Il futuro erede
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Il futuro erede

  1. 144 pagine
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Il futuro erede

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Cosa devo fare per diventare un erede migliore? Questa domanda innesca un dialogo con il futuro erede sul concetto della continuità del patrimonio identitario, reputazionale e imprenditoriale di famiglia, da traghettare alle prossime generazioni e nel prossimo futuro. Il saggio traccia un percorso a tappe sul passaggio generazionale che non è semplicemente il trasferimento di testimone, bensì la frontiera di salvezza, la copertura assicurativa, l'innovazione genetica, il ricambio congenito e organico, il processo di scambio, l'equilibrio tra similitudini e differenze, capaci di fortificare l'azienda dell'essere e di preparare l'azienda del divenire. L'inedita veduta è quella di una conversazione privata sui temi cruciali – la storia, le relazioni, l'intraprendenza, le ambizioni, l'ingresso, l'amore, la governance, lo spossesso, ecc. – secondo una prospettiva volta a stimolare la consapevolezza e la responsabilità, nonché il pensiero critico e il realismo. La lettura è propedeutica ai testi tecnici ed è rivolta a tutte le persone coinvolte nei passaggi generazionali a prescindere dalla varietà e dallo spessore del patrimonio. "Immaginarsi come un traghettatore, che deve tramandare il patrimonio ricevuto al prossimo futuro erede, mi è estremamente utile per visualizzare il sensoe il valore solidale della ventura di famiglia."

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Informazioni

Anno
2022
ISBN
9788863459609

La consapevolezza

Ognuno ha la felicità tra le sue mani, come l’artista la materia prima che egli intende trasformare in una figura.
Ma anche quest’arte è come tutte le altre: solo la disposizione a essa è innata, poi bisogna studiarla ed esercitarla con impegno.
(Johann Wolfgang Goethe)
1. La storia
La ventura e la famiglia devono essere osservate da due prospettive complementari: la storia del passato e la storia del futuro. La prima è già stata vissuta, scritta e fa parte del patrimonio identitario e reputazionale. La seconda, trattandosi di futuro, non è ancora stata vissuta e, forse, modificherà sensibilmente il patrimonio consolidato. La storia del passato ha una capacità narrativa e quella del futuro una capacità determinativa: la realtà dei fatti è che quanto successo in passato non necessariamente si ripeterà in futuro. Non assumere questo fatto per assodato potrebbe essere un errore fatale.
In quanto erede, ti suggerisco vivamente di partire dalla storia del passato della famiglia e della ventura. Devi conoscerla approfonditamente in tutte le sue pieghe, possibilmente andando indietro di tre o quattro generazioni. La provenienza e l’origine sono elementi importanti da conoscere, in quanto possono spiegare tanto sulla storia, sulla condizione e sui vari personaggi.
Lo snodo importante su cui devi concentrare l’attenzione è quello delle narrazioni dell’impresa e della famiglia, che dovrai approfondire tra le storie e i segreti di scheletri, personaggi, personalità, dinamiche, resistenze, forze, conflitti, successi, crescite e decrescite. Ti sarà utile anche per assimilare le logiche culturali, formali e informali, dei vari passaggi ed eventi storici che hanno segnato la storia passata e recente. Fatti raccontare la sacralità della storia e cerca di ricostruire gli accadimenti più importanti e il loro svolgimento.
Verifica i fatti e le opinioni utilizzando varie fonti. Considera sempre che la rilettura degli eventi storici dipende molto dalle informazioni in tuo possesso e dalla tua età: lo stesso fatto, a distanza di anni, potrebbe avere sfumature e risultati diversi. La storia del passato avrà influenza sulla percezione del tuo realismo manifesto.
Nel mio percorso personale alcuni riferimenti e passaggi storici importanti non sono stati trasmessi e condivisi, lasciando così alcuni vuoti. Sarebbe stato importante avere la versione dei fatti dai protagonisti, in parte per conoscere la testimonianza del singolo dettaglio, in parte per arricchire la consapevolezza su comuni modi di agire e di pensare e per creare quel naturale dibattito, utile ad approfondire e dissipare ogni piccolo dubbio. La conseguenza è che l’essere umano necessiti di risposte che, se non date, causino un’inevitabile interpretazione che non saprai mai se corrisponda o meno alla verità. Sempre che di verità si possa parlare. Quindi, non dare niente per scontato e poni domande a più non posso per conoscere approfonditamente la storia.
In merito alla storia del futuro, la questione è relativa all’approccio che intenderai prendere in determinate situazioni. Avere un approccio conservativo significa sperare che il passato si ripeta, avere un approccio progressista significa valutare anche altre opzioni e soluzioni possibili nel futuro.
