da colmare tra l’ “AS IS” ed il “TO BE” ed il tempo che ci diamo per coprirli siano realistici e ragionevoli per non causare frustrazione.
Alla fine delle sue riflessioni, il Signor Rossi avrà individuato tre temi e definito al riguardo delle aspettative/risultati. Eccoli. Sono esempi ma non sono inventati: sono stati la mia esperienza personale, il mio punto di partenza qualche anno fa.
- Un obiettivo nell’ambito lavorativo: prendere un punteggio ottimo nella valutazione di fine anno dei propri risultati da parte dei propri responsabili (se siamo autonomi potremmo auto valutarci).
- Un obiettivo di benessere e salute: una condizione psicofisica migliore e meno provata dallo stress
- Un obiettivo personale: sviluppare un hobby salutare come realizzare un orto domestico o sul balcone.
Se quest’ultima vi sembra un’idea un po’ stravagante, pensate per un momento alla passione che la first lady Michelle Obama ha dedicato al suo progetto di creare un orto alla Casa Bianca ed alla relativa campagna “Let’s move” contro l’obesità promuovendo con successo cibi sani in tutto il Paese! Senza contare che sono sempre di più le persone che sentono oggi l’esigenza interiore di dare il proprio piccolo contributo alla sostenibilità della vita ne...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Indice
  3. Frontespizio
  4. Copyright
  5. Introduzione
  6. 1. Dove voglio andare
  7. 2. La strada che scelgo
  8. 3. Le scarpe giuste
  9. 4. Lo spirito giusto
  10. 5. Mettersi in marcia
  11. 6. Prendere velocità
  12. 7. Intensità e ritmo
  13. 8. Aggiustare il percorso
  14. 9. Una prima meta
  15. 10. Dove vanno gli altri?
  16. 11. Cambiati, verso nuove mete
  17. 12. Conclusioni
  18. Appendice 1 - Approfondimenti e bibliografia
  19. Appendice 2 - Una cassetta degli attrezzi