Paesaggi urbani
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Paesaggi urbani

Distillare storie esplorando geografie

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Paesaggi urbani

Distillare storie esplorando geografie

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Esplorare i paesaggi umani di qualsiasi periferia è un gesto politico-poetico di urbanismo tattico. L'obiettivo è far parlare la città, camminandola e rilanciandola via radio con i walkabout che lasciano tracce georeferenziate su una mappa parlante.

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Informazioni

Editore
Bordeaux
Anno
2021
ISBN
9791259630339
Tevere fluens 1. L’oculus di Tor di Nona
A metà degli anni Settanta una serie di azioni creative (come i murales di cui è rimasto solo L’asino che vola, ormai mitico esempio della prima urban art) posero lo sguardo su quel tratto della città, Tor di Nona, che aveva perso il rapporto con il Tevere. La costruzione dei muraglioni del Lungotevere e in seguito diverse speculazioni edilizie avevano mortificato quella zona e prese forma, già allora, un progetto di rigenerazione urbana (quando ancora non si usava questo termine) per riqualificare Tor di Nona e recuperare lo storico rapporto visivo con il Tevere e con l’altra sponda del fiume. Si creò un gruppo di lavoro alla Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma, di cui fece parte Paolo Ramundo (laureatosi in quella Facoltà), che progettò la creazione di una “breccia” nel corpo spesso dei muraglioni, per il recupero dello storico affaccio sul fiume. Fu così ipotizzato un oculus, ovvero una sorta di cannocchiale prospettico orientato verso il Tevere e Castel Sant’Angelo. La direzione del tunnel, inclinata rispetto alla strada di circa 40 gradi, avrebbe ripreso l’orientamento dell’antico molo romano rinvenuto durante i lavori per la costruzione degli argini. Questa progettualità creativa non-convenzionale si rifece addirittura alla Forma Urbis Romae augustea dove sono riportati quel molo romano e la banchina che rivelano l’importanza tra Roma e il suo fiume.
Maria Montessori, la prima scienziata dell’educazione
Maria Montessori (1870-1952) nella sua vita svolse attività di educatrice, pedagogista, medico, neuropsichiatra infantile, una vera scienziata dell’educazione. In Italia, fu una tra le prime donne a laurearsi nella facoltà di medicina per poi farsi riconoscere nel mondo per la sua ricerca educativa rivolta alla sfera infantile, universalmente riconosciuto come “Metodo Montessori”. I fondamenti di questa linea pedagogica Montessori si ispirano al principio di adattare ambienti e pratiche ai bisogni dei bambini per associare gioco e apprendimento al miglior grado. Il movimento è fondamentale per lo sviluppo armonico del bambino e attraverso l’esercizio ripetitivo dei gesti si potrà acquisire consapevolezza dell’espressione gestuale predisponendosi alla relazione e al linguaggio. Il walkabout parte dalla scuola che frequentò Maria nel 1884, la scuola governativa femminile “Regia scuola tecnica” (oggi Istituto “Leonardo Da
Vinci”).
Beckett ARoma di caffè
Primo tratto del progetto triennale Beckett ARoma. Seguendo le evocazioni del maestro del paradosso teatrale in alcuni luoghi pertinenti la sua poetica che rivela l’essenza di Roma, capitale dei paradossi urbani. Abbiamo già trattato di rifiuti, affronteremo il trasporto pubblico, parlando di Attesa, e poi degli odori, per cui ora si tratta di Aroma, come quello di caffè torrefatto. Si va al Roxy Bar, odorando del caffè appena tostato e impattando con l’intervento teatrale di Consuelo Ciatti che seduta ad un tavolino, come una signora perduta di Degas, rielabora alcuni testi di Beckett, come quelli radiofonici musicati dal musicista rumeno Marcel Mihailivici, e altri ispirati alle frequentazioni dei caffè parigini di Montparnasse. In quel bar della Romanina incontreremo Roxana Roman che gestisce quel caffè, l’eroina testimonial di legalità, diventata un simbolo di giustizia per aver denunciato due Casamonica che nel 2018 piombarono nel suo bar a insultare e picchiare i suoi clienti, tra cui una donna disabile. Tutto sotto l’occhio di una telecamera di sorveglianza che ha documentato il fattaccio, provocato da esponenti di un clan che spadroneggiava in quella estrema periferia. Una grande mano è arrivata dalle istituzioni: il presidente delle Repubblica Sergio Mattarella ha insignito Roxana con l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana «per il suo contributo nell’affermazione del valore della legalità».
Uscire Dentro/Entrare Fuori
