Parte Seconda: Pratiche della comunicazione
6. L’informazione sindacale tra passato e presente
Per il sindacato l’organizzazione del consenso si articola in attività di:
• reclutamento, ossia, mantenere/aumentare il numero degli iscritti all’organizzazione;
• negoziazione con la controparte, con altre sigle sindacali e talvolta persino con le richieste dei lavoratori al fine di evitare massimalismo e spinte corporative;
• protesta (lo sciopero per esempio è un’arma sempre più spuntata a causa dei costi che comporta per il lavoratore in un regime di bassi salari come l’attuale e da qui la necessità di inventare nuove modalità di dissenso);
• assistenza e tutela di iscritti e non nelle controversie locali;
• integrazione dei lavoratori stranieri;
• promozione del Welfare-state (pensioni e sanità);
• sensibilizzazione dell’opinione pubblica rispetto alla dignità del lavoro, ai valori della convivenza civile e ai motivi delle proprie lotte.
Come si vede si tratta di attività che fondano il lavoro del sindacalista sulla comunicazione. E la principale modalità con sui il sindacato tutela i lavoratori è la contrattazione. Va da sé l’importanza strategica di una comunicazione efficace. La quale è finalizzata a sostenere l’azione sindacale e ha tra i suoi obiettivi:
• stipulare i contratti collettivi di lavoro;
• firmare accordi (es.: contratto integrativo);
• tutelare i diritti individuali e collettivi sul luogo di lavoro.
6.1 Con chi comunica il sindacato?
I pubblici di riferimento del sindacato sono numerosi. L’elenco che segue è indicativo e suscettibile di ampliamenti. È comunque sufficiente a dare l’idea della quantità di soggetti con cui un sindacalista interloquisce. Senz’altro l’eletto RSU vedrà la sua platea ridotta rispetto a quella del quadro sindacale. Ciò non toglie che laddove si trovi a comunicare e agire la sua competenza non debba essere all’altezza della situazione. Tieni presente che è necessario orientare il modo di comunicare in relazione al pubblico cui ti rivolgi. Ciò significa che seppure il canone comunicativo resta il medesimo – ossia improntato all’ascolto, alla negoziazione e al rispetto – con gli iscritti alla propria organizzazione non si interagisce alla stessa maniera con cui ci si rapporta con la controparte o la stampa. Questa Guida ti offre un piccolo repertorio di strumenti da applicare nel corso della tua esperienza sul campo. Il che vuol dire che insieme a un’adeguata preparazione teorica occorre fare molta pratica. Ci vuole del tempo, perciò armati di pazienza e non aver paura di sbagliare.
I pubblici del sindacato
• Lavoratori.
• Iscritti alla propria organizzazione.
• Organizzazioni sindacali.
• Controparte.
• Stampa.
• Opinione pubblica.
• Istituzioni politiche.
• Istituzioni economiche.
• Istituzioni culturali.
• Associazioni.
• Intellettuali.
• Personaggi influenti.
6.2 Che cosa comunica il sindacato?
L’attività di comunicazione sindacale ha alle spalle i valori dell’organizzazione. Dunque, al di là del singolo evento, in un comunicato stampa, in un manifesto, in un volantino o tramite una mobilitazione di lavoratori il sindacato esprime sempre e comunque la propria identità. Oggi probabilmente siamo a un giro di boa nel confronto tra l’identità fondata sull’Io e quella fondata sul Noi (o tra egoismo e altruismo, se si preferisce usare altre categorie). In questa fase storica l’identità fondata sull’Io, ovvero sull’interesse personale, è vincente e rispecchia una filosofia, un’ideologia, una prassi economica e un’iniziativa politica che si compendia nel concetto di neoliberismo. Le identità fondate sul Noi, ovvero sull’interesse collettivo, come quella sindacale, sono in contrazione e si richiamano a culture e pratiche partecipative. Lo scontro tra le due forme d’identità è in atto, non riguarda solo il sindacato e si gioca anche sul piano della comunicazione. La posta in gioco è la tutela e l’ampliamento dei diritti dei lavoratori (ad esempio tramite la lotta al precariato). Gran parte della stampa e in blocco le organizzazioni padronali bollano tale difesa come antiquata. Mistificano. Le prove di tale mistificazione le hai dal fatto che:
• le novità della globalizzazione comportano un arretramento dei diritti dei lavoratori di oltre un secolo (chi è più antiquato?);
• oggi il potere economico si rifà a un insieme di valori nati col liberismo, ovvero a un filosofia che data oltre tre secoli (chi guarda di più al passato?).
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