Note
Prologo: il cammino degli stranieri
schiavi «bianchi» David Eltis, 2000, The Rise of African Slavery in the Americas, Cambridge University Press, New York, p. 57
Furono gli iberici David Brion Davis, 1984, Slavery and Human Progress, Oxford University Press, New York, p. 30
settecentomila prigionieri Nel diciottesimo secolo furono quasi settecentomila i prigionieri deportati dalla Costa d’Oro. Non dimentichiamo che il volume del commercio fu almeno del venti percento più alto rispetto ai dati relativi alle esportazioni. Paul E. Lovejoy, 2019, [1983], Storia della schiavitù in Africa, trad. M. Pavanello, Bompiani, Milano, pp. 99, 107
gli estesi clan di Juffure Alex Haley, 2005, [1976], Radici, trad. M. Amante, Rizzoli, Segrate; Henry Louis Gates Jr., 1999, Wonders of the African World, Knopf, New York
uno straniero è come l’acqua che scroscia R. S. Rattray, 1916, Ashanti Proverbs, Clarendon Press, Oxford, p. 143
la cicatrice tra nativo e cittadino Julia Kristeva, 2014, [1988], Stranieri a noi stessi. L’Europa, l’altro, l’identità, trad. A. Serra e A. Galeotti, Donzelli, Roma, p. 103
alcuna testimonianza delle loro vite Michel Foucault descrive queste vite come «rigorosamente infami; non esistono che per le poche parole terribili che erano destinate a renderli indegni, per sempre, della memoria degli uomini ». 2009, [1977], La vita degli uomini infami, in Archivio Foucault 2. Interventi, colloqui, interviste. 1971-1977, trad. A. Petrillo, Feltrinelli, Milano, pp. 251-252
uno • Afrotopia
castello di Christiansborg Alla fine del diciassettesimo secolo la maggioranza degli schiavi deportati dalla Costa d’Oro partivano da Accra. Ludewig Ferdinand Roemer, 2000, A Reliable Account of the Coast of Guinea, trad. Selena Axelrod Winsnes, Oxford University Press, Oxford, pp. 225-228; Per O. Hernaes, 1995, Slaves, Danes and African Coast Society: The Danish Slave Trade from West Africa and Afro-Danish Relations on the Eighteenth-Century Gold Coast, Trondheim Studies in History, Trondheim; Paul Erdmann Isert, 1992, [1788], Letters on West Africa and the Slave Trade: Paul Erdmann Isert’s Journey to Guinea and the Caribbean Islands in Columbia, 1788, trad. di Selena Axelrod Winsnes, Oxford University Press, Oxford; Jean Barbot, 1992, The Writings of Jean Barbot on West Africa, Hakluyt Society, Londra, vol. 2, p. 435
una fortezza e un’entità straniera Baffour Agyeman-Duah scrive: «Il governo è tutt’ora considerato un’entità straniera, e troppa gente non sente né il bisogno né il dovere di proteggerne la proprietà o i servizi ». 1987, Ghana, 1982-6: The Politics of the P.N.D.C., «Journal of Modern African Studies », 25, 4, pp. 613-642
« Il vecchio castello degli schiavi» Ayi Kwei Armah, 1970, Fragments, Houghton Mifflin, Boston, p. 44
un altro sentiero verso Utopia era stato ostruito Frantz Fanon, 2007, [1961], I dannati della terra, trad. C. Cignetti, Einaudi, Torino, p. 106
«Esisteva una fondamentale contrapposizione di classe» Walter Rodney, 1982, African Slavery and Other Forms of Social Oppression on the Upper Guinea Coast in the Context of the Atlantic Slave Trade, in Joseph E. Inikori (a cura di), Forced Migration: The Import of the Export Slave Trade on African Societies, Hutchinson, Londra, p. 64
vivremo tra i nostri simili Charles H. Wesley, 1977, Prince Hall: Life and Legacy, Afro-American Cultural and Historical Museum, Philadelphia, pp. 66-68
la razza sarebbe stata redenta Wilson Jeremiah Moses, 1998, Afrotopia: The Roots of African American Popular History, Cambridge University Press, New York, pp. 55, 68. Moses osserva che gli africani della diaspora «speravano di trovare, all’interno della storia, una qualche spiegazione delle ‘barbare’ condizioni dell’africano contemporaneo (il cui sviluppo si è interrotto) e una rivalsa della propria razza riscattata dall’accusa di una irredimibile inferiorità ». Ciò che, come risposta a questa sfida, si sviluppò fu «una storiografia del declino o una narrazione de...