La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo
3
L’azione politica locale
a cura di Alessio Fiore e Luigi Provero
Firenze University Press
2021
Introduzione di Alessio Fiore e Luigi Provero
Il volume raccoglie saggi relativi alla dimensione politica dei poteri signorili nelle campagne italiane nel tardo medioevo. La ricerca è condotta su ambiti territoriali molto diversi, ma ruota attorno ad alcune domande comuni, con una specifica attenzione alle relazioni politiche tra i signori, alle forme del loro coordinamento nei quadri degli stati regionali e alle dinamiche relative al controllo e sottomissione dei sudditi.
The volume collects essays relating to the political dimension of the seignorial powers in the Italian countryside in the late Middle Ages. The research is conducted on very different territorial areas, but revolves around some common questions, with a specific attention to the political relations between the lords, the forms of their coordination in the frameworks of the regional states and the dynamics relating to the control and submission of subjects.
Tardo medioevo; Italia; Signoria rurale; Stati regionali; Comunità contadine.
Late Middle Ages; Italy; Rural lordship; Regional states; Peasant communities.
FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice)
Alessio Fiore, Luigi Provero, Introduzione, pp. 1-11, © 2021 Author(s), content CC BY 4.0 International, DOI 10.36253/978-88-5518-427-4.01, in Alessio Fiore, Luigi Provero (edited by), La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 3. L’azione politica locale, © 2021 Author(s), content CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press (www.fupress.com), ISSN 2704-6079 (online), ISBN 978-88-5518-427-4 (PDF), DOI 10.36253/978-88-5518-427-4
Questo volume nasce da un seminario tenuto a Torino nel febbraio 2019, nel quadro del progetto Progetto di Rilevante Interesse Nazionale 2015 La signoria rurale nel XIV-XV secolo: per ripensare l’Italia tardomedievale, coordinato da Sandro Carocci, con la partecipazione delle unità di ricerca delle Università di Torino, Napoli, Pisa e Roma Tor Vergata.
Obiettivo specifico del seminario era riflettere sull’azione politica in ambito signorile, nell’accezione più ampia del termine “signoria”, a comprendere dominazioni molto diverse tra loro, da fluide forme di dominio personale e fondiario fino a strutturati poteri territoriali. Non si tratta solo della politica dei signori, ma delle politiche condotte da diversi attori nel quadro dei poteri signorili, un ambito di ricerca che fino a oggi non è stato certo al centro delle attenzioni dei medievisti. Per farlo abbiamo messo a punto e condiviso coi relatori un questionario in cui abbiamo suggerito una serie di temi e piste di ricerca; la risposta a queste sollecitazioni si è tradotta in una serie di contributi, diversi per metodo e basi documentarie, che proprio per la loro natura eterogenea costituiscono un’ottima occasione per proporre alcune riflessioni di ordine generale sul tema.
Una rassegna puntuale degli studi degli ultimi decenni andrebbe al di là degli intenti di questa introduzione, ma occorre sottolineare come la dimensione politica dei poteri signorili rurali alla fine del medioevo sia stata a lungo vista esclusivamente nella prospettiva del loro rapporto con il principe; l’intento del seminario è stato proprio quello di complicare il quadro, mostrare come l’azione politica all’interno delle signorie abbia molti attori ed esprima diverse linee di tensione.
