Brain Power. Potenzia il cervello a ogni età
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Finalmente le ultime scoperte sul cervello trasformate in pratiche strategie per conservare e potenziare le capacità mentali a qualsiasi età.Negli ultimi trent'anni i neuroscienziati hanno scoperto che il cervello è progettato per migliorare con l'avanzare dell'età. Come fare per favorire questo miglioramento?Brain Power condivide informazioni pratiche e comprovate sotto forma di piano d'azione, piacevole da leggere e di grande ispirazione. Gli autori hanno coinvolto medici, gerontologi e neuroscienziati, hanno studiato le abitudini di uomini e donne che meglio rappresentano un modo d'invecchiare sano e hanno messo in pratica ciò di cui scrivono nelle loro stesse vite. Il risultato è questa guida che può aiutarti ad attivare aree inutilizzate del cervello, migliorare il tono muscolare della mente e ravvivare le tue facoltà."Brain Prower è scritto meravigliosamente ed è il connubio perfetto tra scienza, arte e storia, fornendo la prova materiale e gli strumenti pratici per potenziare la funzionalità cerebrale e avere una vita brillante. Tutti dovrebbero leggerlo." Dott.ssa Eva Selhub, Medical School di Harvard."In ogni pagina, troverai informazioni, risorse, esercizi e tecnologie utili ed entusiasmanti per liberare il potere del tuo cervello e migliorare le capacità mentali con il passare degli anni. Compralo, leggilo, vivilo!". Tony Buzan, creatore delle Mappe Mentali.PREFAZIONE di Tony Buzan"Con il ventunesimo secolo è iniziato il Millennio della Mente. In questa nuova era, l'umanità arriverà a comprendere e usare lo straordinario potere del cervello. Ho dedicato gli ultimi cinquant'anni della mia vita a contribuire alla creazione di un mondo in cui ogni bambino cresca nella piena consapevolezza dell'incredibile potenziale della sua mente, imparando a utilizzarlo. "Alfabetizzazione mentale" è il termine che ho coniato per indicare la comprensione pratica delle capacità di ciascun individuo di elaborare le informazioni, sviluppare la memoria, pensare in modo creativo, risolvere i problemi e apprendere per tutta la vita. Regina di tutte le alfabetizzazioni, quella mentale è costituita da una conoscenza basilare della struttura fisica e della natura del cervello, e dalla comprensione dell'alfabeto comportamentale del cervello.Tempo fa, durante una cena, io e Ted Hughes, poeta ufficiale della corte inglese, discutemmo dei benefici che l'umanità avrà quando libereremo completamente la grande risorsa naturale dell'intelligenza umana. In un momento d'ispirazione, alzammo i calici per fare un brindisi perché l'alfabetizzazione mentale si diffonde in tutto il mondo. Il nostro augurio fu: "Floreant dendritae!", un ibrido che unisce il greco antico e il latino e significa "Possano le tue cellule cerebrali prosperare!".Leggere e applicare i consigli contenuti in Brain Power. Potenzia il cervello a ogni età ti permetterà di rivitalizzare profondamente le centinaia di miliardi di cellule cerebrali di cui sei dotato. Con questo libro meraviglioso, Michael J. Gelb e Kelly Howell danno un importantissimo contributo al campo dell'alfabetizzazione mentale. Anche se diversi siti internet e svariate altre pubblicazioni contengono parecchio materiale su come potenziare la mente man mano che invecchiamo, questo testo è un concentrato delle informazioni più importanti, scientificamente valide e utili sull'argomento. È piacevolissimo da leggere, comprensibile a tutti, di facile e immediata applicazione a tutti gli aspetti della vita. Brain Power offre un programma concreto per aumentare il proprio benessere fin da subito e per il resto della propria esistenza.Conosco il valore degli insegnamenti di questo libro perché ho avuto la fortuna di avere una madre che è stata l'esempio vivente di tutto ciò che consigliano Michael e Kelly. Mia madre, Jean Buzan, è stata di grande ispirazione per me e per tutti quelli che ha incontrato. Anche se era un'ottima studentessa, a 16 anni, nel 1932, fu costretta ad abbandonare gli studi. In