La fede come perdono nel cinema di oggi
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La fede come perdono nel film Maternity Blues di Fabrizio Cattani.In occasione dell'Anno della Fede, l'ACEC ha realizzato questo eBook.«Il bisogno di credere è un bisogno pre-politico e pre-religioso sul quale poggia il desiderio di sapere. Riconoscendo l'importanza di tale bisogno, noi atei possiamo favorire il dialogo tra credenti e non credenti...». Così si esprimeva, recentemente, la filosofa francese Julia Kristeva. Molti film sono stati inseriti nel presente volume proprio partendo da questa considerazione. Anche quelli che apparentemente sembrano muoversi su territori lontani dalla fede, ne sono talvolta profondamente vicini.I valori cristiani seminati a larghe mani nella lunga storia di duemila anni, improvvisamente emergono quasi carsicamente nella letteratura, nel teatro e nel cinema che, tra tutte le forme d'arte, è forse quella che riesce a metabolizzare meglio il credo cristiano in chiave contemporanea.Il cinema contemporaneo, quello che sa osare e non si adatta a riprendere e ad adeguarsi al "politicamente corretto", crede in una alterità posta al di fuori di se stesso. È un cinema, naturalmente, che di solito non offre risposte, ma pone tante domande, lasciandole spesso irrisolte. La vera difficoltà, non solo per il cinema, sta casomai nella capacità di porle correttamente, anche perché le risposte stanno nel cuore delle stesse domande.La scheda dei film sono redatte da Cinema in prospettiva con la supervisione critica e pastorale di Don Gianluca Bernardini.

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Informazioni

Anno
2013
ISBN
9788874028528
IL FILM
MATERNITY BLUES
di Fabrizio Cattani
TAG
DOLORE, AFFETTO, AMORE, PERDONO, ACCETTAZIONE, FAMIGLIA, DONO, DISPERAZIONE, PAURA, ASCOLTO, SOLITUDINE
QUATTRO DONNE, QUATTRO MADRI, QUATTRO ASSASSINE CERCANO DI (RI)TROVARE LA STRADA CHE PORTA ALLA VITA.

Genere: Drammatico
Produzione: Italia 2011
Durata: 95’
Con:
Andrea Osvart (Clara), Monica Birladeanu (Eloisa), Chiara Martegiani (Caterina), Marina Pennafina (Vincenza), Daniele Pecci (Luigi)
LA DOMANDA
LO SCANDALO DELLA RINASCITA
L’opera del regista Fabrizio Cattani è ispirata alla patologia che in inglese viene definita “Blues Sindrome” (conosciuta, appunto, come Maternity Blues). Essa può manifestarsi con una combinazione di malinconia e ansia nel periodo post partum ma anche a distanza di parecchi anni. Le ricerche imputano l’apparizione di tali cambiamenti caratteriali nella donna agli ormoni – in particolare alla riduzione del livello degli estrogeni e del progesterone –, anche se in realtà la diagnosi si allarga ai condizionamenti della sfera sociale, affettiva e familiare. La solitudine sentimentale del loro contesto esistenziale è ciò che sembra, infatti, accomunare le donne che arrivano ad uccidere i propri figli.
La sensazione di isolamento percepita dalle mamme – e non solo primipare – raccontata in Maternity Blues può condurre ad un circolo vizioso insostenibile che incoraggia gesti estremi nei confronti del figlio (o dei figli come nel caso ancora più drammatico di Clara). «La mia famiglia fa schifo. Tutte le famiglie fanno schifo», dice infatti Eloisa, la più controversa – o quantomeno all’apparenza – delle quattro protagoniste, rivelando che per quelle come loro con la “S” in fronte la famiglia non è stata quel luogo di unione e di crescita che vorrebbe e dovrebbe essere. La stessa Eloisa si affretta a chiarire che per questo a quelle stesse famiglie non possono comunque essere imputate le colpe degli infanticidi commessi. Abbandonate a se stesse, quindi, non significa per forza costrette ad uccidere la loro prole: una disequazione affermata dai dottori, i tribunali, i media e gli uomini e le donne della strada. In realtà le prime a comprendere la tragica differenza che ci possono essere attenuanti familiari ma non giustificazioni sono proprio loro. Questa amara verità è il peso (impossibile?) di cui le quattro madri mancate devono imparare a farsi carico lungo il percorso di riabilitazione.
Le violenze subite durante l’infanzia, un malessere psichico non adeguatamente considerato, una gravidanza vissuta in totale solitudine o nell’inconsapevolezza o anche indesiderata: tanti e tutti diversi sono i motivi che portano Vincenza, Rina, Eloisa e Clara a ritrovarsi accanto in questa struttura per madri “macchiate”. Eppure nessuno di questi sarà mai abbastanza grave per spiegare a loro stesse il gest...

Indice dei contenuti

  1. La fede come perdono nel cinema di oggi
  2. Perdono
  3. Maternity Blues