La bestia e gli animali. Analisi e conseguenze dell'ideologia specista del dominio veicolata dalla società umana
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La bestia e gli animali. Analisi e conseguenze dell'ideologia specista del dominio veicolata dalla società umana

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La comparsa del Covid-19 ha colto di sorpresa un genere umano che
avanza a ranghi serrati verso la ricerca del benessere. Non prestiamo
attenzione al fatto che calpestiamo gli esseri viventi non-umani, i
quali subiscono in silenzio e senza possibilità di reazione. Questo
libro mette in luce ed elenca, con parole semplici e in maniera diretta,
le diverse forme di sfruttamento e massacro animale che l'uomo,
autorizzato non si sa da chi, da sempre mette in atto nei confronti
degli altri abitanti del pianeta. In questo libro verrà esaminato/a:
•La possibilità che l'Homo Sapiens discenda da creature aliene.
•La vivisezione, con tutte le sue contraddizioni.
•L'allevamento intensivo, come probabile focolaio di infezione di nuovi e vecchi virus.
•Il silenzio assordante delle religioni monoteiste riguardo al problema della sofferenza animale. …e molto altro ancora.

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Informazioni

Anno
2021
ISBN
9791220341912
PARTE PRIMA
1. Alimentazione e salute
Il nostro organismo risulta composto per il 70% di acqua, il 20% di grassi, il 7% di proteine e il 2% di zuccheri. Noi apparteniamo alla categoria dei frugivorie, come le scimmie antropoidi, la natura ci ha predisposti per nutrirci di frutta ed alimenti vegetali. I nostri progenitori mangiavano frutti, radici, germogli, semi, gemme e scorze, e in questo modo si assicuravano il giusto quantitativo di sostanze nutrienti di cui ha bisogno il nostro corpo.
Dalla ricerca ancora conferme che una dieta prevalentemente vegetariana aiuta a limitare i rischi di malattie cardiovascolari. Un recente lavoro diffuso dall’American College of Cardiology, dimostra che tale dieta ha effetti benefici sul microbioma intestinale, cioè l’insieme dei batteri che popolano il nostro apparato digerente. Un’altra ricerca, condotta invece su 30.000 americani adulti, conferma che il consumo di carni lavorate (insaccati, carne sotto sale, affumicate…) e di carni rosse, influenza in negativo la salute delle persone. Nell’indagine, chi consumava più carni risultava esposto ad un aumento di rischio di patologie cardiovascolari fra il 3 e il 7%. Nessun nesso, invece, tra le malattie di cuore e il consumo di pesce.
Il dottor Andrew Weil sottolinea che nella carne è presente il cosiddetto acido arachidonico (AA), che è responsabile di molte infiammazioni. Infarto e Morbo di Alzheimer iniziano come processi infiammatori. Non importa che il pollo sia allevato all’aperto o che il vitello sia stato nutrito con l’erba: l’acido arachidonico è sempre presente nella carne. Ci piace ricordare anche il professor Umberto Veronesi (1925-2016), che ha dedicato la vita allo studio dei tumori. È stato un fervente animalista e vegano, convinto che: “La carne non è indispensabile alla nostra alimentazione, nemmeno durante lo svezzamento: le proteine necessarie al nostro organismo, oltre che nella carne e nei cibi di origine animale, si trovano anche in molti vegetali, come i legumi”.
Se state leggendo questo articolo e siete Eschimesi, certamente avreste problemi a voler passare ad una dieta vegana: il vostro contesto presuppone una alimentazione basata su carne e pesce. Ma se vivete in un paese industrializzato che offre una grande varietà di cibi, gli alimenti di origine animale possono essere sostituiti con alimenti vegetali, senza grossi traumi. Una dieta vegana rigorosa non provoca scompensi alla salute, anzi diminuisce i fattori di rischio per malattie tumorali e cardio-circolatorie. L’unica attenzione bisogna porla nei riguardi della vitamina B12 che, assente negli alimenti di origine vegetale, va assunta tramite integratori e/o tramite bevande a cui viene addizionata, ad esempio bevande di soia, di avena, di riso eccetera… Uno studio recente del dott. Stefano Scoglio, condotto su 15 persone vegane e durato 3 mesi, ha potuto stabilire che la somministrazione dell’alga klamath è in grado di regolarizzare i livelli di vitamina B12 nel sangue e di ridurre i livelli di omocisteina, un aminoacido tossico. Cosa sono le alghe klamath? Queste non sono alghe marine, ma si raccolgono nel lago Klamath, in Oregon, nel periodo da giugno a novembre. Sono ricche, oltre che di vitamina B12, anche di beta-carotene, di clorofilla ed anche di acidi grassi tipo omega 6 ed omega 3; hanno proprietà antinfiammatorie e curative nei confronti dei disturbi cardiocircolatori, si possono consumare non solo essiccate in fiocchi e tavolette, ma anche fresche. Hanno un effetto anti-età, antiossidante e contrastano l’azione dei radicali liberi.
