Santi per attrazione
eBook - ePub

Santi per attrazione

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Si chiamavano Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto. Furono i primi martiri dell'Ordine francescano, uccisi in Marocco il 16 gennaio 1220.Berardo, Pietro, Ottone, sacerdoti, Adiuto e Accursio, frati laici, provenivano da diverse località nei dintorni della città di Terni. Furono tra i primi ad abbracciare la vita minoritica e tra i primi missionari inviati da Francesco d'Assisi nelle terre dei Saraceni. A Siviglia, in Spagna, iniziarono a predicare la fede di Cristo nelle moschee, ma furono presto malmenati, fatti prigionieri e condotti davanti al sultano almohade Muhammad al-Nasir, detto Miramolino, e in seguito trasferiti in Marocco con l'ordine di non predicare più in nome di Cristo.Nonostante il divieto, continuarono a proclamare, e per questo furono imprigionati e sottoposti più volte a fustigazione. Le fonti francescane raccontano che all'annuncio della loro decapitazione, Francesco d'Assisi esclamò: «Ora posso dire con sicurezza di avere cinque Frati minori». A ottocento anni dal martirio, i contributi di questa raccolta – a firma di studiosi del patrimonio francescano – gettano una nuova luce su aspetti storiografici e teologici poco sondati, rimettendo in primo piano il valore di esempio di queste figure lontane.A cura di Giuseppe CaffulliContributi di: mons. Giuseppe Piemontese, fra Michael Anthony Perry, fra Claudio Durighetto, fra Giuseppe Buffon, fra Pietro Messa, Filippo Sedda, sr. Monica Benedetta Umiker, Gerardo Lombardo

