Il dossier segreto dei crimini francesi. Dove tutto ebbe inizio. Le «marocchinate». Vol. 2
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Il dossier segreto dei crimini francesi. Dove tutto ebbe inizio. Le «marocchinate». Vol. 2

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Il dossier segreto dei crimini francesi. Dove tutto ebbe inizio. Le «marocchinate». Vol. 2

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I "dossier della vergogna". Una sintesi di oltre 1200 pagine della relazione che la presidenza del Consiglio dei Ministri italiano trasmise, nel 1945, alla commissione alleata.
Pagine in cui si raccontano le atrocità commesse dalle truppe francesi contro i soldati italiani detenuti nei campi di prigionia africani.
Oltre a numerosi fascicoli sulle atrocità commesse dalle truppe francesi contro la popolazione italiana, fascicoli che raccontano di stupri, violenze, omicidi che hanno interessato Campania, Lazio, Toscana, Sicilia, Sardegna, Molise e Puglia. Nei "dossier della vergogna" vengono svelate le torture ai danni dei prigionieri, "confermando ancor di più - sottolinea a il presidente nazionale dell'Anmv, l'Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate - come i francesi si siano accaniti contro il popolo italiano tutto, militari e civili inermi, per vendicare l'attacco alla Francia del giugno del 1940".