Un’esplorazione partecipata della Quadriennale per giocare con lo sguardo partecipato una delle mostre più importanti degli ultimi anni. Sappiamo dei tre cardini tematici: “il Palazzo, inteso come metafora della relazione tra arte e potere, il Desiderio, per la necessità di sedurre che da sempre accompagna l’arte, e l’Incommensurabile, che porta gli artisti ad abbracciare le proprie ossessioni”, come suggeriscono i curatori. L’aspetto più emblematico di questa Quadriennale è che si tende a sottrarre i visitatori dagli automatismi del riconoscimento facile, ricordandoci che è più interessante conoscere piuttosto che riconoscere. Nell’esposizione sono rari gli artisti conclamati, sono bensì esposte esperienze inconsuete che in parte rilanciano un immaginario collettivo d’impronta alternativa, con echi d’alterità rivoluzionaria e femminista. Se qualche tempo fa si era partiti in walkabout proprio dalle scalinate del Palazzo delle Esposizioni, con la mostra ancora in allestimento, titolando quell’azione #usciredentro, cercando nella città (dai segni futuristi presenti proprio in prossimità del tunnel fino al Tridente della Scuola Romana degli anni Sessanta) ora si gioca #entrarefuori, evocando quella paradossale antinomia di Basaglia, per cui chiudendo i manicomi si apriva la società, espandendone la coscienza inclusiva. È la spinta che alimenta le nostre esplorazioni psicogeografiche, anche in questa occasione, misurandoci con l’arte che esce Fuori dagli schemi per entrare nel vivo dei mutamenti, come fece il Futurismo per cui una tappa cruciale è il “Bal Tik Tak”, il primo cabaret futurista inaugurato a Roma nel 1921 con il tocco di Giacomo Balla.
Il V Paesaggio della nuova Arcadia
A poche decine di metri dall’Appia Antica, c’è un luogo importante per Roma, è un ecosistema naturale, minerario, che rivela l’impronta dell’eruzione vulcanica di 200.000 anni fa del Vulcano Laziale. È la Cava Fabretti, anche detta “Arcadia Felix” da Marsilio Fabretti nello spirito del suo antenato, fondatore dell’Arcadia, Raffaele Fabretti (Urbino 1618-Roma 1700) che potremmo definire primo soprintendente dell’Appia Antica, in quanto Principe delle romane antichità quando era consigliere di Papa Alessandro VIII e utilizzatore della leucite (il “sampietrino”) per lastricare la piazza vaticana, nella funzione di Canonico di San Pietro. Raffaele Fabretti è all’origine del movimento dell’Arcadia, quando seguì da vicino il cenacolo scientifico-poetico sorto a Roma intorno a Cristina di Svezia, da cui ebbe poi sviluppo l’Arcadia. L’unicità della Cava Fabretti è data, oltre che dal valore ecosistemico, dall’impronta di archeologia industriale delle cave di sampietrino (servito per pavimentare, nel Ventennio, Via della Conciliazione) che appare, con una suggestione piranesiana, dalle rovine degli impianti per lo scavo di pozzolana e l’estrazione di leucite. Voci guida sono l’antropologo Giorgio Fabretti, discendente del Fabretti dell’Arcadia, e l’architetto Diego Repetto, teorico del Quinto Paesaggio che rigenera l’idea del “Terzo paesaggio” di Gilles Clément, attraverso l’arte applicata alla reinvenzione dei luoghi in stato di abbandono e svalutati dall’inerzia urbanistica.
Caramelle su Roma Città Aperta
Roma rimase attonita sotto i bombardamenti del 1943, dai primi, terribili, su San Lorenzo il 19 luglio a quelli, ancora più inaspettati, del 13 agosto sull’Appio-Tuscolano (il giorno dopo si sarebbe emanata la Dichiarazione Unilaterale di “Roma Città Aperta”).
Il percorso del walkabout attraversa quei condomini che subirono i “lanci di caramelle”, quel termine addolcito fu usato ironicamente dagli Alleati che bombardavano ma fu anche utilizzato per sdrammatizzare agli occhi dei più piccoli il dramma che piombava dal cielo. Una tappa è la lapide situata in Villa Fiorelli, in ricordo del bombardamento dell’agosto 1943, per passare a piazza Ragusa (dove una bomba entrò nel palazzo senza esplodere) e i palazzi tra via Enna e via Taranto le cui cantine erano utilizzate come rifugi e infermeria; un condominio in cui cadde un’altra bomba difettosa che mancando la strage offrì ai bambini l’ebbrezza di una piscina condominiale creata dal cratere prodotto.
L’assessore situazionista
Era uno straordinario catalizzatore di genialità e differenze, Renato Nicolini; esprimeva un’intelligenza politica che aveva capito che la politica migliore, quella in grado fare della polis uno spazio pubblico, deve misurarsi con la poetica non convenzionale, interpretando le idee migliori, come quelle della genialità situazionista di alcune espressioni della postavanguardia romana.
Epocali quei gesti pubblici disseminati in città con le “Iniziative di ii” progettate da Simone Carella del Beat 72, reinventando gli spazi urbani con sguardi inediti di artisti e performer come Mario Romano e La Gaia Scienza. Una politica che ridiede vita a quel “meraviglioso urbano” che dal XVII secolo dell’era d’oro del barocco romano era rimasto sospeso come un’eco lontana. Riequilibrò le paranoie degli anni di piombo con una progettazione culturale che rigenerò la città, dalla saga del cinema epico alla Basilica di Massenzio a Parco Centrale, a Prati, in uno spazio liberato dalla demolizione di alcune case popolari e protetto dalla mobilitazione dei comitati di quartiere per un festival diffuso del teatro di ricerca che innervò desiderio sperimentale in un quartiere assopito. L’esplorazione nell’archivio storico capitolino è l’occasione per ricombinare le tracce di memoria della politica culturale di Nicolini che ha contribuito a cambiare i paesaggi umani di Roma.
Sisto V, er papa tosto
Il walkabout parte dalla storia di uno dei papi più importanti della Storia: Felice Peretti, detto “er Papa tosto”, per la sua determinazione ostinata e pragmatica da buon marchigiano piceno d’origine celtica.
Quella di Sisto V è una delle storie più emblematiche da raccontare, proprio in vista del cinquecentenario del papa che risollevò Roma dopo il sacco dei Lanzichenecchi di cinquant’anni prima, riattivando gli acquedotti (edificando...