Dal punto di vista medico il non cibarsi più di carne, diminuirebbe il rischio di antibiotico-resistenza, che solo in Italia causa almeno 8000-9000 decessi l’anno. Forse non tutti sanno che negli allevamenti industriali viene utilizzato il 60-70% degli antibiotici prodotti nel mondo: questi antibiotici somministrati su vasta scala agli animali allevati, finiscono nei nostri piatti quando mangiamo carne, uova e latticini, e possono creare una antibiotico-resistenza nei nostri organismi. Come se non bastasse, oltre ai virus gli allevamenti spesso possono essere incubatori di super-batteri portatori di “multidrug-resistance”, cioè batteri che possono resistere all’azione combinata di più antibiotici. Sempre riguardo ai batteri, va sottolineato che quasi il 90% dei pazienti curati x Covid-19, è sottoposto anche a trattamenti antibiotici: questi trattamenti, non sempre mirati, potrebbero peggiorare, negli anni a venire, il problema dell’antibiotico- resistenza.
Il dottor Neal D. Bernard, presidente del “Comitato Medico per una Medicina responsabile”, così scrive: “L’industria della carne ha provocato, tra gli statunitensi, più morti di tutte le guerre di questo secolo. Se la carne è la vostra idea di cibo vero per gente vera, fareste meglio a vivere in un luogo vicino ad un ospedale veramente efficiente”.
Il sottoscritto, nel corso di ogni anno, andava incontro a 3-4 infezioni delle prime vie respiratorie (forti raffreddori associati a laringiti e mal di gola). Sei anni fa ho iniziato una dieta alimentare priva di carni ed insaccati, basata su alimenti vegetali e poco pesce, riducendo drasticamente anche uova e latticini. In breve tempo queste infezioni sono cessate. Certamente non posso sostenere che i due eventi siano correlati fra di loro, ma comunque ci sono forti probabilità a riguardo.
Mentre milioni di persone soffrono la fame e la sete, noi consumiamo enormi quantità di acqua e cereali per alimentare animali che serviranno a nutrire persone, molte delle quali ipernutrite ed in sovrappeso…e tutto questo inquinando il pianeta con gli allevamenti intensivi. Senza dimenticare che gli allevamenti intensivi e la macellazione favoriscono il diffondersi di nuovi e vecchi virus. Alcuni esperti affermano che il virus Covid-19 possa essersi sviluppato nei mercati della carne cinesi, dove esso, presente in forma innocua in alcune specie animali, grazie al processo di zoonosi si è trasmesso in forma non altrettanto innocua all’essere umano. Partiamo dall’inizio: Nel mese di Marzo 2020, uno studio fatto dall’équipe del professor Kristian Andersen, infettivologo dello Scripps Research Institute della California, dopo aver seguito la sequenza genetica del Covid-19, ha escluso la possibilità che sia stato creato in laboratorio, affermando che è frutto di un’evoluzione naturale, sembra probabile che il serbatoio naturale del virus sia stato il pipistrello e che l’infezione sia partita dalla Cina. La crescita dei consumi di carne e la conseguente crescita degli allevamenti e macellazioni ha indubbiamente favorito le zoonosi, non dimentichiamo che anche i virus Ebola ed HIV hanno origine dagli animali…ma questi virus non avrebbero aggredito l’uomo se gli animali non fossero stati allevati macellati e consumati.
