Teoria della Moneta Moderna
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Teoria della Moneta Moderna

Un manuale di macroeconomia per sistemi monetari sovrani

  1. 402 pagine
  2. Italian
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Teoria della Moneta Moderna

Un manuale di macroeconomia per sistemi monetari sovrani

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Le conseguenze dell'abbandono del gold standard e dell'adozione di un modello di moneta fiat non sono state comprese. La verità è che i libri di testo di macroeconomia sarebbero dovuti essere riscritti e i programmi politici rivisti, ma nulla di tutto ciò è cambiato. Le lezioni di macroeconomia nelle università sono continuate con lo stesso programma e i politici hanno mantenuto gli stessi vecchi discorsi. Tuttavia, sono cambiate tutte le dinamiche attorno alle università e alla politica; il problema è che nessuno (tranne un piccolo numero di economisti) fa lo sforzo intellettuale necessario per tradurre questo cambiamento in teoria economica.Lo sforzo intellettuale che è stato fatto nel campo della fisica dopo la comparsa, per esempio, della teoria della relatività o del modello copernicano, in economia non è stato fatto dopo la comparsa della moneta fiat. La Teoria della Moneta Moderna è l'incarnazione di questo sforzo intellettuale. Questo libro espone chiaramente ciò che il denaro è realmente e, cosa più importante, espone le politiche economiche che dovrebbero essere perseguite al fine di attuare un programma politico coerente con questa realtà. Il denaro è il debito dell'entità che lo emette, non è una merce. Questo rende il denaro intangibile, così come, per esempio, il centimetro è intangibile rispetto alla lunghezza o il grammo lo è rispetto al peso. Questa è la verità del denaro fiat.

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Informazioni

Editore
Lola Books
Anno
2021
ISBN
9783944203591
Edizione
1
Argomento
Economia

1

LE BASI DELLA CONTABILITÀ MACROECONOMICA

In questo capitolo inizieremo a porre le basi necessarie alla comprensione della moneta moderna. Vi prego di essere pazienti. Potrebbe non apparire chiaro sin da subito perché sia importante farlo. È però impossibile capire il dibattito sul bilancio pubblico (e criticare l’isteria per il deficit che ha assalito così tante nazioni nell’ultimo periodo) se prima non sono state comprese le basi contabili della macroeconomia. Siate dunque pazienti e prestate attenzione. Non saranno richieste né capacità di calcolo avanzate né la conoscenza di tortuose regole di contabilità. Si tratta di concetti elementari. Si avrà a che fare, sì, con la logica, ma con una logica estremamente semplice.

1.1LE BASI DELLA CONTABILITÀ PER GLI STOCK E PER I FLUSSI

LE BASI DELLA CONTABILITÀ DI AZIONI E COMPRAVENDITE. L’ATTIVITÀ FINANZIARIA DI QUALCUNO È LA PERDITA DI QUALCUN ALTRO

Un principio fondamentale della contabilità è quello secondo cui a ogni attività finanziaria corrisponde un’eguale passività finanziaria di compensazione. Il deposito di conto corrente (chiamato anche di domanda o a vista) è un’attività finanziaria domestica compensata dalle passività della banca (o “pagherò”). Un’obbligazione governativa, o societaria, è una risorsa domestica, che però rappresenta una passività dell’emittente (che si tratti del governo o di una società). Anche l’economia domestica presenta delle passività, come ad esempio i prestiti studenteschi, il mutuo per la casa, o un prestito per l’auto. Questi sono detenuti come attività da parte del creditore, il quale potrebbe essere una banca o uno dei molti tipi di istituzioni finanziarie (come i fondi pensione, gli hedge funds o le compagnie assicurative). La ricchezza finanziaria netta di una economia domestica è uguale alla somma di tutte le sue risorse finanziarie (uguale alla sua ricchezza finanziaria) meno la somma di tutte le sue passività (tutte le cambiali espresse in denaro). Se il risultato di questa sottrazione è positivo, allora vi è una ricchezza finanziaria netta positiva.

RICCHEZZA INTERNA E RICCHEZZA ESTERNA

È spesso utile distinguere i diversi settori nell’economia. La distinzione più elementare è quella tra il settore pubblico (ivi inclusi tutti i livelli del governo) e il settore privato (comprendente famiglie e aziende). Se volessimo considerare tutte le attività e passività finanziarie emesse privatamente, sarebbe più che logico desumere che la somma delle attività deve essere uguale alla somma delle passività. In altre parole, considerando unicamente i ‘pagherò’ del settore privato, la ricchezza privata netta dovrebbe essere uguale a zero. Affinchè il settore privato possa accumulare ricchezza finanziaria netta, questa dovrà assumere la forma di “ricchezza esterna”, ovvero consistere di crediti finanziari nei confronti di un altro settore. Data la nostra divisione elementare tra settore pubblico e privato, la ricchezza finanziaria esterna sarà data da cambiali governative. Il settore privato detiene sia la moneta governativa (comprese le monete e le banconote) che l’intera gamma di titoli di Stato (note a breve termine, titoli a lungo termine) come attività finanziarie nette, ovvero una porzione della sua ricchezza positiva netta.

