IN ITALIA
Piemonte
La valle degli occitani
A Elva, c’è un museo un po’ particolare. Le foto seppiate e gli oggetti qui conservati sono muti testimoni di un tempo in cui tutti i maschi adulti del paese andavano a raccogliere capelli per il nord Italia, per poi riportarli a casa, lavorarli e rivenderli alle fabbriche di parrucche. I più pregiati erano quelli delle donne anziane, meglio se il pelo era bianco candido. Ma erano molto apprezzate anche le lunghe trecce delle giovani spose. Di solito le donne vendevano i loro capelli per guadagnare qualche soldo, per tirare avanti nella vecchiaia, per fare la dote alla figlia, per pagare un debito.
I ragazzini rimangono meravigliati davanti alle teche del museo dei capelli di Elva. Ma ancora di più rimangono a bocca aperta all’incontro con Prezzemolo, un simpatico signore che è venuto apposta per raccontarci, con storie e battute, la sua infanzia di povertà, passata ad arrangiarsi per inventare giochi e passatempi. Sembra strano che un gruppo di bambini abituati alle meraviglie degli effetti digitali si appassioni e resti affascinato di fronte al carro armato a elastico, al frullino, al gioco della lippa.
Il territorio
La valle Maira, nelle Alpi Cozie, indenne dagli abusi della società industriale e da sciagurati attraversamenti transfrontalieri, è un ambiente naturale alpino fra i più belli e meglio preservati del Piemonte. Ad accrescerne la meraviglia, la presenza della comunità occitana, che parla ancora oggi l’antica lingua d’oc. Nelle accoglienti locande, potremo scoprire tradizioni, usi e costumi, conservati gelosamente ancora oggi.
La valle, ricca di storia e d’arte, è disseminata di antichi borghi di pietra, intatti e splendidamente conservati, di bellissime chiese e santuari.
Anche dal punto di vista naturalistico il percorso offre un’ampia varietà di paesaggi, dai boschi di pini silvestri ai pascoli della bassa valle, dai lariceti, ai grandi prati e alle brughiere d’alta quota, ricchissimi di fioriture anche in piena estate. L’isolamento di questa zona garantisce un’atmosfera fuori dal tempo, non artefatta, anche grazie ai tanti “custodi” del luogo, persone che hanno scelto di rimanere orgogliosamente in questa valle, a salvaguardarne le tradizioni.
La proposta
La cooperativa Walden viaggi a piedi propone questo trekking anche a famiglie con bambini e ragazzi: il percorso non presenta particolari difficoltà e tutta la valle è servita da un comodo sherpa-bus che può portare i bagagli o anche le persone, nel caso abbiano dei problemi a percorrere una tappa a piedi.
L’itinerario parte dalla borgata Camoglieres di Macra, dopo aver guardato il film Il vento fa il suo giro, un’ottima introduzione ai luoghi e all’atmosfera di queste montagne. Percorrendo poi la Via dei Ciclamini si raggiunge la chiesa di San Peyre, una delle più antiche della valle e seguendo una mulattiera si arriva allo splendido posto tappa di San Martino dove, la sera, ci attende un concerto musica di occitana. Un’altra breve e agevole giornata di cammino ci porta a scoprire la conca di Elva e le sue 28 borgate; qui visiteremo la bella chiesa di Santa Maria con gli affreschi di Hans Clemer, pittore delle Fiandre del XV secolo, e il museo dei capelli.
Ussolo e Chiappera ci aspettano nella parte più alpina e spettacolare della valle. E poi torneremo a Chialvetta, con il suo piccolo museo La misoun d’en bot (“La casa di una volta”).
Panorami grandiosi, ma anche tanti incontri: i margari, a cui qui, d’estate, vengono affidate le vacche, che verranno accudite in alpeggio; alcuni protagonisti di Occitània a Pè, una camminata che, qualche anno fa, attraversò tutti i paesi appartenenti a questa antica lingua, parlata dalle Alpi ai Pirenei; L’estorio drolo, musicisti locali, e tante altri abitanti delle borgate.
Punti forti
- i borghi di pietra
- la cultura e la musica occitane
- Elva e il museo dei capelli
Chi vi accoglie
Centro culturale borgata San Martino. Tel. 0171-99.91.86, www.borgata-sanmartino.com.