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9791220301978
Argomento
Geschichte
CAPITOLO 1
Violenze ed illegalità commesse in Africa settentrionale ai danni di prigionieri italiani in mano francese
………………………………………………………………………………………………………..
Militari italiani recentemente rientrati dai campi francesi di prigionieri di guerra in Africa Settentrionale confermano quanto già noto circa il trattamento morale e materiale che le Autorità francesi consentono di fatto ai nostri connazionali già detenuti.
Tale trattamento, in pieno contrasto con lo spirito e con la lettera dalla Convenzione di Ginevra, viene ancora una volta documentato dalle relazioni, promemoria, estratti di interrogatori e lettere che si allegano in copia.
Dal complesso di questi risultano i seguenti particolari sui maltrattamenti cui i prigionieri italiani in mani francesi sono stati sottoposti.
I - TRASFERIMENTO NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO
È avvenuto sia in treno che per via ordinaria. I prigionieri avviati in treno sono stati caricati su vagoni chiusi, con la proibizione di scendere sia per prendere acqua sia per soddisfare i bisogni corporali.
Il viaggio avvenuto tra inaudite sofferenze e maltrattamenti da parte della scorta e si ebbero a lamentare casi in cui questa fece fuoco contro militari che nella fermata avevano tentato di scendere. Quelli avviati per via ordinaria furono sottoposti a marce di più giorni, fino a percorrere 400 km di seguito, nelle più deplorevoli condizioni e sottoposti a soprusi di tutti i generi, compresa la costrizione violenta alla pederastia.
II - SISTEMAZIONE DEI CAMPI
La sistemazione dei campi non ha tenuto conto né dell’igiene né della salubrità.
Dislocazione in località malsane, locali con poca acqua e pieni di parassiti, molti ufficiali costretti a dormire per terra.
Deficienza di latrine (sia pure stato primitivo). In conseguenza sono molto comuni i casi di malaria e di tifo.
.
III - VITTO
Razione viveri assolutamente insufficiente. Nei campi viene distribuita la seguente razione:
- Caffè senza zucchero.
- Zuppa di fave o broda di rape e carote, cotta in acqua, due volte al giorno.
- 4 datteri.
- 100 gr di pane.
- Nessuna distribuzione di tabacco.
Il deperimento dei prigionieri tenuti a tale razione è continuo. Si sono verificati casi nei quali individui che pesavano normalmente 69 kg. si sono ridotti a 44 kg. Molto diffusa la tubercolosi.
IV - VESTIARIO
Tutti i prigionieri all’atto della cattura o all’ingresso nei campi sono stati privati sia di ogni oggetto personale, sia di ogni capo di corredo esclusi i pantaloncini corti. A coloro i cui pantaloncini erano in buone condizioni furono cambiati con altri quasi a pezzi. I prigionieri nella stagione invernale e con più gradi sotto zero sono dovuti restare vestiti di stracci e con ai piedi zoccoli ricavati individualmente dalla legna da ardere. Indumenti inviati ai campi da nostri connazionali residenti nell’Africa francese o dai prigionieri dai campi americani sono stati trafugati prima di arrivare a destinazione.
V - ATTREZZAMENTO SANITARIO DEI CAMPI
In alcuni campi è completamente insussistente o è costituito da una infermeria costruita dagli stessi prigionieri con medici italiani ma completamente sfornita di medicinali di ogni specie.
I prigionieri vengono avviati agli ospedali francesi quando sono già quasi moribondi e li muoiono, senza cura, dopo pochi giorni.
VI - DISCIPLINA E PUNIZIONI
La disciplina è basata su ostilità manifesta e rancore. Insulti e vessazioni vengono elargiti senza alcun motivo. Punizioni gravi e contrarie ad ogni spirito umanitario vengono date per le più piccole mancanze.
Molte punizioni di arresti agli ufficiali superano in misura notevole quelle previste dal regolamento di disciplina francese e giungono fino ad un mese di segregazione in celle di m.3,50 x 1,20 con giaciglio di stuoia di mezzo centimetro di spessore e una coperta di m. 1,20 x 0,60 con razione viveri molto ridotta e con libertà di soli 20 minuti in 24 ore.
Ai militari di truppa vengono inflitte punizioni varie come le seguenti:
- Percosse.
- Stare sull’attenti fronte al sole senza copricapo, tenendo 8 mattoni per mano.
- Camminare carponi lungo il campo fermandosi nella stessa posizione avanti alle latrine.
- Portare sulle spalle, fino a 6 ore consecutive, un sacco di sabbia del peso di 25/30 kg. passeggiando in circolo nell’interno del campo.
- Digiuno per 38 ore.
I prigionieri che riusciti a fuggire vengono ripresi, vengono puniti con un mese di “tombeau” (cioè messi in una buca fonda e larga quanto la persona, dove nei primi quattro giorni devono stare nudi e senza vitto e poi vestiti e a pane e acqua).
VII - ASSISTENZA SPIRITUALE E RELIGIOSA
Non curata da parte dei religiosi francesi e ostacolata in ogni modo e in qualche caso resa impossibile ai nostri cappellani. Caratteristico il divieto fatto a un cappellano di spiegare il Vangelo durante la Messa.
VIII - ARRUOLAMENTO NELLA LEGIONE STRANIERA
Nei campi viene fatta una attiva propaganda usando tutti i mezzi leciti e illeciti per spingere i nostri prigionieri ad arruolarsi nella Legione Straniera. Si dice che è l’unico mezzo per avviarsi alla liberazione futura. Si promettono un trattamento ottimo, una situazione alimentare oltremodo soddisfacente, un forte stipendio, un vestiario conveniente.
Molti connazionali hanno ceduto alle promesse o hanno visto nella Legione Straniera una via di scampo alle sofferenze nei campi di concentramento, ma si ha ragione di credere che si siano presto ricreduti.
IX - TRATTAMENTO AGLI UFFICIALI
Nessuna distinzione nel trattamento agli ufficiali di diverso grado ed età. Nel campo di Saida vi sono Generali e Colonnelli accumunati nella vita con ufficiali inferiori senza apprezzabili differenze salvo che ad essi viene distribuito un vitto meno cattivo ma a prezzo quasi triplo.
X - SERVIO POSTALE
Moltissimi prigionieri non hanno mai avuto notizie dalle proprie famiglie. In contrasto con quanto accade nei campi francesi del prigionieri tedeschi non ricevono mai pacchi.
Molto spesso non possono inviare notizie alle proprie famiglie per mancanza di carta da lettere e di cartoline.
XI - SITU...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Indice
  3. Frontespizio
  4. Copyright
  5. Prefazione
  6. Prologo
  7. Introduzione
  8. Capitolo 1 Violenze ed illegalità commesse in Africa settentrionale ai danni di prigionieri italiani in mano francese
  9. Capitolo 2 Uccisione carabiniere
  10. Capitolo 3 Campi di concentramento 1943
  11. Capitolo 4 Promemoria circa il trattamento dei prigionieri italiani in mano dei francesi
  12. Capitolo 5 Campi di concentramento 1944
  13. Capitolo 6 Relazione sul trattamento avuto durante la prigionia
  14. Capitolo 7 Condizioni di vita e stato d’animo dei prigionieri nel Nord Africa
  15. Capitolo 8 Campi di concentramento 1945
  16. Capitolo 9 Legione straniera
  17. Capitolo 10 Notiziario prigionieri
  18. Capitolo 11 Sintesi atrocità ed illegalità commesse da parte francese ai danni dei nostri prigionieri di guerra
  19. Capitolo 12 Dislocalizzazione campi prigionieri di guerra italiani in Nord Africa
  20. Capitolo 13 Prigionieri di guerra italiani repubblicani in Corsica
  21. Capitolo 14 Testimonianze mediche
  22. Capitolo 15 Cappellani militari
  23. Capitolo 16 Ufficio informazioni del Vaticano per i prigionieri di guerra
  24. Capitolo 17 Toppa rossa
  25. Fonti d’archivio
  26. Ringraziamenti