Almanacco della felicità
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Almanacco della felicità

Pagine per un anno dai più grandi scrittori d'ogni tempo e latitudine

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Almanacco della felicità

Pagine per un anno dai più grandi scrittori d'ogni tempo e latitudine

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Chi non sa mettersi a sedere sulla soglia dell'attimo, dimenticando tutte le cose passate, chi non è capace di star ritto su un punto, senza vertigini e paura come una dea della vittoria, non saprà mai che cosa sia la felicità, e ancor peggio, non farà mai nulla che renda felici gli altri. [Friedrich Wilhelm Nietzsche]La ricerca della felicità accomuna tutti gli uomini, al di là di ogni differenza. È il motore del mondo, il fine cui tendono tutte le nostre azioni. Raggiungerla è una sorta di "privilegio". Basti pensare che nella tradizione ellenistica era appannaggio pressoché esclusivo degli dèi, a cui – unici tra tutti gli esseri – era riservato l'attributo di makarios (beato). Oggi, più democraticamente, la riteniamo un diritto.A volte bisogna lottare, essa è l'ambìto premio nella lunga gara dell'esistenza, ed è qualcosa di straordinario, non può essere la condizione normale della vita: «La felicità, quella specie di spasimo dell'anima, non può durare che poco: sarebbe insopportabile, sennò» (Carlo Cassola).Talvolta, invece, «la felicità è una ricompensa che arriva a chi non l'ha cercata» (Émile-Auguste Chartier): si tratta solo di saper aspettare. Capita infatti che in un solo istante una gioia inattesa faccia capolino, e rischiari un'esistenza. La felicità, infatti, è composta anche «di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore», come spiega Richard Bach nel famoso Gabbiano Jonathan Livingston.La felicità è una direzione e non un luogo, per questo abbiamo bisogno di orientamenti per aspirare a una vita felice. Ecco dunque spiegata la funzione di questo libro, che offre 365 letture memorabili per attingere ispirazioni utili ad affrontare la vita di ogni giorno.

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Informazioni

Anno
2021
ISBN
9788862409704

GENNAIO

Felicità e natura

Una delle prime condizioni di felicità è che il legame tra l’uomo e la natura non si rompa
Lev Nikolàevič Tolstòj

1 gennaio

Sobrietà della natura

Uno dei più grandi segreti della felicità è moderare i propri desideri e amare le cose che possediamo. La natura, che ha sempre come scopo la nostra felicità, fa sorgere in noi solo desideri conformi al nostro stato: naturalmente desideriamo soltanto piccole cose. Un capitano di fanteria desidera essere colonnello e non è infelice per il fatto di non comandare eserciti, per quanto si senta dotato di talenti.
Spetta al nostro buon senso e alle nostre riflessioni fortificare questa saggia sobrietà della natura; occorre quindi non permettersi di desiderare se non le cose che possiamo ottenere senza troppa fatica e pena, e questo punto risulta molto importante per il raggiungimento della felicità.
Amare ciò che si possiede, saperne gioire, assaporare i vantaggi della propria condizione, non rivolgere troppo lo sguardo verso chi sembra più felice, impegnarsi per perfezionare il proprio stato e trarne il miglior vantaggio possibile: è questo che dobbiamo chiamare felicità. Ritengo di proporre una buona definizione affermando che l’uomo più felice è colui che desidera meno il cambiamento del suo stato.
Per godere di questa felicità bisogna guarire o prevenire una malattia tipica della nostra specie che vi si oppone completamente e che purtroppo risulta molto comune, cioè l’inquietudine. Questa disposizione d’animo si contrappone a tutte le gioie e di conseguenza a ogni tipo di felicità.
Émilie du Châtelet, Discours sur le bonheur (1779)

2 gennaio

Stato di grazia

Tutto ciò che è primordiale mi affascina e mi attrae, istintivamente. Sono entrato nei vulcani attivi soprattutto pensando come poteva essere fatta la Terra alle origini, per vedere come doveva essersi presentata all’indomani del suo raffreddamento, supposto che un uomo potesse essere là presente a osservarla. Quindi si può immaginare quanta emozione, sorpresa e meraviglia può aver destato in me un paesaggio del genere.
Tu vivi un’esperienza in una natura straordinaria, sei nella disposizione fisica e spirituale per recepirla, assimilarla fino ad arrivare a farne parte; allora ciò che succede ti sfugge quasi di mano, perciò vivi e ti lasci vivere liberamente. In quello stato di suprema libera esistenza puoi scoprire di trovarti molto al di là dei limiti consentiti a un comune mortale, sorretto unicamente da una forza indecifrabile, che per me stesso io definisco “stato di grazia”. Sono regali, questi, che un vivere come il mio può darti.
Walter Bonatti, In terre lontane (1997)1

3 gennaio

Notte sublime

Era sul finire dell’estate; una notte interlunare, brillantata di stelle purissime. Nell’aria errava una lievissima freschezza insolita, e le selvatiche fragranze della valle salivano soffuse di quella freschezza appena sensibile. Nelle montagne lontane, che chiudevano lo sfondo della vastissima vallata, i fuochi dei dissodatori che incendiavano le macchie, ardevano così grandi, così sanguinanti che la luce arrivava fino a Magda come luce di luna. Ella rimase lunga ora così, protesa sul parapetto del ponte: al riflesso dei fuochi lontani, i cinque diamanti brillavano come gocce di rugiada. L’acqua passava scarsa sotto il ponte, con un susurro tenue, continuo, sottile, melanconico. Anche la voce dell’acqua, quella notte, aveva una vibrazione insolita, tenera, come di voce stanca, come di voce che parlasse in sogno. E le montagne lontane ardevano, illuminando la pura notte stellata. Lo spettacolo era sublime, e nella contemplazione intensa di quella notte arcana Magda si obliò, sentì cadere la sua tristezza.
Grazia Deledda, La regina delle tenebre (1902)2

4 gennaio

La via dell’orto

Una giornata di irrequietezza, sono nervosa e distratta, non riesco a concentrarmi su nulla. Nemmeno so cosa voglio. ...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. GENNAIO