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Informazioni sul libro
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la neonata Repubblica Italiana compie una chiara scelta di campo, che confermerà negli anni integrandosi sempre più in profondità nel sistema europeo e atlantico. Da un punto di vista storico e culturale, tuttavia, il Paese resta eccentrico rispetto all'Occidente: ne fa parte, ma ne è pure una marca di frontiera. Questa sua eccentricità si rivela nella vita politica repubblicana, che non riesce a mettere radici in una definizione univoca e condivisa di democrazia, è attraversata da profonde faglie ideologiche e segnata da processi di delegittimazione reciproca vuol essere diversa da quel che è e non smette d'inseguire improbabili sogni palingenetici. La politica repubblicana si rivela così scarsamente adatta a gestire il processo d'integrazione del Paese all'interno dell'Occidente. Il volume osserva in quale modo il sistema politico incentrato sui partiti e sottoposto a tensioni crescenti dalle profonde trasformazioni del contesto internazionale si sia infine rivolto contro se stesso e abbia alimentato nel Paese il sogno di poter fare del tutto a meno della politica.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Cover
- Sinossi
- Frontespizio
- Colophon
- 1. Italia democrazia eccentrica
- 2. La democrazia dei partiti e i suoi nemici
- 3. Antifascismo e memoria della Resistenza dal centrismo al centro sinistra
- 4. Necessità e fallimento del centro sinistra
- 5. 30 aprile 1993: il lancio delle monetine contro Craxi
- 6. L’antipolitica dei moderati dal qualunquismo al berlusconismo
- 7. Berlusconi nella congiuntura populista
- 8. Antifascismo, anticomunismo, antipolitica: la delegittimazione politica nell’Italia di Berlusconi