Lungo gli ultimi decenni, l’interesse per la relazione tra i signori locali e lo Stato è stato fondante per le indagini sulla signoria nel tardo medioevo e nella prima età moderna in tutta Europa. Nello specifico quadro italiano, gli studi seminali di Giorgio Chittolini, che hanno di fatto aperto il tema alla ricerca, nascevano dalla volontà di smontare, attraverso lo studio della signoria, una falsante immagine monolitica dello stato tardomedievale e protomoderno, e tale intento giustificava la scelta di un oggetto di studio apparentemente così marginale e vestigiale1. In un contesto di questo tipo non stupisce quindi che lo studio dell’azione politica signorile fosse pressoché monopolizzato dal rapporto dinamico con il potere centrale, nei suoi aspetti contrappositivi e in seguito, sempre più spesso, anche cooperativi2. Solo negli ultimi decenni la ricerca italiana ed europea è uscita da questa lettura monodimensionale, nel contesto di un’accresciuta attenzione alla complessità delle dinamiche relazionali e configurazionali. Lo Stato rinascimentale sempre più è letto come una realtà composita e polimorfa, fatta dei mutevoli rapporti tra attori locali, enti religiosi e corpi sociali; in questo quadro la signoria rurale è vista come uno degli elementi in gioco, e quindi di per sé inserita in una rete molto più complessa della relazione con il potere centrale3. In questa prospettiva di scomposizione dei quadri politici posti a diversi livelli, tale da recuperare la pluralità degli attori concretamente impegnati sul campo, ciascuno con una propria agenda, anche l’oggetto stesso di signoria perde di compattezza e in qualche misura sfuma, mentre prendono corpo altri protagonisti. La signoria non è quindi letta come istituzione, ma come potere localmente egemone fondato su ricchezze, prelievi e reti relazionali, al cui interno trovano spazio conflitti e relazioni tra attori che si muovono su piani diversi. L’idea di diseguaglianza è ovviamente una chiave fondamentale per leggere l’azione politica locale, poiché la pluralità di attori non implica in alcun modo una loro parità e gli spazi di azione di contadini ed élite locali sono sempre ritagliati all’interno dell’egemonia signorile. La signoria appare in grado di sottomettere ed egemonizzare la società locale e i diversi attori politici, ma non di impedirne la vitalità.
Analizzare la signoria tardomedievale sotto il profilo dell’azione politica ha senso proprio in quanto si tratta di uno specifico contesto in cui istanze locali e sovralocali si incontrano e trovano un punto di interferenza. Si tratta però di spunti e linee di indagine che la ricerca non ha ancora battuto in modo sistematico, ed è in questa specifica prospettiva che vanno visti il seminario e il volume che lo ha seguito. È un’occasione per mostrare come la prospettiva signorile offra ricchi spunti per l’analisi dell’azione politica tardomedievale, rispetto a cui la signoria si configura come un osservatorio privilegiato da cui cogliere una pluralità di processi. Il quadro che emerge dai diversi contributi è caratterizzato da un’irriducibile complessità, frutto da un lato della varietà delle situazioni analizzate e dall’altro della diversa natura dei questionari sviluppati dai singoli autori. Nessun caso è pienamente esemplare e rappresentativo, ma proprio l’estrema diversità tipologica e geografica dei sondaggi va a costituire un campionario di varianti e possibilità che può consentire un progresso significativo nella conoscenza dell’azione politica nel contesto dei poteri signorili tardomedievali. Per questo il volume può essere una preziosa occasione per riflettere su un problema tutt’altro che marginale, nonostante la sua perifericità in ambito storiografico4.
Per provare a riconnettere gli spunti offerti dagli studi qui raccolti, abbiamo ritenuto utile offrirne una lettura tematica, organizzata sulla base di tre diversi ambiti analitici: le relazioni tra i signori, con lo stato e con i sudditi. Riteniamo opportuno partire dall’alto per provare a discutere quella che, come abbiamo visto poco fa, a lungo ha costituito la relazione del tutto centrale negli studi, mentre diversi autori di questo volume, significativamente, hanno scelto di non discuterla.
1. Signori e Stato
Per quanto riguarda la relazione dei nuclei signorili con lo Stato, possiamo individuare due polarità: a un estremo si colloca un modello di signoria dipendente in misura forte dal potere statale, inserita in modo pieno e simbiotico nelle strutture principesche che la legittimano e la tutelano, come la Nola orsiniana, la signoria dei Beccaria nel Pavese o il dominato del vescovo di Aosta a Cogne (casi studiati rispettivamente nei saggi di Luigi Tufano, Nadia Covini ed Elena Corniolo). All’interno di uno spazio statale come quello dei Visconti o dei Savoia, un signore può colloc...