Buongiorno a tutte/i. Lo so, il titolo non è molto accattivante, vi chiederete: perché leggere un manuale scritto da un principiante? Per lo stesso motivo per cui, se siete alle prime armi, e volete imparare come fare un buon ragù per la domenica, vi farete dare la ricetta dalla nonna, non da un “cuoco stellato”. Un “cuoco stellato” vi inonderebbe di informazioni sugli ingredienti, sulla loro origine, la loro composizione chimica; vi imporrà categoricamente l’uso di attrezzature e utensili casalinghi, a suo dire, irrinunciabili, per non parlare delle consistenze, l’acidità, la croccantezza, la morbidezza, il profumo, ……………. La nonna non vi tedierà con tutto questo, la nonna…. PRONTI VIA, e il ragù sarà più che ottimo per i vostri commensali. Ecco così l’ho pensato questo manuale: PRONTI VIA e le vostre fotografie sa- ranno più che ottime per i vostri familiari, amici, conoscenti a cui le mostrerete, e magari, perché no, anche apprezzate su qualche forum specializzato. Personalmente, ho provato a leggere qualche manuale di fotografia, on-line se ne trovano svariati, alcuni di questi scritti da professionisti se non addirittura da foto- grafi riconosciuti e affermati. L’impostazione di questi “voluminosi manuali” è quasi sempre pensata per insegna- re, a fotografi di vario livello, tutta una serie di tecniche fotografiche, trucchi, scor- ciatoie, ecc…. finalizzati a migliorare le loro capacità creative attraverso l’uso di nuo- ve e innumerevoli potenzialità che le moderne fotocamere offrono. Affrontano argomenti sicuramente importanti e interessanti, che prima o poi ognu- no di noi dovrà fare suoi se vuole migliorarsi. Dopo la loro lettura però, io, ho sem- pre avuto la sensazione che sarei uscito con la mia nuova fotocamera senza aver compreso i principi basilari per scattare una buona fotografia, la sensazione di avere una grande confusione in testa e di non aver afferrato invece l’ABC del fotografare. Questo piccolo manualetto, vuole essere quasi un prontuario, con le nozioni ba- se della fotografia. Il suo ambizioso scopo è quello di mettere il lettore potenzial- mente interessato alla fotografia davanti a poche pagine, scritte in modo sempli- ce, a volte ironico, che “spero” siano in grado di stimolare la sua curiosità, di in- durlo con piacevolezza ad innamorarsi di questo mezzo creativo. Ricordo il mio primo approccio alla fotografia…………………………………………………
Domande frequenti
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Questo capitolo è, per me, il più difficile da scrivere, posso farlo cercando di descrivere cosa mi ha sempre affascinato della fotografia e del fotografare, ma sarà riduttivo pensando a quanti testi sono stati scritti su questo argomento, pensando a decenni di dibattiti nel tentativo di dimostrare come la fotografia si possa a pieno titolo annoverare tra le espressioni artistiche più alte come la pittura, la scultura, ecc…., o più semplicemente riduttivo in confronto alle centinaia di bellissime frasi scritte sulla fotografia. Per me fotografare è prima di tutto uscire! Si, uscire per raggiungere una meta ed esplorarla con l’occhio della fotocamera, una meta che a seconda del tempo che abbiamo a disposizione potrà essere a pochi passi da noi oppure più lontana, poco importa se non abitiamo vicino al Gran Canyon o alle cascate del Niagara, se usciamo armati della nostra fotocamera e della passione per la fotografia troveremo spunti per meravigliosi scatti anche nei luoghi più impensati, anche nei luoghi che frequentiamo da sempre. Guardare con l’occhio della fotocamera è completamente diverso dal guardare con i nostri occhi, i nostri occhi vedono ciò che ci circonda e restituiscono al nostro animo un’immagine complessa, un’immagine ogni volta diversa a secondo del nostro stato d’animo in quel momento. Il nostri occhi si accontentano! Se in compagnia di qualcuno visitiamo il centro storico di una bella cittadina, il nostro occhio si accontenta, perché elabora insieme alle immagini altre informazioni, l’atmosfera che ci circonda, la piacevole compagnia, magari la prospettiva di un pranzo o una cenetta più tardi. L’occhio della fotocamera non si accontenta, lui vuole il massimo, se possibile la perfezione, lui non tollera il furgone del DHL davanti al palazzo comunale, non tollera la gru che spunta sopra al tetto della chiesa, non tollera un’inquadratura frettolosa. Questa ricerca del bello, in compagnia della nostra fotocamera, aprirà i nostri occhi verso scorci e dettagli che in altre situazioni non avremmo visto, ci spingerà al movimento, alla ricerca di una posizione ideale, ci spingerà all’attesa dell’attimo giusto, si stabilirà tra noi e la nostra fotocamera un’intima complicità all’interno della quale voi potreste rimproverare lei di inadeguatezza e lei rimproverare voi di scarso impegno.
