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Premessa
«Con l’augurio che lo Spirito possa illuminare la Scienza.»
Dottor Paolo Lissoni
In tutto il mondo occidentale la frequenza delle malattie autoimmuni è in continuo aumento. I pazienti con malattia autoimmune soffrono generalmente di più sintomi di distruzione tessutale che aumentano nel tempo. Il trattamento convenzionale è focalizzato sulla soppressione della risposta immunitaria e controllo della sintomatologia, ma poco è offerto al paziente riguardo alla modulazione dell’autoimmunità e al come evitare gli elementi scatenanti che provocano riacutizzazioni della risposta autoimmune.
Lo scopo del presente lavoro è quello di fornire ai lettori un’integrazione terapeutica naturale, con comprovate evidenze scientifiche, basate sull’inibizione della risposta infiammatoria citochinica tipica delle varie patologie autoimmuni.
Inoltre, alla luce delle scoperte della pnei (psico-neuro-endocrino-immunologia) tutte le gravi patologie umane sistemiche, comprese le autoimmunopatie, si sono rivelate essere dovute ad un’alterata secrezione citochinica.
Le scoperte della pnei hanno consentito di interpretare in modo nuovo proprio lo stesso sistema immunitario, dimostrando che la sua funzione non è solo quella di difesa contro agenti patogeni, bensì di regolazione di tutti i sistemi biologici, attraverso la produzione di proteine, dette citochine, provviste di attività metabolica, endocrina, neuromodulante ed immunomodulante.
Il presente lavoro ha l’obiettivo di illustrare l’azione terapeutica dei vari agenti naturali in relazione ad una loro possibile azione modulatrice direttamente sul sistema citochinico o sulla sua regolazione psico-neuro-endocrina.
In una visione più ampia, la futura fitoterapia e più in generale le medicine complementari dovrebbero essere rivolte innanzitutto a modulare le relazioni neuro-immunitarie e le varie piante venire studiate per i loro effetti sul sistema pnei.
Introduzione
Il presente lavoro propone un approccio integrato pnei (psico-neuro-endocrino-immunologico), sinergico, che include l’utilizzo di fitoterapici, funghi medicinali e gemmoderivati, basato su evidenze scientifiche, da associare ai trattamenti convenzionali per migliorare la qualità di vita del paziente con patologia autoimmune e neurodegenerativa.
Il primo capitolo spiega i meccanismi citochinici che avvengono a livello immunitario quando ci si trova di fronte a patologie autoimmuni.
Le citochine – se ne conoscono circa 40 diversi tipi – sono il vero e proprio alfabeto con cui le cellule comunicano tra loro. Un loro impiego selettivo permette di indirizzare le cellule del sistema immunitario e modulare il processo infiammatorio.
Il modo più semplice per classificare le varie citochine è quello quindi sulla base dei loro effetti sulla risposta infiammatoria.
Le citochine pro-infiammatorie sono sostanzialmente le seguenti: IL-1 beta, IL-6 e TNF-alfa di origine preferenzialmente macrofagica, la IL-17 di origine TH17 linfocitaria, la IL-4 e IL-13 di origine TH2 linfocitaria e IL-18 di origine endolietale.
La prognosi di una malattia autoimmune è peggiore in presenza di alti livelli ematici di IL-17, TNF-alfa, IL-6, IL-1 beta e bassi livelli di TGF-beta e IL-10.
Inoltre, dal momento che la risposta infiammatoria può avere origine sia macrofagica che linfocitaria, può essere clinicamente rilevante stabilire la presenza di una patologia sistemica immunitaria in base al fatto che lo stato infiammatorio abbia una derivazione primariamente macrofagica o linfocitaria.
Poter agire sul sistema del network citochinico, in modo selettivo, corrisponde potenzialmente alla possibilità di curare ogni patologia umana.
La pnei attesta la possibilità di agire sul network citochinico secondo due differenti strategie, quella della secrezione diretta di una data citochina per stimolarla o inibirla, oppure quella di agire sulla regolazione psico-neuro-endocrina del sistema citochinico, evenienza questa che di fatto si traduce in un’azione sui principali sistemi cerebrali coinvolti nella psico-neuro-immuno-modulazione, vale a dire sistema cerebrale oppioide, sistema cerebrale cannabinoide e ghiandola pineale.
Il secondo capitolo illustra, attraverso un approccio naturopatico, i principali fitoterapici, micoterapici e gemmoderivati che possono essere utilizzati, congiuntamente alle terapie convenzionali, al fine di diminuire la secrezione di citochine pro-infiammatorie. L’approccio naturopatico integrato da adottare va valutato in base al caso specifico e sempre sotto stretto controllo medico.
Il terzo capitolo illustra il ruolo terapeutico dell’utilizzo della palmitoiletanolamide (pea) e della glucosamina nelle malattie autoimmuni.
Il quarto capitolo illustra i principali effetti antinfiammatori di funghi curativi che possono essere integrati alle terapie per le patologie autoimmuni.
I funghi medicinali non hanno nulla a che fare coi funghi velenosi; essi sono stati scelti, in accordo con una millenaria tradizione, in quanto ricchissimi di particolari betaglucani nonché di vitamine e preziosi oligoelementi.
Essi si usano da centinaia di anni e vengono utilizzati ampiamente nella mtc (medicina tradizionale cinese). Oltre che nel corso della storia, i funghi sono stati e sono tutt’ora oggetto di moderni studi scientifici, che confermano sempre maggiormente il loro elevato potere terapeutico.
I funghi medicinali costituiscono una sorta di connessione tra il mondo minerale inanimato ed il mondo vivente. Ogni tipo di fungo serve a funzioni specifiche, però possiamo affermare che generalmente tutti intervengono sul metabolismo glucidico e lipidico, chelazione di metalli pesanti, riequilibrio del sistema immunitario e antagonizzazione delle spinte anomal...