Per calare questi ragionamenti nell’impresa bisogna definire la relazione di scambio tra il passato, il presente e il futuro. La progettazione della storia futura è direttamente funzionale a creare le condizioni per perdurare, per crescere e per ottenere una vita superiore alla media.
A questo punto emerge a gran forza una domanda: tutte le aziende possono crescere? La risposta è tendenzialmente affermativa, ma i fattori da valutare sono molteplici.
Principalmente dipende dai fattori esogeni (esterni) e dai fattori endogeni (interni): i primi sono più difficili da controllare rispetto ai secondi che, di fatto, dipendono molto dall’intenzionalità (visione) e dalla determinazione (volontà) dell’imprenditore e dell’organizzazione.
Ecco che la dimensione temporale assume un peso: l’azienda dell’essere (oggi), con il patrimonio industriale esistente e l’azienda del divenire (domani), che guarda alla destinazione e alla direzione da prendere.
Tra essere e divenire ci sono alcuni punti da unire: il futuro si deve fondare su una solida, efficace e consolidata gestione; senza una concreta attitudine al cambiamento, sarà più complicato instaurare un processo di trasformazione; la progettazione deve essere ex ante, cioè preventiva, dotando l’impresa di una governance (persone e processi) che, prima di tutto, si focalizzi anche sul futuro; la capacità di crescita futura deve fondarsi sull’identificazione e sulla mappatura delle opzioni migliori, più coerenti e più realizzabili. Oggigiorno, se vuoi comprendere parte della storia del futuro di un’azienda, devi leggere la rendicontazione non finanziaria e la matrice di materialità che, oltre al piano strategico, ti offrono una vista sul futuro delle azioni e delle iniziative che sono state progettate.
I collanti di questi aspetti sono l’intraprendenza e la lungimiranza, che devono saper immaginare e prevedere gli scenari futuri secondo modelli di espansione capaci di spingere sulla crescita organica, sullo sviluppo incrementale e sulle operazioni straordinarie.
Ecco che saper ragionare in termini di progettazione e di pianificazione diventa determinante, specialmente se il futuro è un nuovo inizio e comincia dalla capacità di identificare e di disegnare nuovi discorsi e percorsi. La proposta è quella di cominciare dalla fine, cioè dalla destinazione futura, ricercando a ritroso le opzioni e gli scenari per colmare il differenziale tra l’azienda del divenire e l’azienda dell’essere.
2. La cultura
La storia produce cultura e lascia impronte indelebili per i posteri. Il concetto di cultura è molto ampio e ha svariate sfaccettature.
Le imprese sono oggetti difficili da comprendere nella loro interezza, in particolare le persone esterne fanno sempre molta fatica a leggere e a interpretare i comportamenti delle aziende. Sembra sempre che ci sia un velo di oscurità e di complotto e che non basti leggere i bilanci e le rassegne stampa. Rendere l’azienda più trasparente e più leggibile dovrebbe essere un obiettivo da includere sempre nei piani strategici. Per questo motivo gli imprenditori scrivono le biografie e aprono i musei d’impresa finalizzati a raccontare le storie e le identità, ma anche i lori punti di vista.
La parola cultura deriva dall’etimo latino “colere” (coltivare) e di fatto si riferisce al complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo. In senso più stretto, potremmo considerare l’impresa un soggetto che produce patrimonio materiale e immateriale, liquido e illiquido, per le sue varie comunità tramite la produzione e la commercializzazione di beni e servizi.
L’impresa diventa produttore di cultura e si potrebbe affermare che ogni azienda ha un proprio paradigma culturale, cioè l’impalcatura culturale dei valori, delle conoscenze, dei principi, delle regole, e delle credenze (sia manifesti che latenti, sia tangibili che intangibili) che regolano e governano la condotta dell’impresa in relazione ai suoi shareholder e stakeholder. Il suo complesso è inscritto in quel concetto di filosofia imprenditoriale menzionato all’inizio.
Inoltre, la cultura prodotta dall’impresa è un potente e riconciliante collante per consolidare l’appartenenza e la continuità tramite l’identità e le radici della memoria.
Contestualmente, la cultura muove e stimola il rinnovamento e il cambiamento, in quanto impatta sulla condizione umana, sui processi di conoscenza, sull’apprendimento cognitivo e sulla memoria. Quest’ultimo aspetto è fondamentale per il tuo futuro lavoro, in quanto tu sarai la sostenitrice più importante dell’evoluzione dell’impresa e dovrai iniziare proprio dal cambiare e modificare il paradigma culturale.