Il tema dell’anno è l’infezione Covid-19, causata dal virus SARS-CoV2, un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato in precedenza nell’uomo, in quanto circolava solo nel mondo animale. Essendo i virus organismi molto adattabili, in questo caso hanno fatto il salto di specie (chiamato in termine tecnico Spillover). Questi coronavirus mutano costantemente il loro genoma; questa mutazione conferisce loro la possibilità di aggirare l’immunità precedentemente acquisita da un individuo per infezione naturale o per vaccinazione. Il Covid-19 è caratterizzato da una mortalità inferiore rispetto a quella osservata per altri coronavirus (SARS e MERS), però la sua contagiosità risulta molto maggiore. La Sars è una forma di polmonite causata dal virus SARS-CoV1, ed apparve la prima volta nel 2002 in Cina e fu identificata dal medico italiano Carlo Urbani, in seguito deceduto a causa della stessa, ebbe la durata di 8 mesi, causando 774 decessi su 8096 contagi: quindi un tasso di mortalità abbastanza alto (9,6%). Il primo paziente contagiato (e poi morto) fu un allevatore cinese della provincia del Guandong. Invece di attuare i normali protocolli, le autorità cinesi non informarono subito l’OMS della nuova infezione, attirandosi le critiche della comunità internazionale. Nel 2005 due ricerche hanno identificato i virus della Sars nei pipistrelli cinesi. Le analisi filogeniche (la filogenesi è quella branca che ricostruisce le relazioni di parentela evolutiva negli organismi) dell’infezione da Sars hanno stabilito che il virus, inizialmente presente nei pipistrelli, si sia diffuso all’uomo attraverso animali presenti nei mercati cinesi. L’alto livello di mortalità sta a significare che non esistono terapie efficaci contro questo agente patogeno.
Dal 2007 al 2010 c’è stata nei Paesi Bassi un’epidemia di febbre Qnegli allevamenti di capre, una patologia causata dal batterio Coxiella burnetii, batterio che colpisce sia gli animali che gli esseri umani. Un centinaio di persone, dopo aver contratto la malattia (che provoca polmonite), morì nel breve termine. Il governo olandese fu costretto ad abbattere 50.000 capre, nel tentativo di arginarne la diffusione. Però a dieci anni di distanza dall’epidemia, una statistica condotta nei Paesi Bassi ha messo in risalto un aumento dei casi di polmonite per quella fascia di persone che viveva in prossimità di allevamenti di capre e di polli. Il governo olandese ha introdotto restrizioni per gli allevamenti di capre e ciò ne ha limitato la diffusione.
L’attuale Covid-19 sta mietendo molte vittime (2.650.000 ad oggi) ed è in piena attività, bisognerebbe mettere da parte gli interessi legati alla produzione della carne e delle pellicce, in quanto, se non ci sarà un cambiamento di rotta non si potrà fare una efficace prevenzione a medio e lungo termine contro queste infezioni virali.
E` il nostro disprezzo per la natura e la nostra mancanza di rispetto per gli animali (…) che ha causato la pandemia da Covid-19, qualcosa che era stata prevista molto tempo fa”. Così la primatologa inglese Jane Goodall, conosciuta per le sue ricerche avanzate sugli scimpanzé in Africa, spiegava la diffusione del virus a livello globale. Goodall accusa anche i mercati asiatici e africani, in particolare quelli cinesi, ed anche i nostri allevamenti intensivi “dove si creano le condizioni affinché i virus compiano il salto di specie dall’animale all’uomo e viceversa”.
Se scendiamo dal nostro piedistallo, dimenticando l’appartenenza di specie, e osserviamo la situazione con distacco, ci rendiamo conto che, come accennato in altri capitoli, noi umani siamo la specie vivente più distruttiva per il pianeta e per le altre specie animali. Il Covid-19 è un organismo che ci combatte e ci uccide: quindi esso svolge in un certo senso un compito prezioso per l’ecosistema? Questo sillogismo ci inchioda a tutte le nostre responsabilità e ci lascia poche possibilità di replica. Il virus può essere inquadrato come reazione di difesa contro il principale soggetto destabilizzante degli equilibri naturali: non per niente Emil Cioranaffermava: “siamo il cancro del pianeta”.
Ridurre il numero di esseri umani, senza produrre disastri all’ambiente con guerre od altro, ma attuando politiche di contenimento demografico, potrebbe essere qualcosa di positivo, in particolar modo per le generazioni future.
Questo virus (Covid-19) ci dà l’occasione di rivedere i nostri stili alimentari, rivalutando le diete vegane/vegetariane; la scienza ci viene anche in aiuto: infatti è stata messa a punto la “carne artificiale”, una carne ottenuta in laboratorio, e quindi anche libera da contaminazioni di pesticidi, ormoni ed antibiotici.
Un americano o un australiano mangia mediamente 110-115 chilogrammi di carne l’anno: certamente per loro una dieta vegana non comporterebbe problemi di sopravvivenza, ma anzi migliorerebbe il loro stato di salute.
