Capitolo 5
L’apprendimento dall’esperienza
5.1 I profili dei Neet visti da vicino: un’analisi qualitativa
A cura di Luciano Abburrà
Con questo contributo si vuole dare conto di come si è cercato di rispondere ad alcune domande di ricerca emerse nel corso del progetto Laboratorio Giovani e Lavoro, con un’analisi classificatoria di tipo qualitativo. Le fonti di informazione utilizzate sono state, in primo luogo, le interviste in profondità rivolte ai ragazzi e alle ragazze partecipanti al progetto nel periodo iniziale della loro attività, prima di essere avviati ai tirocini presso le imprese. In secondo luogo, si è fatto tesoro delle conoscenze e dei giudizi sugli stessi partecipanti maturati dal gruppo degli educatori che li hanno seguiti e guidati nel corso del programma.
Vediamo intanto le domande: 1. Come e perché si diventa Neet? 2. Quali tipi diversi di Neet si possono individuare in un gruppo pur selezionato come quello degli ammessi al programma del Laboratorio Giovani e Lavoro? 3. Che cosa contraddistingue i diversi gruppi di Neet? 4. Come hanno reagito i diversi gruppi di Neet alle opportunità offerte loro dal programma del Laboratorio?
Il seguito del contributo proporrà, in sintesi, la metodologia utilizzata per l’analisi e le risposte che si sono ottenute alle domande precedenti. Al termine, verrà fornita una documentazione, pur molto selettiva, delle testimonianze fornite nelle interviste dai ragazzi e ragazze partecipanti al Laboratorio sugli aspetti caratterizzanti la condizione dei diversi gruppi di Neet.
Come e perché si diventa Neet?
Dall’osservazione ravvicinata dei soggetti coinvolti dal programma emerge con evidenza che i percorsi che portano alla condizione di Neet si configurano come «traiettorie di carriera» molto individuali con alcuni significativi tratti in comune, che si ritrovano in quasi tutti i percorsi, con differenze più di grado e di modo che di qualità. Tra questi, i più rilevanti riguardano i rapporti con la scuola, sempre difficili e problematici, connotati da scelte incerte o controverse, insuccessi, frustrazioni, cambiamenti di percorso, difficoltà di rapporti ed esperienze di disagio, fino ad una crescente demotivazione quando non un’esplicita repulsione verso la pratica di percorsi d’istruzione istituzionalizzata. Analoghe ricorrenti similitudini si ritrovano sul versante dei rapporti con il lavoro, connotati in gran parte da esperienze di scarsa consistenza e durata, poca o nulla connessione con i percorsi scolastici e formativi, limitate capacità formative, con rapporti d’impiego non formalizzati e relazioni spesso conflittuali con i datori di lavoro, non di rado concluse per mancato rispetto dei patti anche informali o per rotture personali, con conseguenti demotivazioni e sfiducia anche nei confronti della ricerca di opportunità migliori.
All’interno di questi ampi tratti comuni, emergono alcune significative differenze nei modi con cui sono stati percorsi dai diversi individui, che si affiancano ad altre situazioni, familiari e personali, che tendono a caratterizzare in modo più specifico alcuni sottogruppi rispetto ad altri, suggerendo e consentendo di articolare in modo più dettagliato l’analisi. Si possono così distinguere, anche all’interno di una popolazione di Neet definiti in senso stretto, alcune condizioni diverse, delle quali dovrebbero tenere conto le politiche e gli interventi ad essi orientati. È quello che cercheremo di fare in seguito.
Il giudizio di fondo che possiamo anticipare è che le vicende personali che hanno portato alla condizione che ha motivato l’ingresso nel programma del Laboratorio sono state certamente diverse e specifiche per ognuno dei soggetti coinvolti. Ciò richiede un approccio d’analisi molto individualizzato dei percorsi dei singoli e poi un approccio altrettanto personalizzato per intervenire nei loro confronti in modo appropriato. Tuttavia, salendo ad un grado di astrazione appena superiore alla descrizione puntuale delle singole vicende biografiche, si sono visti emergere alcuni tratti fondamentali dei diversi percorsi esistenziali che precedono la condizione di Neet e i modi in cui viene vissuta che presentano caratteri di analogia in relazione ad alcuni sottogruppi. Questi ultimi possono essere visti come significative articolazioni interne ai partecipanti al programma che, probabilmente, corrispondono ad articolazioni presenti e sistematiche dell’universo più generale dei Neet, pur definiti in un senso ben più ristretto di quello adottato dalle statistiche ufficiali. Riconoscere e approfondire i tratti caratterizzanti queste articolazioni della popolazione di riferimento può aiutare a meglio comprendere quali processi di valenza non solo individuale concorrano sistematicamente a connotare i percorsi che portano nella condizione di Neet. Può inoltre essere di aiuto a verificare se a diverse condizioni/retroterra di partenza siano corrisposti diversi gradi di efficacia o almeno di sensibilità al «trattamento» fornito dal programma del Laboratorio, cercando di dar conto almeno in parte delle disparità individuali di risultati emerse dall’esperienza. Può inoltre essere di supporto alla riflessione propositiva riferita al prossimo futuro, per tarare in modo più realistico e più appropriato alle diverse condizioni di partenza gli interventi che si vogliano riproporre con le stesse finalità.
Quali tipi diversi di Neet sono compresi in un gruppo pur selezionato come quello degli ammessi al programma del Laboratorio Giovani e Lavoro?
Per provare a raggruppare le tante storie diverse che la campagna di interviste iniziali alle persone ammesse al programma ha consentito di analizzare si è fatto ricorso a due dimensioni fondamentali che sono intervenute nella definizione iniziale dei criteri per individuare, fra i tanti candidati nella condizione di giovani non più in formazione e neppure al lavoro, le persone più vicine ad una condizione definibile di Neet, per differenza rispetto a quelle più generiche e diffuse di disoccupati o semplicemente inattivi in senso lavoristico.
In fase di selezione delle persone da ammettere al programma – insieme ad altre micro considerazioni sulle vicende di ciascun individuo e sulla necessità di garantire una certa «varietà» interna al gruppo (ritenuta metodologicamente necessaria a consentire l’emersione delle valenze positive attribuite proprio alla dinamica di gruppo nel disegno del programma) – si è fatto riferiment...