Il Mozart nero
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Un'affascinante biografia del Mozart nero, ovvero di Joseph Bologne (1745-1799), passato alla storia come "il Cavaliere di Saint-Georges". Una monografia totalmente inedita, scritta dal musicista Luca Quinti, un approfondito studio presentato per la prima volta in Italia con la prefazione di Domenico Nordio. Spadaccino di prim'ordine, violinista di rara abilità, compositore geniale, direttore d'orchestra, generale vittorioso in guerra contro i nemici della Rivoluzione Francese. Ma Joseph Bologne fu anche uno schiavo o, meglio, un mulatto e per questo invidiato, spesso oltraggiato, vittima del razzismo che già all'epoca serpeggiava in Europa e nelle colonie.

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Informazioni

INDICE

Prefazione di Domenico Nordio
Capitolo 1
1.1. Guadalupa, “isola sventurata”
1.2. Le origini della famiglia
Capitolo 2
2.1. Un losco processo
2.2. Il trasferimento in Francia
Capitolo 3
3.1. Da Angoulême a Parigi
3.2. “Io ho creato Saint-Georges”
Capitolo 4
4.1. Saint-Georges e la musica
4.2. La musica strumentale a Parigi: le orchestre private
4.3. Sulla cresta dell’onda
Capitolo 5
5.1. Una nuova vita
5.2. La morte del padre
5.3. La nuova sovrana
5.4. L’Affaire dell’Opéra
5.5. Ernestine e il teatro di società
5.6. Il soggiorno parigino di Mozart
5.7. La Chasse
5.8. La marchesa, la regina e il “campione d’amore”
5.9. L’Amant anonyme
Capitolo 6
6.1. Saint-Georges e la massoneria
6.2. L’orchestra della Loge Olympique
6.3. Al servizio di Luigi Filippo
6.4. Il soggiorno a Londra e la Cavaliera
6.5. Il duello
6.6. La Fille Garçon
6.7. Arriva la bufera
6.8. Il secondo viaggio a Londra
Capitolo 7
7.1. Lilla
7.2. La Legione Saint-Georges
7.3. L’arresto
7.4. Il caso Dumas
7.5. Ancora in carcere
7.6. Di nuovo in lotta: in Francia e a Santo Domingo
7.7. La morte di Nanon
Capitolo 8
8.1. Santo Domingo e Parigi alla fine del secolo
8.2. La morte di Saint-Georges
8.3. Epilogo
8.4. La fortuna di Saint-Georges
Appendice
Lo schiavismo in Francia
Fonti
J.S.A. Cuvelier, Courier des spectacles
Nicolas Texier de La Boëssière, Notice historique sur Saint-Georges
Henry Angelo, Pic-nic or the table talk
Louise Fusil, Souvenirs d’une actrice
Alexandre Dumas, Mes Mémoires
Lionel de La Laurencie, L’École francaise de violon
Cronologia essenziale
Postfazione
Catalogo delle opere
Discografia
Bibliografia
Sitografia essenziale
Ringraziamenti

Prefazione

Joseph Bologne: chi era costui?
Quando ho avuto fra le mani questo libro me lo sono chiesto, perché di lui non conoscevo nemmeno il nome. Di quanti grandi musicisti del passato, compositori di genio, ma anche esecutori di talento, non abbiamo mai sentito parlare? Certo, la Musica può sì perpetuare, ma da sola può non bastare. Sapete chi era Reynaldo Hahn (pupillo, fra gli altri, di Massenet e di Gounod)? Ha scritto, con maestria, tante canzoni commoventi, e tuttavia con l’andare del tempo è stato relegato ad autore di nicchia, eseguito da pochissimi specialisti. Quanti, al di fuori del mondo post sovietico o anglosassone, riuscirebbero a dare una identità precisa a Nikolai Medtner, che Rachmaninov considerava “il più grande compositore vivente” e che è sconosciuto al grande pubblico, pur essendo amato da tanti pianisti per la scrittura personale e profonda?
Le ragioni per le quali un musicista cade nell’oblio possono essere odiose, così come è stato nel caso di Joseph Bologne, Cavaliere di Saint-Georges, al quale non è stato “perdonato” il suo essere mulatto, donnaiolo e ricco. Ma, per dire, quanti sono stati i casi di compositori lasciati ingiustamente marcire nel dimenticatoio per la loro appartenenza politica? I grandi Maestri italiani del periodo fascista, ad esempio: geni alla Malipiero, alla Casella, alla Dallapiccola, alla Respighi, messi al bando dopo la guerra da tantissime stagioni concertistiche nostrane perché musicisti collusi con Mussolini, nonostante in altri Paesi compositori che sono stati vicini a feroci dittature (o non se ne sono dissociati) abbiano goduto e tutt’ora godano di vasta diffusione (Strauss-Hitler e Šostakovič-Stalin ne sono due esempi). E poi c’è chi ha avuto la sfortuna di vivere nell’ombra di colleghi straordinari: Salieri non può essere messo a confronto con Mozart, ovviamente, però alcune sue composizioni per il teatro non sono del tutto prive di fascino, nonostante non ci sia compagnia al mondo che abbia il coraggio di metterle in scena. Per non tralasciare i celebrati in vita, quelli che da morti sopravvivono nella memoria solo per aver contribuito a far uscire i Grandi dall’anonimato. Di Clara Wieck, moglie senza la quale Schumann non avrebbe potuto far debuttare le sue prime opere sinfoniche (nel camerino della Filarmonica di San Pietroburgo c’è ancora la poltrona nella quale il giovane Robert ha atteso che la sua Prima Sinfonia fosse eseguita dopo il concerto della consorte, che era una pianista e compositrice celeberrima), adesso si propongono sporadicamente il trio e qualche brano pianistico, pur essendo stata autrice di tanti altri pezzi raffinati; lo stesso Schumann, una volta raggiunta la fama, avrebbe aiutato in modo decisivo il giovincello Brahms ad emergere (e se ciò non fosse successo, il Sommo Amburghese adesso sarebbe stabilmente in repertorio?).
In questo libro Luca Quinti, con grande intelligenza, non esprime giudizi estetici sull’Arte di Bologne (peraltro non credo ne avrebbe avuto nemmeno i mezzi, visto che l’opera del Cavaliere di Saint-Georges, quasi del tutto inedita, non ha alcuna presenza concertistica) e non cede alla facile tentazione di giustificare l’ingrato destino del “Mozart nero” con i pregiudizi invidiosi dei suoi contemporanei (che pur ci sono stati e sono stati determinanti): in questa biografia romanzata Quinti descrive, semplicemente, le vicende di uno di quei tanti Artisti di valore che avrebbero avuto il merito di essere ricordati, ma che la Storia ha scelto di dimenticare.
Perché è solo la Storia che stabilisce chi davvero meriti l’immortalità, anche se a volte non viene raccontata giusta.
Domenico Nordio

CAPITOLO 1

1.1. Guadalupa, “isola sventurata”

Menzionato nelle cronache ufficiali come “mulatto” e, quando fu più fortunato, “l’americano”, la sua storia ebbe inizio in una piccola isola dei Caraibi: Guadalupa.
Nel XVIII secolo l’arcipelago delle Antille, diviso in Grandi e Piccole, venne ripartito fra quattro potenze coloniali. La Spagna possedeva Cuba, Portorico e parte di Santo Domingo. L’Inghilterra regnava in Giamaica, Barbados e altre piccole isole. Ai Paesi Bassi appartenevano Curaçao, Aruba e Saint-Martin, mentre la...

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