quel periodo, l'università non era un'opzione per una ragazza del suo ceto sociale.Fu solo verso i cinquant'anni che decise di andare all'università. Con il suo atteggiamento positivo ed energico, convinse le istituzioni accademiche che, in primo luogo, non era "troppo vecchia" per prendere una laurea e che, in secondo luogo, avrebbe dovuto saltare la laurea triennale, passando subito a quella magistrale! Mamma aveva un vantaggio che l'aiutava a eccellere: era dotata di alfabetizzazione mentale! Bravissima nella lettura veloce e nel creare mappe mentali, si laureò con lode. In che ambito? Gerontologia! Si tratta proprio della branca che si occupa dello studio del processo di invecchiamento delle persone. Per 10 anni, mia madre tenne lezioni universitarie su questo argomento, affermando sempre che è possibile migliorare praticamente in tutte le aree a ogni età. Era l'esempio vivente di quello che insegnava.Paradossalmente, l'università dove faceva l'insegnante, insisteva che andasse in pensione a sessantacinque anni come previsto dalla legge, esibendo un modo di concepire l'età che, per quanto non attuale, è ancora molto diffuso. "Ridicolo!" esclamò. "Proprio quando raggiungo l'età in cui sto applicando tutto quello che ho studiato per laurearmi, e dopo averlo spiegato per dieci anni, decidono che non sono più qualificata per insegnarlo!". Con una forma di ribellione scherzosa, stampò dei biglietti da visita in cui si definiva "Jean Buzan, pensionata ma ispirata!". Mamma continuò a scrivere, a insegnare e a motivare gli altri fino a novant'anni e più. In quanto gerontologa, si dedicò a sfatare i miti negativi sulla vecchiaia. Una delle convinzioni più diffuse è quella secondo cui, con l'età, avviene un inevitabile declino della memoria. Ma so dal sempre più consistente numero di prove scientifiche, e dal fatto di aver visto mia madre in azione, che non è necessariamente vero. In realtà, il comportamento della memoria è molto simile a quello dell'organismo sotto alcuni importanti aspetti. Se ti prendi cura e ti occupi del tuo corpo, esso rimane forte, flessibile e capace di adattarsi. Se invece lo trascuri, diventa rigido, immobile e debole. La cosa positiva della memoria è che puoi potenziarla tutti i giorni. Non è come un contenitore che si riempie. È una rete di dati e immagini collegati tra di loro che può crescere all'infinito a patto che continui a utilizzarla. Più sei anziano, più grande e potente può diventare la tua memoria.Molte persone tuttavia temono che anni di cattive abitudini impediranno loro di migliorare le proprie capacità mentali. In altre parole, hanno la sensazione che sia "troppo tardi". Ma le cattive abitudini sono semplicemente percorsi neurali che creano reti di probabilità, formando "corsie preferenziali" nei collegamenti tra le cellule del cervello. Più ripeti un comportamento, più queste reti si espandono aumentando così le probabilità che tu ripeta proprio quel comportamento. Quindi, per invertire questa tendenza, ti basterà creare percorsi di connessione cerebrale nuovi e più positivi. Ripetendo tali percorsi, aumenti la probabilità che si verifichi l'evento a cui sono legati, diminuendo al contempo il rischio che le vecchie cattive abitudini rimangano. Questo libro è un manuale per creare proprio nuove connessioni positive.Il tuo cervello è incredibilmente adattabile e flessibile. Puoi continuare a studiare nuove abilità e a migliorare per tutta la vita. Anche se finora hai fatto il contrario di tutto quello che insegnano Michael e Kelly, sarai comunque in grado di ribaltare la situazione, cogliendone i benefici. Porto la buona novella della stabilità e della flessibilità del cervello dagli anni Sessanta e, come leggerai nelle prossime pagine, la ricerca scientifica oggi ha confermato l'idea che puoi potenziare il cervello a ogni età.Conobbi Michael quando la School for Alexander Technique Studies di Londra mi invitò a tenere una conferenza sul cervello. Dopo il mio discorso, dissi al direttore della scuola che ero rimasto particolarmente impressionato dalle