Dialoghi dal Mito
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Sulla scia dei Dialoghi con Leucò pavesiani, da cui ha preso ispirazione e a cui è molto affezionata per la perfezione con la quale descrivono l'inquietudine tipica dell'esistenza umana attraverso i personaggi del mito, Federica Scamporrino ha dato voce in quest'opera alle eroine greche. Ha scelto come interlocutore principale una delle Moire, Lachesi, colei che assegna a ognuno la sorte. Ed è proprio attorno al caso-caos del destino che è stato stabilito per ciascuna donna interpellata, che ruotano gli eventi più significativi delle loro esistenze.

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Informazioni

Editore
Kimerik
Anno
2021
ISBN
9791254660157

La sorte - Tyche
Medea e Lachesi dalla Via Lattea osservano ciò che è stato, l’estremo gesto, provando a cercare un senso. Apparentemente inspiegabile, con istinto viscerale, Medea si è privata dei suoi figli per vendetta e per punire sé stessa che troppo si era donata: ha agito con piena facoltà decisionale o il suo destino era già scritto?
Medea: «Ho riflettuto a lungo, ancora non so se ho agito bene, non trovo risposta e non trovo pace per il mio gesto».
Lachesi: «Hai voluto proteggerli».
Medea: «Ho fatto del male a me stessa».
Lachesi: «Credi che Giasone capirà il senso reale del tuo gesto?»
Medea: «Non ne ho piena consapevolezza nemmeno io. Troppo ho dato, molto ho sofferto. Non avrei dovuto generarli».
Lachesi: «La gente si chiede ancora perché lo hai fatto».
Medea: «Ho commesso molti sbagli. La mia vita da quando l’ho conosciuto è stata una somma molteplice di errori. La mia strada, il mio sentiero sembravano già segnati».
Lachesi: «Lo amavi».
Medea: «Non basta. Non esiste amore per me; non mi è concesso. Ho voluto sfidare la sorte e ne sono stata sconfitta. Non c’era Amore nel mio destino».
Lachesi: «Non puoi cambiare il passato così come hai voluto sfidare il destino».
Medea: «Avrei dato il mio sangue per lui».
Lachesi: «Lo hai fatto. Per lui ti sei anche privata del tuo sangue».
Medea: «A lui ho dato tutto, per lui ho lasciato la mia terra, ho abbandonato e rinnegato la mia famiglia; mi sono dissanguata. Mi chiedo se lo meritavo. Cosa ho fatto per meritarlo? Per essere trattata in questo modo, nonostante tutto? Quale uomo che si vanta del suo essere avrebbe agito così?»
Lachesi: «Tutti. Tutti gli uomini agiscono così prima o poi, mia cara! Se non allo stesso modo, affrontando con tale atteggiamento la vita, troveranno la via, che già per loro è stata decisa, per ferire e non lasciare scampo al dolore».
Medea: «Per questo, per me, per tutte le donne ho cercato vendetta, ma in fondo ho punito me stessa: una forza viscerale ha agito in me eppure ne avevo pieno controllo; lucida era la mia mente, mi sentivo consapevole delle mie azioni, fino in fondo».
Lachesi: «La gente ti critica ancora molto per questo».
Medea: «Lasciali sparlare, lasciali criticare. Loro non hanno indossato i miei calzari, non hanno percorso
il mio sentiero. Ho avuto le mie ragioni che gli altri non possono e non devono comprendere».
Lachesi: «Ti darai mai pace?»
Medea: «Il passato rivive infinite volte nella mia testa lacerando il mio cuore: sono questi il mio destino e la mia condanna».
Nobiltà d’animo
Alcesti e Lachesi – gesti per i più insensati restano atti assurdi che non entreranno nella normalità ma porteranno la protagonista a percorrere il suo sentiero e a farsi Mito.
Alcesti: «Nessuno ha voluto farlo, io ne sono stata felice. Quale dimostrazione di amore più grande del donare la vita al proprio marito come si dona ai figli? Rendere vivo lui attraverso la mia morte ed entrare per sempre nel Mito».
Lachesi: «Sei stata insensata, gli altri si chiedono ancora perché tu l’abbia fatto, nessuno ha capito il tuo gesto».
Alcesti: «Ti prego, Lachesi, fai capire loro di lasciarmi libera di decidere cosa reputo migliore per me. Non devono giudicare la mia scelta».
Lachesi: «I tempi sono cambiati, mia dolce Alcesti. Loro non riescono a considerarla nemmeno una vera tragedia. Piangono e si commuovono a sentire la tua storia eppure se ne dimenticano in fretta. Gli umani non imparano più – non hanno mai imparato – né dal Mito né dalla Storia».
Alcesti: «Esiste un valore che la modernità e il progresso hanno cancellato: la generosità. Nulla è più prezioso di questa, niente ci rende più ricchi: solo donando la mia vita a chi amo ho raggiunto la Verità. Come si fa a non essere generosi? A non condividere anche soltanto un pezzetto della propria esistenza con gli altri? Mi domando che tipo di vita vive l’avaro o l’egoista. Siamo nati con una naturale propensione al prossimo, la nostra esistenza si compie nell’alterità».
Lachesi: «Hai mai pensato che tutto dipendesse dal tuo destino? Anima nobile fissai al tuo corpo: solo tu er...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione
  2. “Oh Saffo, non è questo il sorridere.
  3. La sorte - Tyche
  4. La santa e la strega
  5. L’inconsapevole
  6. Caduti in disgrazia
  7. Pietà familiare
  8. L’invisibile
  9. L’ingenua
  10. Verità fragile
  11. Fuoco di ghiaccio
  12. Dubbio e incertezza
  13. Mutamento
  14. Pettegolezzi
  15. La peccatrice
  16. Alleata