Sarebbe interessante soffermarsi anche sull’abitudine consolidata di consumare latte vaccino (latte di mucca) a tutte le età. Il latte materno è l’alimento primario per la crescita dei piccoli mammiferi, e la sua composizione si differenzia da specie a specie, esso contiene vitamine, acqua, zuccheri, grassi, proteine e anticorpi. L’uomo è l’unico mammifero che continua a bere latte anche in età adulta, latte appartenente ad una specie diversa dalla sua. Si dice che il latte “faccia bene alle ossa”. Il latte ha un buon quantitativo di calcio, ma non viene detto che, essendo un alimento acido, ha bisogno di calcio per il suo smaltimento: praticamente con una mano dà e con l’altra prende. Il calcio viene perso continuamente attraverso le feci, l’urina ed il sudore, queste perdite vengono reintegrate attingendo ai depositi di calcio presenti nelle ossa. Il calcio assunto attraverso gli alimenti dovrebbe essere maggiore di quello perso, altrimenti si va incontro all’osteoporosi.Stranamente uno studio medico ha fatto notare che nelle popolazioni che consumano molto latte, l’incidenza dell’osteoporosi è maggiore, rispetto a popolazioni che ne consumano poco. Fino ai 30 anni circa, le perdite di calcio sono inferiori alle quantità assunte. Dopo questa età però il corpo umano entra in una fase di bilancio negativo: significa che le ossa perdono più calcio di quanto ne riescono a fissare (a reintegrare). Il ritmo di questa perdita di minerale dipende da diversi fattori. Ad esempio, un elevato apporto proteico animale, diete ricche di sodio, vita sedentaria ed abuso di alcol e caffeina, favoriscono la perdita di calcio e il conseguente indebolimento dell’apparato scheletrico. Oltre al latte, il calcio potrebbe essere assunto mangiando frutta e verdura, e verrebbe “fissato” anche in modo migliore essendo frutta e verdura, in linea di massima, alimenti non acidi.
La dottoressa Luciana Baroni specialista in Neurologia, Geriatria e Gerontologia, Master universitario internazionale in Nutrizione e Dietetica, afferma che consumare latte vaccino in età adulta, è una consuetudine errata: l’uomo perde la capacità di digerire il latte qualche anno dopo lo svezzamento, diventando intollerante al lattosio, inoltre il latte vaccino ha più proteine rispetto al latte materno, essendo stato creato per i vitelli e non per l’essere umano. Va detto che il suo consumo su larga scala dipende molto dal fatto che è un alimento a basso costo, accessibile a tutte le fasce sociali. Un consumo abituale di latte vaccino e dei formaggi in generale, potrebbe però dare problemi a livello cardiovascolare ed aumenta il rischio di tumori alla prostata ed alle ovaie. Il latte ed i suoi derivati sono anch’essi alimenti basati sullo sfruttamento ed uccisione di mucche e vitelli. Una mucca in tutta la sua vita produce circa 35.000 litri di latte, con una media di 6.800 litri l’anno. Poi arrivata all’età di circa 5 anni, l’animale comincia a produrre meno latte ed a rappresentare un peso per l’allevamento; per essa non c’è nessuna “fattoria di riposo” e viene semplicemente mandata al macello: questo è il ringraziamento per aver nutrito per anni persone di ogni età e ceto sociale.
L’associazione animalista francese L214, sulla base di indagine effettuate, sostiene che solo in Francia circa 180.000-200.000 mucche gravide vengano macellate ogni anno.
2. La religione è amica degli animali?
Quale è il significato di religione? La religione è quell’insieme di credenze, riti e professioni di fede che coinvolgono l’essere umano, nell’esperienza di ciò che viene considerato sacro e il suo rapportarsi con una o più divinità.
La storia delle religioni è costellata di sacrifici animali: nella Bibbia leggiamo che Caino e Abele portarono dei sacrifici al Signore, ma il sacrificio di Caino formato da frutti della terra, non fu approvato, mentre il sacrificio di Abele consistente nei “primogeniti del suo gregge” ebbe l’approvazione del Signore (Genesi 4:4,5). Anche dopo il diluvio universale, Noè sacrificò degli animali (Genes...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Indice
  3. Frontespizio
  4. Copyright
  5. PREMESSA
  6. PARTE PRIMA
  7. PARTE SECONDA
  8. PARTE TERZA
  9. PARTE QUARTA
  10. PARTE QUINTA
  11. PARTE SESTA