domande puntuali che mi aveva posto uno degli studenti. A mia insaputa, anche Michael, quello che mi aveva fatto le domande così precise, era stato dal direttore a chiedere come fare per saperne di più sul mio lavoro. Così è cominciata una collaborazione e un'amicizia che dura ancora oggi. Abbiamo viaggiato insieme per tutto il mondo a tenere seminari di cinque giorni sulla relazione mente/corpo destinati ai manager. Michael fu la prima persona a ottenere la certificazione per l'insegnamento dei frutti delle mie ricerche e, da allora, è diventato una delle figure più originali e di maggior rilievo a livello mondiale nel campo del pensiero creativo, della leadership innovativa e dello sviluppo del potenziale umano.Capire la natura delle onde cerebrali e la loro sincronizzazione è un elemento importante nel curriculum dell'alfabetizzazione mentale. E Kelly Howell è una delle maggiori esperte mondiali di applicazione pratica delle ricerche sulle onde cerebrali. I suoi meravigliosi programmi per la meditazione e l'ottimizzazione delle capacità del cervello sono utilizzati negli ospedali e nelle cliniche dove si pratica il biofeedback oltre che da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.Assieme, Michael e Kelly ti offrono le conoscenze e le tecniche più valide e più efficaci per migliorare la tua vita, sfruttare il potenziale del tuo cervello e sviluppare la mente a tutte le età. Floreant dendritae!"Estratti dal libro: Cura l'alimentazione per nutrire la menteCinquecento anni fa, Leonardo da Vinci dispensò consigli essenziali e intramontabili su una sana alimentazione. Il maestro consigliava di mangiare cibi freschi, naturali e integrali. Sottolineava l'importanza di cenare in un ambiente piacevole e in un'atmosfera distesa e di concedersi un po' di vino rosso. Suggeriva inoltre di godere appieno dell'esperienza della cena, restando radicati nel presente, esempio di ciò che oggi chiamiamo mindfulness. Leonardo è famoso per essere forse il più grande genio di tutti i tempi, ma non ci vuole una grande mente per capire che il suo consiglio si basava su quella che ora definiamo dieta mediterranea.In fatto di diete, le mode vanno e vengono, ma esistono alcune verità universali e sempre valide sull'alimentazione, che verranno riassunte in questo capitolo. E, come Leonardo sapeva, una sana alimentazione può essere un modo piacevole per migliorare il funzionamento del cervello.Secondo le stime degli scienziati, il corpo umano è costituito da cinquanta a settantacinquemila miliardi di cellule. E tutte queste cellule, inclusi i cento miliardi di neuroni, vengono completamente ricostruite due volte l'anno. È quello che mangi a costituire il carburante di questo rinnovamento cellulare. Come sottolinea il dottor Daniel G. Amen, "se vuoi avere un cervello in ottima forma, devi dargli sempre cibi ricchi di sostanze nutritive. È una delle strategie più semplici ed efficaci per aumentare velocemente le tue capacità intellettive".Anche se alcuni, scherzando, sostengono che il segreto della longevità è rinunciare a tutto ciò per cui varrebbe la pena di vivere più a lungo, per restare in forma non bisogna necessariamente privarsi di qualsiasi cosa. Mangiare sano è più piacevole. Una dieta sana e gustosa comprende sette elementi essenziali, ossia: 1. Mantenere l'idratazione 2. Cominciare la giornata facendo colazione 3. Passare l'antiruggine a mente e corpo 4. Ridurre al minimo o eliminare il superfluo 5. Assumere integratori per una mente più agile 6. Praticare la moderazione 7. Godersi una buona cenaMeditare per invecchiare in saluteAnche se il Dalai Lama avvisa che "il sonno è la miglior meditazione", Sua Santità comincia tutti i giorni meditando per quattro ore. Ma questo leader spirituale, e premio Nobel, spiega che bastano cinque minuti di meditazione quotidiana per avere grandi benefici. La scienza contemporanea sostiene l'ipotesi del Dalai Lama.Secondo Sara W. Lazar e i suoi colleghi della Facoltà di Medicina di Harvard, "gli effetti della meditazione possono contrastare l'invecchiamento". Il loro