Indice dei contenuti

  1. Paesaggio come autobiografia
  2. Raccogliere storie nelle geografie urbane
  3. La mappa parlante
  4. Performing media storytelling
  5. La resilienza urbana
  6. Le condizioni abilitanti per l’intelligenza connettiva
  7. Experience Lab. Un format ludico-partecipativo per il brainstorming esperienziale
  8. Design thinking e intelligenza connettiva per l’auto-organizzazione delle comunità
  9. Walkabout, esplorazioni partecipate radionomadi
  10. Mappe esperienziali
  11. Una piccola storia della geografia: dal perimetron al Gps
  12. Glocalmap, il primo geoblog
  13. L’apprendimento dappertutto
  14. Paesaggi umani. Esplorare la città, raccogliendo storie nelle geografie urbane
  15. Don Sardelli, il maestro del Campo Barbarico
  16. L’uccello che coltiva la terra
  17. Tevere fluens 1. L’oculus di Tor di Nona
  18. Maria Montessori, la prima scienziata dell’educazione
  19. Beckett ARoma di caffè
  20. Uscire Dentro/Entrare Fuori
  21. Il V Paesaggio della nuova Arcadia
  22. Caramelle su Roma Città Aperta
  23. L’assessore situazionista
  24. Sisto V, er papa tosto
  25. Cristina di Svezia, la regina di Roma
  26. Tevere fluens 2. L’aura distopica della Riva Ostiense
  27. Tevere fluens 3. L’eccidio delle donne in assalto ai forni nel 1944
  28. Il Quinto Quarto e il food design
  29. Storie dell’arte nelle geografie urbane e artigiane
  30. L’innovazione adattiva
  31. Dalla smart city alla smart community
  32. Il web come spazio pubblico dell’infosfera digitale
  33. Postfazione di Antonio Pavolini