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Santi per attrazione di AA. VV., Giuseppe Caffulli, Giuseppe Caffulli in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Teologia e religione e Denominazioni cristiane. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788862407793
Santuario di Terni
La chiesa di Sant’Antonio di Padova è un santuario, oggi anche parrocchia, edificato a partire dal 1923. Si trova in una zona “operaia” di Terni, tra la stazione e le acciaierie. È un luogo aperto all’accoglienza e alla carità, nello spirito del carisma francescano.
Al progetto iniziale della chiesa concorsero il terziario francescano Aristide Leonori (architetto che ha legato il suo nome a diverse chiese francescane in Italia, in Egitto e negli Stati Uniti) e padre Mario Mazzarra. La costruzione della chiesa venne però affidata all’architetto Cesare Bazzani e venne portata a termine fra il 1923 e il 1935. Dal 13 giugno 2010, con decreto del vescovo Vincenzo Paglia, è stato eretto Santuario Antoniano dei Protomartiri francescani.
Nella chiesa, in un altare dedicato, sono infatti conservate le reliquie dei martiri, raffigurati in una grande tavola di Piero Casentini. Di fronte c’è una reliquia di sant’Antonio di Padova.
Tra le opere presenti nel santuario si segnalano una tela raffigurante santa Rita da Cascia, un mosaico raffigurante san Francesco d’Assisi, Luigi IX di Francia, conosciuto come il Santo, e santa Elisabetta d’Ungheria e una statua lignea di padre Pio da Pietrelcina. La statua in marmo bianco del Sacro Cuore di Gesù è opera dello scultore ternano Guglielmo Colasanti (1889-1944).
Una bella Via crucis in rame sbalzato è opera di Nadia Lucidi, mentre le ventidue vetrate policrome di Vittorio Cecchi rappresentano le virtù teologali (fede, speranza e carità), episodi della vita di san Francesco, la prudenza e la temperanza, simboli di sant’Antonio quali il giglio, la barca, i libri, i miracoli.
Appendice
1. Vita del beato Antonio
La vicenda dei Protomartiri francescani si interseca nella agiografia antoniana, ossia le narrazioni della vita di sant’Antonio di Padova canonizzato da papa Gregorio IX nel duomo di Spoleto nel 1232. Così la Vita del beato Antonio, detta anche Legenda Assidua, narra:
Quando l’infante don Pedro trasportò dal Marocco le reliquie dei santi martiri francescani, fece sapere per tutte le province della Spagna com’era stato liberato in modo prodigioso per loro intercessione. Udendo il servo di Dio i miracoli che si compivano per i meriti dei martiri, sorretto dal vigore dello Spirito Santo e stringendo i fianchi con la cintura della fede, irrobustiva il braccio con l’armatura dello zelo divino. E diceva in cuor suo: «Oh, se l’Altissimo volesse far partecipe anche me della corona dei suoi santi martiri! Se la scimitarra del carnefice colpisse anche me, mentre in ginocchio offro il collo per il nome di Gesù! Avrò la grazia di veder questo? potrò godere un giorno così felice?». Questi e simili detti ripeteva tra sé tacitamente.
Non lontano dalla città di Coimbra, in un luogo chiamato Sant’Antonio, abitavano alcuni frati Minori, i quali sebbene illetterati, insegnavano con le azioni la sostanza delle Scritture divine. Essi, secondo le norme del loro istituto, venivano molto spesso a chieder l’elemosina al monastero dove viveva l’uomo di Dio. E un giorno essendosi Fernando appartato, secondo il solito, per salutarli, conversando, disse tra l’altro: «Fratelli carissimi, con vivo desiderio vorrei indossare il saio del vostro ordine, purché mi promettiate di mandarmi, appena sarò tra voi, alla terra dei Saraceni, nella speranza di esser messo a parte anch’io della corona insieme con i santi martiri». I frati, pieni di gioia nell’udire le proposte di un uomo così insigne, fissarono l’indomani per recargli il saio, troncando ogni indugio fomentatore di pericoli. Mentre i frati se ne tornavano lieti al convento, il servo di Dio rimase, dovendo chiedere all’abate la licenza per quanto aveva stabilito. La strappò a fatica, a forza di suppliche. Di buon mattino, memori della promessa, i frati giungono e, secondo il convenuto, vestono in fretta nel monastero il servo di Dio con l’abito francescano1.
2. Processo di canonizzazione di Chiara d’Assisi
Nel novembre 1253, a distanza di pochi mesi dalla morte avvenuta l’11 agosto precedente, le sorelle della Comunità di San Damiano presso Assisi furono chiamate a testimoniare circa la santità di Chiara d’Assisi. Tra altre cose alcune testimoni narrano del desiderio di martirio che l’Assisiate espresse nel momento che venne a sapere della morte dei frati Minori in Marocco.
Sora Cecilia figliola de messere Gualtieri Cacciaguerra, monaca del monastero de Santo Damiano, giurando […] Anche disse che la preditta madonna Chiara era in tanto fervore de spirito, che voluntieri voleva sostenere el martirio per amore del Signore: e questo lo dimostrò quando, avendo inteso che nel Marocco erano stati martirizzati certi frati, essa diceva che ce voleva andare. Onde per questo essa testimonia pianse: e questo fu prima che così se infermasse. Adomandata chi era stato presente a questo, respose che quelle che furono presenti, erano morte2.
Sora Balvina de messere Martino da Coccorano, monaca del monasterio de Santo Damiano, giurando disse […] imperò che essa madonna stette vergine da la sua natività; intra le sore essa era la più umile de tutte et aveva tanto fervore de spirito, che voluntieri, per lo amore de Dio, averia portato el martirio per la defensione de la fede e de l’Ordine suo. E prima che essa se infermasse, desiderava de andare alle parti del Marocco, dove se diceva che erano menati li frati al martirio. Adomandata come sapesse le dette cose, respose che essa testimonia stette con essa per tutto lo preditto tempo, e vedeva et udiva lo amore de la fede e de l’Ordine che aveva la preditta madonna3.
3. Giordano da Giano, Cronaca
Dettata verso il 1262, la Cronaca di Giordano da Giano ci trasmette la reazione di san Francesco nel momento che sente narrare le leggende dei frati uccisi in Marocco. Tutto ciò corrisponde a quanto espresso dall’Assisiate stesso: «Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore, che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e nella persecuzione e in altri simili cose, e per questo hanno ricevuto dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi hanno compiuto le opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il solo raccontarle»4.
Dei frati, poi, che passarono per la Spagna, cinque furono coronati del martirio. […] Quando furono riferiti al beato Francesco il martirio, la vita e la leggenda dei suddetti frati, sentendo che in essa si facevano le lodi di lui e vedendo che i frati si gloriavano del martirio di quelli, poiché egli era il più grande disprezzatore di se stesso e sdegnava la lode e la gloria degli uomini, rifiutò tale leggenda e ne proibì la lettura dicendo: «Ognuno si glori del proprio martirio e non di quello degli altri»5.
4. Egidio di Assisi, I Detti
Uno dei membri della fraternitas minoritica della prima generazione, Egidio d’Assisi trascorse gli ultimi anni della sua vita nel romitorio di Monteripido, presso Perugia, dove morì nel 1262. Molti cercavano di parlargli onde apprendere la sua sapienza, espressa mediante frasi tanto semplici quanto incisive. A prova di ciò sono la raccolta di Dicta a lui attribuiti che ebbero una grande diffusione, come dimostra l’abbondante tradizione di manoscritti. Tra essi vi è anche un rimprovero per l’indugio a canonizzare i Protomartiri francescani:
A frate Egidio pareva che non avessero fatto bene i frati prelati dell’ordine dei frati Minori a non adoperarsi con ogni sforzo davanti al papa per la canonizzazione dei frati Minori martiri, uccisi nel Marocco a causa della fede gloriosamente professata. Questo, diceva, i frati dovevano procurare non in vista della propria gloria, ma soltanto per l’amore di Dio e l’edificazione del prossimo. Se il papa avesse voluto porli solennemente tra i santi, sarebbe stata buona cosa, e se no, i frati sarebbero stati ugualmente scusati presso Dio per essersi a ciò adoperati. E aggiungeva: «Se noi non avessimo avuto gli esempi dei fratelli venuti prima di noi, forse non saremmo nello stato di penitenza in c...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Annunciare con il sangue
  3. Un martirio che fece scalpore
  4. Storia dei Protomartiri francescani in Marocco
  5. I Protomartiri francescani e la purificazione della memoria
  6. Carisma dirompente tra Francesco d’Assisi e i Protomartiri francescani
  7. I martiri di Marrakech
  8. Chiara d’Assisi e il martirio dei primi frati Minori
  9. Ritorno alle origini
  10. Santuario di Terni
  11. Bibliografia