lavoro ha dimostrato che meditare migliora la memoria e la concentrazione; inoltre, questa pratica è collegata a cambiamenti fisici positivi dello spessore della corteccia prefrontale. I ricercatori dichiarano: "I nostri dati sembrano indicare che negli adulti la meditazione stimola la plasticità della corteccia di aree importanti per il benessere e per l'elaborazione cognitiva ed emotiva." Il dottor Robert Keith Wallace e il suo gruppo di ricerca pubblicarono le loro scoperte relative agli effetti della meditazione sull'invecchiamento sulla rivista "International Journal of Neuroscience". Stando a questo studio, l'età biologica dei soggetti che praticavano meditazione trascendentale da cinque o più anni era di dodici anni inferiore alla loro età cronologica. In altre parole, un cinquantenne che praticava meditazione aveva la fisiologia di un trentenne.Perché la meditazione porta benefici così profondi? La risposta, secondo le ricerche, è che lo stress è la maggiore causa dei sintomi associati all'invecchiamento, e la meditazione ne è un potente antidoto. "Se riusciamo a modificare la risposta allo stress, possiamo intervenire sul processo di invecchiamento", racconta la dottoressa Eva Selhub, insegnante della Facoltà di Medicina di Harvard. "C'è un motivo per cui chi pratica meditazione in maniera sistematica vive così a lungo e ha un aspetto così giovanile."Libera la mente sincronizzando gli emisferiLa meditazione è uno dei più efficaci mezzi per potenziare il cervello a ogni età. Ma alcune persone fanno fatica a restare sedute immobili per un certo tempo. Altre si rendono conto che, nonostante tutti i loro sforzi, non riescono a non farsi distrarre. E se ti dicessimo che puoi utilizzare una semplice tecnologia audio per facilitare le onde cerebrali a sincronizzarsi a schemi di movimento identici a quelli di chi medita da anni? E se fosse possibile accelerare i benefici della meditazione senza sforzo? È possibile, e questa tecnologia già esiste: si tratta del brainwave training, ossia una tecnica di sincronizzazione delle onde cerebrali dei due emisferi.Basata su decenni di ricerche convalidate nell'ambito del biofeedback, branca di scienza che studia le connessioni psico-fisiologiche, i brain training possono aiutarti a provare gli svariati benefici della meditazione, potenziando le tue facoltà cognitive sotto ogni aspetto. Come spiega il dottor Edward A. Taub, "non c'è più bisogno di imparare a meditare: questa tecnologia ti fa meditare automaticamente".Robert Cosgrove, ingegnere biomedico ed esperto nel contrastare gli effetti negativi associati all'età, nota che "le tecnologie in grado di alterare gli schemi delle onde cerebrali hanno grandi potenzialità per favorire un perfetto funzionamento della mente e sul lungo termine il loro utilizzo può rallentare il deterioramento cerebrale tradizionalmente associato all'età".Oltre ad avere un'azione preventiva, il brain training potrebbe anche essere utile per continuare a potenziare le facoltà cognitive per tutto l'arco dell'esistenza. Anche secondo il dottor Siegfried Othmer, un altro pioniere nel campo del biofeedback, questa tecnologia può migliorare la comprensione del testo, le abilità logico-gestionali e facilitare lo svolgimento di compiti legati alla memoria. La maggior parte delle persone tende a preferire un emisfero all'altro, oppure attraversa cicli che possono durare dai tre minuti alle tre ore, in cui la dominanza dell'emisfero sinistro (pensiero razionale) si alterna a quella dell'emisfero destro (immaginazione). Quando un emisfero è dominante, però, è più difficile utilizzare le qualità e le abilità dell'altro. Se invece entrambi gli emisferi lavorano in armonia, puoi sfruttare la profonda sinergia che si crea tra logica e immaginazione. La mente diventa più acuta e aumentano capacità di concentrazione e lucidità. Arrivi alla sintesi e risolvi i problemi più velocemente. E potrebbe farti piacere scoprire di essere maggiormente in contatto con le tue emozioni e con la tua intuizione, oltre che più aperto a ricevere idee creative.

