Enciclopedia Sociologica dei Luoghi vol. 4
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Enciclopedia Sociologica dei Luoghi vol. 4

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L'Enciclopedia Sociologica dei Luoghi (ESL) si pone come occasione di ricerca e riflessione sul ruolo che i luoghi hanno avuto in passato e hanno tutt'ora nel dare forma alle città e segnare i destini dei suoi abitanti e fruitori. Il volume offre chiavi di lettura e coordinate teoriche, nonché presentazioni di casi, utili a sviluppare ricerche situate, riducendo il livello di indifferenza nei confronti dei contesti spaziali che spesso caratterizza le ricerche sociologiche. Il termine enciclopedia sembra il più adatto a trasmettere l'idea di un lavoro in grado di toccare tanti luoghi: da quelli riguardanti i trasporti a quelli relativi il tempo libero, da quelli riferiti alla sicurezza pubblica a quelli inerenti il consumo, e via dicendo.

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Informazioni

Editore
Ledizioni
Anno
2021
ISBN
9788855265065

D
Discariche – Gilda Catalano e Dario Minervini
Dormitori – Massimo Gottardi, David Benassi, Sandra di Quinzio, Marzia La Scala, Cinzia Morselli e Francesca Zajczyk

Le discariche. Sprechi visibili, valore invisibile

di Gilda Catalano e Dario Minervini1
  1. Cenni storici: l’accumulo di rifiuti, eccedenza della vita urbana
    Sin dall’antichità le città e i centri abitati hanno fossati pieni di rifiuti: mari, fiumi, caverne e suoli sono da sempre i luoghi ove scaricare l’eccedenza della produzione e dei consumi sociali. La stessa etimologia di discarica, ovvero togliere carico o peso da una situazione, implica immediatamente l’immagine dello spostare questo carga in un altro luogo. L’etimo deriva dal latino carrus (carico, carro) ed è affine al sanscrito garus (pesante, grave), ove l’aggiunta del suffisso dis rimanda questo termine al concetto di «de-responsabilità». Sembra evidente che il richiamo allo «spostare il carico (o ciò che pesa) altrove» possa avere assonanze con l’immagine sopra richiamata.
    Questa strategia di spostamento dei rifiuti è antica. Ad esempio, è molto diffusa nell’antica Roma ove molti spazi vuoti sono riempiti da cumuli di immondizie che occorre recintare, mentre già negli Statuti Medievali del Duecento appaiono in un crescendo una serie di norme di regolazione delle acque e dei rifiuti all’interno della propria area domiciliare da parte degli abitanti (Tateo 1990). Il problema principale sta negli scarti della lavorazione del cibo, delle attività produttive, delle deiezioni animali e umane.
    Nel Tardo Medioevo Europeo, l’abbondanza di immondizia lungo le strade e in prossimità delle case conduce a trovare disparate soluzioni per allontanare le immondizie dal centro abitato. Fra queste si ricorda l’abitudine di costruire un pozzo o un fossato riempito di cenere, avente una porta e attorniato da una bassa muratura oppure, in altri casi, si ricorre ad un contenitore in ferro grezzo riempito dall’alto e svuotato dal basso man mano che il cumulo residuale cresce. L’immondizia prodotta dai consumi urbani del tempo non è poca: in alcuni dipinti del Trecento sono raffigurati anelli di immondizia a circondare le mura urbane (Sori 2001). Per fortuna i rifiuti, a cui vengono quasi sempre mescolate deiezioni di diversa provenienza, servono anche da concime agricolo; pertanto, ci si lamenta del fetore persistente ma il letame è altresì prelevato da ogni passante dai contenitori fuori dalle mura urbane per farne uso agricolo.
    Un esempio prematuro, benché non duraturo di buona gestione dei rifiuti urbani, viene dalla Friburgo medievale. La città ha un sistema di canali che copre una parte cospicua di essa ed è già vietato sporcare in strada in qualsiasi modo. Ha, inoltre, latrine dietro le case, consistenti di grandi buche scavate nel terreno del diametro di almeno due metri e dalla profondità di almeno tre. Il sistema di questi pozzi neri, composti di pietra e coperti con una cupola di calcestruzzo con al centro un foro, è ben funzionante e serve anche per convogliare l’acqua di scolo delle case. Dalla metà del Quattrocento queste norme vengono disattese (Ibid.).
    Invece in Italia, dal 1231 le Costituzioni di Melfi di Federico II prevedono di spostare le lavorazioni nocive al di fuori della cinta muraria cittadina, soprattutto quelle del cuoio e della conceria che emettono nell’atmosfera sostanze non salubri. Anche Siena in piazza del Campo istituisce l’ufficio della Nettezza Pubblica dal 1296: di solito viene indetta una gara annuale per un gridatore autorizzato, preposto a raccogliere la spazzatura, il letame e le granaglie dal centro, ricevendo in cambio dei maiali utilizzabili come pulitori di strade. La prassi di usare maiali e pollame in qualità di spazzini è diffusa ed ambita dai cittadini per i vantaggi che ricevono in termini economici (Sori 1999).
    In questi secoli, le case hanno i butti, fosse a forma di imbuto al di sotto delle abitazioni, collegate a canali di scarico oppure agli orti e strade pubbliche. Il butto viene chiuso con una lastra di tufo, legno o pietra; e per evitare che le infezioni dilaghino si tappa con la calce viva o la cenere. In alternativa le case possono avere le tracerne, intercapedini fra i muri, che sono chius...

Indice dei contenuti

  1. Enciclopedia Sociologica dei Luoghi 4
  2. Colophon
  3. Indice
  4. Nota introduttiva
  5. C
  6. D
  7. G
  8. H
  9. I
  10. L
  11. M
  12. P
  13. R
  14. S
  15. T
  16. V