6. Il «mismatch» tra domanda e offerta
Un’ipotesi di ricerca
L’analisi introduttiva del fenomeno dell’esclusione finanziaria e della risposta che la microfinanza ha offerto in Europa e in Italia ha consentito la messa a fuoco di alcuni tratti salienti, ad oggi caratterizzanti l’offerta e la domanda nel settore del microcredito. Dai dati forniti è emerso che, sebbene sul versante dell’offerta si stiano facendo passi in avanti nel colmare il gap quantitativo rispetto alla domanda, molto resta ancora da fare per quanto concerne il gap qualitativo (tali aspetti verranno analizzati nel dettaglio nei due capitoli seguenti). Il divario quantitativo tra domanda e offerta chiama in causa problemi quali la numerosità, la scalabilità, la capillarità e la dotazione di risorse dei progetti di microcredito esistenti, nonché pone al centro la difficile composizione del trade-off tra ampiezza e profondità dell’outreach; l’esistenza di un gap qualitativo fa, invece, riferimento alla capacità delle istituzioni di offrire in modo più o meno appropriato, ossia secondo una configurazione istituzionale e una metodologia operativa adeguate, prodotti e servizi specificamente progettati in funzione delle caratteristiche e dei bisogni espressi dai vari gruppi target. La scarsa qualità e l’inadeguatezza dell’offerta di microcredito induce l’attivazione di meccanismi perversi di esclusione finanziaria, poiché quest’ultima si genera nell’interfaccia tra la domanda e l’offerta di microcredito, ossia tra i bisogni finanziari espressi da specifici gruppi target e le risposte tecniche che le istituzioni di microfinanza sono in grado di offrire.
La sfida che gli operatori del microcredito si trovano ad affrontare non è semplicemente quella di dotarsi di una struttura capace di servire una domanda crescente di microcredito, ma è, sempre di più, quella di migliorare la qualità dell’offerta lavorando sul «design» dei prodotti e dei servizi, sulle metodologie operative e sulla stessa configurazione istituzionale. Come risulta sempre più evidente da un’analisi attenta del panorama italiano, una scarsa qualità dell’offerta si riflette anche sulla stessa capacità delle istituzioni di microcredito di colmare il gap quantitativo e, quindi, espandere l’outreach. La ragione di ciò va ricercata nel fatto che l’offerta rimane in molti casi puramente potenziale e non riesce a intercettare la domanda e i nuovi bisogni finanziari emergenti: i prodotti e i servizi sono difficilmente collocabili, gli operatori non sono professionalizzati, le metodologie spesso sono approssimative e mancanti di strumenti ad hoc per la valutazione della meritorietà del credito, per il monitoraggio attivo e la delinquency, ed infine le istituzioni, oltre che essere dipendenti da fonti di finanziamento incerte nel tempo, non sono del tutto sostenibili nemmeno sotto il mero profilo operativo.
Il mercato delle risorse finanziarie, le asimmetrie informative e il ruolo della microfinanza
Questo capitolo ha un taglio principalmente teorico; vuole illustrare quali sono i motivi principali per cui il microcredito è in grado di superare molte delle difficoltà che spesso i soggetti incontrano quando desiderano ottenere risorse di terzi con le quali finanziare i loro progetti d’investimento; è diviso in tre sezioni: nella prima sono confrontate fra loro due modalità di fornitura delle risorse, e cioè vengono confrontati fra loro il contratto di debito e credito, e quello di partecipazione al capitale di rischio; l’obiettivo perseguito in questa prima sezione è quello di sottolineare una caratteristica fondamentale di chi fornisce le risorse con il primo contratto, e cioè quella legata al fatto che egli è interessato esclusivamente a una parte molto limitata dei possibili risultati del progetto d’investimento, in particolare a quelli negativi.
Nella seconda sezione mostreremo poi perché il mercato del credito, specie quando è basato su questa tipologia di contratti, è uno in cui si manifestano fenomeni di fallimento, ovvero situazioni dove l’economia di mercato non funziona correttamente. In particolare, vengono analizzate le asimmetrie informative, ovvero i casi in cui le informazioni a disposizione del venditore sono diverse da quelle che il compratore detiene; due tipologie di fenomeni vengono discusse: la selezione avversa e il cosiddetto azzardo morale. Le conseguenze che ne derivano sono discusse nella sezione.
Nella terza, infine, queste tematiche verranno confrontate sia con le caratteristiche dei soggetti che domandano e offrono microcredito, sia con le peculiarità dei contratti che regolano questo mercato; risulterà chiaro perché, e quando, questa modalità di fornitura delle risorse finanziarie, nonostante utilizzi contratti di debito e credito, cioè quelli i cui limiti sono stati evidenziati nella prima sezione, risolve, o almeno ridimensiona, le difficoltà emerse nel corso del capitolo.
1. I contratti finanziari di debito e credito, e di partecipazione al capitale di rischio
In questa sezione supponiamo che le informazioni a disposizione di chi fornisce le risorse e di chi le utilizza siano identiche e che i due soggetti rispettino quanto stabilito nei loro accordi; confrontiamo poi fra loro due tipologie di contratti finanziari di base:
• il contratto standard di debito e credito, ovvero quello che lega un creditore che fornisce al debitore le risorse necessarie per l’attuazione del progetto d’investimento; il debitore a sua volta lo realizza e promette, se possibile, di pagare a scadenza la somma anticipata e gli interessi maturati;
• il contratto di partecipazione al capitale di rischio, ovvero quello che dà al finanziatore il diritto di ottenere, a scadenza, una quota del valore dell’impresa, quota corrispondente a quella che il finanziamento rappresenta sull’investimento.
Infine, quanto ai risultati dell’investimento così finanziato, consideriamo due distribuzioni statistiche o stocastiche, l’una discreta e l’altra continua:
• nel primo caso supponiamo che il progetto d’investimento possa avere due soli risultati possibili; per motivi di semplicità supponiamo che con una certa probabilità p si ottenga un certo risultato, y, e con la probabilità (1 – p) non si ottenga nulla, ovvero si perda tutto l’investimento. Se si gioca a testa o croce, e si scommette su testa, la probabilità di vincere, a priori, è pari a 1/2; se, lanciata la moneta, esce testa si vince due volte la posta, se esce croce si perde;
• nel secondo caso, più complesso, si suppone invece che esista una distribuzione continua quanto ai risultati derivabili dal progetto; ovvero quest’ultimo può dar luogo a un numero infinito di valori. Se conosciamo a priori la distribuzione, possiamo calcolare la probabilità che il valore relativo al risultato che otterremo cada all’interno di un certo intervallo.
Per esempio, se la distribuzione è rettangolare, sono noti a priori due valori, uno minimo v e uno massimo V, al cui interno cadrà con certezza il risultato del progetto; valori esterni a tale intervallo non sono invece possibili. Con questa distribuzione, la probabilità che il risultato effettivo sia compreso fra due valor...