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Informazioni

Editore
mylife
Anno
2016
ISBN
9788863867275
CAPITOLO 1
Pensa fuori dagli schemi
Secondo alcuni, l’età è un prezzo terribile da pagare per arrivare alla saggezza ma, se affrontiamo l’invecchiamento in modo consapevole, non deve per forza essere così. Ricerche sorprendenti rivelano che aprire la nostra mente alle possibilità, invece di concentrarci su quello che riteniamo impossibile, può garantirci longevità, salute migliore e mente più agile.
Dal momento che gran parte di noi è cresciuta con la falsa credenza che il cervello debba deteriorarsi con l’età, che apprendere è più facile quando si è giovani e che perdere la memoria è inevitabile, siamo abituati a sottostimare molto il potere di un atteggiamento positivo. Tendiamo anche a sottovalutare gli effetti meno evidenti delle influenze culturali sulla nostra mentalità e sulle nostre convinzioni riguardo l’invecchiamento, influssi che possono compromettere le nostre facoltà intellettive e prosciugare forze fisiche dalla nostra vita.
Forse la morte è il modo con cui la natura ci dice di rallentare. E alcune delle nostre parti in effetti si consumano con l’uso, ma, fortunatamente, il cervello non è una di queste.
Ellen J. Langer, psicologa sociale, ha rivoluzionato il nostro modo di concepire la relazione tra atteggiamento mentale e invecchiamento. Il suo importante studio “counterclockwise”, basato sul riportare letteralmente indietro le lancette dell’orologio, dimostra l’incredibile potere di una disposizione di pensiero positiva sulla salute interiore e fisica.
Nel 1979, la professoressa Langer e i suoi allievi mandarono due gruppi di anziani, che erano accuditi dai familiari, a fare un ritiro di una settimana in un monastero isolato nel New Hampshire. Prima di partire, gli uomini furono sottoposti a una serie di test per valutare ogni parametro, dall’intelligenza alla memoria visuale, alla destrezza, all’udito e alla vista.
Ai partecipanti del primo gruppo fu chiesto di ricordare la loro vita di vent’anni prima, nel 1959. Alla fine della settimana, raccontarono di aver trascorso un periodo piacevole e, quando furono di nuovo sottoposti agli stessi esami, diedero segno di qualche miglioramento a livello fisico e mentale.
Ai componenti del secondo gruppo, invece, fu raccomandato di ritornare quanto più possibile con la mente al 1959. Dovevano parlare al presente e non dovevano discutere di nulla che fosse successo dopo il settembre di quell’anno. L’esperimento fu preparato meticolosamente, con mobilio e arredi degli anni Cinquanta. Ai pasti, gli uomini tennero discussioni infuocate sugli argomenti del giorno, come la minaccia del comunismo, la costruzione di rifugi antiatomici e l’ascesa di Castro all’Avana. Si scambiarono opinioni su libri “recenti”, come Goldfinger di Ian Fleming e Goodbye, Columbus di Philip Roth. Guardarono anche gli ultimissimi film, come “A qualcuno piace caldo” e “Ben Hur”. La sera, si divertirono con le trasmissioni tipiche di quegli anni, guardandole su un televisore in bianco e nero. Dal grammofono arrivavano le voci di Perry Como, Rosemary Clooney e Nat King Cole. Dalla radio appresero che lo stallone Royal Orbit aveva vinto la più importante gara di galoppo e guardarono la finale di football tra i Baltimora Colts e i New York Giants, in cui i Baltimora vinsero 23 a 17.