La dimensione e la profilazione storica ti offriranno la contestualizzazione per poter comprendere gli aspetti psicosociali che governano il capitale umano. Gli uomini e le donne dell’organizzazione sono la materia prima su cui lavorare per andare avanti. L’umanità aziendale è il più complicato lavoro su cui sarai costantemente impegnato e dovrai imparare a muoverti insieme ad essa prendendo decisioni che amplino la loro mente e il loro spirito. Questo sarà parte importante del tuo lavoro.
3. Le persone
Tutte le sfaccettature del cambiamento, del progresso e del futuro, sin qui descritte, sono possibili da realizzare se ci sono le persone che fanno le cose, che progettano, che decidono, che partecipano, che eseguono. Le persone fanno la squadra e la squadra è quella che vince o perde. Fare impresa è tutto sommato, principalmente, una questione di squadra e di spogliatoio, poi viene la competizione. Certo, l’allenatore e il presidente sono importanti, ma, di solito, non sono in campo a giocare contro l’avversario.
Per fare l’imprenditrice devi capire gli uomini e le donne e devi imparare a guidarli. Ogni gruppo di persone ha delle esigenze diverse e, in relazione alla singola situazione, dovrai usare metodi e approcci diversi. Il singolo giocatore talentuoso, se non è anche altruista, potrebbe essere un problema per la gestione dello spogliatoio.
La leadership consiste nel guidare le persone e non nel controllo e nel comando. La motivazione del gruppo è fondamentale. L’entusiasmo può aiutare molto. L’esecuzione delle decisioni e tutti i processi che ne conseguono sono determinanti.
Ritengo che la leadership più credibile si debba erigere sulla base empirica dell’avere ragione per le decisioni prese e per i risultati conseguiti. Solo la comprovata ragione delibera sufficienti livelli di confidenza e di consenso, tali per cui le persone si fideranno e saranno capaci di lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Questa è una delle differenze tra autorità e autorevolezza. Pertanto, è apprezzabile correlare le doti di leadership con le capacità di esecuzione.
Le organizzazioni, il capitale umano e l’umanità aziendale sono come organismi viventi che provano emozioni. Le emozioni positive (amore, piacere e favore) e quelle negative (paura, dolore e sfavore) possono riscontrarsi in un gruppo e in relazione al contesto nel quale si trovano. Il mindset del momento può essere più o meno favorevole per elevare e contrastare spirali di crescita o di decrescita. Quello che intendo dire è che lo stato emotivo del gruppo è determinante per conseguire il risultato migliore.
Credimi, trovarsi a guidare un’organizzazione in uno stato emotivo positivo o negativo ha delle potenzialità completamente diverse. Il successo di un’operazione si può creare solo in un clima emotivo oggettivamente positivo, reattivo e propositivo.
Nel tuo caso, oltre alla squadra-azienda molto probabilmente dovrai guidare anche la squadra-famiglia che, molto semplicemente, significa avere molta più complessità, ma le regole sono presumibilmente le medesime al netto dei sentimenti. Non sarà facile fare tutto insieme, sarà importante affinare le tue doti di psicologa, in quanto dovrai affrontare contemporaneamente la paura e l’amore di progredire e di cambiare, e trasformarle in energia positiva e propulsiva.
C’è un fatto che innesta quasi sempre una spirale di trasformazione. Un suggerimento molto pratico è quello di contornarsi e di frequentare sempre persone migliori, più competenti, più preparate di te. Il buon gestore deve essere uno sviluppatore di talenti del gruppo e deve saper scegliere collaboratori che siano in grado di portare valore aggiunto.
Ho sempre pensato che un ambiente di lavoro dovrebbe mettere le persone in condizioni di poter esprimere il proprio punto di vista, forse anche il proprio disappunto e il pensiero critico. La libertà di pensiero e di espressione è un elemento di grande maturità organizzativa che deve fondarsi sul presupposto che ci siano ruoli e responsabilità e che una decisione contro intuitiva potrebbe rivelarsi la decisione giusta.
Questo elemento di gestione del capitale umano è forse la parte più complicata del progresso di un’impresa, ma, se consideriamo che imparare, sperimentare, innovare siano i fattori guida del successo, non possiamo che avvalorare questa piccola tesi di fondo.
Oltre a quanto già detto, penso che l’apprendimento continuo e il saper premiare l’iniziativa più meritevole e responsabile siano altri elementi in grado di facilitare ottimi livelli di efficacia. L’importante sarà avere un gruppo eterogeneo composto da persone fidate, intelligenti, produttive e in parte anche da yesmen.
4. La giovinezza
Ci sono alcuni aspetti sui giovani, i diversamente giovani e i maturi, che sono importanti da evidenziare. Premesso che oggi essere, e sentirsi, giovani è un trend oltremodo evidente, la realtà è un’altra.