Trattoria della Gardetta (a Chialvetta), è anche un posto tappa. Tel. 0171-99.017, www.lascurcio.it.
Locanda occitana San Pancrazio d’Elva. Tel. 0171-99.79.86, www.lalocandadielva.it.
Reti e incontri
Walden viaggi a piedi, www.waldenviaggiapiedi.it.
Comunità montana valli Grana e Maira. Un portale di informazioni sulla valle, www.valligranaemaira.it.
Percorsi occitani. Tutto sul circuito escursionistico più frequentato della valle, www.percorsioccitani.com.
Chambra d’oc. Il portale dell’Occitania, www.chambradoc.it.
Cosa leggere
Aa.Vv., Val Maira, +eventi, 2011. Una guida molto ben fatta sulla valle.
Cosa vedere
Il vento fa il suo giro (2009) di Giorgio Diritti
Piròt en fiet d’en bot (2003) di Sandro Gastinelli
Cosa ascoltare
Lou Dalphin
L’estorio drolo
Info turistiche
Youtube
Occitània a Pè - introduzione
Facebook
gruppo Alta Val Maira
Piemonte
Alpeggi e formaggi
La prima volta che sono salito all’alpe Solcio mi è sembrato di entrare in un mondo dove nulla era fuori posto. Conoscendo poi la signora Emilia, il viaggio nello spazio è diventato anche un viaggio nel tempo, un viaggio nei gesti e negli oggetti di un alpeggio rimasto intatto, identico a quello che era secoli fa.
L’alpe Solcio è un posto intimo, racchiuso; ma quando si arriva all’alpe Veglia passando dalle “aperture” di Ciamporino, lo scenario diventa grandioso, il Monte Leone incombe severo ma anche protettivo e la forza della natura risveglia i nostri sensi. Un grande silenzio avvolge la vita sulle montagne, e salendo sopra il limite dei larici, una sensazione di immensità ci pervade. Gli antichi alpeggi in pietra rappresentano gli avamposti più estremi della vita in quota. Qui regnano leggi precise, equilibri che vanno intuiti. Dalle conoscenze e dalle mani dell’alpigiano, dal calore del fuoco e dai giusti tempi di attesa, nasce il formaggio, il frutto di un intero ciclo di lavoro e di secoli di perfezionamento.
Sono le sette del mattino, la mungitura è finita, le mucche escono al pascolo e i loro campanacci risuonano, mentre all’interno dell’alpeggio, nel grosso paiolo di rame, si inizia a scaldare il latte. Il Bettelmatt è formaggio d’alta quota e perciò è raro, prodotto solo pochi mesi all’anno e solo sopra i 2.000 metri di quota. Il latte della “bruna alpina” diventa un infuso di erbe preziose, un insieme di sapori che si trasferiscono direttamente nella pasta di questo formaggio, fra i più ricercati e apprezzati.
Il territorio
La val d’Ossola è un cuneo, una culla tra le cime, un magico ventaglio di vallate. A poca distanza da Milano, ospita la più estesa area di wilderness del Paese: il Parco nazionale della val Grande, un posto ideale dove “perdersi” e “ritrovarsi”, dove si può camminare per giorni letteralmente risucchiati dalla natura.
L’Ossola è una valle di pietra, di graniti, serizzi e marmi. È da qui che viene il famoso marmo di Condoglia, essenza stessa del Duomo di Milano. Il centro di Domodossola è un vero gioiello in stile medievale e una sosta nella sua piazza centrale è certamente da consigliare. Ma il più spettacolare monumento di pietra della valle è la parete est del Monte Rosa, che si può ammirare dalla valle Anzasca. È la parete più alta e vasta di tutto l’arco alpino, un pezzo di Himalaya in Europa.
Questa è anche terra di acque e bacini artificiali. Meritano una visita le centrali idroelettriche, disegnate agli inizi del ’900 dall’architetto milanese Piero Portaluppi: esempi di un’architettura estrosa ed elegante, capace di spaziare tra stili diversi, dimostrando come l’industria non debba necessariamente essere “cosa brutta”.
Oltre al Parco nazionale della val Grande, in Ossola troviamo il Parco naturale Veglia-Devero, che ospita esempi dell’integrazione armonica tra uomo e natura. Le tracce dell’u...