UNA NOTA SULLA RICCHEZZA NON FINANZIARIA (ATTIVITÀ REALI)

Un’attività finanziaria è necessariamente compensata da un’altra passività finanziaria. Nell’aggregato, la ricchezza finanziaria netta deve essere uguale a zero. Tuttavia, le attività reali rappresentano la ricchezza di qualcuno che non è controbilanciata dalla passività di qualcun altro: a livello di aggregato, quindi, la ricchezza netta equivale al valore di attività reali (non finanziarie). Per essere chiari, potreste aver comprato una vettura contraendo un certo debito. La vostra passività finanziaria (il prestito per la macchina) è compensato dall’attività detenuta dalla società di prestiti auto. Siccome questi si annullano, ciò che rimane è il valore dell’attività reale – l’automobile. Gran parte della discussione che seguirà sarà dedicata alle attività e passività finanziarie, ma sempre tenendo in mente che il valore di attività reali fornisce ricchezza netta tanto a livello individuale quanto a livello aggregato. Una volta sottratte tutte le passività dal totale delle attività (reali e finanziarie), a rimanere saranno le attività non finanziarie (reali), o patrimonio aggregato netto. (Vedi la discussione sotto nella Sezione 1.4).

LA RICCHEZZA FINANZIARIA NETTA È UGUALE AL DEBITO PUBBLICO

I flussi (di reddito o di spese) si cumulano in azioni. L’accumulazione di attività finanziarie nette del settore privato nel periodo di un anno è resa possibile unicamente grazie al fatto che, nel medesimo arco temporale, la sua spesa è inferiore alle sue entrate. In altre parole, il settore privato ha risparmiato accumulando una certa ricchezza sotto forma di attività finanziarie. Nel nostro semplice esempio che include unicamente un settore pubblico e un settore privato, queste attività commerciali sono passività del governo – moneta e titoli di Stato. (Lasciamo per dopo la discussione sulle riserve della Banca Centrale, le quali sono allo stesso tempo passività della Banca Centrale e attività delle banche commerciali. Sotto molti aspetti, le riserve sono una specie di moneta di Stato – spesso incluse come “danaro altamente potenziato” – o titoli di Stato a brevissimo termine e a basso interesse.)
Questi ‘pagherò’ pubblici, a loro volta, possono essere accumulati soltanto quando lo Stato spende più di quanto riceve sotto forma di gettito fiscale. Si tratta di un deficit dello Stato, vale a dire il flusso di spesa pubblica meno il gettito misurato nella moneta di conto in un certo periodo di tempo (solitamente un anno). Il deficit si accumula in debito pubblico, eguagliando l’accumulazione di ricchezza finanziaria del settore privato in quello stesso periodo.
Una spiegazione completa del processo di spesa e tassazione del governo verrà fatta più tardi. Ciò che bisogna comprendere ora è che le attività finanziare nette detenute dal settore privato sono esattamente uguali, stando al nostro esempio contemplante due settori, alle passività finanziarie nette rilasciate dal governo. Se il governo gestisce sempre un bilancio in pareggio, con spese sempre uguali al gettito fiscale, la ricchezza finanziaria netta del settore privato deve essere negativa. In altre parole, il settore privato sarà indebitato con il settore pubblico.
Possiamo formulare il “dilemma” che ne consegue: nel nostro modello a due settori è impossibile che entrambi i settori, pubblico e privato, producano surplus. E anche se il settore pubblico dovesse generare surplus, per identità il settore privato dovrebbe generare pari deficit. Se il settore pubblico, in un certo periodo di tempo, generasse surplus sufficiente per riscattare tutti i suoi debiti in sospeso, per identità il settore privato produrrebbe pari deficit, riducendo la sua ricchezza finanziaria netta fino a zero.

I DEBITI DEL RESTO DEL MONDO SONO ATTIVITÀ FINANZIARIE DOMESTICHE

Un’ulteriore differenziazione utile è quella che contempla tre settori: un settore privato domestico, un settore pubblico domestico, e un settore “resto del mondo” (RDM) che consiste in governi stranieri, aziende, e famiglie. In questo caso, è possibile per il settore privato domestico accumulare crediti netti nei confronti del RDM, anche se il settore pubblico domestico amministra un bilancio in pareggio, con una spesa uguale al gettito fiscale in un determinato periodo di tempo. L’accumulazione di attività finanziarie nette da parte del settore privato domestico, in tal caso, sarà uguale all’emissione da parte del RDM di passività finanziarie nette.
Infine, e secondo anche una visione più realistica, il settore privato domestico può accumulare ricchezza finanziaria netta sia delle passività domestiche del governo che delle passività del RDM. È possibile per il settore privato domestico accumulare debito pubblico (che si aggiunge alla sua ricchezza finanziaria netta) e al contempo emettere debito nei confronti del RDM (riducendo così la sua ricchezza finanziaria netta). Nella prossima sezione ci dedicheremo a una discussione dettagliata dei bilanci settoriali.