Cosa accadde? Tutti i partecipanti diventarono più attivi. Cominciarono a servirsi i pasti da soli, facendo poi le pulizie, e presero iniziative sulle attività sociali, come giocare a carte e organizzare gruppi di lettura. Langer osservò: “Nonostante l’ovvia ed estrema dipendenza dai familiari, subito dopo il loro arrivo al ritiro, cominciarono tutti ad agire in modo autonomo e indipendente.”
Gli esami fatti alla fine della settimana rivelarono evidentissimi miglioramenti di memoria, flessibilità, vista, udito, appetito e benessere generale. Il risultato più impressionante dello studio della Langer fu che, nonostante i soggetti avessero vissuto come se fossero ancora nel fiore degli anni solamente per una settimana, man mano che facevano proprio questo atteggiamento più giovanile, le loro dita, artritiche e raggrinzite, si rilassavano e si distendevano, rivitalizzandosi.
Quanto è potente la disposizione mentale? Secondo Langer, “il semplice atteggiamento positivo aveva garantito a queste persone benefici maggiori di quelli che porta il fatto di abbassare la pressione o ridurre il colesterolo”. Inoltre, “anche se fare esercizio e mangiare in modo equilibrato sono importanti per la salute, è possibile che il modo di intendere cosa significhi ‘essere in salute’ o ‘essere anziani’ sia ancora più determinante”.
Quando i soggetti dell’esperimento di Langer erano tornati con la mente a un periodo in cui erano più giovani e sani, il loro cervello aveva subito un cambiamento radicale, diventando letteralmente più giovane. Secondo la professoressa, se un gruppo di anziani è in grado di realizzare cambiamenti così evidenti, forse anche il resto di noi può farlo. “Sono arrivata a credere sempre meno che il nostro destino sia determinato dalla fisiologia. Il nostro più grande limite non è nel nostro io fisico, ma nelle convinzioni che abbiamo circa i nostri limiti corporei.” Il cervello è plastico e in grado di adattarsi e svilupparsi per tutta la vita. La biologia non determina il tuo destino in modo ferreo, e i tuoi limiti sono più autoimposti che ereditati per via genetica. Già il fatto stesso di sapere che puoi migliorare la tua mente dà inizio a questo processo, perché il tuo atteggiamento ha la funzione di una potente profezia che si autoavvera.
Il potere delle aspettative
Quanto sono forti gli effetti del modo di pensare sulla longevità? L’assistente di Langer, la dottoressa Becca Levy, decise di scoprirlo. A partire dal 1975, intervistò 650 persone sulle loro aspettative rispetto alla vecchiaia. I soggetti dovevano rispondere a frasi come “Più invecchio, più le cose peggiorano” oppure “Oggi sono felice come quando ero più giovane”. La dottoressa e i suoi colleghi utilizzarono i risultati dell’intervista, dividendo i partecipanti in negativi o positivi, in base al loro atteggiamento. Più di vent’anni dopo, scoprirono che il gruppo con aspettative più positive e ottimistiche era vissuto in media sette anni in più del gruppo pessimista.
Commentando la ricerca di Levy, la neuroscienziata Valerie Gremillion aggiunge: “Tanto perché non sembri magia, bisogna dire che questi effetti possono essere osservati in una serie di meccanismi noti, dall’abbassamento della pressione all’aumento della motivazione, fino agli effetti psiconeuroendocrini sul sistema immunitario; inoltre, anche un impegno attivo in attività esterne e sociali è associato a una diminuzione del senso di solitudine e di inutilità.”
