di Mario Stefano Grandi,
Advanced Master Practitioner in NLP e Hypnotic Master Practitioner (www.formazionecoach.me)
Ti è mai capitato di svegliarti carico di energia e di motivazione, pronto ad affrontare la giornata che ti aspetta? Interagire con le persone che incontri, sentendoti sicuro di ogni gesto, intonazione e parola scelta, pur mantenendo un atteggiamento modesto e volto all’interesse di coloro con cui ti stai relazionando? Magari ti è anche capitato di risultare, durante una conversazione, chiaro, convincente e disinvolto, apparendo come un leader nato: attraente e, al tempo stesso, comprensivo ed empatico. Se riuscissi a concentrare insieme tutte queste caratteristiche, come sarebbe la tua vita? Come sarebbero le tue relazioni con gli altri? Come sarebbero le tue esperienze? Come verresti visto dagli altri? Come ti vedresti? Come verresti percepito dagli altri? Come ti sentiresti?
Se ti dicessi che è possibile imparare a diventare, quindi in seguito, ad essere una persona carismatica? In che modo? Attraverso una tecnologia della mente, nata agli inizi degli anni settanta, conosciuta come PNL, ovvero, Programmazione Neuro Linguistica.
La PNL è una vera e propria tecnologia della mente nata all’inizio degli anni settanta.
Il professore di linguistica, John Grinder, insieme ad uno studente di matematica appassionato di psicologia, Richard Bandler, osservarono come alcuni terapeuti riuscissero ad ottenere risultati incredibili con i loro clienti, rispetto ad altri, pur utilizzando tecniche analoghe. Tra i personaggi più noti, oggetto dello studio di Bandler e Grinder, vi furono: Virginia Satir, nota per le sue capacità nell’ambito della terapia della famiglia, Milton Erickson, il più famoso ipnotista del secolo scorso e Fritz Perls, creatore della terapia Gestalt. Attraverso l’estrapolazione delle strutture linguistiche e comportamentali di questi “geni” della terapia, nacque la PNL.
Richard Bandler ha definito in sintesi la PNL come
«lo studio della struttura dell’esperienza soggettiva di un individuo e di ciò che può essere previsto da tale studio»,
avendo come presupposto che ogni comportamento abbia una sua struttura.
Attraverso il grande lavoro svolto dai due co-creatori di questa tecnologia, sono stati creati una serie di modelli matematici descrittivi dei processi interni delle persone, che permettevano loro di ottenere risultati. Una volta creati questi modelli, è possibile modificarli o installarli in qualcun altro per aiutarlo a migliorare i propri risultati.
Quindi, in che modo la PNL può esserti di aiuto per diventare una persona più carismatica?
È stato semplice, per me, scegliere un personaggio che incarna ingegno e carisma allo stesso tempo. Chi ti viene in mente quando senti la parola “genio”? Nel mio caso, io penso subito ad Albert Einstein.
Nel novembre del 1915, Einstein formulò la Teoria della Relatività. Grazie alle sue capacità carismatiche, divenne famoso in tutto il mondo. Come vi è riuscito? Attraverso un linguaggio semplice e coinvolgente.
Il giorno in cui venne chiesto ad Einstein di illustrare la sua teoria sulla relatività, fece rispondere dalla sua segretaria in questo modo: «Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività.»
Nella cultura popolare, il nome di Einstein è diventato sinonimo d’intelligenza e di illustre genio.
In pochi sono a conoscenza di una raccolta di brevi saggi scritti dallo scienziato e pubblicati per la prima volta nel 1934 con il nome de Il mondo come io lo vedo.
Tratto da questa raccolta, vorrei analizzare “La lettera sulla crisi” di Albert Einstein:
« La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere “superato”. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza.
L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla».
Prima di procedere con l’analisi linguistica del testo, vorrei fare alcune premesse. Einstein, come molti personaggi carismatici della storia, usa un linguaggio facilmente riconducibile a strutture linguistiche ipnotiche e codificate dalla PNL. Si evidenzia, in questo modo, la presenza di una caratteristica straordinaria: utilizzo di forme linguistiche sofisticate, nonostante vengano scelte parole semplici.
È quindi importante essere consapevoli che esistono due modalità di comunicazione: la comunicazione informativa e la comunicazione ipnotica. Cosa le differenzia?
Nella comunicazione informativa si veicolano informazioni; nella comunicazione ipnotica si evoca un processo di rappresentazione interna che mira a elicitare un’emozione a esso collegata. Come puoi notare, la differenza tra i due tipi di linguaggio è netta. Il primo passa informazioni. Il secondo, oltre a stimolare una rappresentazione interiore, crea uno stato alterato di coscienza capace di far sognare la mente rendendola influenzabile.