Ogni epoca e ogni età hanno delle specifiche peculiarità. Sei giovane quando sei giovane, poi invecchi e alcune prerogative attitudinali e comportamentali cambiano per il semplice fatto che fai esperienza e perdi flessibilità mentale.
Ci sono dei fatti che comprovano quest’affermazione. La maggior parte dei grandi inventori, imprenditori e personaggi storici (Alessandro Magno, Giacomo Leopardi, Albert Einstein, Guglielmo Marconi, Napoleone Bonaparte, Steve Jobs) hanno affermato la ventura, con cui sono diventati famosi, intorno ai venticinque anni. Onestamente non conosco nessun imprenditore di successo che è diventato famoso a sessant’anni partendo da zero. Le motivazioni sono tante, ma ritengo che tra le prime di questa lunga lista ci siano la potenza ideativa, la freschezza intuitiva, la mancanza di pregiudizi, l’energia generativa e l’ambizione.
Geni e innovatori a parte, ogni età ha delle macro fasi: entro i trent’anni bisognerebbe definire e impegnarsi sui propri progetti, intorno ai cinquanta si dovrebbe capitalizzare realizzando i risultati principali e, successivamente in età matura, bisognerebbe iniziare a restituire parte di quello che si è imparato e conquistato.
Il punto è che bisogna avere consapevolezza della propria età, dell’invecchiamento che affrontiamo tutti i giorni, del bagaglio di esperienza che cumuliamo: se da un lato miglioriamo la competenza e la capacità analitica, dall’altro lato riduciamo la capacità di visione e di intraprendenza. Con il tempo aumenta quello che abbiamo da perdere e diventa più difficile continuare a essere in attacco. Forse il coraggio, la tenacia e la determinazione non cambiano, ma il resto si modifica. Di contro, con il tempo migliorano sensibilmente le abilità cognitive e analitiche e diventa più semplice pensare in termini rigenerativi e rinnovativi. La consapevolezza e la fiducia in sé stessi aiutano a vivere meglio e a essere più efficaci.
A tutte le età, però, frequentare assiduamente e costantemente i giovani e i loro ambienti può essere un modo per comprendere le differenze e i nuovi segnali. Forse quest’ultimo è il messaggio più importante che può riattivare la circolazione di una nuova dialettica e ridurre le distanze tra le generazioni. La curiosità per la storia, l’arte e la cultura sono tutti ambiti importanti per sollecitare la mente, ma la relazione e il dialogo con le nuove generazioni stimolano sensibilmente i punti consolidati e le certezze.
La forza dei giovani è avere un arco temporale più largo. La forza dei diversamente giovani è l’esperienza dei successi e degli insuccessi. Travasare, mettere in relazione questi due mondi, è un’azione fondamentale di restituzione e di salvezza, in quanto sono i giovani di oggi che scriveranno la storia e il futuro di domani. Questo è il punto di ricaduta necessario per attivare la comunicazione tra i vasi, l’importante e capire, ma anche farsi capire, l’importante è partecipare alla costruzione di un’esperienza reciproca.
Oggi questi temi sono cruciali e tutte le venture si trovano a dover affrontare il tema della convivenza delle diverse generazioni in azienda. Il paradigma culturale deve anche cambiare per sintonizzare e sincronizzare le differenti vedute e le diverse attitudini finalizzate a perseguire lo scopo aziendale.
La convivenza multigenerazionale è effettivamente la più grande sfida organizzativa del prossimo futuro per l’umanità aziendale. Questi aspetti, in quanto giovane erede, li proverai direttamente sulla tua pelle e, successivamente, dovrai facilitare questo dialogo per il bene e per il futuro dell’impresa.
5. Il mentore
Sto proseguendo la costruzione del discorso inserendoti vari elementi, che come hai giustamente fatto notare nella nostra ultima chiacchierata compongono le varie relazioni che dovrai affrontare dentro e fuori dalla famiglia. Mi fa piacere che ti senta sollevata, ma gli argomenti ostici devono ancora arrivare.
Il mentore è una figura mitologica importante nella vita di ognuno di noi. Questa figura di consigliere fidato o di tutore dovrebbe avere un ruolo guida per affiancare e supportare i momenti e le decisioni difficili. Troverai ampia letteratura in merito, ma ritengo che sia importante che tu capisca che fasi diverse necessitano di mentori diversi, che se più mento...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Descrizione
  3. Biografia
  4. Frontespizio
  5. Copyright
  6. Indice
  7. Incipit
  8. La continuità
  9. Il progresso
  10. La consapevolezza
  11. L’indipendenza
  12. Epilogo
  13. Approfondimenti