Diventando più consapevole di come si formano le tue aspettative e atteggiamenti sulla vecchiaia, sarai in grado di influenzare la qualità e la durata della tua vita. Tenendo ben presente questo, comincia a mettere in pratica i comportamenti che portano a una maggior flessibilità per invecchiare in salute.
Impara a essere ottimista per ottenere risultati migliori
“La vecchiaia” disse Bette Davis, “non è per femminucce.” Chiunque riesce a essere ottimista quando tutto va per il verso giusto. Se sei in perfetta salute e ti sei appena innamorato, non ti ci vuole molto a pensare positivo. L’ottimismo conta quando affronti le difficoltà. La capacità di resistere e di essere flessibile di fronte alle avversità è la caratteristica distintiva di chi invecchia con eleganza e si adatta bene. E la capacità di resistere è una funzione dell’ottimismo.
Il dottor Martin E. P. Seligman, pioniere della psicologia positiva e autore di Imparare l’ottimismo, seguì lo sviluppo di ottimisti e pessimisti nel corso di alcuni decenni.
Seligman scoprì che gli ottimisti ottengono risultati migliori dei pessimisti in quasi tutte le aree della vita: i primi superano i test attitudinali, si ammalano meno, si riprendono più in fretta dalle malattie e guadagnano molto di più. (I pessimisti che leggono questo si staranno deprimendo!). Seligman scoprì inoltre che gli ottimisti ottengono risultati migliori anche se i pessimisti sono più bravi a stabilire in modo accurato le problematiche e le difficoltà di una data situazione.
La buona notizia per i pessimisti è che si può imparare a essere ottimisti. Il segreto è quello che Seligman chiama “stile esplicativo”. In altre parole, pessimisti e ottimisti davanti alle difficoltà mettono in atto strategie di selfcoaching molto diverse, ma i pessimisti possono imparare l’approccio più creativo e flessibile che porta gli ottimisti a raggiungere risultati migliori. Secondo Seligman, “la caratteristica tipica dei pessimisti è la tendenza a credere che gli eventi negativi siano colpa loro e che dureranno a lungo, danneggiando tutto il resto. Gli ottimisti, che si trovano di fronte agli stessi colpi di questo mondo, pensano alla sfortuna in maniera opposta. Tendono infatti a credere che la sconfitta sia solo un ostacolo temporaneo o una sfida e che le sue cause siano confinate a questo unico frangente”.
Quindi, se a un pessimista viene una malattia legata all’età, co me una osteoartrite degenerativa dell’anca, che peggiora fino al punto di richiedere l’impianto di una protesi, il monologo interiore del pessimista probabilmente sarà fatto di frasi del genere: “Non riuscirò mai più a fare quello che facevo prima”, “Questo rovinerà tutto” e “Questa è colpa mia e di tutta la corsa che ho fatto da giovane”. L’ottimista affronterà le stesse circostanze difficili facendo tra sé e sé affermazioni più di questo genere: “Userò la convalescenza per allenare la mia pazienza e la compassione e alla fine sarò una persona più saggia ed equilibrata” e “Sono felice di essermi allenato per le gare di atletica da giovane, perché posso utilizzare quell’esperienza per riprendermi più in fretta e completamente”.
Se un pessimista al lavoro fa una presentazione allo scopo di ottenere l’approvazione per un nuovo progetto e la sua proposta viene rifiutata, è possibile che pensi frasi come: “La mia proposta non è abbastanza buona e io sono un fallimento”, “È un duro colpo per la mia carriera” e “La situazione è senza speranza e non cambierà mai”. L’ottimista affronta lo stesso rifiuto con pensieri del tipo: “Tra sei mesi il consiglio d’amministrazione che ha rifiutato la mia proposta avrà tre nuovi membri, quindi ci riproverò”, “Userò questo periodo per migliorare la mia proposta in modo che diventi molto più convincente e irresistibile” e “Sono grato per l’opportunità di imparare da questo rifiuto: mi aiuterà a diventare più efficace”.