La persona produce un film interiore che viene condizionato dall’esterno con una serie di suggestioni. È importante essere consapevoli di quando ciò avviene e di come personaggi che padroneggiano, più o meno consapevolmente questo tipo di linguaggio, possano “giocare” con le nostre rappresentazioni interne.
Come si produce questo stato? Qui di seguito trovi enunciate le strutture linguistiche presenti nel discorso sulla crisi di Albert Einstein.
VERBI NON SPECIFICATI
I verbi non specificati sono quei verbi che non descrivono un’azione precisa. Sono così generici da comprendere numerose interpretazioni possibili. L’uso ripetuto di questi verbi facilita la creazione di un campo affermativo stimolando l’immaginazione di molte possibili azioni racchiuse in quei predicati.
In generale, tutti i verbi hanno un certo livello di astrazione. Ce ne sono alcuni che risultano essere più specifici di altri. Pensa al verbo “Dormire”. Il suo significato risulta ampio e, al tempo stesso, piuttosto specifico e contestualizzabile. Ci si aspetta che il verbo “dormire” abbia comunque a che fare con il processo di “riposarsi col sonno in un luogo preposto a questo.” Immagina il verbo “Minacciare”. Cosa significa di preciso? Esso comprende tutta una serie di possibilità che vanno dal far presagire un evento negativo come imminente, al mettere qualcosa in pericolo, sino all’intimidazione di qualcuno con l’intenzione di nuocere. I processi potenziali inclusi in questo verbo sono molti e variegati. Il verbo non specificato è quindi un predicato più astratto rispetto agli altri, che comprende diverse possibilità di interpretazione.
NOMINALIZZAZIONI
Una delle strategie più potenti per creare un linguaggio vago e quasi inconfutabile, è quella di utilizzare singoli nomi che sostituiscano i processi. Se ti dico: «Mi piace fare un lavoro senza orari fissi, che mi permette di organizzare la giornata come meglio credo.» Altra cosa è dire: «Adoro la libertà.» La differenza è sostanziale, perché dire «Adoro la libertà» significa utilizzare un nome che definisce un processo (nonché un verbo non specificato). Il nome è molto più astratto. Ognuno può avere un’idea diversa del concetto di libertà; quello da me espresso può essere adatto solo ad alcuni. Un insieme di processi e abilità che viene racchiuso all'interno di un singolo nome, è una nominalizzazione. Le nominalizzazioni descrivono la realtà in modo più generico, passando poche informazioni e stimolando una rappresentazione interiore diversa in ogni ascoltatore sulla base del significato che ognuno attribuisce a quel nome.
Questo è il motivo principale per cui il linguaggio ipnotico dei grandi leader, fa un largo uso delle nominalizzazioni. Trovi nel discorso di Einstein, dei concetti astratti, ed espressi da un singolo temine generico, attraverso una nominalizzazione.
NEGAZIONI
La particella “NON” è un’invenzione linguistica. Il cervello, infatti, la distingue solo a livello astratto, tranne quando deve rappresentarsi una “non azione”. La nostra mente pensa per immagini. Si rappresenta ciò che può essere trasformato in immagine ancor prima di poter operare una scelta volontaria di negazione del processo. Ad esempio, nell’educazione dei figli capita di commettere l’errore di dire loro cosa “non fare” orientando la loro mente a tutto ciò che non vorremmo che facessero. Il risultato? La loro mente viene suggestionata con immagini negative che influenzano le loro azioni in direzione opposta rispetto a quella da noi desiderata. Questo accade perché il cervello elabora il "NON" dal punto di vista cognitivo; tuttavia gli risulta impossibile elaborarlo dal punto di vista operativo.
Nel discorso di Einstein, vediamo come il “NON” può essere utilizzato strategicamente per suggestionare la mente delle persone.
METAFORE
L’uso di storie o similitudini permettono di creare un percorso parallelo tra la realtà che voglio descrivere e una storia fatta di immagini e suoni che non hanno collegamenti diretti con quello che voglio intendere. Attraverso il racconto di una storia che semplifichi ciò di cui sto parlando, lascio all’ascoltatore il compito di creare le connessioni logiche tra le due realtà. Il linguaggio metaforico è per sua natura immaginativo. Ognuno può dare il significato che crede.
Anche in questo caso invece di utilizzare una chiave specifica per la mente e il consenso di una persona, utilizzo un lasciapassare che prende la forma adatta ad ogni mente.
SOVRACCARICO COGNITIVO
La nostra mente conscia ha delle facoltà limitate: riesce a gestire circa sette informazioni contemporaneamente. Non di più. Superato questo limite, rallenta fino a bloccarsi per qualche istante per poi ripartire.
È un po’ come quando davanti al computer ti capita di aprire troppe finestre e/o applicazioni insieme. Cosa accade di solito? Tutto rallenta, molto spesso, fino a bloccarsi. Allo stesso modo la nostra mente, quando deve gestire troppe informazioni...