VIVERE LE RELIGIONI IN CARCERE Il progetto Simurgh - Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi (2017-2019)
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VIVERE LE RELIGIONI IN CARCERE Il progetto Simurgh - Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi (2017-2019)

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VIVERE LE RELIGIONI IN CARCERE Il progetto Simurgh - Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi (2017-2019)

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Informazioni sul libro

Il volume documenta attraverso le testimonianze e le riflessioni dei
suoi protagonisti l'esperienza svolta dal progetto Simurgh in nove
istituti di pena della Lombardia (Pavia, Brescia, Milano-San Vittore;
Vigevano, Como, Cremona; Bergamo, Monza, Milano – Opera) nel triennio
2016-2019. Cofinanziato dalla fondazione Cariplo, il progetto Simurgh ha
fatto della conoscenza e del confronto tra diverse culture e religioni
l'obiettivo di un percorso di sensibilizzazione al pluralismo religioso e
culturale in carcere che ha messo a confronto le storie, le identità,
gli stili di vita e le attese di detenuti e personale
dell'amministrazione penitenziaria. Riflessioni e materiali del progetto
vengono così messi a disposizioni di quanti sono interessati a
conoscerne la visione ispiratrice, gli obiettivi e il metodo,
nell'auspicio che possa fornire indicazioni utili a conoscere e gestire
il pluralismo religioso e culturale negli istituti di pena.