Uscire per fotografare sarà un vostro intimo momento, una giornata dedicata a voi prima di tutto, ciò che porterete a casa potrà soddisfarvi o deludervi, ma anche in questo secondo caso si accenderà in voi uno stimolo importante per crescere, penserete: devo tornarci, in queste immagini non c’è realmente quello che avrei voluto, tornerò li perché ho molto altro da raccontare. Probabilmente anche voi come me, siete stati affascinati, guardando alcune fotografie, dalla grande espressività e dall’emozione che riescono a trasmettere, emozioni catturate in uno scatto di qualche millesimo di secondo e immortalate per sempre in una immagine statica. Esattamente come in un dipinto, quello scatto è capace di restituire l’emozione che il fotografo ha vissuto in quel momento, pur essendo la sua emozione stimolata da eventi, suoni, profumi, stati d’animo, paure, gioie, ecc…… ecco che ha saputo mettere tutto questo dentro quel millesimo di secondo per mostrarlo a noi in tutta la sua forza espressiva.
Chiedetemi: Cavolo Marco…. quante volte sei riuscito a scattare fotografie che hanno saputo racchiudere le tue emozioni?
Mai! Beh cosa c’è da ridere, sono un principiante, l’ho scritto addirittura nel titolo, o forse le mie emozioni sono così forti che nessun fotografo potrebbe immortalarle .
Le mie fotografie sono perfette! Tecnicamente perfette! Posso usare la fotocamera in qualsiasi condizione, posso scattare con i denti (così come Jimi Hendrix suonava la chitarra), ma i risultati sono delle bellissime cartoline, paesaggi dettagliati e definiti dalla punta dei miei piedi all’infinito, bellissime immagini da souvenir, “ avete presente quei pieghevoli a fisarmonica che se non state attenti si aprono fino a terra nella pozzanghera”? Le mie fotografie sono perfette ma silenziose.
Cosa vuoi di più?
Ve lo spiegherò con un aneddoto.
Circa 7 anni fa, quando ho ripreso a fotografare, pur avendo le basi di quando fotografavo su pellicola, ho preferito partecipare ad un breve corso per rinfrescarmi la memoria e per scoprire cosa poteva offrirmi di nuovo il mondo digitale. Un corso semplice, di poche ore, frequentato presso il negozio di articoli fotografici dal quale ho acquistato l’attrezzatura.
Eravamo in nove partecipanti, e tra di noi c’era una ragazza, che, per rispetto della privacy, chiameremo Lia.
Lia era meravigliosa, una delle ragazze più genuine e simpatiche che io abbia mai conosciuto, malgrado la sua grande timidezza, catturò in quelle poche ore l’affetto di noi tutti.
Ebbene, Lia faticava ad afferrare gli argomenti più tecnici, non erano nelle sue corde, così, quando all’ultima lezione ci è stato chiesto di uscire un paio d’ore per fotografare, “Fabio” che teneva il corso, gli ha impostato la fotocamera su “full automatic” e gli ha detto di pensare solo alla ripresa.
Al rientro (tra l’altro da una giornata piovosa a Milano), tutti noi avevamo i nostri 50/100/200 scatti, “Fabio” si riservò di visionarli con il dovuto tempo nei giorni successivi, per poi scriverci eventuali commenti, consigli, suggerimenti.
Quello che invece accadde, è che il giorno dopo inviò a ognuno di noi i soli otto scatti di Lia, mi viene ancora la pelle d’oca scrivendone ora, in quegli otto scatti “tecnicamente imperfetti” c’era tutta Milano, Milano con la sua gente, le sue abitudini, le sue frenesie, la sua praticità. C’erano i piccioni spaventati dalle scintille del tram, la signora anziana con la spesa che incurante dei claxon attraversava il viale bloccando centinaia di auto, c’era il Duomo parzialmente ondulato riflesso in una pozzanghera calpestata da un distinto uomo d’affari, c’era lo smog che oscurava l’imbrunire ma non i riflessi della Madonnina.
Ecco, questo vorrei di più, questa capacità di cogliere ciò che conta, questa sensibilità che ci impedisce di passare accanto ad un’immagine coinvolgente senza accorgerci che è li.
Come avrete capito, tutto questo non posso insegnarlo in questo manuale, in verità non può insegnarlo nessuno, posso però segnalarlo, posso stimolarvi a cercare se è dentro di voi, posso almeno condividere con voi questo obiettivo che muoverà la nostra passione per la fotografia.
Qualcuno di voi potrà domandarmi, ma allora….. se l’obiettivo è quello di scoprire se dentro di noi è latente un talento creativo, va bene anche scattare foto con il cellulare. E quindi, perché questo manuale?
La domanda è lecita, è vero, meglio una bella foto scattata con il cellulare piuttosto che una brutta foto tecnicamente perfetta, ma quanto sarebbe meravigliosa una bella foto tecnicamente perfetta? Inoltre, scoprirete più avanti, che usare correttamente tutti gli aspetti tecnici che le fotocamere mettono a disposizione servirà, non solo ad ottenere immagini correttamente esposte ed equilibrate, ma anche ad ottenere effetti che potranno dare dinamismo e creatività alla nostre fotografie.
Quest’ultimo sostantivo “creatività”, apre un argomento: “la post produzione digitale dei nostri file fotografici”, che vorrei solamente sfiorare, per 2 motivi.
Il primo perché entreremmo in un terreno che devia dal fine principale di questo piccolo manuale, cioè la fotografia, il secondo perché la “post produzione”, cioè la possibilità di elaborare le immagini digitali con software dedicati, aprirebbe una discussione vecchia come la fotografia digitale stessa, che ha visto dibattere da una parte i sostenitori del purismo fotografico “le immagini no...