Gli ottimisti ottengono risultati migliori in quasi tutte le aree della vita perché continuano a impegnarsi e a cercare soluzioni. Al contrario, i pessimisti danno per scontato che non esistano soluzioni possibili, quindi smettono di cercarle. L’ottimismo è un’abilità che appartiene all’intelligenza emozionale e può essere imparata. Il segreto è diventare consapevoli dei propri pensieri interiori, in modo da poter scegliere consapevolmente la prospettiva più creativa e flessibile per affrontare qualsiasi difficoltà si presenti.
Riprogramma il cervello per diventare flessibile e brillante
Uno dei capisaldi delle neuroscienze, formulato da Donald O. Hebb, recita: “I neuroni che scaricano insieme si potenziano reciprocamente”, volendo intendere che quando due o più neuroni si attivano in contemporanea, creano tra loro un legame. Le abitudini sono infatti formate da connessioni neuronali che, con l’andar del tempo, si saldano insieme nel cervello. Molte abitudini, come allacciarsi le scarpe o lavarsi i denti, sono utili. Ma altre, come preoccuparsi o seguire altri schemi di pensiero pessimisti, non sono costruttive e, per cambiarle, è necessario un intervento conscio.
Schemi abitudinari fortissimi sono osservabili in individui affetti da disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Questo disturbo è caratterizzato da comportamenti ripetitivi e pensieri incontrollabili. Molti pazienti sanno che le loro azioni ritualizzate, come lavarsi le mani di continuo o controllare mille volte che il forno sia davvero spento, sono irrazionali, ma l’automatismo è così forte che si sentono incapaci di interromperlo.
Il dottor Jeffrey M. Schwartz, MD, coautore di The Mind and the Brain: Neuroplasticity and the Power of Mental Force [Mente e cervello: neuroplasticità e potere della forza mentale], insegna con successo a pazienti affetti da gravi forme di disturbo ossessivo-compulsivo a ricreare le strutture delle connessioni cerebrali del loro cervello, così da liberarsi dagli schemi distruttivi dei loro pensieri e azioni abituali. L’approccio di Schwartz può essere impiegato per ristrutturare qualsiasi schema abituale, inclusi i pensieri pessimistici, anche se non si è affetti da questo tipo di disturbo.
Schwartz consiglia di cominciare a osservare come lavora la propria mente. Lo scopo è quello di rendersi conto di quando si creano pensieri di preoccupazione, pessimistici o legati all’ansia, per etichettarli come sottoprodotti derivati da connessioni inadeguate del cervello.
Quando si individua lo schema di pensieri che produce ansia, si interrompe il meccanismo mediante il quale questo schema viene associato a eventi esterni, attribuendolo invece a un cortocircuito del cervello, cortocircuito che ora stai aggiustando.
Una volta che siamo consapevoli di uno schema di pensiero negativo, il dottor Schwartz suggerisce di alterare coscientemente il meccanismo di associazione, spostando l’attenzione su qualcosa...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Indice
  5. Prefazione di Tony Buzan
  6. Introduzione: Un cervello tutto nuovo
  7. Capitolo 1. Pensa fuori dagli schemi
  8. Capitolo 2. Impara per tutta la vita
  9. Capitolo 3. Esercizi per potenziare la mente
  10. Capitolo 4. Cura l’alimentazione per nutrire la mente
  11. Capitolo 5. Crea un ambiente stimolante per il cervello
  12. Capitolo 6. Coltiva relazioni sane (e rimani sexy)!
  13. Capitolo 7. Riposa bene per rimandare il momento dell’eterno riposo
  14. Capitolo 8. Libera la mente sincronizzando gli emisferi
  15. Capitolo 9. Un’ultima parola
  16. Fonti
  17. Letture consigliate
  18. Ringraziamenti
  19. Gli autori