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Informazioni

Anno
2021
ISBN
9791220347457
Categoria
Sociologia
SUSSIDIO
“Curarci le ferite per liberarci”: implicazioni etiche
Educarci alla misericordia, ovvero il sogno della libertà
a cura di
dott. Hamid Roberto Distefano - mons. Pier Francesco Fumagalli - rav David Sciunnach - ven. monaco Tenzin Khentse
***
Introduzione generale al sussidio
Le tradizioni religiose ebraica, cristiana ed islamica condividono una comune visione della sacralità della vita umana, a motivo dell’immagine divina impressa nell’uomo e nella donna fin dalle origini della creazione (cfr. Genesi 1, 26-27 e vari Detti del Profeta Muhammad). Il Dio Unico e Vivente è Creatore, è Misericordioso, Giusto e Santo, perciò queste caratteristiche costituiscono anche l’appello a un comportamento morale universalmente condiviso – che può comprendere quindi anche i non credenti o i credenti di altre tradizioni religiose, diverse da quelle che riconoscono in Abramo un padre comune. In particolare nelle Tradizioni religiose del monoteismo abramico Dio appare come protettore dei deboli, orfani, vedove, malati, prigionieri, e questi atteggiamenti ispirano l’imitazione del fedele a comportarsi nello stesso modo, ad immagine del Creatore. Altre grandi tradizioni spirituali in Asia, come il Buddhismo, l’Induismo e il Taoismo, sono egualmente attente alla compassione, all’empatia e al senso di umanità per alleviare le sofferenze altrui.
Tra le implicazioni etiche generali più rilevanti possiamo porre:
- il rispetto e la cura per la vita propria e altrui
- l’accoglienza e la riverenza per ogni vita nascente
- le modalità con le quali si vivono, si accompagnano o si celebrano i momenti fondamentali della nascita, della vita familiare, della malattia e della morte
- la virtù della pazienza nelle prove come occasione e condizione di maturazione per tutti gli esseri umani e di elevazione nella conoscenza di se stessi e del proprio Signore
- il valore della fratellanza come uomini e come credenti nel superare le difficoltà
- la chiave della speranza come certezza della Provvidenza divina.
La riflessione e il dialogo dei gruppi seminariali, fondandosi su questi princìpi, possono riguardare molti aspetti della vita quotidiana tra cui il digiuno, il pellegrinaggio, l’elemosina, il pentimento, il perdono e la pena.
***
Cristianesimo
La nostra riflessione è attenta all’esperienza umana del bene e del male, seguendo le prime pagine della Bibbia, che descrivono il furto di Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden, il fratricidio di Caino contro Abele, e le pene conseguenti per i colpevoli. Pene che, tuttavia, possono colpire anche gli innocenti, come il patriarca Giuseppe accusato dalla moglie di Potifarre, il profeta Geremia e, infine, lo stesso Gesù Cristo, che si carica dei peccati e dei crimini di tutti. La condivisione di Gesù con i colpevoli è tanto forte, da condurlo alla condanna a morte in croce insieme ad altri assassini, ma infine egli trionfa nella resurrezione e libera i prigionieri dalle catene dell’odio e del male.
Noi cristiani, così liberati grazie a Gesù, oggi siamo mandati da lui a continuare nel mondo la sua missione di uomini e donne, impegnati a curarci insieme le ferite del male, seguendo il suo esempio. Perciò le donne e gli uomini che si trovano negli Istituti di detenzione e pena – come ci insegna papa Francesco – meritano un’attenzione e una cura particolare. A questo scopo, riteniamo importante unire i nostri sforzi con quanti – credenti e non credenti – e specialmente con chi condivide i valori delle grandi tradizioni culturali, spirituali e religiose, per riflettere negli Istituti di detenzione e pena sulle vie e sui percorsi più efficaci per la vera liberazione da ogni schiavitù del male e per coltivare il reciproco rispetto, la stima e la collaborazione tra donne e uomini di differenti culture e spiritualità.
Buddismo
Tutti i problemi, le difficoltà e le sofferenze nostre e degli altri sono causate dal comportamento ed attitudine mentale egoistica di pensare solo a noi stessi ed al nostro beneficio.
Tutta la serenità, l’armonia e felicità nostra e degli altri sono causate dal comportamento ed attitudine mentale altruistica di pensare agli altri ed al loro beneficio.
Con queste poche parole S.S. Dalai Lama sintetizza non solo l’ineffabile concetto di interdipendenza che lega tutto e tutti e che sta alla base della spiritualità buddhista, ma esprime il vero significato dell’intero insegnamento del Buddha.
Ecco perché chi si adopera per aiutare gli altri, chi tende una mano a chi a bisogno, chi sa ascoltare e proteggere, chi dona il suo tempo e si impegna per alleviare le sofferenze degli altri, non salva quegli individui ma salva prima di tutto se stesso. Veniamo salvati dal nostro egoismo, dall’indifferenza, dal voltare lo sguardo altrove come se la cosa non ci riguardasse, ci salva dall’egoismo di pensare solo a noi stessi o al massimo ad una cerchia molto ristretta di individui considerando solo loro la nostra famigli, i nostri cari, invece di vedere in ognuno un famigliare, un fratello, se stessi.
Negli istituti di detenzione e pena ogni piccolo gesto fatto per essere di aiuto a chi sperimenta una sofferenza che noi non possiamo neanche immaginare assume un valore straordinario proprio per la condizione oggettiva, mostrare e guidare chi vive privato della libertà su un percorso di riflessione, analisi e consapevolezza che porti ad una nuova moralità e li restituisca alla società in modo partecipe è una opportunità straordinaria di ridare a quelle persone una dignità ed un valore di vita che nella maggior parte dei casi non hanno mai conosciuto. Questo non dà solo speranza e aiuto a loro ma rende la nostra vita più significativa al di là ed oltre la propria fede, religione, etica o punto di vista.
Bibliografia
LA BIBBIA in lingua corrente. Nuova traduzione interconfessionale, Elledici – Alleanza Biblica Universale, Milano-Roma, 2014
《道德经》[Dao de jing] (http://www.daodejing.org/8.html)
Commento al《道德经》[Dao de jing]:
http://www.360doc.com/content/12/0402/16/7705659_200260913.shtml
Fumagalli Pier Francesco, Percorsi di pace e vie di fede, Prefazione di Franco Buzzi, Milano, Lampi di stampa, 2002
Papa Francesco, Laudato si’, Preghiera per la nostra terra (http://w2.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html)
Testi taoisti, traduzione di F. Tomassini, introduzione di L. Lanciotti; Testi confuciani, Torino, Utet, 1974
TESTI DI RIFERIMENTO
(I)
Bibbia – Genesi, Capitolo 3 ADAMO ED EVA
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: "Non dovete mangiare di alcun albero del giardino"?". Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete"". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male". Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.
Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fic...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Indice
  3. Frontespizio
  4. Copyright
  5. Non si ripeterà mai abbastanza Luigi Ferrarella
  6. “Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri” Anita Pirovano
  7. Dio, il carcere e la città Ignazio De Francesco
  8. I. IL PROGETTO
  9. Costruire legami Luca Bressan
  10. Presupposti e orizzonti del progetto Simurgh Daniela Milani
  11. Simurgh - Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi Giovanna Longo
  12. II. I MODULI DIDATTICI Modulo antropologico
  13. Religiosità e religioni: l’esperienza dell’altro e dell’oltre come premessa antropologica Paolo Branca
  14. Modulo sociologico-giuridico
  15. A cosa serve il diritto? Silvio Ferrari
  16. Liberi di credere in carcere Daniela Milani
  17. Il diritto di istruirsi e di praticare il culto Alessandro Negri
  18. Il diritto di alimentarsi secondo i precetti religiosi Cristiana Cianitto
  19. Modulo etico-religioso
  20. “Curarci le ferite per liberarci”: implicazioni etiche Educarci alla misericordia, ovvero il sogno della libertà Hamid Roberto Distefano - Pier Francesco Fumagalli - David Sciunnach - Tenzin Khentse
  21. III. I LABORATORI E GLI EVENTI FINALI
  22. Scheda riassuntiva
  23. La prima libertà. Tre anni di incontri e confronti in nove istituti di pena della Lombardia nelle riflessioni dei detenuti
  24. IV. CONCLUSIONI
  25. Cosa abbiamo imparato Daniela Milani e Giovanna Longo
  26. V. IMMAGINI