UNA NOTA SULL’IMPORTANZA DELLE ATTIVITÀ INTERNE

Alcuni critici affermano che la TMM, enfatizzando la ricchezza finanziaria netta, ignori le attività interne. Ciò non è assolutamente vero. La TMM ha cercato di porre l’attenzione sulla fonte delle attività finanziarie nette del settore privato – o ricchezza esterna – per rimediare alla confusione che vi è sulla desiderabilità dei disavanzi pubblici. Insistiamo dicendo che, in un’economia chiusa, la sola fonte di attività finanziarie nette è lo Stato; in un’economia aperta, invece, i crediti nei confronti del resto del mondo rappresentano un’altra fonte. Ad ogni modo, il settore privato domestico – di per sé – non può creare attività finanziarie nette poiché ogni attività finanziaria creata e detenuta all’interno di quel settore è controbilanciata da una passività all’interno dello stesso.
Questo non significa però che la creazione di attività e passività finanziarie da parte del settore privato domestico possa essere ignorata. Sicuramente, sapere chi è in debito e chi è in credito è rilevante. Generalmente, il settore degli affari contrae debito per acquistare case e beni di consumo; tuttavia, il settore familiare è un creditore netto, poiché accumula attività finanziarie nette, ad esempio risparmiando per il college e stipulando piani pensionistici. Se volgiamo lo sguardo a questi sottosettori, scopriremo che alcuni segmenti sono fortemente indebitati, mentre altri sono creditori netti. Vedremo, per esempio, che le famiglie rette da anziani sono creditori netti, mentre quelle rette da persone giovani sono debitori netti. Potremmo riscontrare forti concentrazioni di ricchezza finanziaria tra i bianchi e piccole accumulazioni di ricchezza finanziaria tra i neri e gli ispanici. E troveremmo concentrazioni crescenti di attività finanziarie dell’1% più ricco.
Tutte queste questioni sono importanti e, nel corso degli ultimi tre decenni, sono state studiate sempre più a fondo. L’aumento dell’indebitamento delle famiglie negli Stati Uniti e in gran parte dell’Europa ha contribuito alla Crisi Finanziaria Globale. Crescenti concentrazioni di ricchezza nelle mani di pochi hanno sollevato numerosi problemi per le democrazie occidentali. Prendere a prestito dalle aziende per finanziare la speculazione anziché gli investimenti produttivi ha caricato le aziende di debito senza accrescere la loro abilità di mettere a profitto la produzione. Tutte queste questioni hanno a che fare con entrambe le ricchezze finanziarie, quella interna e quella esterna. Gli studiosi operanti al di fuori della TMM si sono concentrati prevalentemente sulla distribuzione della ricchezza finanziaria all’interno del settore privato; la TMM ha provato ad allargare la discussione all’impatto dell’austerità fiscale sulla fonte di ricchezza esterna del settore privato. Questi sforzi sono complementari e non mutuamente esclusivi.

BASI DELLA CONTABILITÀ SETTORIALE E RELAZIONI CON GLI STOCK E I FLUSSI

Continuiamo con la nostra divisione dell’economia in tre settori: un settore privato domestico o interno (famiglie e aziende); un settore pubblico domestico o interno (che include governi locali, stati o province, e governi nazionali); un settore estero (il resto del mondo, ivi incluse famiglie, aziende, e governi). Ognuno di questi settori può essere trattato come se avesse un flusso di entrate e un flusso di spesa nel periodo contabile, che faremo corrispondere a un anno. Non v’è ragione per cui i singoli settori debbano pareggiare i flussi di entrate e di spesa ogni anno. Se un settore spende meno delle sue entrate, allora avremo un avanzo di bilancio per...

Indice dei contenuti

  1. Portada
  2. Titoli
  3. Colophon
  4. Indice
  5. Prologo all’edizione spagnola
  6. Prefazione alla seconda edizione
  7. Definizioni
  8. Sull’autore
  9. Introduzione: I fondamenti della Teoria della Moneta Moderna
  10. 1 Le basi della contabilità macroeconomica
  11. 2 La spesa dell’emittente di valuta domestica
  12. 3 II sistema bancario interno: le banche e la banca centrale
  13. 4 Le operazioni fiscali di una nazione che emette la sua valuta
  14. 5 Politica fiscale per le nazioni sovrane
  15. 6 La Teoria della Moneta Moderna e i regimi di cambio alternativi
  16. 7 Politica monetaria e fiscale per le valute sovrane: cosa dovrebbe fare il governo?
  17. 8 Politica per la piena occupazione e la stabilità dei prezzi
  18. 9 Inflazione e valute sovrane
  19. 10 Conclusioni: Teoria monetaria moderna per le valute sovrane
  20. Note
  21. Bibliografia